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venerdì 27 dic
  • 70 commenti a ““Prova a metterlo in bocca…”, una campagna sottozero”

    1. Le classiche campagne che vogliono far parlare di se…ma stavolta si sono superati al contrario. Alcuni marketer non hanno capito che la comunicazione deve stupire e non inorridire.

    2. Può piacere o meno, essere reputato di cattivo gusto (restando in tema), ma intanto gli ideatori di questa campagna pubblicitaria hanno già ottenuto un primo importante risultato visto che si parla di loro, e si sta facendo in questo modo ulteriore pubblicità.
      Inoltre non si tratta di certo di pubblicità di una scuola di suore, quindi poco importa ai gestori della gelateria la potenziale immagine negativa…chi vuole gustare un gelato non guarda certo a questo.

    3. Sembra buono per chi soffre di emorroidi.
      Rinfrescante.
      Ben disegnato.

    4. Per quel che mi riguarda se voglio gustare un buon gelato certamente eviterò tali gestori che non hanno il buon gusto di rifiutare una tale pebblicità!

    5. Perchè un gelato solitamente dove si mette? In bocca!! Di pessimo gusto, ma come faceva giustamente notare Colorina, gli ideatori hanno attonuto ciò che volevano: bene o male non importa,purchè se ne parli…

    6. E’ una campagna pubblicitaria incompleta. Ovvero, una volta che uno ci riesce che succede?

    7. Mi sa che non si può dire cosa succede, si può parlare di certe cose in un blog??? 😀

    8. Scherzi a parte, già oggi ho sentito parlare molte persone di questa nuova gelateria, ovviamente a causa di questa intrigante pubblicità. E tra questi un minimo di persone che ci andranno ci saranno. Vuoi o no vuoi, hanno fatto colpo, almeno un minimo.

    9. Io ci andrò per provare il loro gelato; se sarà buono ci tornerò altrimenti cambierò gelataio, della pubblicità non me ne frega nulla

    10. Un messaggio pubblicitario che può scandalizzare, come sempre accade quando si coglie nel segno, quando si utilizza la forza più dirompente e “rivoluzionaria” che è, appunto, il sesso.
      Questa immagine solare di un cono gelato viaggia alla ricerca della poesia del gesto sessuale, che rincorre l’illusione, rendendola più vicina alle possibilità umane.
      Congiunge materialismo e carnalità, grazie ad una spirale e ad un gioco di colori, in grado di descrivere anche il piacere della sola visione.
      Colorina stessa trova infatti l’immagine intrigante, ma questo non mi sorprende.

    11. La gelateria esiste da anni. Ci sono state molte altre pubblicità basate sul doppio senso, chi ricorda quella del latte zappalá? Sinceramente mi danno molto più fastidio certe pubblicità di oliviero toscani.

    12. Io avrei scritto: prova a metterlo tutto in bocca. Stai attento agli schizzi. Un cornuto un cornuto e mezzo…

    13. Tanto valeva andare fino in fondo e dire:
      -prova a mettertelo in bocca
      -prova a ficcartelo in bocca
      -leccalo tutto e ingoia. Ti piacerà

    14. oddio..il cast per il film dell’altro post sembra essere qui 😀

    15. la pubblicità potrà essere più o meno volgare, comunque sono certo che non sia quello che interessa a chi acquista un gelato..in ogni caso io vado in quella gelateria da poco più di un anno e a mio parere i gelati sono fantastici per non parlare della granita che secondo me è la migliore della città..mi dispiace che sia sottovalutata per l’ingombrante presenza di brioscià(il cui gelato non mi piace per nulla) accanto

    16. Mi avete incuriosito…questa sera provo…ad andarci!

    17. ahah qui ci starebbe una battuta, ma forse è troppo volgare, però la butto lì…e la panna l’hanno buona??? 😛

    18. Potevano risparmiarsela.
      Pubblicità di pessimo gusto.

    19. ..pensavo di essere l’unica ad avere percepito questo cattivo gusto. Io di certo non andrò, però visto che viviamo in un mondo volgare forse i pubblicitari hanno colpito nel segno…

    20. “Prova a metterlo in bocca”…
      Prova…
      Evidentemente questo invito si fa a chi non ha mai provato, tipo una ragazzina. O una bambina. A me, questa frase comunica questo messaggio. Per questo mi ha fatto subito schifo.
      Poi sul fatto che basti far parlare di sé per ritenersi soddisfatti, avrei qualche dubbio.

    21. Con quest’ultimo messaggio a base palle, non ho più dubbi. I gestori hanno gusti tasci e anche se faranno gelati buoni i gestori sono tasci.
      All’inizio leggendovi volevo capire se c’erano differenze di percezione tra femminucce e maschietti, adesso questa curiosità mi è scemata.

    22. I soldi non fanno la signorilità.
      E comunque è roba da pervertiti e scomunicati.
      Che lo mettano in bocca alle loro figlie.Il gusto

    23. Pare che quest’agenzia curera’ anche la comunicazione di una casa farmaceutica per il lancio di una nuova supposta. Chissa’ quale sara’ lo slogan?…

    24. A me ha dato molto più fastidio la campagna pubblicitaria dell’Amg in cui Sasà Salvaggio faceva la parte di un mafioso…questa è un’offesa a tutti noi, il doppio senso “sessuale” di una pubblicità può piacere o meno, ma non è una cosa esplicita che offende direttamente, è la mente di ognuno di noi che poi elabora il messaggio, ma se vogliamo dirla tutta quella pubblicità dice semplicemente, senza l’ausilio di immagini sconvenienti, di provare a mettere in bocca il loro gelato. Punto.

    25. E’ il cliente che sceglie la pubblicità, il prodotto pubblicitario non viene imposto né accettato a scatola chiusa. Può essere consigliato, ma di solito vengono presentate varie proposte.
      All’Amg hanno scelto Sasà Selvaggio nella parte del mafioso, alla gelateria sotto zero doppi sensi e allusioni sessuali.
      Io non mi sento offesa né nel primo né nel secondo caso.
      Si giudichino da soli.

    26. Il gelatone in via Autonomia Siciliana.
      Gelato buonissimo, semplice e naturale
      Locale pulito
      Prezzi ragionevoli in proporzione alla qualità e alla quantità
      Ragazzi simpatici e svelti.
      Questo è un locale che merita buona pubblicità !

    27. Il gelatone via Autonomia Siciliana?
      Gelato caro e amaro e non è niente di particolare.
      Ci sono stato una volta e non ci andrò mai più.

      I migliori rimangono Ciccio alla stazione,Stancampiano,e qualche altro.

    28. Appurato che ai più il gelato non piacesse proporrei, per restare nello stesso stile, questo passaparola destinato allo sfortunato produttore: “Il gelato prova a mettertelo in quel posto.”

    29. Mi è tornata la curiosità.
      Insomma, voi maschietti cosa pensate di fronte allo slogan “prova a metterlo in bocca”?
      E poi, supponiamo che tale cartellone pubblicitario si trovi all’ingresso della gelateria. Ci portereste una ragazza al vostro primo appuntamento?

    30. Per me la pubblicità mira a far parlare di se,e comunque è di basso livello.
      Roba da pervertiti. Lascia poco spazio all’immaginazione.
      No non ci porterei nessuno.

    31. @Lulù: mi hai dato un’ottima idea, come messaggio subliminale non c’èdi meglio 😉

    32. Non sono d’accordo con l’adagio sul parlarne bene o male che sia: quando si parla di qualcosa il messaggio porta con sé l’accezione con cui se ne parla. Se se ne parla bene non è uguale a se se ne parla male.

    33. ahahaha sento dire certe cose : ahahahah prova a metterlo in bocca allude a chi non ha mai provato ahahahaha ma che cazzo dite????? solo una bambina non ha mail provato…a metterselo in bocca….il male sta negli occhi ( o in questo caso nella mente) di chi guarda…
      siete come quei preti…che pensano al male…qualunque cosa succede…perchè il male l hanno loro in testa…. la campagna pubblicitaria ha solo il fine… di stuzzicare la curiosità – per quanto riguarda il provare…può anche essere diretto agli uomini.. ad allargare i loro orizzonti o a donne troppo bacchettone… come vedete… l interpretazione varia al variare della mente che la pone in essere… SIETE TROPPO BIGOTTI L ITALIA CON VOI NN ANDRA’ MAI AVANTI

    34. Al di là della pubblicità, parliamo del solito gelato omologato dalle basi industriali utilizzate o di uno di migliore qualità: questo dovrebbe interessare il consumatore, o no?

    35. E chi se ne frega sa il gelato e’ di qualita’ o industriale. Invece il punto qui e’ proprio la scelta comunicativa. Io non ci vado e basta. Ci mancherebbe solo che dentro la gelateria ci fosse un banconista con sguardo languido e sorrisetto complice che dice “allora le piace metterlo in bocca!”

    36. A parte il fatto che preferisco le ostriche,
      e che il gelato e’ una roba per bambini,
      sempre secondome,
      e quindi non andrò’ mai ne ‘ in questa ne’ in altre gelaterie,
      come comunicazione potrebbe essere ritenuta inopportuna,inappropriata,errata
      Inadatta.
      Il fatto che se ne parli,non vuol dire che poi la gente vada in massa in quella gelateria.
      Però un certo risultato sicuramente lo raggiungeranno
      Tra quanti andranno x provare,non tutti ci ritorneranno.

    37. Come se ce ne fosse bisogno, ecco confermato il pensiero di didonna. Figurati

    38. Faccio un riepilogo.
      Lo scopo di una pubblicità è quello di fare conoscere un’azienda fornendo un’immagine di questa e promuovendo il consumo dei suoi prodotti.
      Il gelato è un prodotto di consumo rivolto ad un’ampia fascia di tutte le età, bambini compresi e di entrambi i sessi, gay compresi.
      Di questo slogan pubblicitario è ormai appurata l’allusione sessuale e questo in virtù del messaggio stesso, è normale che tutto sia attivato dai nostri processi mentali , questo in generale. Generale può anche essere un senso di volgarità che trasmette.
      Ci possono poi essere delle letture individuali o anche variabili in base al sesso e all’età.
      Ma quello che interessa sarebbe stabilire se questa pubblicità è azzeccata se cioè può rispondere ai fini della pubblicità, se promuove o inibisce la frequentazione del locale e il consumo dei prodotti. Se si pensa che l’esito possa risultare indifferente, allora sarebbe indifferente fare pubblicità.
      Si potrebbe anche pensare che una pubblicità va a buon fine solo riuscendo a trovare una frase che colpisca, ma bisognerebbe fare un piccolo studio a priori sull’effetto di tale frase.
      Se non fosse stato per il secondo spot postato da Fabio G, sulla scelta di palle, avrei potuto pensare che il cliente si sia fatto abbindolare da un’agenzia pubblicitaria, con una scelta azzardata. Ma questo secondo spot mi ha lasciato la netta impressione di un cliente dai gusti grossolani, l’immagine che mi trasmette è questa. Alla prossima insisteranno sul genere. Ovviamente ne corrisponde anche l’agenzia.

    39. Il cono argenteo richiama più la capsula di una supposta.
      Solitamente i coni sono marrone.

    40. I bambini consumano più’ gelati degli adulti.

    41. Non mi è chiaro perché non sia possibile produrre industrialmente un buon gelato.

    42. Il problema non è se sia possibile produrre industrialmente un buon gelato, ma comprendere se a Palermo siamo in tendenza oppure fuori e la tendenza che sta prendendo piede in Italia va verso il gelato di qualità artigianale (da GROM a salire) mentre qui si usano quasi esclusivamente le basi industriali che hanno ormai omologato il gusto. Se Fabio non lo capisce, pazienza!

    43. Ok, viva il gelato artigianale.
      Comunque, Donato, scusa se te lo dico, ma i tuoi post mi sembrano OT.
      Hai letto il post originale di Tony?
      Ha letto il titolo?
      Hai capito di cosa stiamo parlando?

    44. Caro didonna, dimostri ancora una volta il tuo noto acume. Pensi mi interessi vagamente del tuo interessantissimo pensiero sulla qualità del gelato? Ti do un suggerimento: no. Tra l’altro non c’entra nulla di nulla con i discorsi fatti.
      Però mi piacerebbe fondare un partito, “Fare il gelato artigianale per fermare il declino delle gelaterie palermitane”, ma forse è lunghetto, e, sai com’è, la gente non capisce.

    45. Il concetto ,
      riscontrabile da dati oggettivi,potrebbe essere:
      Poiche’ le industrie devono affrontare mercati sempre più competitivi,
      giocano molto sulla politica dei prezzi ed alla fine
      ne soffre la qualità del prodotto.
      Prezzi bassi per prodotti scadenti.
      Tanto da identificare il prodotto industriale con la scarsa qualità’.
      .
      Così fin’ora.
      .
      Però nulla toglie al fatto che le ricette da gelato siciliane ,
      oggi applicate a livello artigianale,
      potrebbero essere utilizzate su scala industriale.
      se avessimo vocazione industriale.
      O,mi sbaglio ?

    46. Queste sono due esempi di gelaterie nella giusta tendenza che possono nascere solo dove c’è cultura del cibo e la disponibilità a remunerare il lavoro di qualità:
      http://www.galliera49.it/
      http://www.youtube.com/watch?v=W5dekZcmb40

    47. Vi invito a essere rispettosi nei confronti degli altri commentatori. Grazie.

    48. Ambedue interessanti le citazioni.
      Efficaci le promozioni,che informano sui prodotti,la loro origine e la loro lavorazione,
      senza ricorrere a frasi di effetto discutibile.
      Purtroppo si parla di Bologna e Genova…

    49. E allora? non capisco perchè dovrebbe essere così scandaloso… si vede di molto peggio in giro!

    50. Oggi all’interno di un supermercato mi è passata davanti una pedana di colli di patatine che nei cartoni riportavano il noto slogan – la patata tira – e non ho potuto non fare dei paragoni.
      Ha anche questo un’allusione, ma si esprime in forma di asserzione senza rivolgersi a nessuno, né invitare ad alcunché.
      Tra l’altro è anche vero che le patatine tirano, probabilmente a causa di qualche schifezza d’ingrediente che ha effetto stimolante, esistono gli stimolatori del gusto.
      Secondo me questo slogan difficilmente può essere definito volgare e credo possa essere considerato di successo, passabile.
      Non è tanto il doppio senso in sé capace di urtare l’altrui sensibilità ma il tipo di messaggio, la sua impostazione.

    51. Incredibileeeeeee! Ci si stupisce della pubblicità senza sapere ciò che si ingurgita nella maggior parte delle gelaterie di Palermo!!!! Andate,leggete e vedrete come e con cosa viene fatto il gelato “artigianale”,io ho letto gli ingredienti,senza ogm,senza glutine,senza grassi vegetali idrogenati,senza aromi (ma da ciò che leggo non frega niente a nessuno) e siamo quà a parlare dell’allusione sessuale!!! Date le merendine kinder ai vostri figli,oppure mulino bianco dove nella pubblicità si vede un mondo da favola (basta leggere gli ingredienti sulla confezione e vi accorgerete che il mulino stupendo non esiste)
      MEDITATE GENTE,MEDITATE!

    52. Mmmm… Non sono sicuro di aver capito bene. Tino, quindi il fatto di fare un buon gelato giustifica qualsiasi tipo di strategia commerciale? Ti faccio un esempio. Io, che amo mangiare bene e ci butto pure una fracca di soldi per farlo, mi sono andato a guardare il sito della gelateria ed il suo indirizzo, solo ed esclusivamente per evitare di entrarci per sbaglio. E stai sicuro che la sconsiglierò vivamente a tutti i miei amici e parenti, nonchè sui vari siti su cui recensisco. Risultato? Meno gente seriamente interessata alla qualità, più scanazzati attirati dal gioco di parole (il quale è semplicemente ingiustificabile in questo contesto). Legittimo, ci mancassi, magari questo gelataio scienziato è contento.

    53. Il problema, Tino, è che si tratta di una pubblicità basata sui bassi istinti, che di solito animano un tipo di consumatore, l’ignorante contemporaneo, a cui la qualità del prodotto non interessa minimamente.

      Poi certo, uno nasce zotico o raffinato e più di tanto non cambia. Personalmente quella pubblicità non mi attrae per nulla, come del resto non mi attraggono tutte le pubblicità.

      Letto il tuo post, non ho capito ancora se questi zotici facciano o meno un gelato come si deve.

    54. Mah, a me pare che sia tutta una tempesta in un bicchier d’acqua o, come dicono qua, a storm in a cup of tea.
      E’ chiaro che questa gelateria ha l’abitudine di promuoversi utilizzando delle pubblicita’ con doppi sensi piu’ o meno evidenti, ma e’ una scelta legittima, anche se non so quanto valida.
      Non bisogna dimenticare che il sesso, unito ai soldi e al successo (le celebri 3S) e’ uno dei motori dell’umanita’, ed e’ quindi abbastanza ovvio che venga utilizzato spesso, talvolta anche a sproposito, nella comunicazione dei mass media.
      D’altronde il gelato e’ qualcosa che si presta sempre bene ai doppi sensi, basti pensare al celeberrimo Calippo. E il cono gelato, ed anche la brioche col medesimo, sono facilmente assimilabili agli organi genitali maschile e femminile, e quindi forieri di allusioni piu’ o meno esplicite. Forse, per evitare cio’, occorrerebbe una legge nazionale che imponesse il divieto assoluto di usar coni e brioches optando invece per delle piu’ caste vaschette o coppette.
      Poi, nel caso specifico, sinceramente mi riesce difficile attribuire una qualsivoglia parvenza di indecenza al poster in oggetto.
      Infatti, a parte la dicitura in caratteri abbastanza piccoli in alto, che fondamentalmente esprime un’ovvieta’ che vorrebbe essere ose’ (e certo che lo metto in bocca! Dov’altro me lo dovrei mettere..?), tutto il resto del poster e’ dominato da colori estremamente algidi (per restare in tema) che non rendono, a mio parere, quella sensazione di piacere “erotico” che dovrebbe essere insita in una pubblicita’ dai doppi sensi cercati e voluti.
      Nero, argento, bianco, verde che dominano il cartellone, per giunta con un effetto metallico, non sono certamente il massimo afrodisiaco per un essere umano. Probabilmente solo Goldrake o Mazinger, che presumo avranno degli organi genitali in alluminio dello stesso colore, potrebbero riconoscersi in tale poster e ricavarne eccitazione. Ma non credo che siano dei grandi consumatori di gelato.
      Quindi, in conclusione, tale pubblicita’ non mi pare ne’ oscena ne’ imbarazzante. Piu’ che altro mi sembra un deja’ vu malamente realizzato.

    55. ahah il calippo…è troppo buono ma che imbarazzo gustarselo quando non si è da soli! Poi io cerco di andarci delicata ma mi sbrodolo tutta! Però con le mie amiche ci facciamo sempre quattro risate, ed è un must delle nostre uscite estive.

    56. Colori’, “mi sbrodolo tutta” potevi evitartelo però.

    57. Con il caldo è inevitabile non sporcarsi mentre si gusta quella tipologia di gelato. Comunque mai fu fatto un gelato così malizioso e provocante! Però onore al merito all’inventore.

    58. Grandissima Colorina. Avevo sempre intuito qualcosa, abilmente nascosto da velette, merletti e fazzolettini d’altri tempi :

      ” Io sono innamorato di tutte le signore
      che mangiano le paste nelle confetterie.
      Signore e signorine -le dita senza guanto –
      scelgon la pasta. Quanto ritornano bambine!
      Perché niun le veda, volgon le spalle, in fretta,
      sollevan la veletta, divorano la preda. ”

      ” Cerco di andarci delicata ma mi sbrodolo tutta !”

      Colorina, Colorina, non possiamo incontrarci uno di questi giorni ?
      Anche solo per un caffè, un tè, una tisana rilassante…

    59. Wow, il dossier su mrs. Colorina diviene ogni giorno piu’ corposo e compromettente. Abbiamo infatti scoperto che ama i gelati dalla dubbia reputazione, abbiamo intuito che e’ single o almeno non ancora impalmata, e per finire che il suo charme trasuda cosi’ tanto dalla tastiera del suo computer che ha gia’ il primo spasimante virtuale che vorrebbe divenire reale. E’ il nuovo feuilleton palermitano. Continui cosi’, stiamo assistendo alla nascita di un mito.

    60. “Non ancora impalmata” ?
      Schietta quindi, non maritata.
      Altra antica allusione sessuale, i vecchi e cari doppi sensi degli antenati palermitani.
      Niente di nuovo quindi, sotto il sole.
      ” Schietta ” la vastedda primigenia, la soluzione economica, solo ricotta o formaggio ed il panino inzuppato nello strutto bollente.
      Perchè è “maritata” quando “c’è la carne”.
      Afferrata la malizia ?
      Interpretazione discutibile ? Può essere, ma è molto suggestiva ed è una scuola di pensiero di tutto rispetto, legittimata anche da Gaetano Basile.

    61. Pochezza impressionante.

    62. ahah ragazzi siete il migliore antidoto alla depressione, siete davvero esilaranti 🙂 insieme a post graziosi e divertenti come questo

    63. Dico solo che quando ho visto la frase stavo andando a sbattere. pace e bene

    64. Mi piacciono i commenti di Lulù.

    65. Vi invito a rimanere in tema. Grazie.

    66. Il solito lavoro da campagna pubblicitaria palermitana…
      Lavoro privo di Art Direction, solita head-line con il doppio senzo… Per non parlare del lavoro grafico, illustrazione banale è male riuscita,
      e con una gestione del lettering… ba non riesco a commentarlo,troppo orrore stanno provando
      i miei occhi xD Nella nostra città c’è troppo inquinamento, e tantissimo di questo è visivo!

    67. Vero. Ho letto tutti i vostri commenti e a dire il vero davanti questa campagna pubblicitaria sono rimasta un pò stupita… non scandalizzata ma “stupita” che è ben diverso, poichè ciò ha portato a chiedermi: cosa potrebbe pensare una persona adulta o un genitore di fronte a un manifesto del genere?La verità è che ormai viviamo in un molto dove tutto è presentato in modo da rendere la merce più attraente possibile e come non farlo se non attraverso uno slogan volto a colpire il pubblico? Sicuramente ci sono stati tempi in cui la morale e la politica censuravano tutto; ma non siamo più in quei tempi. Pertanto ritengo che sebbene lo slogan della gelateria in questione risulti volgare e inappropriato, tuttavia non si può dire che non abbia ottenuto il risultato sperato. Personalmente non ho mai avuto modo di constatare in maniera diretta ma ammetto che la curiosità di provare quel gelato l’ho avuta, io come tanta altra gente perchè comunque posso assicurare che i clienti ci sono, eccome!Contenti o no, questo non possiamo dirlo ma una cosa è certa: sono davvero cambiate le forme di comunicazione!

    68. Penso che dopo averlo messo in bocca e’arrivata la nuova pubblicita’:
      ” noi la mettiamo nella bocca di tutti ” gelateria di catania.
      Oppure se date un occhiata su fb. ” adesso che lo hai preso on bocca Vieni ” oppure ” gelato sicuro sesso sicuro” …

    69. ahah mi sto sbarellando dalle risate! Ragazzi, vuoi o non vuoi, il sesso e quello che ci gira attorno intriga e stuzzica la curiosità, e questo i pubblicitari lo sanno bene. E che io mi sento in colpa quando gusto un bel calippo o lecco un bel cono con la panna. Mi sa che sono fin troppo morigerata eheh

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