Tardo Orlando: la “palude”, le “cricche” e la “coda di topo”
Il sindaco Orlando è in difficoltà. Non lo dico io, bensì i fatti: indagini che riguardano il Comune, due dimissioni di assessori in dieci giorni, le bare accatastate ai Rotoli, l’ultimo posto nella classifica de Il Sole 24 ORE, gli allagamenti che (seppure non vi sia unicità delle responsabilità), come le periodiche crisi della gestione dei rifiuti o della viabilità, evidenziano come quando ci si butta sullo straordinario rispetto alle proprie prerogative da sindaco (le manifestazioni culturali internazionali, i migranti) spesso è perché non si sa o non si può gestire l’ordinario.
Sovente in questi casi la colpa per il sindaco è di qualcun altro. A volte torna il grande cavallo di battaglia orlandiano della cultura del sospetto. In campagna elettorale parlava di una misteriosa “palude”, pronta a tornare. Non per la prima volta, intervenuto in Consiglio comunale, di fronte alle durissime accuse dell’opposizione, ha dichiarato: «In passato, quando la mafia governava a Palermo c’era una sola cricca. Adesso sono più cricche. […] Io ne ho individuate almeno due. […] Non vorrei che all’interno del Consiglio comunale ci fosse qualcuno che ritiene di essere anti-cricca perché difende la sua cricca contro un altra cricca. […] Ovviamente relativi nomi e cognomi io mi riservo di fare, come ho già fatto, alle autorità competenti, ma non dirlo in questo momento sarebbe una mancanza di rispetto per il Consiglio comunale». Continua »
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