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giovedì 21 nov
  • Pums, ancora una bocciatura per la pianificazione orlandiana della mobilità

    Pums, ancora una bocciatura per la pianificazione orlandiana della mobilità

    Questa volta non si potrà negare che sia una bocciatura, malgrado le solite smentite; d’altronde, un voto al di sotto della sufficienza comporta la bocciatura dell’allievo. Dovrebbe comprenderlo molto facilmente anche l’assessore Catania, se non altro perché lavora proprio in campo scolastico.

    Nel caso del Pums, l’esame effettuato da un’apposita commissione (il “tavolo tecnico di monitoraggio dei Pums”) del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha evidenziato lacune importanti, al punto da costringere i funzionari romani ad inviare ben dieci raccomandazioni al Comune. Lo hanno fatto attraverso una comunicazione pervenuta al Settore mobilità urbana il 10 aprile scorso ma, chissà perché, resa nota soltanto adesso. Che sia stata messa in quarantena, causa Covid?

    La nota è corredata di un allegato, che ho avuto modo di visionare, nel quale sono elencati, punto per punto, i difetti rilevati. Si tratta di carenze nello studio dei flussi, nella valutazione dei livelli di saturazione, ovvero di quanti veicoli possano percorrere le strade di Palermo e nella mancata distinzione di fasce orarie e modalità di trasporto. Si rileva inoltre che «i comuni contermini non risultano coinvolti nella redazione del Pums» che, per sua stessa natura (e come prescritto nelle “linee guida” appositamente predisposte dal Ministero) deve riguardare tutta l’area metropolitana. Altrimenti, come si fa a valutare la quantità di pendolari che ogni giorno entrano ed escono dalla città, da e verso i comuni limitrofi? Insomma, veri errori di ortografia, considerando che si tratta di un atto di pianificazione in grado di decidere il futuro della mobilità per almeno un decennio.

    La notizia, per la verità, sorprende fino ad un certo punto. Chi scrive aveva avanzato a suo tempo più di una riserva sul Pums, in questa ed in altre sedi. Ho persino proposto, con atto ufficiale, ben 9 osservazioni formali al progetto di pianificazione, che ho pubblicato integralmente nel mio sito web. Purtroppo per il Comune quelle osservazioni, che riguardavano in gran parte proprio l’analisi dei flussi e la carenza di dati aggiornati, non sono state prese in considerazione.

    Ma c’è dell’altro, nella nota del Mit. Secondo la Commissione Ministeriale, all’interno del Pums mancano gli obiettivi a breve-medio e lungo termine, per i quali «il contributo di cittadini e portatori di interesse…non è chiaramente identificabile». Mancano gli “interventi prioritari”. Manca la “componente merci”, ovvero l’impatto del flusso delle merci sulla viabilità e, quindi, sui flussi delle persone. Non sono descritte «né le dinamiche della logistica né l’indice di utilizzo della sosta». Infine, non è stato predisposto un piano di monitoraggio della mobilità. Per la cronaca, il Pums di Palermo ha riportato un punteggio di 1,75 su una soglia minima pari a 2,00.

    Al di là dei voti e delle valutazioni tecniche, si ripete un film già visto, come avvenne per il mancato finanziamento delle linee tranviarie a fine 2019: bocciatura sonora ancorchè prevedibile. Un problema che non soltanto solleva, legittimamente, qualche dubbio sulla capacità degli Uffici comunali di redigere un qualsivoglia atto progettuale o di pianificazione, ma che ha risvolti molto più concreti. Li rammenta, nella nota del 10 aprile scorso, lo stesso Ministero, intenzionato a «tener conto del punteggio totale acquisito dal Pums ai fini dell’accesso ai finanziamenti statali di infrastrutture per i nuovi interventi per il trasporto rapido di massa».

    Parole chiare ed inequivocabili, a prova di interpretazioni ed arrampicate sugli specchi, invero consuete a Palazzo delle Aquile e sulla solita pagina web amica. In sintesi, se questo Pums non viene rettificato, e di corsa, a Palermo non arriverà un euro né per l’estensione della rete tranviaria né per la realizzazione della Mal. In quest’ultimo caso, siamo sicuri che l’amministrazione comunale se ne farà una ragione. Ma per quanto riguarda il tram, sarebbe la definitiva certificazione del fallimento dell’intera politica della mobilità comunale, imperniata indissolubilmente sul trasporto di superficie su ferro.

    (in collaborazione con Palermo in Progress)

    Palermo
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