Racconti ucronici, cronache di una Palermo possibile: la Chimica Arenella
Nel Regno delle Infinite Realtà Parallele a volte accade, per un improvviso errore nella Sfera del Creato, una deformazione della dimensione spazio-temporale in seguito alla quale si verificano piccole intromissioni nel Regno delle Realtà Terrene. Questi eventi accadono più spesso di quanto non si riesca ad immaginare.
Sono le 11 del mattino a Colonia e David Goldenberg, un giovane commercialista della Renania, guarda pensoso la sua valigia ancora da ultimare, chiedendosi cosa potrebbe risultare utile nel viaggio che sta per intraprendere. L’obiettivo inconsueto del suo spostamento lo rende dubbioso su ogni decisione. Raphael Neuberg sta facendo colazione a Brema il 29 maggio e si prepara alla sua sessione di fitness in palestra. Non ha ancora deciso cosa rispondere alla missiva che ha ricevuto pochi giorni prima, da un luogo mai visitato nella sua vita, un’isola del sud europeo, la Sicilia.
Rachel Satauw, giovane pattinatrice, vive a Londra ed alle ore 11 del 1° giugno sta lanciando cuscini, ricambiata, alla sua amica del cuore Lidia, con la quale si accinge a partire per una vacanza inaspettata nel cuore del Mediterraneo.
Perle Trewella, promettente avvocato del foro di New York, sta riorganizzando la sua agenda fitta di appuntamenti, rimandandoli tutti, uno ad uno. Ha necessità di due settimane libere da impegni. In fondo non ha sfruttato le sue ferie da almeno tre anni e stavolta ha un buon motivo per partire.
Daniel Lecef è un chimico farmaceutico e vive nel sud della Francia, a Montpellier. Ha ricevuto una convocazione misteriosa da un ufficio notarile della lontana Palermo, in Italia, e non ha alcuna idea su come potersi allontanare dal suo luogo di lavoro. La sua presenza in questa stagione è indispensabile. Il suo direttore non gli concederà mai un permesso per un periodo di ferie!
Victoria Seeligmann è la dolcissima e amatissima cassiera dei supermercati Markt di Eindhoven, è già in ferie da due giorni ed è molto preoccupata. È stata convocata anche lei in un luogo dove non è mai andata durante la sua vita!
Aleandro Ricevuto ha un grande e ben avviato negozio di detersivi a Malta e non vede l’ora di allontanarsene per alcuni giorni. Ha già organizzato il personale e ha la valigia pronta. Il suo aereo parte tra due ore. Una pausa era proprio indispensabile e poi è curioso come un gatto: la convocazione in Sicilia, ricevuta via posta, lo ha intrigato moltissimo!
L’ufficio notarile Gurrieri e associati, di Palermo, nel mese di maggio appena trascorso, aveva convocato un gruppo di persone, da diverse parti del mondo, per una comunicazione ufficiale da effettuarsi il 3 giugno 2021 alle ore 17.00. Ciascuno dei convocati stava organizzandosi per raggiungere la Sicilia ed essere presente alla lettura di un documento. Nessuno conosceva gli altri convocati né aveva minimamente idea dell’argomento di cui si sarebbe trattato.
Raphael Neuberg il 31 maggio decise infine di recarsi all’appuntamento, raccolse il suo bagaglio velocemente, caricò tutto sul suo fuoristrada e iniziò il suo viaggio avventuroso da Brema, progettando di percorrere velocemente tutto lo stivale italiano e arrivare dopo qualche giorno a Palermo.
Daniel Lecef dopo un intenso conflitto interiore, comunicò anche troppo velocemente al suo direttore l’intenzione di allontanarsi dal lavoro per circa una settimana, non ascoltò le argomentazioni del rifiuto, salutò con garbo e abbandonò gli uffici della Biochem di Montpellier con grande decisione. Prima di riflettere troppo, si diresse verso una agenzia di viaggi ed acquistò il biglietto per Palermo. Aveva cinque ore prima di dover raggiungere l’aeroporto.
Alle ore 17 del 3 giugno 2021 tutti furono puntuali all’appuntamento. Alcuni arrivarono trafelati, altri decisamente più rilassati, essendo già in città da almeno un giorno, ma insieme condividevano lo stesso sentimento fortissimo: una immensa curiosità. Ascoltarono la comunicazione notarile con grande stupore.
Alla fine della riunione il gruppo fu accompagnato da un legale presso i ruderi di una antica fabbrica, ciascuno ricevette una cartella di documenti e furono guidati in un tour complessivo di ricognizione della proprietà, circa otto ettari di territorio in riva al mare con 14 edifici in stato di rudere, un tempo adibiti a padiglioni industriali.
Il notaio Rodolfo Gurrieri aveva appena comunicato ufficialmente a ciascuno di loro che, in seguito ad una ricerca storica, in applicazione di una antica legge italiana, in quanto eredi viventi degli originari proprietari (a vario titolo) veniva loro restituita la proprietà dello stabilimento industriale Fabbrica Chimica Italiana Goldenberg, società anonima, poi chiamatasi Fabbrica Chimica Arenella.
Essa era stata sequestrata ai loro antenati in conseguenza delle leggi razziali del periodo fascista, e successivamente assegnata ad alcuni italiani. Aleandro Ricevuto era l’unico convocato che non aveva origini ebree, ma era egualmente interessato alla restituzione in quanto i proprietari di allora gli avevano attribuito una quota della azienda per i suoi meriti dirigenziali e commerciali.
La storia della Fabbrica era iniziata nel 1909, per iniziativa di capitalisti ebrei tedeschi, che instituirono, riunendosi a Milano, la società anonima Fabbrica Chimica Italiana Goldenberg con sede a Messina. Successivamente al terremoto che devastò Messina, la sede venne impiantata a Palermo, sicuramente con i favori di Alberto Lecef che viveva, per l’appunto, in quella città. Inoltre fu probabile anche una certa competizione commerciale tra il gruppo di industriali tedeschi ed i Florio, famosi industriali siciliani dell’epoca. Il Gruppo, originariamente composto da Carlo Sarauw, Roberto Trewella, Alberto Lecerf, Alfred Seeligmann, ed altri piccoli investitori, iniziò con un impianto di prova nei locali della fabbrica di citrato della Ditta Hamnett che cedette loro alcuni magazzini. Nel 1910 fu acquistata l’area dove poi fu costruito lo stabilimento. Per l’occasione arrivò nell’isola il presidente del Consiglio di Amministrazione dott. Oscar Neuberg, cugino di secondo grado del famoso prof. Carl Alexander Neuberg, un pioniere ebreo tedesco nella biochimica dinamica. Con alterne vicende economiche, che negli anni la portarono a buoni profitti ma anche a indiscutibili perdite, la Fabbrica Chimica Goldenberg si occupò di produrre acido citrico (estraendolo dai limoni, di cui Palermo e la Sicilia erano importanti produttori), acido solforico, acido tartarico, cremor tartaro, e successivamente anche lievito di birra, pectina e alcool. Fu chiusa definitivamente nel 1965. Solo in alcuni periodi riuscì ad avere un buon successo commerciale. La proprietà e la gestione tedesca in quegli anni ebbero difficoltà nel rapporto e nel dialogo con il personale locale. In alcuni casi, ad esempio durante le riunioni, non tutti i siciliani comprendevano il tedesco, né tutti i tedeschi comprendevano l’italiano/siciliano. Le decisioni e le votazioni delle proposte vennero quindi inficiate, in alcuni casi, da errate interpretazioni dei dialoghi, con risultati a volte affatto positivi per l’attività.
Anche durante la riunione presso il notaio Gurrieri non fu facile comprendersi tutti, considerando i differenti idiomi cui ciascuno apparteneva. In ogni caso, alla fine del sopralluogo, tutti si recarono insieme ad una cena secondo la tradizione sicula, in cui potersi conoscere e rompere il ghiaccio.
Molti tra i convenuti erano rimasti molto colpiti dalla storia e soprattutto dal fascino delle rovine industriali.
All’ingresso dello stabilimento una guardiola per il custode testimoniava la cura del progetto originario e dell’esecuzione artigiana attraverso il meraviglioso disegno liberty intagliato nel legno. Esso ancora sopravviveva all’attacco dell’aria salmastra, a testimonianza di una qualità lignea di altissimo livello.
I numerosi padiglioni in muratura, spesso con strutture portanti in calcestruzzo armato, come veniva impiegato nei primi tempi del suo utilizzo, erano in cattivo stato, nonostante ancora conservassero i dettagli di un antico fasto basato sulla cura per i particolari ed il decoro uniti alla ricerca tecnologica d’avanguardia.
In ogni angolo dei ruderi trovarono cumuli di spazzatura abbandonata.
Non era facile comprendere se era possibile utilizzare e rivitalizzare questo prezioso lascito arrivato a loro da un tempo così remoto, delimitato da muri e da un cancello iniziale, sulla strada principale della borgata, ed uno sulla costa.
Nei pressi della spiaggia l’internazionale gruppo di ospiti, durante il tour, aveva incontrato un nutrito gruppo di ragazzini, vivacissimi e molto amanti del mare. Erano riuniti in uno slargo in riva e, tra grida e risate, si dedicavano chi al nuoto o ai tuffi, e chi agli sport acquatici come canoa, surf, snorkeling.
Il gruppo rientrò agli alloggi, ciascuno al proprio, con l’animo in grande confusione, dibattendosi tra la curiosità e lo spirito d’avventura, da una parte, e l’analisi lucida dello stato di abbandono e della mole di lavoro occorrente per trasformarlo in qualcosa di attivamente utile.
Ma soprattutto, nel profondo delle loro anime, si adagiò lenta ed amara la constatazione per la orribile ingiustizia con cui i loro avi erano stati privati di un futuro, oltraggiati senza aver commesso alcuna colpa, solo per una differenza genetica o per la loro complicità con altri loro simili.
Proprio con i giovani nativi, incontrati inizialmente, nacque nei giorni seguenti un fruttuoso e gioioso dialogo. Essi conoscevano benissimo ogni particolare del luogo, le caratteristiche della spiaggia prospiciente, il tipo di terreno, il clima nel suo avvicendarsi giorno per giorno, le costruzioni ivi realizzate sopra e sotto il suolo. Erano l’anima vivente di quella contrada. Come si compresero tra loro? Usarono i più disparati linguaggi: certamente l’inglese ed un po’ di italiano, inframmezzato da alcune parentesi di siciliano che Aleandro Ricevuto conosceva abbastanza bene, ma soprattutto venne loro in aiuto il linguaggio non verbale, quello degli occhi, della mimica, dello sport, con qualche aiuto personalizzato, nella fase iniziale, per le traduzioni dei contratti e delle discussioni più difficili.
Insieme a loro nacque pian piano il progetto di quello che, negli anni a venire, sarebbe diventato il più famoso Centro Internazionale di Sport Acquatici del Mediterraneo. Il gruppo riuscì ad avvalersi di tutte le professionalità eterogenee che si trovavano al suo interno. Raphael Neuberg e Rachel Satauw erano due esperti sportivi ed insieme studiarono le potenzialità del luogo per la realizzazione di strutture per l’allenamento, la riabilitazione, la competizione ed anche il puro divertimento. Non mancarono di collaborare con architetti ed ingegneri per la realizzazione delle strutture sportive senza dimenticare quelle residenziali.
David Goldenberg insieme a Aleandro Ricevuto, con l’apporto dell’avvocato newyorkese Perle Trewella, misero a punto il progetto economico, il marketing, e la proposizione sulle piattaforme di crowdfunding.
Il C.I.S.A. fu finanziato con micro quote da tutta la popolazione di Palermo e diventò il punto di riferimento e di crescita di tanti campioni di canoa, di surf, di kajak, di immersioni subacquee provenienti da tutto il mondo, ma anche un luogo di riabilitazione per molti ragazzi con problemi del movimento e delle articolazioni. Daniel Lecef si occupò della farmacia del Centro sportivo rieducazionale e Victoria Seeligmann si trovò a capo di un piccolo esercito di addetti ai diversi settori del C.I.S.A., composto in maggior parte dai ragazzi incontrati sulla spiaggia.
Nessuno dei convenuti tornò più alle occupazioni precedenti.
Come non apprezzare i racconti ucronici di Angela Terrazzini? Gli “spazi immaginativi” sono il nostro campo d’azione creativa, quella pagina bianca che attende di essere riempita qualsiasi sia il lessico d’arte, qualsiasi sia la narrazione che stuzzica la nostra attenzione per “esserci” , per passare dalla condizione immanifesta a quella manifesta. I racconti ucronici, di genesi relativamente recente (Charles Renouvier 1876), appartengono alla storia del fantastico, lavorano con l’impossibilità temporale, scuciono realtà vissute e le ricuciono con un nuovo ago ed altri fili. Creano insomma ipotesi controfattuali, e si prova a vedere l’effetto che fa. Sia essa “ucronia”, esercizio di fantasia che gioca con la storia ed il tempo, sia essa “utopia” che gioca con luoghi ideali, inesistenti ( vedi l’opera di Tommaso Moro), questo genere di approccio al fantastico trascende il mero dialogo col proprio sé creativo per approdare al reale bisogno di interrogarsi sul valore dell’esperienza collettiva, frutto di una miriade di scelte individuali (invisibili nell’ora presente ma ben visibili nell’ora storica) saldate insieme da quell’artefice implacabile che chiamiamo “tempo”. Ed Angela Terrazini lo sa.
Grazie della tua analisi, Ingrid! Chi ha avuto la volontà e la pazienza di leggere un racconto breve come il mio, ma relativamente lungo per l’esperienza web cui siamo abituati, realizza l’asperienza di un “viaggio” in un mondo alternativo.
Una Palermo diversa.
Una sfida la mia, che contrasta su diversi fronti il trend editoriale contemporaneo: dalla forma (il racconto), al filone ucronico, dalla durata dell’impegno nella lettura cui costringe il visitatore, alla ricerca storica autentica (basilare e fondante) che rivela dettagli poco conosciuti di luoghi della nostra città, Palermo, spesso a due passi da noi.
Ucronia, per l’appunto è “sostituzione di avvenimenti immaginari a quelli reali di un determinato periodo o fatto storico”.
A te e a chi ha trovato interesse nei miei racconti non mi resta che dare appuntamento al prossimo. 🙂