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lunedì 23 dic
  • Ordinanza anti movida da rivedere?

    Si fa un gran parlare in questi giorni di ordinanze legate alle attività notturne. A decorrere dal 27 agosto fino al 30 settembre, infatti, ai titolari delle licenze prescritte per l’esercizio di attività di pubblico spettacolo o pubblico intrattenimento, ai titolari di esercizi pubblici di somministrazione, ai titolari di stabilimenti balneari ed ai titolari di sale da biliardo e giochi leciti è consentita l’attività di intrattenimento musicale negli spazi aperti al pubblico, preventivamente autorizzati, di rispettiva pertinenza fino e non oltre le ore 1 e fino alle ore 2 nelle borgate marinare (Bandita, Romagnolo, Foro Italico, Acquasanta, Vergine Maria, Arenella, Addaura, Mondello, Sferracavallo).

    In più sono state stabilite delle prescrizioni insindacabili: rispettare scrupolosamente le norme di inquinamento acustico, rispettando i limiti di emissione previsti dalla legge vigente; vigilare che gli avventori non arrechino disturbo, mediante schiamazzi e rumori, alle occupazioni e al riposo delle persone; interrompere l’intrattenimento musicale negli spazi aperti negli orari prescritti dalla presente ordinanza.

    Chiunque violi i disposti della presente ordinanza è soggetto all’applicazione della sanzione amministrativa d’importo variabile da 25,00€ a 500,00€ ed è anche previsto una contestuale sanzione accessoria del sequestro amministrativo cautelare delle apparecchiature e/o degli strumenti di diffusione dei suoni e/o rumori.
    L’ordinanza viene firmata in data 23/08/2012 dall’assessore Agata Bazzi e dall’assessore Giuseppe Barbera.

    Riteniamo che l’ordinanza comunale si riferisca ai limiti imposti dal DPCM 14.11.97 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”; e dal DM 16.3.98 “Tecniche di rilevamento e di misurazione dell’inquinamento acustico”, così riassunti nella tabella seguente:

    TABELLA 4.1: valori limite di emissione – Leq in dB(A)

    Teniamo in considerazione che la normativa nazionale distingue a seconda delle situazioni contingenti del territorio (infatti la classificazione acustica deve essere coordinata con gli strumenti urbanistico già esistenti), considerando anche il possibile sviluppo del proprio territorio, il comune dovrà infatti essere diviso in zone con le seguenti caratteristiche sopra elencate.

    Alla luce di quanto è emerso dall’ordinanza comunale e dalla normativa nazionale in materia di inquinamento acustico, abbiamo fatto alcune domande ad Alessandro Sorrentino, ex gestore del PUB 88 nella Via Candelai.

    Prima del 27/08/2012, ci racconta Alessandro, gli uomini dell’ARPA stilavano una relazione fonometrica che in un secondo momento consegnavano al comune, ed in base allo sforamento dei limiti massimi di emissione sonora emettevano una sanzione amministrative e il sequestro preventivo che veniva deciso dal magistrato, nonché la denuncia penale per disturbo della quiete pubblica. Oggi invece dopo l’1 di notte non vi è bisogno di nessuna relazione fonometrica, basta una segnalazione per schiamazzi; saranno gli stessi agenti della polizia municipale a decidere arbitrariamente e senza alcuna strumentazione specifica se il locale supera o meno i limiti massimi di inquinamento acustico previsti per legge e sempre arbitrariamente decidono la sanzione amministrativa, che varia da 25 a 500 Euro, più una contestuale sanzione accessoria del sequestro amministrativo cautelare delle apparecchiature e/o degli strumenti di diffusione dei suoni, per tre giorni. Presumibilmente il comune ha optato per questa strategia perché gli uomini dell’ARPA hanno un costo eccessivo per le casse vuote del comune. Ma secondo voi è una scelta strategicamente corretta?

    Continua a spiegarci Alessandro Sorrentino che, inoltre, gli esercenti vorrebbero vedere applicata la prossima ordinanza in tutti i quartieri della città e non soltanto nei “soliti locali”, ma anche presso zone che mettono musica alta fino alle 5:00 del mattino, con bancarelle abusive che servono bibite e cibarie varie senza alcun controllo sanitario, per di più evadendo totalmente le tasse e creando quindi una concorrenza sleale verso quei locali che invece pagano regolarmente le tasse e che nel contempo vengono sempre presi di mira dal comune.

    Gli esercenti sono quindi d’accordo ad interrompere l’intrattenimento musicale negli spazi aperti negli orari prescritti dalla presente ordinanza, ma se la legge è uguale per tutti, ma a Palermo per fare rispettare le norme non ci sono i mezzi, non ci sono le risorse economiche e non ci sono gli uomini, quindi sarà di certo una regolamentazione che verrà seguita da pochi e che creerà di certo disagio sociale tra i vari quartieri della città.

    L’attuale ordinanza fa un distinguo tra i locali del Centro Storico e quelli delle Borgate Marinare, ma anche questo provocherebbe concorrenza sleale, ma questa volta causata non dal concorrente ma dal comune in quanto sono tutti titolari di un’unica licenza.

    Speriamo che questo articolo abbia colmato molte lacune ai nostri lettori ma soprattutto possa essere come sempre da stimolo per gli Assessori del Comune e per i gestori dei locali, i quali quanto prima dovranno assolutamente cercare un confronto.

    Ospiti
  • 7 commenti a “Ordinanza anti movida da rivedere?”

    1. Ritengo l’ordinanza sacrosanta. I diritti di chi abita e dorme nel centro storico devono essere salvaguardati.
      Anche perché chi ha scelto di risiedere nel centro storico ha il merito di averne favorito la rinascita, grazie ai numerosi restauri cui ha contribuito.
      Chi, invece, ha un approccio “usa e getta” nei confronti delle zone storiche della nostra città può comunque divertirsi rispettando certi limiti. Per fare un esempio, i pub londinesi devono chiudere (CHIUDERE!) entro le ore 24.
      Ricordate? “La mia libertà finisce dove inizia la vostra”.

    2. Per la precisione “i pub londinesi devono chiudere intorno alle ore 23 e comunque entro le ore 24”.

    3. Caro Angelo, secondo certi gestori di pub il diritto di dormire dei residenti non può travalicare il loro diritto al profitto.

    4. L’articolo analizza l’ordinanza comunale sotto diversi punti di vista. Ne io, ne Alessandro Sorrentino, ne tanto meno buona parte dei gestori sono contro la chiusura dei locali notturni dopo l’1 di notte, proprio come scrivo nell’articolo: “Gli esercenti sono quindi d’accordo ad interrompere l’intrattenimento musicale negli spazi aperti negli orari prescritti dalla presente ordinanza, ma se la legge è uguale per tutti, ma a Palermo per fare rispettare le norme non ci sono i mezzi, non ci sono le risorse economiche e non ci sono gli uomini, quindi sarà di certo una regolamentazione che verrà seguita da pochi e che creerà di certo disagio sociale tra i vari quartieri della città”.

    5. I locali notturni riducono interi isolati, vie, piazze, ad un inferno. In un paese che lavora alle 23 dovrebbero esser chiusi, magari con l’eccezione del sabato.
      E invece a Palermo, dove troppi ragazzi non lavorano e ancor meno hanno intenzione di lavorare (perchè sono creativi, ovvio, mica parliamo delle cose inutili che sono…), si fanno blablabla ed i gestori si permettono pure di lamentarsi, con buona pace di chi invece, l’indomani deve lavorare. Pagano le tasse, si, l’ho visto giusto l’altra sera all’Addaura… ma fatemi il piacere.

    6. Un luogo per tutti: piazza Garraffello. Fra il menefreghismo delle autorità “competenti” e la consueta vastasaggine palermitana, mi sono rassegnato ad ndare a letto, nei fine settimana, solo dalle 5 del mattino in poi. Mentre, intorno a me, infuria il consumo di sostanze psicotrope, musica elettronica a volumi improponibili, vespasiani (e case di toleranza) all’aperto, furti di vario genere, assoluta indifferenza dei residenti perchè “chiddi sannu a buscari u’pani”. Anche dall’entrata in vigore di questa “strordinaria” ordinanza, non è cambiato nulla, nonostante i miei ripetuti appelli alle “forze dell’ordine”. Ho usato troppe virgolette, lo so bene, ma ho ancora la voglia di esorcizzare la rabbia primordiale che mi scuote al pensiero dell’abbandono di certe zone del centro storico a modalità che possono definirsi solo con la parola “mafiose”. Ecco, ltre virgolette.

    7. Io credo che con questa ordinanza sia più facile farla franca…. basta rivolgersi al giudice di pace dicendo che la polizia municipale non aveva nessuno fonometro per la registrazione dell’eventuale musica….

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