Palermo come Chernobyl, il destino di degrado imposto alla Fiera del Mediterraneo
Una strana ventata di degrado “estetico” soffia da almeno un decennio nel capoluogo siciliano. Non interviene, come qualcuno vorrebbe lasciare intendere, nelle solite periferie “cattive e degradate” per dogma, bensì ormai dilaga ovunque.
Il caso più suggestivo, complice strategica la crisi pandemica, è forse quello rappresentato dall’area vilipesa e mortificata dell’ex Fiera del Mediterraneo, gioiello espositivo d’avanguardia, dispositivo esperenziale – per dirla con Benjamin – più antico dell’Italia repubblicana.
La genialata di disporne come Hub vaccinale, ha contestualmente aperto gli sguardi dei palermitani al degrado imposto a questo dimenticato frammento di terra di Chernobyl siciliana.
A metà tra le ambientazioni post apocalisse tra Mad Max e i comics di Ken Shiro, con picchi vicini alla vita distopica di Blade Runner, i fortunati utenti del gioiello del secondo Novecento, hanno potuto così ammirare le macerie dei padiglioni abbandonati, l’erba infestante che sgorga persino da cemento e asfalto, l’assenza diffusa di cura e manutenzione, la bruttezza tipica del degrado che divora la bellezza in cambio di altra bruttezza e degrado, in poche parole la messa in pratica scientifica della “teoria dei vetri rotti ampliata”. Continua »
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