Perché abbiamo deciso di non parlare della vicenda del Foro Italico
Da alcuni giorni si susseguono sui giornali online locali e nazionali articoli su articoli sulla vicenda del presunto stupro dello scorso 7 luglio al Foro Italico (la Costituzione recita all’art. 27 «L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva») che vede coinvolti una ragazza e sette ragazzi di giovane età, di cui uno minorenne al momento dei fatti. Rosalio non si occupa della vicenda e non lo farà finché non emergeranno provvedimenti di giudizio di un Tribunale.
Abbiamo deciso di non occuparcene perché il fatto è molto delicato e fin dall’inizio il diritto/dovere di cronaca presentava gravi controindicazioni (come rendere identificabili i soggetti coinvolti e la presunta vittima, cosa che è già avvenuta e che sta comportando e comporterà gravi conseguenze anche per i familiari) e il concreto rischio di sconfinare nella divulgazione immotivata di contenuti coperti dal segreto istruttorio. In tal senso condividiamo la posizione del presidente dell’Ordine degli Avvocati di Palermo Dario Greco. La sede più idonea per accertare con certezza ciò che sia accaduto e per la richiesta di eventuali pene resta quella processuale.
Scomposte prese di posizione da parte di una presunta intellighenzia docente o no e strumentalizzazioni politiche da ogni parte hanno alimentato ulteriormente un dibattito pessimo e poco produttivo.
In quella che appare come una ricerca spasmodica di click molti siti web hanno riportato come vere anche presunte pubblicazioni di contenuti da parte dei soggetti in carcere (non possibili, come logica vuole, per inaccessibilità della Rete da parte di chi si trova recluso), senza riflessione né tantomeno verifica da parte di quelli che si ritengono professionisti esclusivisti dell’informazione e riferimenti alla presenza di presunti video su gruppi Telegram (da una breve verifica rivelatisi finora inesistenti online). Un morboso reportage, fake news comprese, prosegue tuttora.
Preferiamo rinunciare a qualche click e rimanere in silenzio e ci scusiamo per una precisazione che risulta già eccessiva.
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