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  • “Francesco Brancato, un storico per la verità”

    Francesco Brancato, un storico per la verità è il titolo del libro che raccoglie riflessioni, considerazioni e ricordi personali di studiosi e estimatori dello storico palermitano, volume promosso dal comune di Ciminna e amorevolmente curato da Vito Mauro. Sfogliandone le pagine emerge il ritratto di un uomo, uno studioso appassionato che ha, nella sua lunga vita, indagato con acume e profondità la storia siciliana offrendone, soprattutto in tema di Risorgimento, letture originali, e fatto non comune anche in storici di prima grandezza, non condizionate da pregiudiziali ideologiche. «Sappiamo bene, scrive Domenico Lo Jacono, che fu ideologicamente di sinistra vicinissimo alle posizioni socialiste; ma egli non fece mai prevalere il suo credo politico sulla sua attività scientifica». Il suo è stato in effetti impegno teso alla ricerca della verità, la verità storica, conquistata e acquisita attraverso la pratica dei preziosi e spesso poco indagati giacimenti archivistici: un lavoro di analisi attenta dei documenti e una interpretazione quanto più corretta possibile delle fonti. Egli, come evidenzia, Manlio Corselli, seppe, infatti, «coniugare la ricerca sul campo con la riflessione che si esercita sul senso ed il significato della storia». Originale era la sua idea della storia, sfuggendo ad un vizio molto spesso presente in quelli che fanno il mestiere degli indagatori del passato, Brancato infatti affermava che essa non potesse essere giudicata perché «ha in sé le ragioni del suo procedere» ma che bisognasse prenderne atto e, semmai, se ne potesse far tesoro «per costruire un migliore presente».

    «Ciò che, fra l’altro, mi colpiva in Francesco Brancato era la disponibilità nei confronti degli studenti, accompagnata da quella eccezionale umiltà che accresce l’autorevolezza e l’influenza dei maestri». Quanto scrive Eugenio Guccione, da conto di un altro aspetto della personalità dell’intellettuale ciminnese. Brancato viveva la sua attività pedagogica come missione civile, come impegno e prolungamento della sua visione politica, anche se spesso non trovava quell’ascolto che avrebbe desiderato talché, come scrive un allievo della qualità di Maurizio Rizza, «non ci fu spesso la gratitudine e l’apprezzamento diffuso e corposo nei confronti di chi, con umano calore e dotta modestia faceva partecipi delle sue conoscenze invitando a ragionare sul nostro passato prossimo o lontano». Eppure, questo, non ne mortificò l’impegno tanto che proprio nell’attività didattica questo intellettuale cercava di dare il meglio di sé.

    Si è detto dell’umiltà di Brancato, del suo essere sostanzialmente antiaccademico, un «autentico e infaticabile militante della cultura» come lo definisce Tommaso Romano. In un mondo in cui tutti sgomitano per ritagliarsi, perfino abusando, uno spazio, Brancato fu un uomo controcorrente, fu un intellettuale riservato, che lavorava nel silenzio, che non si lasciava andare a proclami, fatto encomiabile che non sempre, però, trova apprezzamenti. Proprio nel suo ambiente, nei sacrari della cultura, Brancato, pur apprezzato per la qualità dei contributi offerti alla ricerca storica, non ebbe le soddisfazioni che giustamente gli spettavano. «Non so se fu per insensibilità o per oscuri giochi di potere delle tanti correnti che governano le assegnazioni delle cattedre – scrive ancora Rizza – resta, comunque il fatto che quel diniego (gli fu infatti negato il raggiungimento dell’ordinariato) costituisce, per chi ne conserva memoria, al pari di tanti al pari di tanti altri non meno clamorosi e ingiustificati, una macchia indelebile per le nostre istituzioni accademiche, la cui auspicata riforma in senso meritocratico è ancora lungi dall’essere soltanto avviata».

    Dunque un uomo, uno studioso che «la memoria corta» dei siciliani, non e riuscita ad archiviare tanto che, una volta tanto, tradendo il vecchio adagio del nemo propheta in patria, il suo paese, Ciminna, attraverso questa pubblicazione, gli ha giustamente reso onore.

    Palermo, Sicilia
  • Un commento a ““Francesco Brancato, un storico per la verità””

    1. Ho letto con grande piacere gli apprezzamenti e le considerazioni espresse da Pasquale
      Hamel. Sono stato un alunno del professore Francato e condivido pienamente la stima
      che gli viene tributata per la sua straordinaria cultura e per la sua enorme modestia.
      Sono un compaesano della sua consorte signora Zina e quando il professore veniva a
      San Biagio aveva il piacere di incontrarmi. Gli dedicavo tutte le attenzioni dovute e spesso
      lo accompagnavo nei paesi vicini. Ricordo che un giorno, avendo letto una mia notizia sul
      Giornale di Sicilia, mi ha chiamato da Sciacca per suggerirmi una esposizione più pacata.
      Sono orgoglioso di avere conosciuto una persona così buona. Oggi ho cercato a caso il suo
      nome su Wikipedia ed ho visto che il prof. Hamel ha dato il giusto risalto allo studioso.

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