Sicilia, il censimento (immobiliare) dei record
Per nulla appagato dagli 80 milioni già fatturati alla Regione Siciliana, l’immobiliarista Ezio Bigotti di Pinerolo, il socio privato della discutibile operazione di valorizzazione degli immobili regionali attraverso la Spi – Sicilia Patrimonio Immobiliare Spa, adesso rilancia con la richiesta di altri 60 – per un totale di 140 milioni – per presunti mancati guadagni legati al contratto per il censimento degli immobili della Regione, firmato nel 2006 e bloccato nel 2011.
Non è la prima volta che ne parlo: l’unico vantaggio che sembra aver ricavato la Regione Siciliana da questa collaborazione sembra quello di averle consentito di chiudere gli ultimi bilanci con una ricca previsione di entrate legate alla valorizzazione del patrimonio immobiliare, previsione rivelatasi però assolutamente fantasiosa.
Ma cosa spinge oggi Bigotti, attraverso la Partner Sicily Properties di Pinerolo, ad affrettarsi a chiedere all’Amministrazione regionale il pagamento di ulteriori 60 milioni di euro? Forse l’urgenza di iscrivere il credito vantato nello stato passivo del bilancio regionale a rischio di dissesto finanziario?
Incredibilmente, l’Amministrazione regionale ha annunciato di voler aprire un arbitrato: il contratto è evidentemente di ferro se va onorato pur essendo già costato alla Regione 80 milioni di euro a fronte dei pochi milioni sborsati dallo Stato per il censimento del proprio! Quale consulente avrà assistito all’epoca Bigotti? Non potrebbe avvalersene oggi l’assessore regionale al bilancio per tutelare più avvedutamente gli interessi dei siciliani? Niente di più facile, visto che si tratta dello stesso assessore al bilancio!
In commissione sono stati diversi i mugugni anche per i rapporti professionali avuti in passato da Armao con la Spi: «Sono stato consulente della Spi nel 2006, si tratta di rapporti vecchi e ormai chiusi», assicura l’assessore all’Economia.
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Rapporti vecchi e ormai chiusi.
Chiusi come ?
io aprirei un’INCHIESTA
per sapere per quale motivo
una operazione di censimento di immobili
sia stata assegnata ad una “societa` esterna” (!)
alla Regione Sicilia.
80.000.000 DI EURO
X 1936 = 154.880.000.000
IN SOSTANZA 155 MILIARDI DI VECCHIE LIRE.
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ma,ci rendiamo conto di quello di cui si sta parlando?
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Ma a chi venne in mente questa felice idea?
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Ed oggi,chi paga?
Questa operazione è la madre di tutte le tangenti, la risposta siciliana all’affare Enimont.
Quali saranno stati gli sponsor politici dell’operazione?
Ca c’era bisognu ri chiamare a qualcuno ri ddaffuora per cinsiri l’immobili ra Regioni? Bastava cuntari i funzionari!!!