Caro Babbo Natale (della crisi)
Caro Babbo Natale, al netto del senso civico di ogni cittadino che si adopera tutti i giorni per avere una città pulita senza installazioni di immondizia ai bordi delle strade (riuscendoci peraltro), che denuncia la violenza sia come singolo che come associazione (spesso a delinquere), che lavora e dunque produce per creare sempre più posti di lavoro e ricordare che la crisi esiste, altrove, ma esiste… Ho deciso che quest’anno vorrei chiederti qualcosa di ancora più semplice, dato che molti dei miei fratelli panormiti hanno rimesso desideri sul degrado di Palermo nelle loro letterine che sono stati da te accolti.
Prima di tutto, caro Babbo Natale, questa letterina te la scrivo in via confidenziale. Non mi fraintendere. Questo mondo mi ha insegnato che il Dio Denaro può comperare tutto. So che in Lapponia siete ricchi, ci pensi tu a me? Non chiedo nulla di intangibile. Quest’anno vorrei un Natale fatto di materia. Non scambiarmi però per una venale. Prima di tutto mi piacerebbe ricevere un gioiello. La vanità mi spinge a desiderarne molti, ma preferisco far scegliere a te. Ho un’unica richiesta: se vuoi donarmi dei brillanti, vorrei la garanzia delle pietre della gioielleria Fiorentino.
Se decidessi di orientarti verso l’abbigliamento, lo sai che io ho gusti assai difficili, ma sono certa che da Carieri&Carieri troverai qualcosa che si possa sposare al mio gusto. Le calzature o le borse però le potrai trovare da Spatafora o Napoleon, con occhio scrupoloso lì è difficile sbagliare. Ma per essere bella la notte di Natale, avrei bisogno del maquillage giusto e degli accessori esclusivi. Che ne dici di fare un salto da Hugony? Posteggia le renne verso piazza Croci, compra la scheda perché lì fanno le multe, e vai a piedi. Sono tutti negozi vicini a un tiro di schioppo.
Se volessi far un salto nel comparto d’elettronica, mi piacerebbe ricevere una tv per guardare gli orrori del mondo, vedere come impunemente l’Italia si sgretola su se stessa sgranocchiata dalla crisi e tenendo a debita distanza la Serenissima Palermo. Nella sua Torre Eburnea dove tutto negli anni resta immutato. Da Grande Migliore troverai televisori di ogni dimensione, anche in offerta! Inoltre, se mi comprassi una valigia da Ferrari di quelle conformate alle compagnie low cost, mi faresti risparmiare i soldi che mi chiederanno all’imbarco per un bagaglio di dimensioni vietate.
Inoltre, caro mio, quest’anno è il primo anno che il cenone tocca organizzarlo a me. Ebbene, vorrei far figura con i miei ospiti. L’albero è bellissimo, ho comprato già gli addobbi da Longo, ma ciò su cui punto è il menu. Ho provato a realizzare un antipasto delizioso: mousse di tonno Coalma con olio al tartufo. I miei invitati porteranno il gelato di Recupero e io vorrei fare un catering al Bar Mazzara. Cucinare per così tanta gente e dover avere pure il tempo di riempire di regali l’albero… Questo sì che è stato un vero lavoro. Fortuna che ho l’indeterminato e a dicembre mi becco la tredicesima!
Comunque, Babbo Natale, lo so che sono stata pretenziosa quest’anno e se non dovessi riuscire a donarmi tutto, ti perdonerei. Però mi conosci, da anni ormai, e sai che c’è qualcosa a cui non posso davvero rinunciare. L’odore della carta nascosta negli scaffali mi porta indietro in un tempo che fu e permea ogni pagina di storia, memoria e ricordi. Per questo, come da tradizione nelle nostre letterine, ti chiedo un libro edito da Flaccovio e un quadernetto a righe più una penna di Bellotti, dove appuntare le frasi che più mi colpiscono. Amo cristallizzare nell’eterno del bianco e del nero.
Amarezza….
Molti sono falliti meritatamente. Un paio di esempi di oggi 24 dicembre della crisi che (forse) ci troveremo a rimpiangere (?) l’anno prossimo: negozio di giocattoli chiuso a pranzo e discheria appena aperta che fa mezza giornata!
E poi la colpa è dei centri commerciali!
Una bella rassegna di nomi che hanno dovuto arrendersi alla parabola della vita.
Spero fortemente che un giorno questo contenitore di idee che è Palermo, fatto di giovani geniali e preparati che si rimboccano le maniche per vivere, possa essere supportato da un reale amore per questa terra. Troppo spesso offesa e abbandonata, non al degrado che ne è certamente scenografia, ma all’incuria e all’indifferenza. La chiusura di tutti questi negozi storici ci trasfigura il volto. È per questo che allo specchio la mattina di Natale non siamo più gli stessi! Buon Natale a tutti!!
Tutte le fortune seguono una parabola.Si cresce più o meno velocemente finché la spinta si esaurisce ed arriva la fase inesorabile della caduta.E sempre stato così.Quindi tutto regolare.Stai serena e fatti un Buon Natale.
Vecchi schemi distributivi non potevano reggere alla potenza dei nuovi Centri Commerciali.Tutto qui.