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martedì 26 nov
  • 11-12 luglio 2014 – Palermo Art & Music

    Si è tanto parlato di Emma Dante e di quanto in maniera illuminata sia stata coinvolta come artista residente al Teatro Biondo. Io mi sono più volte espresso in passato su questo tema ed a favore di un suo coinvolgimento nella progettualità del teatro stabile, ma vorrei fare notare come sarebbe stato veramente illuminato darle spazio dieci anni prima, quando la sua carriera era all’inizio, più che adesso che è una artista conclamata sulla scena nazionale ed internazionale. Meglio tardi che mai.

    Il PAM, il festival che avrà luogo oggi e domani al complesso monumentale dello Steri è un importante segnale. È un festival che rappresenta parte di quella scena musicale cittadina sempre più presente e viva al di fuori dei confini della città, spesso più viva fuori che in città. Si è tanto parlato di palermitanità in questi giorni, a seguito delle polemiche sul festino, e questo festival a mio avviso è la risposta pratica ai tanti benpensanti: giornalisti, artisti, opinionisti, politicanti, che si sono espressi in favore del pensiero unico che ritiene non provinciale rivolgersi ad un artista proveniente da un altro contesto culturale e geografico per dare forma alla nostra identità culturale. I linguaggi proposti nel festival sono estremamente contemporanei, sono in molti casi significativi anche su scala nazionale pur essendo frutto dell’elaborazione culturale che nasce a Palermo.

    “PAM”

    Molti degli artisti del PAM li ho conosciuti qualche anno fa, volevo organizzare un micro festival rivolto ai giovani fermenti della città. Il festival non mi fu finanziato, costava poco, ma quel poco nella mia visione era necessario perché ritenevo che gli artisti, per quanto giovani, andassero retribuiti e non dovessero suonare gratis. In quanto rappresentante di una amministrazione che spendeva tanto su tanti fronti mi rifiutai di farlo in economia. La risposta di quei giovani di fronte al fallimento dell’iniziativa fu entusiasmante e spiazzante: auto-produssero tassandosi una serata di musica a piazza Magione. Diedi un contributo a titolo personale all’allora giovanissimo Roberto Cammarata, ispiratore di quella reazione con il fare, perché il suo mi sembrò un modo concreto da artista di rispondere all’incapacità di capire della propria controparte; Roberto, se non erro, era già allora membro della band oggi a tutti nota come Waines; e già allora con questo spirito si capiva che erano destinati a non fermarsi.

    Palermo è anche questo, gente che fa le cose a prescindere. Mio malgrado in quell’occasione feci la figura dell’ottuso.
    Sono passati poco meno di dieci anni e quelle giovani energie sono oggi parte di un movimento musicale importante, che nasce a Palermo ed è presente in tutta Italia. Addolora, ma questa chiaramente è solo un mio personale sentimento perché loro hanno preso l’abitudine di fare da soli, il fatto che continui l’assenza di interlocuzione istituzionale per quei mondi artistici che per vari motivi sono al di fuori dell’estetica dominante. Lo sono probabilmente in ragione dell’anagrafica, ma probabilmente anche dei linguaggi e della formazione culturale, troppo distante dal canone di chi prende le decisioni, cura la strategia, dà la direzione. Magra consolazione, adesso non sono più io a fare la parte dell’ottuso.

    Quando in questi giorni ho posto il tema della capacità di attingere all’immaginario che nasce nel nostro territorio la mia non intendeva certo essere una chiusura campanilistica, quanto semmai il contrario una apertura alle enormi energie creative che sono destinate ad estinguersi o a non essere pienamente valorizzate, schiacciate da una sclerosi dei ruoli sempre più cristallizzata in città. Questo, io credo, è un grande peccato, perché queste energie sono elementi rappresentativi della nostra cultura, esprimono quel valore identitario che se vogliamo è il vero oggetto di quel processo che determina la nostra capacità di esprimerci e quindi di essere soggetti culturali ed in quanto tali anche, scusatemi la caduta di tono, spendibili turisticamente.

    Io penso che questi due giorni saranno una bella opportunità per tutti di capire non solo cosa si muove a Palermo, ma anche cosa Palermo muove. Il mio invito non è rivolto a chi si interessa di rock e musica, a chi conosce questa scena, a chi conosce i gruppi che si esibiranno, per loro è scontato; quanto piuttosto a tutti gli altri, a quelli che vivono di curiosità ed emozioni e che magari, legati ad altre estetiche, non conoscono a pieno questa realtà.

    Il mio invito è rivolto anche all’assessore uscente, che andrà ad occuparsi di musica nell’istituzione musicale della città, al sindaco, al responsabile dei Cantieri culturali. Questo festival è l’occasione per prendere contatto con una delle parti più dinamiche e creative di Palermo in questo momento, la loro distanza dalle istituzioni suona come un invito a queste ad avvicinarsi; il rischio da evitare a qualunque costo è che come con Emma Dante riconosceremo loro in maniera illuminata un ruolo nelle dinamiche culturali della città quando sarà ineluttabile e quindi inutile.

    Palermo
  • Un commento a “11-12 luglio 2014 – Palermo Art & Music”

    1. Da quel che ho capito. un fiasco!

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