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venerdì 22 nov
  • Il punto sulle candidature a sindaco: “Parole, parole, parole…”

    Si può provare a raccontare la politica in scena a Palermo, a poco più di cinque mesi dalle elezioni comunali, cercando di illustrare quello che succede a chi, magari, dovendo votare, verrebbe capire qualcosa in più? L’operazione non è semplice perché mai, come in questi giorni, si è vista in giro tanta confusione. Sì, c’è tanta confusione, oggi, sotto il cielo di Palermo. Imperversano le sigle, i partiti grandi, medi e piccoli, gli schieramenti e gli ammiccamenti, le speranze e le illusioni.
    Avete presente la celebre canzone di Mina: «Parole, parole, parole…». Ecco, se vogliamo semplificare, in questo momento siamo travolti dalle parole: tante formule più o meno politiche e pochi programmi. Gli schieramenti, ad esempio. Dovrebbero essere due: centrodestra e centrosinistra. All’insegna della chiarezza. Invece, in tutt’e due gli schieramenti, a prevalere sono le divisioni.
    Forse, per provare a districarsi da questo grande polverone è meglio partire da quello che c’è, ovvero dall’amministrazione uscente guidata dal sindaco Diego Cammarata al suo secondo mandato e, quindi, non ricandidabile. Eletto per la prima volta nel 2001 e poi riconfermato nel 2006 (non senza qualche polemica per via dei brogli denunciati dal suo avversario Leoluca Orlando), Cammarata sta uscendo di scena nel peggiore dei modi possibili. Lascia una città allo stremo, sull’orlo del dissesto finanziario, con le strade sporche e sgangherate, con più della metà delle case famiglia chiuse per via di una spesa sociale praticamente azzerata, con le attività culturali sotto zero (emblematico l’abbandono dei Cantieri Culturali alla Zisa).
    Cammarata non aveva cominciato male. Nei primi due, tre anni ha puntato sulle grandi infrastrutture. E qualcosa d’importante è stata fatta. Poi il sindaco, forse un po’ troppo distratto da attività edonistiche alle quali non sembra saper rinunciare, ha lasciato ad altri il timone. Forse avrebbe fatto bene a curarsi, ad esempio, di quello che avveniva nelle società municipalizzate (Amat, Gas e, soprattutto, Amia), che sono state riempite fino all’inverosimile di precari stabilizzati (cioè assunti a vita nella pubblica amministrazione senza concorso, in barba alla Costituzione). Il risultato è che, sul libro paga del Comune di Palermo, mettendo insieme dipendenti comunali e precari stabilizzati, ci sono più dipendenti che in tutti gli uffici della Regione Siciliana. Un delirio.
    Il risultato è il caos economico e finanziario. Con, sullo sfondo, il già citato dissesto. Il sindaco, che negli ultimi sei mesi è tornato in frett’e furia a fare il sindaco, dice che il bilancio del Comune è sano. Tecnicamente ha ragione. Certo, avendo scaricato tutto sulle spalle delle società municipalizzate trasformate in spa, il bilancio del Comune è “sano”. Peccato che, alle municipalizzate, i soldi per pagare le migliaia e migliaia di precari stabilizzati arrivano dal Comune.
    Un normale cittadino si chiederà: come ha fatto fino ad oggi il Comune di Palermo a pagare i propri dipendenti e i precari stabilizzati (che secondo noi superano le 20 mila unità)? Semplice: perché nell’ultimo anno e mezzo l’ex governo Berlusconi ha ‘staccato’ all’amministrazione Cammarata non ricordiamo più se quattro o cinque assegni “pesanti”: ora 80 milioni di euro, ora 50, ora 60, ora 40. Se non fossero arrivati questi soldi, beh, in città sarebbe scoppiato il caos.
    Da qui una domanda che dovrebbe essere al centro di questa campana elettorale: come farà il nuovo sindaco a pagare tutti questi precari? La notizia non è peregrina perché il nuovo governo nazionale presieduto da Mario Monti, in queste ore, sta varando una manovra da 30 miliardi di euro. Da Roma, insomma, i soldi hanno deciso di prenderseli, non di darli. Considerato che l’ultimo “regalo” di Berlusconi è di qualche mese fa, se due più due fa quattro, già nella primavera del prossimo anno, proprio quando si insedierà il nuovo sindaco, bisognerà trovare i soldi per pagare l’esercito di precari: e sarà un bel cercare, con i chiari di luna che corrono!
    Ovviamente, di questo “piccolo” problema non si parla. Meglio esorcizzarlo. Meglio pensare ad altro. Oggi, dopo i disastri combinati da Cammarata (anche la vicenda della barca del sindaco “sgamata” da Stefania Petyx a Striscia la notizia: mamma mia che figura…), il centrodestra è nel pallone. Tant’è vero che non ha ancora espresso un candidato. A parte Marianna Caronia (Pid) che, pur provenendo dal centrodestra, nei giorni scorsi, nel lanciare la propria candidatura a sindaco, si è presentata come indipendente.
    Ma se Sparta piange e si dispera, nell’Atene del centrosinistra c’è poco da ridere. In questa “latata” politica sta passando la convinzione che, tanto, dopo tutti i casini combinati da Cammarata, si vincerà comunque. Convinzioni pericolose, in politica. Soprattutto se accompagnate da risse e divisioni. Ieri l’edizione siciliana de la Repubblica contava almeno sette possibili candidati a sindaco di centrosinistra: Rita Borsellino, Leoluca Orlando, Davide Faraone, Antonella Monastra, Fabrizio Ferrandelli, Ninni Terminelli, Riccardo Nuti. I più accreditati, ovviamente, sono i primi due: Rita Borsellino e Orlando.
    Nel centrosinistra è saltato il tavolo delle primarie. Perché? Perché il Pd vorrebbe l’accordo con il terzo polo (Udc, Mpa, Fli e Api). Mentre Italia dei Valori (cioè Orlando) e Rita Borsellino non vogliono sentire nemmeno parlare di accordo con i centristi. Quanto meno al primo turno. Mentre scriviamo, nel centrosinistra è in corso un dibattito, come dire?, vivace. Del quale, man mano che emergeranno – se emergeranno – le novità vi terremo informati.
    Ieri la Repubblica, aggiungendo ai sette candidati del centrosinistra la già citata Marianna Caronia, l’alto ufficiale dei Carabinieri Antonio Pappalardo e Gioacchino Basile (l’ex operaio dei Cantieri navali di Palermo che per primo, negli anni ‘80, denunciò le infiltrazioni mafiose nei subappalti dei Cantieri navali e la presenza di amianto nelle officine senza che gli operai venissero protetti) contava ben dieci candidati. Ne ha dimenticato uno: Tommaso Dragotto, un imprenditore che opera a livello internazionale (Sicily by car). Palemitano “Doc” (è nato nel quartiere dell’Acquasanta al quale è legatissimo), Dragotto già da un mese gira in lungo e in largo la città. Ufficialmente non è ancora candidato. Ma ormai tutti sanno che anche lui sarà della partita.

    Speciale elezioni sindaco di Palermo.

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  • 20 commenti a “Il punto sulle candidature a sindaco: “Parole, parole, parole…””

    1. Giulio Ambrosetti è un giornalista noto e stimatissimo. Come pochi. E’ con questa premessa che desidero sussurrargli una diversa lettura sulla candidatura del centrodestra: ritiene improbabile che, invece di essere “nel pallone”, l’assenza di una candidatura, al di là di qualche chiacchiericcio e di qualche astuto tranello giornalistico, sia il frutto di una tattica? Sia il frutto di una opportuna prudenza temporale? Tattica magari suggerita da chi ha il necessario sangue freddo nel gestire la dinamica degli eventi?Saluti.

    2. Riccardo Nuti non è propriamente collocabile nel centro sinistra: il modo in cui è stato designato all’interno del Movimento 5 Stelle, le idee -spesso innovative- del programma che propone con la sua lista e il modo in cui lo comunica attivamente per strada avrebbe tanto da insegnare ai politici del centro sinistra e non solo.

    3. Un grazie a Giulio Ambrosetti – che conobbi qualche tempo fa e che stimo molto come professionista – per questo bel quadro sulle elezioni palermitane. Ci voleva un po’ di chiarezza almeno da parte di chi “guarda” e sta fuori dai partiti.

    4. Scusatemi… ma questa mattina mi è sembrato che il riquadro del “Grande Sindachello” fosse addobbato anche dalle faccette dai candidati dell’ultimora (Russo, Caronia e il Gen. Pappalardo)… adesso non le vedo più! Qualcuno sa cos’è successo?

    5. ….se per caso vi hanno intimato di cancellarle avreste dovuto rispondergli che

      1 la loro candidatura non è conseguenza di una prescrizione medica;

      2 chi scende in campo deve accettare il rischio di essere azzoppato al primo minuto di gioco!

    6. […] si conclude il post, firmato dal giornalista Giulio Ambrosetti, pubblicato su […]

    7. Uffa le solite domande .
      Adesso e’ risolto.
      Rimettono l’ICI / l’IMU.
      Siete contenti ?
      Problema svanito.
      Tartassati tutti

    8. Ci saranno due candidati forti: orlando per la sx e Vizzini per il centrodx. Gli altri si presentano per raccogliere voti utili a ricattare i primi. Le jeux son faits.
      Questa é la chiave di lettura, che mi sento di dare. Non credo ci saranno ulteriori coupe de theatre.

    9. credo sia giunto il momento di dire basta ai vari personaggi che di continuo si riciclano pur di rimanere seduti ai loro posti di comando. ritengo,inoltre, che l’incertezza e la confusione non siano frutto di un confronto democratico,che approda poi a conclusioni vere,bensì il risultato di estenuanti mediazioni delle oligarchie locali.

    10. cosi` parlo`Zarathustra,
      solo 2 candidati forti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    11. La leggerezza con la quale Ambrosetti tratta la questione, in punta di ironia, delle sindacature di Palermo mette in evidenza, se possibile, con maggiore forza lo stato di disastro di questa città. Epperò questa idea che “Gli schieramenti, ad esempio. Dovrebbero essere due: centrodestra e centrosinistra.” non solo lascia perplessi, ma fa dubitare che lo stesso Ambrosetti sia male informato su quello che accade in Italia. Il centrodestra eil centrosinistra, ad oggi, col governo Monti sono più che mai alla ricerca di un autore o di un’dentità: il PD non sa se allearsi con Vendola (che pare abbia intorno all’8% nazionale) e con di Pietro o con il favoloso terzo pollo. Il quale, da parte sua la tira per le lunghe e, compiaciuto, assiste non solo all’impasse del centrosinistra ma anche del centrodestra. Il quale per parte sua vede l’implosione dell’alleanza con la lega e una specie di terremoto continuo nel PDL.
      Pensare che queste manovre nazionali non abbiano ripercussioni a Palermo è ingenuo. Tantoppiù che proprio qua i primi segni del disfacimento del sistema bipolare si sono visti per primi. Tanto per ricordare: è Lombardo che fa spaccare il PDL, l’UDC e lo stesso PD.
      Forse da queste macerie può nascere qualcosa di nuovo. Forse, si capisce.

    12. Se la “leggerezza” alla quale fa riferimento Turi è quella degli illumisti francesi, beh, la prendo come un complimento. Quanto agli schieramenti, non sono certo stato io a inventare il bipolarismo in politica. E a trasferirlo in Italia. Anzi, a giudicare dai risultati – politici e di governo – ottenuti da questo bipolarismo ‘forzato’, sarei portato a pensare a un ritorno al proporzionale, magari ‘corretto’, per evitare un’eccessiva frammentazione del quadro politico: frammentazione che, peraltro, è ancora presente: e a dimostrarlo sono proprio i sei o sette candidati a sindaco di Palermo solo nel centrosinistra.
      Non so se in Sicilia si avvertono “i primi segni del disfacimento del sistema bipolare”, per il semplice fatto che il bipolarismo -in tutta Italia e non solo nella nostra Isola – è nato male. Corretta, invece, l’analisi sui partiti spaccati: e questo, in democrazia, è un problema molto più grave del disfacimento di un sistema elettorale: perché quando si spaccano e si distruggono i partiti – come è stato fatto negli ultimi tre anni in Sicilia – poi, sotto il profilo culturale prima che politico, restano solo le macerie. E si aprono gli spazi per il trasformismo politico che rappresenta la fine della stessa politica.
      giulio ambrosetti

    13. Riccardo Nuti è candidato portavoce sindaco del Movimento 5 Stelle, che non è di sinistra.

      Si può correggere per favore?

    14. XYZ, tendo alla sintesi. Da quello che vedo, la mia sintesi é questa.
      Dai tu, altra chiave di letture possibile.

    15. ZYZ, in relazione all’idea in cui io potrei scegliere un candidato (persona per essersi distinta per impegno nelle questioni della città, che abbia dimostrato attività e competenze), é evidente, che io non trovo nessun candidato.
      Faccio ragionamenti sui movimenti che vedo, e ne dò una mia opinione. Anche carica di grande cinismo e scetticismo. Perché questa reductio ad mininum é davvero derivata da questo tipo di ragionamento.
      Le battaglie si vincono se ci si unisce non se ci si divide. La sx ha già perso. Se già siamo alla Borsellino, ad Orlando, alla Monastra, a Ferrandelli, etc…é ovvio che ha già perso.
      Perché dico il candidato forte é Orlando? Perché ha dalla sua precedente esperienza amministrativa, io non lo voterei mai, ma ci sono ancora gli adepti. Ha una carta in più da giocarsi rispetto agli altri della coalizione.
      A dx lo stesso. Il Centrodestra non ha ancora scoperto tutte le carte. Ma Vizzini, nonostante il partito non lo appoggi, continua. (vedi articolo sulla sua convention al Golden di meno di 1 mese fa).
      Non faccio Zaratustra, rifletto e basta.

    16. mi sorprende come ti sfugga che la societa` civile chiede una svolta radicale.
      Questo concetto e` stato ribadito in piu` occasioni
      e,secondo me,
      c’e` una alta probabilita’ che il prossimo sindaco
      venga fuori da una lista civica.
      Senza alcun rapporto con i politici di professione.

    17. XYZ sarei la prima ad esere molto felice. Siamo tutti stanchi di chi fa politica per arricchire se stesso.

    18. XYZ ti faccio un racconto già molto noto, reso evidente da uno storico locale di Palermo, sulla ragione del titolo di Onorevole.
      all’inizio della repubblica non si era retribuiti, quindi chi si candidava aveva l’honor, ma anche l’onus della carica. Per questa sua ‘volontarietà di mettersi a servizio gli si riconosceva una ‘onorabilità’ della carica. Un riconoscimento pubblico per l’attività gratuita espletata.
      Il tale storico locale commentava, siccome ormai i nostri rappresentanti sono ampiamente retribuiti, sarebbe onesto, che rinunciassero al riconoscimento di onorabilità, che non serve più, visti i compensi. Chiamaiamoli, sosteneva lui cittadini deputati. Punto. Rimarcando anche il fatto di un’uguaglianza fra pari, assolutamente realistica.

    19. mai la politica in Italia,
      dopo il fascismo,
      periodo in cui i partiti politici furono sciolti,
      ha raggiunto i minimi di apprezzamento come oggi.
      Ormai ne parlano serenamente anche i Segretari Nazionali di Partito.
      E` una situazione di fatto.
      Iniziano col voto di scambio,dopo avere deciso le liste bloccate,ed hanno gioco facile sulle masse ignoranti e bisognose,perpetuando un sistema
      fatto di privilegi e scorrettezze,di cattivi progetti e di cattiva gestione di quanto fa parte della cosa pubblica,puntando ad accendere le fantasie delle giovani generazioni, cui tutto e` negato, con qualche slogan e con fatue promesse.
      La crisi che c’e` in Europa ed in Italia,
      in Sicilia ed a Palermo in particolare trova una cassa di risonanza che ne accentua e ne amplifica
      i caratteri.Perche` presto alle situazioni di precariato si aggiungeranno gli effetti devastanti
      del crollo di castelli costruiti sulla sabbia.
      Ormai tutti premono da ogni parte per fare pulizia degli esuberi nel pubblico impiego,
      mentre i mercati costringono i privati,a cominciare dalle banche, a razionalizzare ed alleggerire gli organici.
      Tutto questo accelerera` ed implementera`
      i flussi migratori.
      La scarsa consapevolezza,lo scarso senso civico,
      la scadente maturita` politica e la conseguente irresponsabilita` del nostro elettorato,
      costituiscono un nocciolo duro
      che sara` difficile se non impossibile da rimuovere.

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