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venerdì 15 nov
  • Lanterne cinesi

    La società della globalizzazione ha portato con sé l’esigenza di comprendere nuovi problemi e, possibilmente, quella di risolverli. L’incontro-scontro tra culture diverse mette, infatti, le comunità locali davanti a situazioni impreviste. Questo, però, non significa che in generale si sia impreparati ad affrontare tali situazioni. La difficoltà più insidiosa, tuttavia, è quella di stabilire con certezza il limite entro cui ammettere certe cose e contemporaneamente escludere legittimamente le altre.

    Un esempio quotidiano è dato dalla coesistenza di cittadini di diverse nazionalità che in differente modo manifestano la loro provenienza culturale. E non sempre, però, sono gli “indigeni” a prevaricare gli “ospiti”. Accade anche il contrario. Del primo caso non diremo nulla perché di facile decodificazione e oggetto di planetaria attenzione. La seconda eventualità è più difficile da individuare e richiede interventi più complessi nella loro argomentazione, per quanto semplici nella loro concreta attuazione.

    Veniamo alle spicciole faccende di vita cittadina. Prendiamo l’esempio dei cinesi. Per alcuni si tratta di comunità palesemente indifferenti al desiderio di integrazione, per altri l’esatto opposto. Nella loro gestione, è invalso l’uso di appendere grandi lanterne rosse proprio davanti all’ingresso dei loro negozi commerciali. Almeno a Palermo. Finché si tratta di una delle innumerevoli zone di degrado urbano segnate dalla folle ingordigia di sindaci mafiosi e cricche di compiacenti, qualche lanterna non può certo aggravare lo scempio che costituisce il nostro panorama quotidiano. Diverso è il discorso se si tratta del centro storico dove, oltre il lerciume dell’incuria e dell’abbandono, resistono i tratti di un’antica bellezza storico-architettonica che testimonia come fino alla prima metà del Novecento, Palermo fosse ancora una bella città.

    Qualche tempo fa la questione ha avuto una minima attenzione. Presto risolta con ignorante panico in una forma di subalternità che privilegia le effimere lanterne di carta al secolare decoro artistico di una delle più antiche città del Mediterraneo. Qualcuno ha parlato di sincretismo lasciando la sensazione si trattasse di una forma sintetica di cretinismo e la prova che, quando non si ha un’identità, non si sa cosa tutelare né come farlo. Da questo equivoco, nascono forme di acquiescenza che vengono spacciate per indulgenza e sono invece chiacchiera e presunzione. Ma di questi equivoci la nostra cultura locale è piena e gioverà ricordare quello più pericoloso di tutti che ci fa dire “rispetto” quando invece intendiamo sempre “timore”.

    Altrove hanno adottato una forma di civismo che si chiama tolleranza e si esprime attraverso un reciproco rispetto. Per esempio a Barcellona, una delle città mediterranee con il più costante tasso di crescita – sociale, culturale, economica – negli ultimi vent’anni. Qui i cinesi possono liberamente aprire esercizi commerciali, a quanto pare generalmente non abusivi (da noi sembra che le cose stiano all’inverso), ma, poiché si trovano in contesti urbani sempre contrassegnati da un valore artistico (o di tipo storico perché risalenti al passato o di tipo contemporaneo perché elemento di una progettazione municipale delle forme urbane), non gli viene consentito di esporre le lanterne rosse. Un semplice divieto, insomma, di quelli che comportano un’attività di normale controllo da parte delle istituzioni e un rispetto disciplinato da parte dei cittadini immigrati, senza che ciò prefiguri violazione dei diritti umani, prevaricazione della dignità delle comunità straniere e altre pseudo intelligenti elucubrazioni.

    Lanterne cinesi

    Questo è quello che sono riuscito ad appurare, mosso da semplice curiosità, nei pochi giorni appena trascorsi in quella bellissima città che in ogni quartiere rivela uno sforzo di progettazione. In ogni caso, la foto mostra un negozio cinese al pianterreno di un palazzo di non particolare pregio storico, ma pur sempre testimonianza di un passato. Non mi pare che l’assenza delle lanterne abbia portato sventura o violato i diritti universali. Resta invece la sensazione di una pacifica coesistenza che, forse, spiega in buona parte la fortuna di questa città spagnola che attrae un enorme numero di turisti ogni anno e di studenti provenienti da tutto il mondo che scelgono di trascorrere lì i migliori anni della loro vita. Palermo non potrebbe fare altrettanto?

    Ospiti
  • 23 commenti a “Lanterne cinesi”

    1. Non ci posso credere, ti da fastidio la pagliuzza nell’occhio e non la trave!
      Via Maqueda (tra via divisi e l’incrocio con corso Tukory)negli ultimi anni si è riempita vergognosamente di esercizi commerciali che non dovrebbero mai e poi mai esistere in una strada storica del 1600 (“destinazione d’uso commerciale dei locali del centro storico”), ovvero macellerie “halal” dalle quali esce una puzza di beccume allucinante, minimarket e negozi di grossisti che vendono neglie. E in tutto questo a te danno fastidio le lanterne???

    2. Con tutto il rispetto per l’autore, ma durante la lettura di questo articolo, all’inizio ho pensato “Ma si sta lamentando delle lanterne?”, alla fine ho pensato “Sì, si lamentava delle lanterne…”.

      Abbiamo i senegalesi che invadono via ruggero settimo e il politeama con le loro bancarelle, abbiamo il castagnaro che si mette all’angolo e affumica un’area di 3000 mq, abbiamo il centro storico che è tutt’oggi (2012 quasi) accessibile alle auto e ci lamentiamo delle lanterne dei negozi cinesi!?!?!?

      Intanto non vedo che fastidio diano, non è roba che sporca o che emette rumore, anzi fanno luce. Non voglio nemmeno pensare che il discorso sia di natura folkloristica, ovvero che un simbolo cinese sia poco affine al centro storico di una città occidentale… Sarebbe incredibilmente razzista come idea e mi stupisce che a Barcellona (che da decenni è invasa dagli stranieri) si sia arrivati a un ordinanza di questo genere.

      Come ho sempre detto, lo straniero che immigra qui, deve essere un sorvegliato speciale per i primi anni, ma se viene a lavorare onestamente (e io ne conosco tanti) e dimostra buona volontà e civiltà, allora sarò il primo a stendere un tappeto dove cammina. Poi se vuole mettere una lanterna di carta fuori dal negozio, meglio quella che i gazebo abusivi sul suolo pubblico nei locali di proprietà dei nostri concittadini…

    3. fino a qualche anno fa
      lampadine a luci rosse
      stavano nell’area del castello a mare
      davanti le casupole,
      e nessuno si e’ mai lamentato.

    4. ti da fastidio la lanterna e non ti danno fastidio le insegne, palermitane, che ancora oggi deturpano i palazzi liberty di via roma ? per non parlare ovviamente del castagnaro, dello squallido phone center bengalese, gazebo, suv del putiaro costantemente parcheggiato su marciapiede davanti la putia. l’insegna del negozio di mobili di via licoln posta sul palazzo storico non ti da fastidio ? a barcellona ( fa sempre figo citarla nei post ) oltre a non esserci le lanterne non ci sono neanche gli scempi perpetrati dagli indigeni.

    5. Dev’essere sfuggita la precisazione: “Prendiamo l’esempio dei cinesi”. Era, appunto un esempio, senza la pretesa di esaurire il lungo elenco di storture che rendono Palermo una delle più brutte e sporche città d’Italia. I commentatori ne hanno individuato altre, condivisibili. Sul rispetto dell’identità storico-culturale insisto. Ciascuno rispetti l’opinione degli altri.

    6. Se si chiedesse di togliere le lanterne cinesi o, per fare un altro ESEMPIO, le bancarelle piene di cianfrusaglie che si trovano davanti al teatro Massimo non credo sarebbe un atto di razzismo, bensì un atto di civiltà e rispetto. Come sarebbe ovviamente giusto eliminare, per esempio, i cartelloni pubblicitari palermitani “che deturpano i palazzi liberty di via roma”, etc etc. Il castagnaro? Fa parte del nostro bagaglio culturale. Può essere pure un bengalese a preparare le castagne secondo la nostra tradizione,che fastidio da? Anch’io insisto sul rispetto dell’identità storico-culturale della nostra città. Per il resto,Palermo è una delle città più tolleranti che abbia mai visto. Basta fare una passeggiata alla Vucciria, a Ballarò o al Capo per vedere la nostra civiltà e tolleranza nei confronti delle altre culture: fruttivendoli panormitani, macellerie arabe e negozi con frutta esotica gestita da africani …un’armonia di sapori, odori e colori provenienti da civiltà diverse che di sicuro colpisce positivamente i turisti. Anche questo è Palermo.

    7. non sarà la rimozione di una lanterna ad arrestare il declinio dell’identità culturale. elimina la lanterna, elimina il negozio, rimarrà il vuoto. chi ricorda la vucciria ? oggi non ci sono più i palermitani, non ci sono i cinesi, c’è il nulla. in via maqueda da anni ormai le botteghe palermitane hanno ceduto il posto agli stranieri, che non sono venuti con la forza a sfrattarli, hanno solo riempito un vuoto. Caro Giampiero trovi più decadente una lanterna o uno spazio abbandonato ? Vi prego lasciamo da parte il razzismo, o la tolleranza ad ogni costo. Anche a me piacerebbe vedere il centro popolato dai nostri bottegai, ma non ci sono, è un dato di fatto.

    8. @federico II: “elimina la lanterna, elimina il negozio, rimarrà il vuoto”, opinioni.
      “Anche a me piacerebbe vedere il centro popolato dai nostri bottegai”, a me no, come dice Tiziana 78, preferisco la coesistenza pacifica di genti diverse, senza che ciò debba significare deturpare la bellezza della nostra antichissima città. Via le insegne volgari, via le lanterne, etc. Che le persone imparino ad armonizzarsi con l’ambiente, si dovrà pur smettere di far violenza al paesaggio.

    9. …Anche a me piacerebbe vedere il centro popolato dai nostri bottegai,…
      INVECE NO
      L’arrivo dei cinesi ha portato migliaia e migliaia di prodotti a 2 lire nelle case dei palermitani.
      Hanno i prodotti,hanno iniziativa,fanno sacrifici.
      Si sono conquistati uno spazio,in tempi di crisi.
      Oggi,chi parla cinese,non conosce crisi.

    10. è incredibile come la mipoia dei lettori porti a scrivere delle incerdibili stupidaggini. è evidente che Giampiero ha voluto esternare una provocazione e solo uno stupido può fare paragoni tra un esempio ed un altro. quello dei cinesi è più pertinente perche nasconde un mercato sotterraneo con i nostri amministratori. sono palesi le violazioni eppure fioriscono, segno che qualcuno ci guadagna. così come guadagnano in altri “esempi”. la verità è che non non abbiamo identità, simo pronti a venderci dietro a false ideologie che nessuno poi mette in pratica. un popolo che non ha rispetto per se stesso non può pretenderlo dagli altri. la mancanza di rispetto (e non di timore) la manifestiamo tutti i giorno con la nostra accodiscendenza verso tutto e tutti. questo ha portato ad un’anarchia di fatto. non esistono regole perchè non esiste civiltà. appena qualcuno fa notare un sopruso, subito qualcun altro che si erge ad avvocato difensore dei miei cog… a palermo come in tutta italia (p ed i rigorosamente minuscole) non esiste regola perchè conviene a tutti. se i cinesi fanno quello che vogliono è perché fondamentalmente anch’io faccio ciò che voglio. la vera democrazia è la certezza delle regole uguali per tutti e questo vale dalle lanterne ai ladri che ci governano.

    11. troppo scadente,quanto incomprensibile, quest’ultimo commento.
      In molte citta’ del mondo esistono le Chinatown.
      A Palermo c’e’ solo qualche strada,i Cinesi sono arrivati,hanno comprato esercizi boccheggianti e li hanno fatti ripartire con i loro prodotti.
      Al lato estetico del negozio si puo’ porre rimedio in un batter d’ occhio.Basta qualche ordinanza.
      Sono ben altri i problemi di Palermo.
      Munnizza e poca voglia di lavorare,egoismo,
      cinismo,invidia,scorrettezza,disonesta’ed
      omerta’ ,parassitismo.

    12. @frederic: allora non hai capito. gli stanno sulle balle le lanterne! se poi tengono gli scatoloni ammonticchiati sul marciapiede gli sta bene.

      @aldo: non è che abbia qualche legame affettivo particolare con i nostri commercianti…anzi…., auspico la riapertura delle loro botteghe per il semplice motivo che non ne posso più del fatto che si piangano addosso per la crisi, che si risvegli un’economia sana in questa città. ben venga il bengalese che avvia un’attività commerciale sana e pulita che dia lavoro a 20 persone.

    13. indietro difficilmente si torna.
      Quegli esercenti hanno chiuso perche’ hanno esaurito il loro ruolo,perche’ i tempi sono cambiati,perche’ ci sono nuove realta’ distributive e nuove abitudini ormai consolidate.
      In quanto alla crisi,i sacrifici devono ancora cominciare,se e’ vero,come e’ vero,che si deve risanare e ridurre il debito pubblico.
      Patrimoniale,ritorno all’ICI I casa,ritocco delle aliquote,incremento delle rendite catastali?
      Nei prossimi giorni tutto apparira’ piu’ chiaro.
      In quanto alle lanterne cinesi,basta introdurre una tassa e li vedi sparire.
      tassa

    14. per Aldo: definire un commento scadente ed incomprensibile rivela le tue qualità di commentatore: scadenti ed incomprensibili. Uno che scrive in un italiano approssimativo, esprimendo concetti banali, dovrebbe aver il buon gusto di stare zitto. Ma come la maggior parte degli italiani quando uno non sa una cosa, o non la capisce come nel tuo caso, pretende di insegnarla. Dovresti togliere lo specchio che hai di fronte così mitigheresti il tuo IO ipertrofico. Suppongo che anche questo sia incomprensibile per te, ma me ne farò una ragione. Se non sei capace di leggere, capire anche quello che è scritto tra le righe non dovresti frequentare i forum. Perché non ti dai alla pesca? Certo che non avresti problemi con l’esca? Anche questo è incomprensibile? A parte gli scherzi sforzati di rispettare le opinioni degli altri e se non ci riesci spegni il pc. Un consiglio: rivedi le tue reminiscenze di sintassi ed ortografia, scrivi in un modo terribile. Conosci la differenza tra punto e virgola? oppure sei la reincarnazione dei fratelli Caponi? cordialmente…si fa per dire!

    15. federico II: “gli stanno sulle balle le lanterne! se poi tengono gli scatoloni ammonticchiati sul marciapiede gli sta bene”, mi hai fatto sorridere, naturalmente non è vero, ma la tua battuta è divertente.
      aldo: geniale! una tassa per vedere sparire le lanterne. molto italian style…
      🙂

    16. frederic
      “……..la mipoia dei lettori porti a scrivere delle incerdibili stupidaggini. è evidente …..”
      GRAN MAESTRO DI ITALIANO
      ma ci sei arrivato alla 3 elementare?
      Usi vocaboli inesistenti e fai scempio dell’italiano.
      Inoltre manifesti dispregio per i lettori.
      Non sai presentare i concetti.
      Back to schooooooool……………………

    17. altra chicca
      …non abbiamo identità, simo pronti a venderci dietro a false ideologie che nessuno poi mette in pratica. un popolo …………
      Ma che minxxxia scrivi?

    18. autore
      la tassa sulle insegne e’ sempre esistita.

    19. ma,con tutto quello che sta succedendo in questi giorni,proprio sugli innocui palloncini gonfiati
      vai a posare la tua attenzione?

    20. La colinizzazione commerciale dei cinesi é uguale in ogni parte del pianeta. Sono assolutamente indifferenti sia alla comunità insediata, che ai luoghi, che alla cultura dei luoghi. Vai in Australia, che é ormai colonizzata del tutto dalla comunità cinese.
      Ci fai o ci sei?

    21. Vi ricordo che questa non è una chat e vi invito a essere rispettosi nei confronti degli altri commentatori e a utilizzare un linguaggio consono. Grazie.

    22. Grazie mille per le spiegazioni dettagliate, molto interessanti! Remo Cattaneo

    23. mi piacerebbe sapere se in questi sei anni e cambiato qualcosa in merito alla possibilità di acquistare lanterne cinese da far volare grazie

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