12°C
sabato 21 dic
  • Ancora sull’Annunciata

    Ho assistito all’annuncio estemporaneo della richiesta del Museo Diocesano di Milano di avere in prestito la Vergine Annunciata del Museo di Palazzo Abatellis, durante una interessantissima iniziativa del Centro Regionale del Restauro il cui titolo era La conservazione delle opere d’arte, indagini non invasive su l’Annunziata e il Ritratto di ignoto di Antonello da Messina.

    La mia opinione parte da un discorso generale.
    Il punto non è la movimentazione delle opere d’arte dai luoghi ove sono normalmente esposte, si presuppone con i giusti criteri per la corretta salvaguardia e conservazione. Nessuno dovrebbe, infatti, promuovere l’inamovibilità assoluta di un’opera per questioni ideologiche, ma, di contro, il prestito della stessa deve essere valutato con molta attenzione e nell’ambito di una sinergia dialettica tra il conservatore del museo, innanzitutto, e i consulenti che ne stabiliscano le condizioni.

    La questione, come è facilmente intuibile, è ancora più problematica quando si tratta di una vera e propria opera d’arte di altissimo livello, quale è l’Annunziata. La domanda che il museologo si pone a questo punto, in ogni caso del genere, è: è opportuno che venga concesso il prestito dell’opera? C’è tutta una letteratura nella manualistica di museologia che tratta di questo argomento, che è per altro tra le attività più consuete di un conservatore museale. Non è nulla di straordinario. Il conservatore deve giudicare l’opportunità.

    A questo punto ci si chiede: è opportuno che l’Annunziata venga inviata al Museo Diocesano di Milano? Le domande da porsi per valutare la questione, in questo come in qualunque altro caso analogo, sono tante.
    Cerchiamo di ridurle all’essenziale. 1) Lo stato di conservazione dell’opera; 2) la sua salvaguardia e conservazione nella sede provvisoria; 3) il progetto scientifico che accompagna la richiesta di prestito e che sia di rilevanza almeno equivalente a quello intrinseco dell’opera stessa; 4) i vantaggi che il museo ne può avere; 5) gli svantaggi che invece ne possono derivare al museo e al suo bacino di utenza. Sulla sede della possibile destinazione nulla da dire.
    Conosco la struttura del Museo Diocesano, la serietà del conservatore, e sono certo che sarebbero garantite le migliori condizioni per la tavola.

    Sullo stato dell’opera, tale che non possa essere messo a rischio da un ennesimo viaggio, ho invece qualche perplessità. Questa è materia degli specialisti ed in particolare di coloro che hanno partecipato all’iniziativa del centro del restauro. Quel giorno io ricavai dalle affermazioni dei relatori, e soprattutto del prof. Giovanni Liotta, che le condizioni del supporto erano gravi, che le perforazioni degli insetti erano superiori a quanto ci si sarebbe aspettati, e che le gallerie piene d’aria erano un vero pericolo per le possibili depressioni cui sarebbe stata soggetta la tavola in caso di sbalzi di pressione (leggi viaggi aerei). Chiaramente esistono tanti strumenti tecnologici per ovviare a questo specifico problema, ma è comunque il caso?
    A dispetto delle mie impressioni, leggo che il direttore del Centro del Restauro, Arch. Guido Meli, della cui competenza non posso avere dubbi, ritiene che l’opera sia in buona salute. Superiamo allora il problema della conservazione, visto che sembra risolto. Valutiamo allora il progetto scientifico. Si è certi che esisterà di sicuro, ma non credo che possa essere più interessante della mostra generale su Antonello già fatta a Roma fino a pochi mesi fa, dove l’opera è giustamente andata, e dove si trovava con una cornice di pitture eccezionale. Non credo possa nemmeno avere quella straordinaria eclatanza quale è stata la sua presenza in quel tempio dell’arte che è il Metropolitan di New York, dove l’opera è andata, giusto poco prima di Roma.

    Di certo non si può dire che ci sia stata, in un passato molto recente, poca disponibilità da parte dell’isola, dell’assessorato ai BB.CC. e del direttore del Museo di Palazzo Abatellis. A questo punto passiamo a valutare i vantaggi e gli svantaggi del prestito. Si dice che sarebbe inviato in cambio uno sportello di Antonello con San Benedetto conservato nel Castello Sforzesco. Il direttore di quel museo è stato informato? Mi chiedo che vantaggi ne abbia per altro, visto che gli sarebbe sottratto un capolavoro che «si è, di fatto, impadronito dello spazio e dell’attenzione dei visitatori, è diventato di colpo il protagonista assoluto di una sala peraltro ricca di capolavori di grandi maestri» (cfr. http://cultura.regione.lombardia.it/acquisizioni.cfm?id=214). La presenza di questa tavola basta a compensare l’assenza a Palermo della “Gioconda siciliana”? Ognuno valuti. Inoltre, siamo certi che porti così tanto ritorno di immagine che l’opera vada a Milano quando a Roma è già stata vista da oltre 318.000 visitatori di tutto il mondo (dati la Repubblica). E non ho idea quanti l’abbiano ammirata a New York. Non sarebbe l’ora dunque che la gente venga a Palermo per vederla?
    Inoltre, se Palazzo Abatellis chiude per restauri, dove andrebbe esposta la tavola di San Benedetto?

    A questo punto, argomentato tutto ciò con estrema sintesi, e in maniera piuttosto superficiale, data la sede, ho l’esigenza di chiedere all’Assessore, che sono sicuro sia animato dalle migliori intenzioni per la valorizzazione della Sicilia e delle sue opere d’arte, se non ritiene che possa essere meglio per l’opera innanzitutto, ma anche per la politica di cui si fa portatore, che la tavola venga sottoposta ad ulteriori accertamenti ed eventuali consolidamenti, ove possibile, e che sia piuttosto esposta a Palermo, una volta chiuso Palazzo Abatellis, in un luogo adeguato alla sua importanza, facilmente raggiungibile dai turisti e studiosi in visita in città (magari attirati proprio dalle precedenti manifestazioni a Roma e New York), valorizzandola con apparati adeguati, tra i quali non dovrebbero assolutamente mancare le risultanze delle preziose indagini del Centro del Restauro. Assessore Leanza, La prego di valutare l’opportunità di creare un evento a Palermo che sono sicuro avrebbe un ritorno di immagine per la città e l’isola, per l’opera, per la cittadinanza – ridesterebbe infatti l’interesse dei palermitani, dato il nuovo contesto e allestimento provvisorio (basta vedere ciò che è successo per le opere della Galleria d’Arte Moderna, ignorate per oltre 50 anni dentro al Politeama e oggi riscoperte) – e dimostrerebbe ulteriormente la sua sensibilità e amore nei confronti dei Beni Culturali dell’Isola, di cui Lei è il massimo garante. Il Museo Diocesano di Milano non gliene vorrà, glielo assicuro, noi palermitani e siciliani Le saremo invece riconoscenti.

    Ospiti
  • 13 commenti a “Ancora sull’Annunciata”

    1. Su quello che penso della “Gioconda panormita” mi sono espresso nell’altro post, credo che quello che Pierfrancesco voglia comunicare, oltre al bellissimo e approfondito articolo, sia una costante di quanto è emerso nei commenti di tutti ovvero: i palermitani si devono riappropriare dei beni culturali presenti nella città e devono (dai post sembra che molti vogliano), partecipare attivamente ai momenti decisionali che li riguardano. Non è accettabile che pochi funzionari decidano a proprio insindacabile giudizio su prestiti e spostamenti di varia natura.

    2. buonissimo questo blog!
      salutti dalla Argentina-

    3. carissimo p.palazzotto,
      non solo sono assolutamente daccordo con quanto tu dici ma apprezzo il modo sereno in cui tu valuti i fatti e le provabili conseguenze di una partenza
      inaspettata e difficilmente comprensibile.
      sono amico e stimo giuseppe salerno che con guido meli garantisce la buona saluta della “tavola” e credo che il convegno che insieme anranno as organizzare a milano sia assai interessane. mi chiedo solo perchè non fare prima ripeto prima a palemo il convegno aperto alla città con presentazione della pubblicazione degli atti e solo dopo se è il caso (non ne sono certo) trasferire l’opera.
      Quando ho saputo che salerno aveva trovato un’altra annunziata dietro la ben nota ho immaginato di esporre insieme le tre anninziate e cioè quella che si trova a Monaco e le “due” DI abatellis… allora si che vale la pena di fare uno scambio di favori e mandare a monaco la nostra in cambio della loro per un uguale periodo di tempo.
      cosa ne pensi?
      immagino infine che durante i lavori trasferire la tavola al diocesano di palermo sarebbe il modo di far decollare un museo che trovo meriti maggiore viasibilità
      riccardo agnello

    4. Come ho scritto, io non posso dubitare delle parole del direttore del Centro regionale del Restauro, arch. Guido Meli, per cui le mie considerazioni esulano dallo stato di conservazione dell’opera, ma si appuntano su un discorso più generale. Ho solo riferito le mie impressioni iniziali.
      Mi sembra che, alla fine, Riccardo Agnello concordi in pieno con il mio invito di organizzare un evento sull’Annunziata a Palermo e di valutare con più calma l’opportunità o meno che l’opera viaggi ancora. Sulla rilevanza delle indagini cui ha partecipato il dottor Salerno mi sono pure espresso e non ho null’altro da dire. Il metodo di indagine usato è straordinario così come i risultati. Tutto veramente affascinante. Ma il punto non è questo.

      Per quanto riguarda la gentile proposta di Riccardo Agnello, relativamente all’esposizione dell’opera al Museo Diocesano di Palermo, posso solo dire che prima di ogni cosa, anche in questo caso, bisognerebbe innanzitutto valutare se vi siano gli adeguati standard per la corretta conservazione e sicurezza della tavola, e poi tutte le opportunità del caso. Le regole e i criteri derivati dalla pratica museologica devono sempre applicarsi, con una buona dose di ragionevolezza, per prima cosa a noi stessi.

    5. “E che su panelle?”
      Questa frase tipicamente nostra ben descrive la leggerezza con cui viene trattata l’Annunziata a fronte del suo indiscutibile valore e della sua fragilità.Non mi sembra che il viaggio a Milano abbia alcun fondamento scientifico; nè che apporti alcuna pubblicità ai fini turistici,visto che è già stata,con ben altre motivazioni, a New York ed a Roma nell’ultimo anno e mezzo;anzi la sua continua assenza dalla città,impoverisce indubiamente la nostra offerta.L’unico ente che ne ricava un grande ritorno è il museo Diocsano di Milano,museo carino,ma povero di capolavori,ai più sconosciuto.Ma a noi….
      La preoccupazione del dott.Salerno,seppur legittima,è la tipica forma di sudditanza intellettuale e culturale di cui ormai siamo più o meno inconsapevolmente pervasi:l’idea che il suo prestigioso e rivoluzionario studio sull’Antonello abbia bisogno della platea milanese per essere pienamente valorizzato ne è la dimostrazione.
      Orsù,un pò di orgoglio:l’Antonello rimane a Palermo (e ne salvaguardiamo l’integrità),viene allestito a Palazzo Reale (la sede più opportuna) con un grande evento mediatico,così,accoppiata alla cappella palatina, da rafforzare in maniera esplosiva l’offerta turistica della città,con sicuri ritorni economici;viene organizzato un grande convegno internazionale nella sala gialla di palazzo reale per presentare il grande lavoro del dott.Salerno (e questo potrebbe rappresentare un gran ritorno d’immagine sulle nostre intelligenze,sull’Antonello e sulla città tutta).L’Annunziata non è e non deve essere trattata come una panella.

    6. Se questa é sintesi vorrei avere una definizione di verbosità, o una dimostrazione, meglio di verbosità.
      Una sintesi si costruisce su concetti elementari e si rimanda in bibliografia alle complessità sottese alla sintesi.
      Ma non é questo il caso,vedo.

    7. Penso che l’arroganza e la villania delle persone che, in questo momento storico, detengono il potere di decidere per noi è inqualificabile. Penso che, con la nostra complicità certamente, si sta distruggendo tutto il nostro patrimonio culturale, ambientale e artistico. Giù le mani dall’Annunziata!!!!!

    8. Ribadisco quanto ha scritto autorevolmete il nostro Vincenzo Scuderi su Repubblica/Palermo del 10 febbraio pag. XI, e cioè che nel progetto di trasferimento del’Annunziata di Antonello per una esposizione al museo diocesano di Milano non vi sono motivazioni di ordine scientifico e/o rappresentativo che giustifichino i rischi che oggettivamente comporta la nuova trasferta fuori sede del capolavoro antonelliano. Plaudo perciò all’iniziativa di Pierfrancesco Palazzotto, anch’essa autorevole, e mi auguro che si mobilitino tutte le associazioni che hanno a cuore la salvaguardia del patrimonio culturale della città per una compatta opposizione contro la paventata trasferta.

    9. Prof. Vicari, la sua é sintesi. Direi.

    10. Niente da dire sulla profondità dell’esposizione di pierfrancesco,noto professionista cosi competente,stimato ed apprezzato…magari qualcosa da dire l’avrei sulla foto che non ti rende giustizia e non riflette affatto la tua autorevole fulgida immagine..

    11. http://annunziatadiantonello.splinder.com/
      stralcio dal mio intervento a patrimoniosos:
      …”Dovrebbero essere proprio gli studi presentati il 13 dicembre a Palazzo Montalbo a consolidare il parere sulle azioni imminenti e prioritarie che competono ai conservatori di questa opera di inestimabile valore, senza indulgere al disordine di responsabilità verso la sua tutela e tantomeno affidarla all’incuria “politica”.
      Così come …oltre lo spettro di una Annunziata “priva di grazia e bellezza” ( come attesterebbe la tac ) a cui si è data tanta enfasi massmediatica senza produrre un dato che sia apprezzabile dagli storici, si attendono gli atti di ” FOCUS” che daranno conto anche di altri studi presentati , che non solo riconducono l’opera ad un ineccepibile disegno originario ma evidenziano anche l’ ipotesi che il copista di Antonello, Antonio de Saliba, abbia con ogni probabilità usato lo stesso bellissimo disegno autografo del ” Non umano pittore”.”
      e vi allego una errata corrige per:
      “si attendono gli atti di ” FOCUS” che daranno conto anche di altri studi presentati”…
      >>>>
      Con rammarico ho dovuto chiedere all’amico Ermanno Cacciatore di non utilizzare il mio intervento per gli atti di Focus

      stralcio
      ” Per quanto concerne il materiale digitalizzato ( power point ) da me
      illustrato e consegnato –
      ai referenti degli atti dei convegni INSEGNARE MANTEGNA – e FOCUS –
      e inerente al “restauro virtuale” che è una mia innovazione soggetta
      a copyright ,
      poichè è stato usato da più parti, il mio progetto senza il mio
      consenso,
      ho aperto una pratica per la contestazione dell’uso della mia
      innovazione .

      Pertanto , nell’attesa di una risoluzione del contendere, vi prego
      di sospendere
      qualsiasi uso dei materiali succitati, in vostro possesso.
      Grazie
      per l’attenzione
      nadia scardeoni
      http://virtualrestoration.blog.dada.net/

      Grazie per l’attenzione
      nadia scardeoni
      http://vrrc.splinder.com
      Centro ricerche restauro virtuale

      Virtual Restoration©researc
      ” Theories and methods© of virtual restoration and their application
      for new professions”
      http://sij07.cnr.it/pubblicazioni/poster/ScardeoniP29.htm
      english
      http://www.edscuola.com/archivio/interlinea/virtual_restoration.htm

      restaurovirtuale©source
      http://img.photobucket.com/albums/v259/majlab/NS3.jpg?t=1172322647
      http://virtualrestoration.blog.dada.net/
      http://restaurovirtuale.splinder.com

    12. Perchè nessuno ha mai parlato dell’aureola che era presente nel passato sul capo dell’Annunziata di Antonello? Guarda caso la copia postuma che esiste a Venezia, nella Galleria dell’Accademia, anch’essa presenta l’aureola, particolare che ovviamente esisteva nell’originale e che oggi è assente.Gli accertamenti recenti non accennano a tale importante particolare rimasto nel silenzio.
      Cordialmente
      Il prof. 07

  • Lascia un commento (policy dei commenti)

    Ricevi un'e-mail se ci sono nuovi commenti o iscriviti.

x
Segui Rosalio su facebook, X e Instagram