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venerdì 22 nov
  • Un mare di…

    Porto di Sferracavallo

    Che Palermo sia bagnata dal mare lo sappiamo tutti, ma ciò che in molti non riusciamo a comprendere è il motivo per cui alla bellezza della costa, dei litorali e al fascino delle borgate marinare si debba accompagnare, il degrado e la mancanza di rispetto per questo bene che tutti utilizziamo.
    Vedere dal mare quei 40 chilometri che da Sferracavallo arrivano ad Acqua dei Corsari è un piacere, ma da vicino e da dentro è un’altra storia.
    Eppure il mare e dintorni dovrebbero rappresentare una risorsa basilare se si volesse basare la propria economia sul turismo.. Già..se lo si volesse…
    Io questa storia del mare la vivo dal di dentro proprio perché “vivo” a Sferracavallo, nel senso che non ci abito soltanto.
    Qualcuno mi dice che sono fortunata ed effettivamente ha ragione: sono lontana dal caos della città, respiro aria buona e ogni giorno godo di uno splendido paesaggio. Già…il paesaggio…
    Qualche sera fa, per godere di questo faccio una passeggiata con mia figlia, fotocamera digitale alla mano per fermare qualche momento.. Osservo i colori del tramonto sul mare, il contrasto con la montagna, le barche su quel mare liscio… Gli occhi però si spostano inevitabilmente su tutto il resto: tavoli in strada e in piazza; auto parcheggiate in doppia e tripla fila o laddove si riesce a inventare uno spazio e vi assicuro che la necessità aguzza l’ingegno, si riescono a chiudere intere strade al passaggio di altre auto… Camminando, giungiamo laddove lo spettacolo è più entusiasmante piazza Antonio Beccadelli: qui bancarelle di intimo, arredo casa, borse, bijoux, cosmetica (e in qualche sera qualcuno mi ha raccontato della vendita di uccelli e gabbie).

    Piazza di Sferracavallo

    Devo dire che anche i venditori ambulanti hanno molta fantasia nel trovare il loro posto: aiuole e panchine sono ambite…. Faccio un respiro profondo…per lo iodio..e nel sospiro che ne esce esclamo: «Che ciavuru di panelle!»… Mia figlia prontamente mi risponde: «Che feto di munnizza…!».
    In quel momento non sapevo se essere più shoccata per la battuta ironica, pungente e in dialetto di una bambina di sette anni e mezzo o per la verità di quelle parole..
    È vero, la puzza è quella dei cassonetti, ma per dare un quadro completo c’è lo sporco lungo i marciapiedi, negli angoli, sugli scogli, sulle spiagge…
    Provo a pensare al turista e a cosa penserà e un brivido mi percorre..
    Nascono spontanee domande e risposte di una che vive a Palermo.
    Mi dico: certo devono pur lavorare? E se alla gente piace mangiare per strada tra smog e bancarelle possiamo fargliene una colpa? E se il servizio dei vigili urbani, a Sferracavallo, termina, per gentile concessione, alle 21:00 quando invece il caos va ben oltre la mezzanotte cosa si può fare? E se le auto dei vigili urbani (due la domenica), sei vigili in tutto, sono posizionate laddove c’è meno caos chi può controbattere a un ordine di servizio che viene dalla centrale? E se quando ai vigili viene “suggerito” di spostarsi in quella strada dove c’è più caos e ti rispondono che ci sono già passati e non c’era nulla, che c’è da fare? E se poi la scorsa domenica l’ambulanza, per percorrere 500 metri, ha impiegato un quarto d’ora per arrivare a casa di una signora anziana che aveva avuto un malore e questo proprio a causa di quella strada impossibile che importanza può avere? E se durante la settimana all’operatore ecologico squilla il cellulare ed è costretto a parlare per un’ora (cronometrata), cosa bisogna fare?
    Domande e segnalazioni che da maggio a settembre si acuiscono, di fatto gli interventi sono così saltuari o inesistenti che tutto rimane invariato.
    All’incontro che le associazioni che operano nella borgata, riunitesi nel Centro commerciale naturale Sferracavallo, avevano chiesto (agli inizi di giugno) con prefetto, sindaco, questore, comandante della Capitaneria di porto, presidente dell’area marina protetta di Capo Gallo e della settima circoscrizione, era presente (a metà agosto) l’unico organo che poteva fare meno degli altri, nel senso che come ha spiegato lo stesso Pietro Gottuso presidente della settima circoscrizione «vero è che la circoscrizione è un piccolo municipio ma di fatto l’unico potere del presidente è quello di scrivere e segnalare necessità e disfunzioni».
    A conclusione alcuni diranno che tutto questo è folklore, altri la chiameranno inciviltà, altri diranno che non ci sono né regole né controlli, altri che non c’è voglia di lavorare, di crescere, di migliorarsi, altri diranno che i palermitani sono incivili e senza rispetto per gli altri, che manca il sindaco, e che tutto questo fa parte del nostro Dna…
    Che dire? Il mare è ricco di tante bellezze ma esiste anche un mare di…parole e spesso la buona volontà di chi fa per la propria città deve contrastare non soltanto con il degrado esistente ma anche con chi, di potere e non, contribuisce ad aumentarlo.

    Ospiti
  • 5 commenti a “Un mare di…”

    1. Servirebbe una profondissima riqualificazione della costa per restituirla ai palermitani; tutto il tratto di Via Messina Marine è inutilizzato, sarebbe bello se uno dei “potenziali” candidati inserisse nel suo programma un serio programma (con scadenze certe) di riqualificazione della costa.

      Perché non possibile utilizzare le spiagge?

      Sporcizia? Abbiamo “mille mila” lavoratori comunali da utilizzare
      Scarichi abusivi a mare? Si trovino e si chiudano

      Abbiamo potenzialmente una costa immensa che tutti i palermitani potrebbero utilizzare senza bisogno di andare fuori città, se migliorasse la qualità delle spiagge chi vuole investire in stabilimenti balneari potrebbe farlo (e manterrebbero più pulita e sistemata la spiaggia stessa).

    2. L’ho sempre detto e lo ripeterò…vigili urbani corpo inutile!!!
      Loro si appostano proprio di fronte il ristorante delfino…proprio dove il traffico è quasi sempre regolare…certo meglio evitare discussioni con chi posiziona tavoli e sedie in mezzo alla strada o piazza bancarelle su aiuole…o getta immondizia a qualsiasi orario…Occorre rivoluzionare prima di tutto tale corpo di polizia…iniettargli una bella dose di CORAGGIO eliminargli i PARAOCCHI e come punto di partenza per una Sferracavallo ed una Palermo più civilizzata puo’ andare!!

    3. Al di là del fatto che le istituzioni non funzionano dobbiamo imparare a fare ognuno la nostra parte, innanzi tutto a non sporcare buttando qualcosa per terra e se occorre raccogliere anche qualcosa che ha buttato qualcun altro,si darebbe il buon esempio agli altri e si manterrebbe tutto pulito invece spesso si assiste ad azioni degli stessi abitanti e gestori di locali del tipo:spazzo davanti il locale o casa di appartanenza senza raccogliere e getto più in là ….

    4. Hai scritto tutto e bene, evidenziando le contraddizioni della nostra borgata e soprattutto, di una amministrazione comunale che non riesce a controllare il territorio; ma anche di una cittadinanza che non rispetta le più elementari regole del vivere civile. A Sferracavallo e tu lo sai, esistono decine di organizzazioni e movimenti che hanno come scopo, quello di valorizzare il territorio e produrre nuove idee costruttive…
      Mah…, fino ad oggi ho visto ben poco, ma detto ciò non voglio assolutamente dare alcuna colpa a chi si mette in movimento, anzi li ringrazio.
      Io penso che sia il sistema che è andato in tilt e sinceramente non so come si possa uscire fuori da quest’incubo. Ci vorrebbe una forte scossa, una amministrazione sana e propositiva; dei veri politici, degli uomini capaci.
      Io penso che di gente capace ce ne sia tanta, ma che, purtroppo, venga offuscata e penalizzata dal sistema elettorale e dalla stravagante scelta degli elettori di questa città che è allo sbando; dai tanti cittadini che non vogliono cambiare e preferiscono vivere nel caos.

    5. un mare d’a_mare 🙂

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