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sabato 21 dic
  • Quaderno di Palermo 28

    Un lontano pomeriggio che eravamo in procinto di entrare dentro uno di questi grandi supermercati dell’ozio, dove ci si può trovare innanzitutto dei libri, ma anche dischi o gadgets, che da tempo invadono le strade centrali delle nostre città susseguendosi alla rinfusa con gli altri negozi di vestiti o di scarpe, un mio amico che era col suo cane mi dice: «Questo negozio è molto democratico perché permette l’ingresso agli animali». Io subito gli ho risposto che la presunta democrazia di questo negozio è alla pari del suo primo e unico scopo, cioè, badare ai propri interessi e cercare di vendere il più possibile i suoi articoli. E quindi, se la prossima tendenza del momento sarà quella di avere un coccodrillo come animale domestico, in questo negozio come negli altri le porte saranno spalancate a tutti quanti che porteranno questo rettile al guinzaglio o in braccio.

    Ogni giorno che passa si vede sempre di più come a Palermo gran parte degli abitanti si siano appropriati degli spazi pubblici accompagnati dai loro preziosi cani. Non solo hanno invaso, insieme certo a quelli con la bicicletta (fa talmente trendy ultimamente) o a quegli altri incalliti con il motorino (come si sa, questi sono passati dal cavallo direttamente al motore), gli scarsi e già affollatissimi marciapiedi della nostra città dove appena si può camminare, ma come riferivo all’inizio si sono pure attribuiti il diritto di entrare nei negozi, giocare sulle spiaggie o addirittura frequentare con i loro animali i locali serali, come se il resto delle persone non ci fosse o non contasse. Si direbbe che i loro proprietari non possano fare a meno d’arrogarsi un diritto per loro naturale imponendolo a noi tutti, quando appunto dovrebbe essere il contrario. In un mondo, in una società sempre meno sensibile al rispetto, dove tutto si confonde e non si sa cosa appartiene a cosa, vediamo cittadini come portano i loro cani in braccio come se fossero dei bambini, e il peggio è che li trattano come tali! Mi chiedo se vanno pure a letto con loro o se all’ora di pranzo aggiungono anche un piatto sul tavolo per farli mangiare insieme a tutta la famiglia. Certo che facendo per loro tutto questo e altro i padroni pensano di essere “buoni” e bravi, cioè più civili, senza rendersi conto che stanno provocando la più grande violenza che ci sia a un animale. Voglio dire che questa maniera di agire è origine di una vera e propria metamorfosi (si legge sui Treccani per questo termine e non sottolineo niente: “Trasformazione… di un essere o di un oggetto in un altro di natura diversa…”). Se loro potessero parlare, sicuramente esclamerebbero: “Ma è tanto difficile far capire agli essere umani che vogliamo essere semplicemente degli animali?” Perché non sono i loro giocattoli, non sono manipolabili, non sono il surrogato di una persona. Vita da cani proprio!

    Dire che queste persone abbiano perso il senso della realtà è dire poco. Uno potrebbe pensare che si tratta di un nuovo comportamento consumistico riconducibile ai giovani, ma questo rapporto contemporaneamente infantile e malato non solo con i cani si è esteso piano piano a tutte le generazioni. In modo oggettivo, mi si permetta di aggiungere che si tratta di un segno in più di decadenza, della smemoratezza ontologica della natura umana, di un altro paradosso di una società bigotta, menefreghista e quindi egoista come la nostra, una società che mangia, inghiotte senza battere ciglio ogni forma di violenza ma che contemporaneamente è pronta a gridare allo scandalo se un animale viene maltrattato; una società infine che dovrebbe imparare ad accettare l’altro come è veramente e non come per capriccio vorrebbe che fosse, dove ogni cosa o animale dovrebbe avere il proprio ed esclusivo spazio. Ma diciamo la verità, non è un’esclusività di Palermo, no. Tutti siamo sempre più consapevoli che il mondo è ormai uguale ovunque e che questo rapporto nevrotico non solo con il cane è un semplice traslato della nostra irrefrenabile solitudine. Poveri cani, così innocenti e così fedeli ai loro padroni.

    Bau bau.

    Ospiti
  • 18 commenti a “Quaderno di Palermo 28”

    1. Beata ignoranza! Scommetto che non hai mai avuto un cane in vita tua eh?!
      Ma in questo blog basta scrivere quattro cazzate in italiano accompagnate da un tristissima pseudoironia e può scrivere davvero chiunque?

    2. Basta non frequentare più gli esercizi commerciali che consentono l’accesso ai cani.
      Come faccio io.

    3. Alessio ti invito a essere rispettoso nei tuoi commenti. Può scrivere chiunque, esatto. Saluti.

    4. Si, ma vuoi mettere la supercazzola con scappellamento a destra!

    5. io spero di non incontrare mai su un marciapiede l’autore del post.
      gli escrementi di un cane si raccolgono con la paletta e si buttano nell’immondizia, lo stesso non si può fare con le parole in libertà, che mi sconcertano più di un cane in un negozio.

    6. questo post mi e’ incomprensibile.E’ sicuramente scritto da uno che non ha mai avuto da assistere un cane,e neppure un gatto.Allora perche’ affrontare un tale argomento?Il mio cane,di taglia piccola e dal pelo lungo,ha dormito sotto il mio letto per tanti anni.Ad una certa ora si avviava in camera da letto e stava quieto senza mai sporcare.I miei gatti si avvicinano alla tavola e mangiano non a tavola,ma accanto alla tavola,ed al massimo sporcano un mattone.Io ho preso l’abitudine di porgergliqualcosa dal mio piatto prima di iniziare a mangiare. E’ un sistema che consiglio per chi vuole stare a dieta.Non a caso
      cani e gatti si chiamano animali domestici.Certo ci sono pure i tipi che si tengono ben distanti.
      Di solito l’animale che si fa avvicinare vive piu’ a lungo,perche’ e’ piu’ facile farsi curare,cosa che prima o poi accade.

    7. “Ogni giorno che passa si vede sempre di più come a Palermo gran parte degli abitanti si siano appropriati degli spazi pubblici accompagnati dai loro preziosi cani. Non solo hanno invaso, insieme certo a quelli con la bicicletta (fa talmente trendy ultimamente)”
      *
      qui avrei dovuto capire che l’autore era in pieno delirio, attaccando perfino i ciclisti, che “hanno invaso” (cose da pazzi) la città, e che sarebbe stato meglio non commentare…

    8. quanta dedizione per l’aria fritta

    9. Troppe scemenze tutte in una volta.
      Non meritano commenti.

    10. C’è del vero in questo post che ha tanto irritato i proprietari di cani. Troppo spesso vedo gente che li tratta come se fossero dei figli. Allora io dico: fate più figli e tenetevi meno cani in casa.

    11. invece io dico: vorrei sentire una risposta da parte dell’autore.
      non c’è niente di più fintamente snob e ridicolo del condividere un proprio pensiero in rete, e poi non degnarsi di rispondere.
      torri d’avorio senza fondamenta, latrati di cani stonati.
      animali solitari che si portano un osso nella tana, convinti di aver portato un bottino a casa, di aver sbranato la propria solitudine.
      non tratto i miei cani come figli, li tratto da cani, gli voglio bene come a degli splendidi cani, educati ed equilibrati, che in un negozio disturbano meno del rincoglio*ito di turno che sbraita contro i cani e le rovine del mondo, e i ciclisti che si prendono la città, e un mondo stantìo e puzzolente di tarme.

    12. mai preso un cane in braccio, per questo mi rispettano e li posso portare ovunque.
      ho sempre raccolto i loro escrementi, li ho educati con le ricompense e mai con la violenza.
      ho visto bambini problematici sorridere quando teo (un labrador) li degnava di attenzioni.
      ho visto cani salvare vite umane, in mare e a terra, con una dedizione che tanti professoroni non immaginano….
      e ho visto tanti umani girare la testa altrove, di fronte alle sofferenze dei propri simili.
      chi può giudicare chi è degno o no?
      [ESC]

    13. E’ difficile trovare qualcosa di interessante in questo “scritto”. Non espone problemi che possano riguardare la cittadinanza, né espone soluzioni, ma si limita a vomitare luoghi comuni ed a raccontarci di come lui non ami cani e ciclisti. Ebbene chissenefrega se non ti piacciono cani e ciclisti. Tra queste parola alla rinfusa non si scorge neppure una spiegazione di quale possa essere il fastidio concreto che il malcapitato cagnolino di turno possa infliggerti nel negozio da te frequentato, nè si capisce che tipo di dolore ti faccia provare chi porta in braccio il suo cane. Nè mi pare che l’autore ce l’abbia in particolare con i padroni maleducati che non raccolgono gli escrementi dei propri cani. Semplicemente si sputa veleno per tutto il corso dello scritto, contro cani, padroni e ciclisti. Siccome non importa a nessuno del ragliare insensato di una persona inutilmente acida, spero che tu non ammorbi ulteriormente il tuo prossimo, nè su Rosalio nè altrove. Comunque probabilmente anche cani e ciclisti non hanno particolare simpatia per te e non ti vedono di buon occhio, perciò l’unico consiglio che posso darti e di andare a vivere in Korea o a Taiwan, dove i cani finiscono in pentola e le strade sono ben piene di polverose e pestilenziali automobili. Divertiti.

    14. Mamma mia che rodimento di bile per quella che mi sembra null’altro che una provocazione. Avete proprio trattato il povero Eduardo come un uomo (visto che, nessuno lo metterebbe in dubbio, i vostri cani li trattate benissimo). Dal suo post non si evince nessuna avversione per i simpatici quadrupedi o per i loro padroni né tantomeno per i ciclisti (eccetto forse per quelli che viaggiano sui marciapiedi); e non ha scritto affatto che chiunque possiede un cane se lo porti a letto o lo faccia sedere a tavola. Ha semplicemente criticato certi comportamenti patologici e invitato a ritrovare gli equilibri della sana e vecchia ragionevolezza d’un tempo. Tutto qui.

    15. Di disturbi patologici soffrite tu e l’autore, impara a usare le parole nel posto opportuno; peraltro non conoscete il rapporto SOLO d’amore, null’altro che amore, senza padroni né sottoposti, tra esseri umani e animali.
      E non capirete mai un caz… finché non capirete che in tutto l’universo conosciuto l’uomo non ha nessuna superiorità né priorità sul resto della VITA in qualsiasi forma si manifesti, TUTTA visibile per alcuni, invisibile per gli stolti come voi.
      Vi lascio con una riflessione cara a Pirandello, laddove alla vista di uomini e donne che si credono superiori non poteva esimersi dal pensarli (e vederli, lui che aveva immaginazione eccezionale) nella ridicola posizione che assumono quando evacuano dai loro c.li materia puzzolente, nauseabonda, peggio degli animali che invece mangiano cose che producono meno puzza e talvolta persino gradevole… per non parlare di certe puzze umane boccali o ascellari che certe volte in certi luoghi (come gli autobus a certi pub) si resta asfissiati.
      Al contrario è gradevole l’odore dei miei gatti che dormono con me SOLO quando ne hanno voglia, come quello dei miei cani nei quali non ho mai sentito alito cattivo.

    16. correggo: o certi pub (persino quelli per fighetti)

    17. In effetti non si capisce dove voglia andare a parare.
      Sotto certi aspetti ci sono scritte delle emerite scemenze (mettendo in discussione i diritti degli animali etc ), sotto altri un po’ meno (certo , anche la mentalita’ consumistica avvolge i cani ,ma oggi un po’ meno (con i cappottini ,le scarpette,le cucce a piu’ piani ) .Ma : cosa desiderava dire e dove voleva arrivare ?

    18. Vi invito a essere rispettosi nei vostri commenti. Grazie.

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