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  • La luce di Guccione alla Galleria La Rocca di Palermo

    La luce di Guccione alla Galleria La Rocca di Palermo

    Pastelli di Senso e altre storie è il titolo dell’interessante mostra che si è aperta lo scorso 5 novembre e che si protrarrà fino al 26 presso la galleria La Rocca di via Giuseppe La Farina n. 6, voluta e curata da Leonardo La Rocca per ricordare uno degli artisti più suggestivi del novecento pittorico siciliano, il Maestro Piero Guccione (1935-2018).

    40 opere scelte e ordinate appositamente dal curatore, amico e gallerista di Guccione, colto conoscitore e grande collezionista dell’opera del Maestro di Scicli che fu assistente alla cattedra di Pittura di Renato Guttuso a Roma e che volle e fece ritorno in Sicilia per catturare quella luce rimasta impressa in opere che quasi sempre associano al valore altissimo di una pittura lenta e meditata, il valore testimoniale proprio della fotografia.

    
Nei tre ambienti all’interno dei quali a dilagare è la bellezza dirompente della cifra stilistica guccioniana, tra matite, i diciotto pastelli (sette dei quali sono pubblicati nella novella Senso che Guccione realizzò nel 1986 con tredici illustrazioni), ben quattro oli, serigrafie e acquetinte, a colpire è ancora l’armonioso storytelling costruito opera dopo opera da La Rocca, capace di comporre una narrazione coerente ed empatica che dai “quadri romani” del 1966 alla forza esclusiva delle opere luminose di quelle spiagge della Sicilia orientale appena accennate con ombre al limite della citazione minimale, trovano nei suggestivi pastelli, vera e propria “firma” della genialità del gesto creativo guccioniano, la chiave per accedere al rapporto tra artista e collezionista e le ragioni, forse, di questo tributo alla poesia che si è fatta pittura iconica.
    “Latitudini guccioniane”, composte da strati quasi infiniti di velature su velature su velature, accompagnate dalla pazienza spirituale del sacro, cadenzate da ritmi che hanno fatto della lentezza del processo generatore quasi l’antagonista ideale della nostra veloce contemporaneità centripeta.

    Opere capaci di travalicare l’incontro tra materia e supporto e che oggi, a quattro anni dalla scomparsa di Guccione, proseguono a raccontare storie universali di Sicilia, qui esposte indipendentemente da formato e tecnica, tutte insieme per la prima volta e tutte pregne di quella ricerca intrecciante la passione che animò la vita del pittore e la propria visione d’artista, contribuendo a trasportare la dimensione sognante della pittura italiana nel lirismo della poesia d’universale comprensione.

    Si, perché Guccione è immediato, totale e breve, arriva e rapisce lo sguardo, imprimendo accelerazioni ai battiti mentre calma e alimenta la leggerezza che il nostro spirito sempre più necessita in tempi surreali come i nostri, e a cui la pittura del Maestro di Scicli sembra suggerire d’opporre il sentimento di ragioni vicine al potere “sostenibile” della bellezza che ancora in Guccione è spesso, spessissimo, natura nuda o comunque tensione pura alla sua essenza.

    Ragionata empatia è quella catturata dalle sue luci impresse a costruire pagine importanti di storia dell’arte italiana nel mondo, e visibili ancora a Palermo fino al 26 novembre negli orari di apertura della galleria. Ingresso gratuito.

    Palermo
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