E se Falcone avesse torto sulla natura della mafia?
La mafia «è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine». Così sosteneva Giovanni Falcone. Ma se in realtà non fosse così? La mafia è “fatto umano”, certo. Se per fatto però si intende l’accezione più ampia del termine. Fatto sinonimo di fenomeno sociale e non di avvenimento sporadico e circoscritto. La mafia è un macro fenomeno sociale, è una cultura, un modo di essere, una pratica di vita che in alcune sue componenti psicosociali essenziali – omertà, fedeltà, intimidazione, mascolinità aggressiva, senso di appartenenza a un gruppo – sono connaturate nella nostra natura. Portate, certo, alle estreme conseguenze. Degenerazione di comportamenti che hanno avuto un inizio con l’evoluzione dell’uomo e avranno una fine con la sua scomparsa. Finché l’uomo esisterà ci sarà sempre una qualche forma di “mafia”. Pensare di poterla debellare è pura utopia. Bisogna contrastarla, duramente, diuturnamente sempre nella convinzione che c’è e ci sarà sempre.
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