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  • Amat: all you can take in one day

    Amat: all you can take in one day

    Qualche giorno fa, come ogni anno in questo periodo, sono stato invitato dai gemelli Cristiano e Lucrezia al loro compleanno, il dodicesimo per l’esattezza, essendo il padrino di battesimo del maschietto, ed i festeggiamenti sono stati organizzati in un ristorante di sushi. Subito il cameriere ci ha proposto la formula ALL YOU CAN EAT, cioè, per chi non lo sapesse, strafogati di cibo fino a morire con il rituale quasi ecclesiastico delle portate 4+4+4, pagando sempre un prezzo fisso di circa 20 euro, a condizione di non lasciare nel piatto le portate, pena il pagamento extra oltre il prezzo fisso.

    Subito nei neofiti palermitani come me è passata l’idea di prendersi tutte le dodici portate, tanto era tutto già pagato nella formula “all inclusive”, ma i veterani del sushi, tra cui il fratello maggiore dei gemelli Alberto, giovane pallanuotista di 14 anni, stazza da 100 chili x 1,90 metri, un giovane dall’appetito infinito, mi avvertì che difficilmente avrei potuto superare le otto portate e che lui, in una cena precedente, dopo aver mangiato tutto, si era alzato del tavolo ed era stato costretto a scappare e vomitare nel vicino marciapiede.

    Aveva ragione, dopo l’entusiasmo delle prime quattro portate, la rassegnazione delle successive quattro, fummo costretti a fermare l’arrivo delle ulteriori quattro, altrimenti le avremmo dovuto lasciarle, pertanto pagarle extra.

    Devo confessare che dopo le prime quattro portate ogni volta che il cameriere portava i piatti speravo che non fossero per me, c’era il rischio di essere costretto a mangiare qualcosa di sconosciuto e non gradito, sia per buona educazione, sia per il fatto che essendo ospite avrei fatto aumentare il conto in modo immotivato per la mia ingordigia.

    Quando uscimmo dal locale, a pancia strapiena, mi resi conto che la formula pubblicitaria 4 + 4 + 4 è solo uno specchietto per le allodole e che i proprietari di questi locali sanno benissimo che pochi eletti riescono a superarla, permettendo loro molti guadagni.

    Forse per lo stomaco troppo pieno, che costringe il cervello a fare altro per non sentire il mal di pancia, facemmo una passeggiate livellante per meglio costipare il cibo, scherzando dissi ai ragazzi: «Immaginate se la stessa cosa la facessero con biglietti degli autobus di Palermo venduti a 1 euro scrivendoci sopra in siciliano: “pigghiati chiddu ca vuoi pi na jurnata” con la traduzione inglese “all you can take in one day”». Le conseguenze le lascio a voi.

    P.s.
    Forse questa idea strampalata nata da un mal di pancia potrebbe incentivare l’uso degli autobus e dei tram di Palermo. Indubitabilmente pochi starebbero a girare sugli autobus tutto il giorno solo per il fatto che il biglietto è costato un euro per un giorno. Forse la differenza dei costi per mancati introiti dell’Amat potrebbe essere bilanciata come sgravio fiscale per miglioramento delle condizioni ambientali, si potrebbe proporre una legge.

    Sicuramente la si potrebbe applicare fin da subito agli studenti ed ai lavoratori, esiste già un tariffa da 15 euro al mese, 50 centesimi al giorno, valida per tutti gli studenti e per lavoratori appartenenti ad aziende con più di 50 impiegati, ma questa è valida solo per quattro portate, scusate quattro linee.

    Palermo
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