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venerdì 22 nov
  • Giunta Orlando 2020

    L’amministrazione Orlando scricchiola come un ponte cittadino, durerà?

    Per una primavera che inizia ce n’è un’altra che finisce, è quella del sindaco Orlando che si ritrova senza maggioranza dopo la sciarra con Italia Viva.

    Sembra di rivedere il film dell’altro secondo mandato consecutivo, con Giorgio Chinnici a capo degli indipendenti di un Consiglio accusato di «stupidità, inciviltà di comportamento, isteria e arroganza» (oggi sarebbe in «stato confusionale»), l’attacco al presidente di una partecipata (era l’Amap di Enrico Restivo, ora l’insoddisfacente Rap di Giuseppe Norata) e il contrasto con Davide Faraone.

    La dis-Giunta senza Costumati e Piampiano, il “mai con la Lega” in risposta a Italia Viva che invocava il “modello Draghi” (con un’eco sospetta oggi di Micciché…ma ai renziani glielo ha detto qualcuno che il “premier” qui non si può cambiare?), l’accento sull’attenzione alla cura e all’attenzione sui diritti delle persone (verrebbe da dire al massimo finché sono vive, viste le bare ancora accatastate ai Rotoli), l’invito alle dimissioni degli assessori che aveva fatto scrivere a un osservatore attento come Roberto Immesi appena ieri mattina «non si dimetteranno», i “tuoni” che sembravano destinati a non diventare pioggia hanno invece portato a un’accelerazione del rush finale verso le elezioni di Palermo.

    Alcuni avevano intravisto nelle mosse del sindaco un disegno politico per portare il MoVimento 5 stelle in maggioranza (ufficialmente è arrivato un «no, grazie», chissà come voteranno in Consiglio), altri l’ira, la reazione scomposta, un altro pezzetto del finale «a coda di topo» dell’orlandismo. Riuscirà il sindaco a reggere fino alla fine? Sono aperte opzioni come le dimissioni o una nuova mozione di sfiducia, si attende l’esito deli procedimenti aperti ma soprattutto si è creato subbuglio politico su un post Orlando ora percepito come più vicino.

    Già da tempo si parla di una possibilità di ampia coalizione che possa andare dal centrodestra unito a Italia Viva, con un altro stimato professore in pole position. Le dichiarazioni di molti esponenti del centrodestra rimarcano l’appartenenza di Italia Viva all’esperienza orlandiana ma potrebbe trattarsi di mera tattica, per opporsi alle ipotesi che circolano in queste ore e troverebbero qualche sponda di un candidato invece espresso proprio da Italia Viva (Francesco Scoma o Edi Tamajo). Non sembra neanche casuale l’iperattività di Pasqualino Monti, presidente dell’autorità del porto (su cui si stanno concentrando molti interessi), sui social con inserzioni sponsorizzate. Sarà un caso che Faraone lo cita (con gli altri due) nel commento alla situazione al Comune?

    L’amministrazione Orlando somiglia ormai sempre più a un ponte cittadino, in bilico tra un risanamento che non arriva mai e un crollo improvviso.

    Palermo
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