Ztl 2.5, storia pasticciata (non ancora finita) di un provvedimento infelice
La storia delle zone a traffico limitato di Palermo è lunga e travagliata. È fatta di incapacità politica, di superficialità amministrative, di errori, di sacrosante reazioni dei cittadini. Perché se è vero che «in tutti i centri storici d’Europa ci sono le Ztl», il centro storico di Palermo è il più grande d’Europa e altrove i trasporti pubblici funzionano. Chiudere richiederebbe soluzioni partecipate e condivise, gradualità e sensibilità, un approccio non ideologico né di necessità di fare cassa e la volonta di seguire la stella polare dello scongiuramento di una ingiustificata compressione del diritto dei cittadini alla mobilità. Tratti finora non visti né sotto Cammarata e Ceraulo, né sotto Orlando e Catania.
Le Ztl del 2008: A+B = abbiamo babbiato
Già nel 2002 ci furono i primi provvedimenti per limitare le emissioni ma un tentativo più organico avvenne nel 2008 con i pass per le due aree A e B. A giugno di quell’anno il Tar, adito da un gruppo di associazioni, cancellò le Ztl. Uno dei motivi principali era l’assenza di una strategia precisa, formalizzata in un Piano Urbano del Traffico (che arriverà soltanto nel 2013). Ceraulo rimise la delega. «A+B Abbiamo Babbiato» fu la frase stampata su quattromila finti pass distributi al Festino, quello in cui Cammarata non salì sul carro.
Le Ztl del 2016, poi diventate una sola
A dicembre 2015, in un clima di tensione con la maggioranza, sono state approvate le Ztl che dovevano partire ad aprile 2016. Il Comune ha negato un referendum civico, perché mancava il regolamento (anche oggi, dopo tre anni…). Ancora una volta i cittadini si sono organizzati e hanno vinto: i provvedimenti sono stati sospesi dal Tar, sono partiti i rimborsi dei pass, all’Ars è passato un emendamento che obbliga i comuni siciliani che hanno istituito o vogliano istituire zone a traffico limitato a dotarsi di un regolamento approvato dal Consiglio comunale (è importante, lo vedremo dopo), Orlando ha spiegato in Consiglio (con gran faccia di bronzo) che le Ztl sono una forma di “fiscalità generale occulta”, il Cga ha stoppato la sospensiva ma con una serie di osservazioni che non hanno ribaltato il giudizio del Tar. L’amministrazione comunale è stata costretta a riscrivere il provvedimento e far partire a ottobre soltanto una Ztl, quella del centro storico. I commercianti hanno protestato, il sindaco ha parlato di «forme criminali di controllo del territorio», un ulteriore ricorso è stato respinto, sono stati fatti dei correttivi. Le elezioni hanno confermato Orlando ma Catania è finito fuori dalla Giunta.
Le Ztl “weekend” del 2019
Sotto Jolanda Riolo ci sono migliaia di ricorsi, correttivi e alcune timide estensioni della Ztl. A marzo 2019 Giusto Catania torna nella squadra di governo e ci prepariamo a nuovi strafalcioni. Ben presto arriva la notizia di una indagine per l’invasione di Cortile degli schiavi (ora archiviata ma rimangono dubbi) e il profilo rimane basso. I commercianti protestano in una via Roma commercialmente desertificata. Ma adesso si torna al pallino delle Ztl. Intanto per rendere definitive quelle travestite da pedonalizzazioni e poi per il weekend, partendo con una delle classiche “sperimentazioni” sulla pelle dei cittadini/cavie, dal 6 dicembre. L’amministrazione, ancora una volta, risulta allergica al dibattito consiliare sul tema. Esploso il Pd (di cui Orlando non avrebbe rinnovato la tessera) e respinta l’ipotesi del gruppo orlandiano unico i consiglieri e capigruppo Dario Chinnici, Toni Sala e Sandro Terrani hanno dichiarato: «La Ztl e le pedonalizzazioni in centro storico sono cifre caratteristiche di questa esperienza di governo, un punto irrinunciabile per Palermo. Ma qualsiasi decisione deve passare da un confronto costruttivo con i residenti e le imprese che animano il territorio, senza fughe in avanti». Poi il presidente del Consiglio Totò Orlando è intervenuto con una nota, mettendo in guardia l’amministrazione proprio in virtù della legge regionale del 2016 che prevede un regolamento da approvare entro 90 giorni e tuttora inesistente, mentre intanto il Piano del traffico è scaduto: mettere mano alle Ztl senza regolamento pone ulteriori rischi di farle decadere tutte, anche quelle rimaste perché erano antecedenti alle legge che lo prevedeva (ma sarebbero illegittime a prescindere). Il sindaco mostra di voler tirare diritto e avrebbe “minacciato” di procedere con una ordinanza, anche con la “scusa” di una sollecitazione dalla Prefettura che richiede provvedimenti inibitori della circolazione (ma non certo contra legem…). Intanto alcuni consiglieri vogliono sfiduciare proprio sul tema (e non solo) Catania.
La mia previsione? Un copione già visto: rinvii, papocchi, dietro front. Ovviamente non prima di un nuovo prevedibile ricorso dei poveri cittadini vessati da superficialità e paraocchi politici.
La ztl nasce da varie incapacità, una delle quali è la difficoltà a controllare 35.000 auto che si concentrano tutte allo stesso orario e allo stesso luogo. A locali che vendono alcool ad un prezzo inferiore dei supermercati, ad una visione disneyana di strade che risalgono a 1500 anni fa (le più giovani). Una visione anni 70 nostalgica con quarumari e stigghiolari travestiti da pub che affumano tutto senza pagare tari e tosap. I residenti sono solo una scusa, si è preda della consueta insipienza di destra e di sinistra, di sopra e di sotto, si lasciano andare le cose fino al disastro e il disastro sarà la fuga dei turisti e l’ennesima occasione persa.
Da abitante del centro storico sono assolutamente a favore della pedonalizzazione e della sua progressiva chiusura. Penso, in ogni caso, che sarebbe più opportuno procedere alla chiusura definitiva una volta installate le nuove linee tram e i parcheggi previsti.
Infine, nel frattempo, si dovrebbe riconsiderare e modificare parte della viabilità attuale, posto che alcune strade come Via Cala, a mare, e corso Alberto Amedeo, a monte, sono diventate impraticabili.
In ogni caso a prescindere da ciò che si possa dire è innegabile che il centro storico ne abbia soltanto guadagnato dalle pedonalizzazioni e dalla ZTL. Diciamo che avrebbero dovuto farle già negli anni 90′, ma noi siciliani siamo un pò indietro.
Infine, spero che non si cada nell’errore di trasformare pian piano il centro storico in una disney turistica perché sarebbe quanto di più triste per la storia della città. Sarebbe anzi opportuno che gli amministratori iniziassero a pianificare meglio le attività previste per il centro storico in maniera tale da lasciare che lo stesso sia un interessante e vivace mix di esperienze differenti e non una zona piatta ad uso e consumo esclusivo del turismo.
CVD è il 6 e la Ztl non parte. Almeno si sono accorti del pasticcio.
Ora siamo al dietro front.
[…] un post del 24 novembre avevo già previsto tutto o […]