Sono lontani ormai gli anni della Primavera di Palermo, quando la volontà di rifiorire che animava i palermitani veri, quelli che la mafia la odiavano, era diventata vessillo per l’ascesa al Pellegrino, l’Olimpo panormita, per quanti volevano cambiare le sorti della città oppure semplicemente le proprie, giocando il ruolo del Salvatore di un popolo che aveva smarrito la retta via.
Da allora di cose ne sono cambiate, di acqua sotto i ponti ne è passata, spesso anche sotto quelli di viale Regione, che sempre di più tra traffico impazzito e clacson, tratteggia i contorni di una Palermo in preda a caos e immobilismo. Un ossimoro questo che accompagna lo scorrere del tempo, in una città in cui il tempo assume spesso connotazioni diverse e non coerenti tra loro. Continua »
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