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lunedì 23 dic
  • Perché sulle coste siciliane non esistono monumenti per lo sbarco alleato?

    La guerra di liberazione, della quale nei giorni scorsi si è celebrato il settantesimo anniversario, ebbe inizio nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1943, con lo sbarco degli alleati sulle coste meridionali della Sicilia.
    Tanti luoghi, in tutto il territorio nazionale, sono stati sedi di importanti eventi che hanno segnato quei 21 mesi, luoghi meritevoli di essere ricordati: per le battaglie che vi furono combattute, per le orrende stragi di cui furono teatro, per altri episodi che vi si svolsero.
    Nel corso della Storia, nei luoghi sede dei fatti più importanti sono stati eretti monumenti (alcuni maestosi), ed attorno ad alcuni di questi ci si raduna periodicamente per non dimenticare, per tenere vivo il ricordo di quel che lì avvenne, per spiegare a chi non c’era il significato dei fatti lì accaduti.
    L’anno scorso, per esempio, la Francia ha celebrato un famoso anniversario (un altro settantenario), quello dello sbarco in Normandia (avvenuto il 6 giugno 1944, il famoso D-Day, “il giorno più lungo”).
    I francesi, per ricordare la cosiddetta “operazione Overlord” (questo il nome dello sbarco in Normandia), hanno eretto un monumento, dedicato ai soldati che quel 6 giugno sbarcarono sulle spiagge Omaha e Utah per liberare l’Europa dal nazismo.
    E pensando a quello che i francesi hanno fatto per ricordare quell’episodio, che ha segnato la loro vita (e non solo la loro), ho riflettuto sul fatto che invece, nei luoghi dove il 10 luglio 1943 avvenne lo sbarco delle truppe alleate in Sicilia, non esiste nessun monumento che ricordi quell’evento.
    Eppure si tratta del più grande sbarco mai fatto fino ad allora!
    Nessun monumento che ricordi la cosiddetta “operazione Husky” (questo il nome dello sbarco in Sicilia), operazione che vide in azione la più grande flotta che avesse mai solcato il Mediterraneo.
    Come mai non si è sentito il bisogno di erigere, nei luoghi interessati, un monumento per ricordare quello sbarco?
    Come mai, né sulla spiaggia di Scoglitti (dove sbarcò la settima armata americana, guidata dal generale Patton) né sulla penisola di Pachino (dove avvenne lo sbarco dell’ottava armata inglese, guidata dal generale Montgomery), esiste un monumento a ricordo di quel che lì avvenne?
    Eppure lo sbarco del 10 luglio 1943 dovrebbe essere considerato più importante di quello di Enea, ricordato da una stele sul litorale di Trapani, nei pressi della località Pizzolungo (la stele di Anchise).
    E come mai a Cassibile non c’è nessun monumento che ricordi il luogo dove, il 3 settembre 1943, fu firmato l’atto che mise fine alla seconda guerra mondiale?
    E quale monumento ricorda che Palermo fu la prima grande città europea ad essere conquistata dagli alleati (22 luglio 1943)?
    E chi ricorda che Salemi è stata la prima capitale dell’Italia unificata?
    In quell’estate del 1943, nella Sicilia sud orientale, in luoghi che distano pochi chilometri l’uno dall’altro, si sono svolti due tra i fatti più importanti della seconda guerra mondiale.
    Eppure non esiste nessun segno che li ricordi, nessun monumento che ne conservi la memoria.
    Nessun segno, a parte qualche bunker e qualche monumento in alcune località, che ricordi che quelle spiagge siciliane, in quei giorni, furono testimoni di fatti che significarono l’inizio della fine del regime fascista e, con questa, l’inizio della fine della seconda guerra mondiale.
    Come mai?
    Forse perché, in fondo, al di là della retorica, al di là delle apparenze, al di là di aspetti superficiali, la Sicilia non è vista (né dai siciliani né dagli altri italiani) come parte della nazione italiana?
    O forse perché la Sicilia è condannata ad essere (suo malgrado) solo un luogo destinato ad ospitare, in virtù della sua posizione geografica, fatti che segnano la Storia?
    Resta il fatto che lo sbarco in Sicilia del 10 luglio 1943 fu un evento così importante che, per prepararlo, gli alleati misero in piedi la più riuscita operazione di disinformazione della seconda guerra mondiale.
    E che il generale Patton definì quello avvenuto in Sicilia nell’estate del 1943 «the greatest blitz in history».

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  • 7 commenti a “Perché sulle coste siciliane non esistono monumenti per lo sbarco alleato?”

    1. In compenso siamo pieni di statue di quel ladro di cavalli e stupratore di Garibaldi…

    2. Perché amiamo raccontarci una storia diversa, quella della Resistenza e della liberazione, sopravvalutando l’azione dei partigiani (peraltro quasi assenti in Sicilia) e sottovalutando di molto il contributo e il sacrificio di sangue degli Alleati: siamo degli ingrati che fanno torto alla verità storica per rimuovere un passato imbarazzante e annoverarci tra i vincitori della II guerra mondiale dopo il ventennio fascista. Abbiamo sempre bisogno di sbagliare per un ventennio prima di cambiare e raccontarcela diversamente: dove sono oggi quelli del 61 a 0?

    3. Il motivo è molto semplice. Se ci fosse stata un monumento in ricordo dello sbarco in Sicilia degli alleati, nell’ipotesi migliore sarebbe sommerso dall’immondizia, deturpato da scritte idiote o decapitato, come i busti di Villa Giulia..

    4. Piano, piano. Il ventennio fascista e’ stato un periodo tristissimo della storia locale. Gli alleati ci hanno “liberato” dal fascismo (anche detto gran parte della popolazione italiana, fascista o connivente). Nella loro opera di liberazione hanno ben pensato a creare degli ottimi ‘monumenti’ a ricordo del loro passaggio. Alcuni si reggono ancora oggi, a malapena. Ricordo dei bombardamenti liberatori. Era guerra. Il popolo italiano non era succube dei fascisti, ma responsabile del fascismo. E la liberazione dal fascismo l’hanno fatta i partigiani. La sconfitta dell’italia fascista gli alleati.

    5. Scusate, ma una Amministrazione comunale è libera, nel proprio territorio, di mettere un monumento a ricordo dello sbarco in Sicilia; possono farlo anche, chiedendo la dovuta autorizzazione o in accordo con l’Amministrazione, una Associazione culturale, una Pro-loco, un singolo cittadino. Perchè non viene fatto?
      In Toscana, Emilia-Romagna, Marche (le cosiddette regioni rosse, comuniste, partigiane e antiamericane) si contano centinaia di monumenti e cimiteri alle forze alleate, agli Inglesi, agli Americani, ai Polacchi, ai Canadesi, ai Brasiliani, ai Greci, alla Brigata ebraica, ai Gurkha; c’è un monumento a Bob Dole (senatore repubblicano sconfitto da Bill Clinton nella corsa alla Casa Bianca), che fu ferito nel marzo del ’45 nell’Appennino bolognese; ci sono interi Musei e sale museali dedicate alla FEB (Montese-Iola), alla 10a Divisione da Montagna USA (Trignano-Iola-Montese), alla 34a Divisione USA (Vernio), alla 91a Divisione USA (Livergnano); ci sono piazze, strade e quartieri dedicate agli americani… Forse in Sicilia lo sbarco non è piaciuto, ma questo va chiesto a voi siciliani e a quelli che votate, non all’ANPI o alla sinistra

    6. Sì, meriterebbero delle lapidi i nostri soldati, fanti delle Compagnie” Napoli” e “Livorno” che, a presidio della parte orientale della Sicilia, si sono battute valorosamente, pur contro soverchianti forze nemiche. Alcuni di loro, prigionieri, furono arbitrariamente passati alle armi dao “liberatori” (non giustiziati perché vorrebbe dire “fare giustizia”).
      Sì, un monumento ci vorrebbe proprio in loro onore.

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