Le turiste spagnole intrappolate a Palermo
Al ritorno delle vacanze faccio un giro al centro di Palermo.
Esco da una libreria e vedo l’auto di due turiste spagnole, regolarmente parcheggiata sulle strisce blu, intrappolata da un’altra automobile in seconda fila. Siamo in pieno centro, a due passi dal Teatro Massimo.
La donna che è alla guida suona insistentemente, non so da quanto sono lì bloccate sotto il sole cocente d’agosto. Nel frattempo la turista che non è alla guida cerca di agevolare chi è al volante, sembra la madre, per uscire comunque. Manovre e contro manovre, marce indietro e marce avanti, sterzate a destra e a sinistra, ma non c’è verso. Provano pure a chiedere al negozio di fronte alla loro macchina, ma senza risultato alcuno.
Mi fermo, vedo tanti palermitani che si godono la scena o comunque rimangono impassibili dall’altra parte del marciapiede. A un certo punto più o meno capisco dove può essere il benemerito conduttore o la benemerita conduttrice dell’auto, entro e ci prendo a primo colpo. È una signora vicinissima all’uscita, intenta a valutare merce, dunque non può non aver sentito il suono ripetuto del clacson proveniente da pochi metri. Dopo aver chiesto e capito che era lei, le dico che sta bloccando due persone, per giunta turiste, e se le pare il modo corretto di comportarsi. Non dice nulla. Esce, entra in auto, e senza chiedere scusa alle due turiste va via sgommando.
Mi avvicino di più alle due donne, faccio presente che da palermitano sono intervenuto, e chiedo io scusa per questa palermitana. Ovviamente è un vizio diffuso dalle nostre parti il parcheggio diciamo creativo. Venendo da un periodo di vacanza in città italiane e straniere, non abbiamo mai visto per nessun motivo auto parcheggiate in mezzo alla strada. Da noi viene considerato del tutto normale, lecito, direi fisiologico. Non solo metterlo in atto sistematicamente, ma pure guardare senza fare nulla con due persone, peraltro turiste con evidenti e ovvie difficoltà linguistiche, in evidente e palese difficoltà.
Se in questa città non si comincerà a vivere rispettando le elementari regole di civiltà, difficilmente potremo attenderci che la politica, che certo ha i propri non trascurabili limiti, possa risolvere tutto o quasi con la bacchetta magica.
Ah, allontanandomi ho capito che la signora stava tornando nuovamente davanti a quel negozio per definire l’acquisto. Difficile non immaginare che abbia rilasciato l’auto nuovamente in seconda fila chiudendo altra gente.
Come si risolve il problema? Sì, le multe. Ma si può pensare di presidiare una metropoli così grande come Palermo manu militare per buona parte della giornata per 365 giorni l’anno? Impossibile, diciamolo francamente.
Tornando a casa, passo da un frequentato esercizio commerciale. Anche in questo caso molti gentiluomini e gentildonne palermitani, siamo nella zona borghese della città, lasciano le loro auto in mezzo alla strada incuranti del perenne casino che creano. Non prendono mai le multe in questa zona nei pressi della Statua? Sì, spesso, lo posso testimoniare per averlo visto più volte. Ma appena vanno via i vigili urbani si ricomincia come nulla fosse. Con una coazione a ripetere che se fosse orientata al rispetto di Palermo saremmo in paradiso. Stessa cosa capita all’uscita del sottopasso di via Crispi direzione Cala. Ma gli esempi palermitani di vie soffocate dall’inciviltà del parcheggio selvaggio potrebbero essere infiniti come sappiamo bene.
Durante le restrizioni legate al Covid, con le strade deserte, ho avuto modo di pensare e constatare che Palermo senza i palermitani, almeno quelli, ma sono tantissimi, che non rispettano le regole, era davvero bellissima.
Sarà mai possibile un giorno continuare a vederla bella anche con i palermitani in giro?
Definire questi comportamenti come “incivili” è il primo sbaglio. La parola è moderata e abusata, e queste azioni non hanno niente a che vedere con il concetto di civiltà.
L’imposizione di sè stessi, o di un gruppo, verso un altro individuo, o gruppo, o verso l’ambiente è considerabile una violenza. Violenza. La società tollera lo sfogo di rabbia gratuita verso tutti gli altri, indistintamente. Il clacson. E crede sia una giusta parificazione della violenza subita. Col clacson, dico io. Ma a questo punto chiedetevi “chi” trova immorale ed ingiusto rispondere a violenza con altra violenza solo sui soggetti mittenti. Scoprirete, con pochi giri di ragionamenti, che gli stessi gruppi a veicolare questo tipo morale, e a fottervi, sono stati e sono gli stessi che determinano controllo e imposizione sugli altri più di tutti. I poteri scampananti. Tornate ad occhio per occhio.