Il megatunnel palermitano: grandi opere sì, purché inutili
Qualche settimana fa abbiamo assistito alla roboante presentazione di un progetto tanto ardito quanto ambizioso: una autostrada in grado di collegare l’autostrada Palermo-Catania alla Palermo-Mazara del Vallo, attraversando la città sottoterra o sotto l’alveo marino per potere servire, con un apposito svincolo, anche il Porto. Un’opera faraonica da 1,2 miliardi di euro, non a caso ribattezzata “megatunnel”.
A presentarla, con i rappresentanti dell’Autorità portuale di Palermo, non c’era un esponente della destra imprenditoriale, da sempre affascinata dal mito del progresso e, quindi, delle grandi opere, né un esponente della sinistra neo-liberista alla Blair, aperta al mercato ed allo sviluppo infrastrutturale ad esso legato.
Per l’occasione, al cospetto di giornali e televisioni, convocati in massa, c’era un esponente del movimento politico più contrario alle cosiddette grandi opere che l’Italia abbia mai conosciuto, piazzato recentemente al governo come viceministro alle Infrastrutture. Continua »
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