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martedì 24 dic
  • E niente, sono stata alla mostra di Hermann Nitsch

    Al netto delle microguerre portate avanti dagli animalisti, la mostra, quella mostra, si è fatta. Quella con i maiali squartati, crocifissi, insanguinati, aperti a cozza e con le budella di fuori. Quella con le foto di uomini nudi con un bagaglio di fantasia e donne nude, bendate e pallide, tutti sdraiati, appesi e coperti di interiora di suini.
    Fuori dai Cantieri Culturali, a tentare di intralciare l’ingresso a centinaia di personaggi molto radical, con il filtro bianco per rullare le sigarette appeso al labbro inferiore, c’erano, per l’appunto, degli animalisti. Quattro animalisti. Invece di problemi reali, cioè il pony che traina il vagone di treno con la musica di Gigi D’A. in giro per la Cala, gli animalisti di Palermo si sono occupati, bontà loro, di arte. E lo hanno fatto rispondendo alle iniziative becere di quel cattivone dell’assessore Cusumano con cartelli tristissimi e accusatori che ho letto solo io e solo perché sapevo che oggi avrei scritto e che oltretutto nemmeno mi ricordo, sorry.
    Il loro intento – immagino – era boicottare l’happening palermitano in quanto sacrilego, secondo la loro personale visione del mondo, che probabilmente contempla invece quelle raffinatissime tele a soggetto mattanza-di-tonni che tanto piacciono a noi siciliani. Io, che sono animalista, chiamo ogni settimana i Carabinieri per segnalare le stalle abusive in centro storico e lascio in giro acqua fresca per i cani randagi. Ma va be’.

    Ma parliamo della mostruosa mostra. Citando un social influencer beccato lì per caso direi che «per colpire, colpisce» ma ancora devo capire dove, credo alle orecchie. La musica che accompagna il percorso è raggelante e pertanto adatta all’occasione. Tipo un unico frastuono di diversi strumenti in cacofonia totale, sommessa, quasi impercettibile ma che tuttavia provoca nell’ascoltatore ansia a pacchi. Quindi direi shazammabilità dell’evento, voto 3.

    L’installazione è molto ben concepita. È un crescendo di sentimenti rancorosi verso il genere umano, di catarsi post abbandono, buio e agonia che sfocia nel festival della carne cruda.

    Si parte dall’ingresso e si procede verso il culo del padiglione ZAC camminando in mezzo ad una immensa installazione di tele scure di circa 5 o 6 metri intervallate da piccole tele a colori. Rappresentano rispettivamente il dolore ed il distacco (grazie ad Antonio per la spiegazione). In mezzo, al centro, sul pavimento, delle pile di fazzolettini di carta (e i poveri alberi?) che hanno vita assai breve poiché nel fermento culturale sono stati più volte calciate e calpestate dagli acculturatissimi piedi degli avventori. C’erano anche delle vesti cardinalesche e vescovili con i relativi paramenti sacri. Non ho ben capito cosa simboleggiassero ma tornerò e me lo farò spiegare.
    Tanto traffico a Palermo non ce n’è, sicché.
    Dopo metri e metri e metri di vernice nerastra ecco che si arriva a dei banchetti dove, molto ordinatamente, sono disposti arnesi da operazione chirurgica come bisturi, pinze e coltelli, seghe e tovaglioli sporchi insieme a provette di diverse misure. Si, alcune sono piene di “sangue”. Forse sono il conteddraculaminghia ma fin qui, devo dire, impressione zero e andai avanti.

    Una parete delimita lo spazio fino ad ora visitato, separandolo di fatto dalle fotografie della performance brutta & cattiva promossa da un sindaco che in realtà è un genio del male. Che ovvio, bella in senso botticelliano di certo non è.
    In ogni caso, se si passa il cartello di avvertimento che riassumo in “bambini meglio di no”, si arriva alla parte davvero figa. Decine e decine di fotografie e tre (?) video immortalano una specie di girone infernale per vegetariani e pudichi. Sono tutti molto nudi, e il risultato è un meraviglioso groviglio di cosce, culi, #tette e cetrioli anni ’70 insozzati di sangue e semi coperti da brandelli di carne animale. Alcune foto ritraggono maiali appesi e sventrati, che poi è il motivo per cui oggi si parla della mostra di Hermann Nitsch. Una mostra di cui non sono riuscita a farmi un’idea probabilmente perché non capisco un cazzo di arte contemporanea. Però poi penso che nessuno avrà da obiettare, se domani fotografo random i macellai anzi, i carnezzieri, e ci faccio una mostra dedicata ai lavoratori di Palermo.

    Conclusione a scelta del pubblico (che è andato a vederla e senza barare):
    A – cosa?
    B – ho finto di essere colpito in realtà massacro animali
    C – guardando la mostra mi è venuta fame
    D – c’erano persone vestite malissimo
    E – tarapia tapioco

    Ospiti
  • 31 commenti a “E niente, sono stata alla mostra di Hermann Nitsch”

    1. il sindaco é un “dilettante del male”, un genio non é, perché é il nome del tram

    2. La cosa veramente curiosa di questo post, è che si arroga il diritto di criticare i “quattro animalisti radical chic”, salvo poi essere l’esatta immagine speculare, che recita però il ruolo della controparte…dell’altra campana. Articolo banale, volutamente provocatorio e politicamente scorretto, scritto con l’apposita volontà di voler farsi dire “ma guarda sta stronza, ma come si permette?”. Insomma, un po’ come la mostra di Kitsch, che di arte non ha nulla, l’autrice cerca un facile consenso attraverso la provocazione e lo snobismo spiccio. Quel tono di chi giudica dall’alto in basso è tipo dell’ipocrita che guarda la gobba degli altri, ma non la sua. Quindi, volendo riassumere, l’autrice è rimasta vittima di se stessa. Mi chiedo perché non scriva a questo punto un articolo contro la dottrina buddhista, che predica il rispetto di ogni forma di vita in quanto tale. L’autrice lo sa che esistono monaci che trascorrono la propria vita con solo un paio di mutande addosso, portandosi appresso solo uno scopetto per spazzare prima di sedersi, in modo da evitare di uccidere insetti? Una filosofia di vita da noi occidentali ritenuta assolutamente incomprensibile, che però in altre parti del mondo è figlia di un rispetto maturato in secoli e secoli, che andrebbe rispettato se non altro perché siamo troppo “piccoli” per giudicare una mentalità scaturita da infinite riflessioni frutto di anni e anni di storia della filosofia. L’unica parte in cui mi vedo d’accordo è la critica a una certo ideologia trendy, che sicuramente esiste, ma non per questo vuol dire che tutti gli animalisti siano racchiusi nel cerchio pressapochista che l’autrice vorrebbe spacciare per verità assoluta. Sono animalista? Si. Non lo sono sempre stato, ma ho maturato questa convinzione dopo aver letto, essermi documentato attraverso un’infinità di articoli, opinioni autorevoli, e aver quindi sviluppato la convinzione della mia scelta. Una scelta che non nasce per moda, ma per semplice LOGICA. Per evitare di andare a impelagarmi in terreni che richiederebbero mesi di discussione, andiamo al sodo: la mostra. Il valore dell’arte a mio parere consiste nella straordinaria abilità di esaltare l’animo umano attraverso rappresentazioni fittizie. Suscitare emozioni, e raggiungere la parte più intima di una persona andando a toccare i giusti tasti del suo cervello. L’arte è appunto eccellenza. L’arte è l’abilità di scavare un percorso nella tua mente, attraverso un’immagine, un suono, un odore, o altro, facendo scoprire a te stesso cose che nemmeno tu riuscivi ad immaginare. L’arte è capacità di spingere le persone a esplorare i confini della propria mente. Per questo maestri come Michelangelo, Picasso, Dalì, Mozart, pensatori come Nietzsche, Boudelaire, ancora oggi riescono a scavare nel nostro profondo…perché sono riusciti attraverso l’arte della propria professione a raggiungere il cuore e le menti del pubblico. Sto tizio qui sopra non è un artista, non fa arte. Ripiega sulla facile provocazione, un mezzo sicuramente più diretto…una scorciatoia che scavalca l’abilità necessaria che dovrebbe possedere un VERO artista per penetrare l’animo del pubblico. Invece sto tizio che fa? Mette in scena budella e interiora di vario genere. Obiettivo? Scandalizzare. Mi permetto però di dire che non c’è nessuna bravura in questo. Domani potrei mettermi in piazza Verdi e cagare davanti a tutti…otterrei lo stesso effetto. Quindi, prima di ergerci a “moralizzatori anti-morale” che si arrogano il diritto di fare le prediche agli altri, salvo poi comportarsi nello stesso modo, cerchiamo di riflettere su ciò che è logico, e ciò che non lo è. Dal mio punto di vista di animalista, infine, sono convinto che la vita vada rispettata in tutte le sue forme…e che non si può utilizzare un essere vivente per capriccio, in nome di una presunta arte. E’ lo stesso motivo per il quale, pur essendo ateo, non concepisco la bestemmia come presunta forma di “libertà”. Ovvero la libertà di insultare ciò in cui altre persone credono profondamente. Con questo post, abbiamo ricevuto l’ennesima lezione di snobismo radical chic, secondo il quale chiunque può dire la sua, anche se capisce veramente poco di ciò di cui sta parlando. La vera sconfitta non è la libertà di parola, ma la corretta informazione purtroppo…

    3. complimenti per l’articolo 🙂
      mò prendo i pop corn e aspetto gli animalari

    4. Comprendo il tuo volere accusare di “incoerenza” chi ha lottato contro questa mostra. Ma non ti sei chiesta se la gente che si è opposta si vegan? Animalista?
      “Io, che sono animalista, chiamo ogni settimana i Carabinieri per segnalare le stalle abusive in centro storico e lascio in giro acqua fresca per i cani randagi. Ma va be’.”
      Dobbiamo farti un applauso per quello che fai? Per quanto mi riguarda TUTTI noi facciamo qualcosa per questo mondo di merda in cui viviamo. Tu metti l’acqua ai cani e poi ti scofani una fiorentina di 5KG, io possibilmente non mangio carne cerco di farlo capire alla gente ma alla manifestazione contro sta porcata non ci sono andata.
      Quindi secondo me il tuo articolo non ha nè capo nè coda. E mi lascia pensare che non capisci un cazzo forse non di arte contemporanea, ma di un bel po di cose.
      saluti!

    5. ma io un l’aiu caputu: prim’i nesciri, tu pò pigghiari n’anticchia i puoicco pi puittaritill’a casa?? picchì assinnò temp’iccato è!!!!
      oh uggenia, ma chi tti sienti spierta a mittirici tutti ddi male palore nt’aitticolo???? ma unni facisti a scola ò malaspina?? ma unni ti sienti, a tavierna?? ma viri chista

    6. Chiddici ti ricordo che questa non è una chat. Grazie.

    7. Pessima e ridicola recensione, proprio cone dovrai essere tu!

      Se non t’intendi d’arte contemporanea di che scrivi?
      Straparli fomentata dall’ignoranza che è tipica delle persone che s’arrogano il diritto d’essere saccenti.

      Questa mostra immonda altro non è che una tra le tante becere assurdità che caratterizzano la nostra città (ne abbiamo poche vero?), una vergogna che sia stato permesso si esponesse un tale scempio.

      Perchè non mettiamo in galleria i cadeveri della Striscia di Gaza, delle guerre in Somalia o in Afghanistan o nel Sudan ecc..?! Corpi squartati e sangue umano ovunque per esprimere l’angoscia di questo sadico con gravi problemi psichiatrici?

      Sono indignata fal fatto che esistano persone simili su questa terra.
      Non è necessario essere animalisti o vegetariani per restare sconcertati.
      Cosa c’entrano le macellerie? Si può essere onnivori ma restare ugualmente basiti dall’idea che un individuo possa trovare normale uccidere delle bestie come forma d’espressione, e peggio, poi, all’idea che esistano soggetti che se ne beino alla vista come te.
      È sufficiente essere persone con un minimo d’umanità.

      L’arte è ben altro, è la sublimazione espressiva di un concetto proprio che non vuol far male e impoverire il genere umano, bensì arricchirlo.

      Sono nauseata e mi vergogno di essere una persona.

      Dovresti farlo tu in primis però.

    8. Vedo che siete arrivati tutti al verbo ARROGARE. Me ne compiaccio.
      E comunque non mangio fiorentine né donne di altre regioni.

    9. Pardon, città.
      Mi vergognerò di questo in secundis.

    10. Vi invito a essere rispettosi nei vostri commenti. Grazie.

    11. Quanta gente arrogante.

    12. Ho riso tanto.
      -l’amministratore-

    13. Ho trovato l’articolo divertente, la mostra eccessivamente provocatoria (ma Duchamp è passato così agli onori dei manuali di storia dell’arte. ..) e la ipotizzata censura ridicola e preoccupante. Non sarebbe meglio prendersi un po’ meno sul serio e rispettare le opinioni altrui? Peace&Love. (Si, sono una nostalgica fricchettona)

    14. “…probabilmente perché non capisco un cazzo di arte contemporanea”.

      Al di là del contenuto dell’articolo, perchè utilizzare volgarità gratuite?

    15. Come volevasi dimostrare…ho sprecato 50 righe di commento per ottenere risposte da prima elementare 😀

    16. Non sai argomentare neanche le critiche fatte al tuo articolo. Complimenti!

    17. Cara Luisa.
      Non credo di dover dare spiegazioni a LEI – non ci conosciamo, giusto? – o a chiunque altro mi chieda di argomentare. Questo è un blog, non un saggio di storia dell’arte, estetica, filosofia dell’arte, storia della critica d’arte, tecnica e mercato dell’arte, tutte materie che ho studiato molto volentieri, e lei?
      Il mio articolo descrive dall’interno una mostra di cui si è molto parlato, non è un articolo di cronaca, non deve essere imparziale. Per questo motivo mi sono concessa il lusso di esprimere la MIA PERSONALE opinione.
      Oltretutto le garantisco che non mangio carne, visto che a quanto pare, per lei, è la discriminante. Siamo su un blog, si rilassi, anche lei.

    18. Io sono rilassatissima . è stata LEI a sparare a zero sui… come li ha chiamati? Ah si, “centinaia di personaggi molto radical, con il filtro bianco per rullare le sigarette appeso al labbro inferiore, c’erano, per l’appunto, degli animalisti. Quattro animalisti.”
      Si esprime l’opinione sempre nel rispetto degli altri.
      Poi che lei mangi carne o meno, guardi, non ha alcun valore, data la sua presenza a questa buffonata chiamata mostra.
      Saluti.

    19. Poi “Voi siete arrivati al verbo arrogare”…
      Scendiamo dal piedistallo vah… Che qui, proprio perchè è un blog, l’opinione non la può esprimere solo LEI. E quindi, dato che c’è la possibilità di rispondere, si aspetti che la gente prenda una posizione sul SUO “articolo”.

    20. Luisa,
      Mi piacerebbe che fosse chiaro che i radical con il filtro in bocca sono i tizi che sono entrati al padiglione e non gli animalisti che reggevano i cartelloni. Il periodo forse andava costruito in modo differente.
      Io sono andata alla mostra perché sono giornalista, mi occupo di cultura e non me ne frega niente di chi va dove, ma mi piace parlare di qualcosa soltanto dopo averla vista.
      Ammetterà di non poterlo dire di se stessa.
      Per il resto, ognuno può farsi l’opinione che vuole, io ancora, nonostante l’abbia visitata, non me ne sono fatta.
      C’è caldo Luisa.

    21. @Luisa immagino lei sia una di quelle persone che erano davanti la mostra a manifestare, non si spiegherebbe tanta animosità.
      Comunque…sia che fosse lì sia che non ci fosse non ho capito (mia mancanza…) un solo motivo per cui la mostra non andava fatta secondo lei.
      approfitto della sua presenza per porre la domanda che andrebbe posta a tutti quelli che erano contro, sperando di non ricevere come risposta solo opinioni personali o improperi 🙂

    22. Alla persona che scrive “Perchè non mettiamo in galleria i cadeveri della Striscia di Gaza, delle guerre in Somalia o in Afghanistan o nel Sudan ecc..?” : stia tranquillo/a, è già stato ampiamente fatto anche questo.

      Se pure discutibilissima, ai suoi esordi l’arte di Nitsch aveva un significato molto intenso e profondo. Quello che vedete oggi essenzialmente è solo la raccolta del materiale prodotto dieci o vent’anni fa, durante le performances originali. Insomma: siete un tantinello in ritardo per far protesta.

    23. mamaaaa tutti chi s’aggaiddano comu cani ma chi vonnu sembrari peissone allittrate!!!!
      oh uggenia, ma picchì ti facisti dda fuoto cu menza facci?? chi ffu, ti finiu a batteria??
      rosalio, cca tutti parranu cu idda, picchì iu un ci pozzu parrari?? chi c’aiu, u immu??

    24. Non mi interessa chi mangia carne e chi no, o a chi piaccia o no la mostra; ho rilevato un errore che ritengo di notevole importanza, visto che credo che un giornalista, seppur il suo scopo sia talvolta la semplice critica, debba usare sempre valide ragioni e verificare ciò che dice.
      Conosco personalmente alcuni degli animalisti che hanno protestato, persone che lasciano in giro non solo l’acqua per i cani ma anche i croccantini, che fanno servizio in canile ogni giorno ( Sì, anche la domenica), che recuperano cani in autostrada e li portano a proprie spese da un veterinario, che non dicono mai no ad un animale in difficoltà e onestamente neanche alle persone, viste le attività in cui sono coinvolti.
      Mi offro, se vuole allontanarsi dalle sue idee (basate non so su cosa) di mostrarle effettivamente cosa facciano queste persone e come siano effettivamente coerenti, perché la critica sterile non credo si addica ad un giornalista o di prodiga tale. Il mio indirizzo email dovrebbe vederlo, se così non fosse lo faccia presenta e provvederò a scriverlo.

    25. Roberta e tutti gli altri.
      Oltre ad averlo scritto, leggo e rileggo questo post ma mi trovo in grande difficoltà perché non vedo critiche.
      Da essere umano – non da giornalista, questo è un blog – ho trovato quattro animalisti fuor dai cantieri e così ho scritto. Da essere umano non ho capito se la mostra era da censurare per il lavoro dei macellai austriaci, in piena regola e 40 anni fa, o per il fatto che un austriaco, sempre 40 anni fa, ha deciso di adoperare le carcasse per fare una performance. Oggi a Palermo ci sono le fotografie di quella performance, che ha avuto un senso per il contesto culturale e sociale dell’Europa di 40 anni fa che noi miseri e poraccissimi palermitanini dispettosi non abbiamo vissuto. Mi fa piacere che ci sono persone come lei che sentono il bisogno di raccontare il loro volontariato ma se non avete il culo sulla griglia non capisco come possiate trovare il tempo per continuare a commentare un post che non parla di animalisti, ma del fatto che gli animalisti non vogliono una mostra. Che indipendentemente dalla vostra opinione e dalla mia è riconosciuta come arte e come tale non va censurata. La censura è un arma molto pericolosa e può fare solo danni. Proprio non capite.

    26. Certo che è chiaro quello che dico da ormai più di un mese. L’arte di Nitsch non è arte. Ma non perché lo dico io, ma perché lui stesso lo afferma. Quello che voi vedete in questa mostra è solo ciò che resta delle performance di questo individuo. Performance che però non sono “drammaturgia “.. non sono “teatro”.. ma sono un rito. Un rito spirituale. Nitsch è un “santone ” convinto che in ognuno di noi risiede la violenza di un assassino e che solo tramite il suo rito ci si possa elevare e purificare. Quindi, di fatto, quello che lei non ha capito.. perché fa parte di quella categoria di persone che va a vedere senza prima “studiare ” col rischio quindi di non capire uno zufolo, è che in realtà non potrà MAI capirlo. A meno che non si recherà nel castello di Nitsch e partecipare ad una sua performance.
      Ricordandosi però che non va ad uno spettacolo.. ma ad un rito spirituale.
      Salamelecchi.
      Attendo ancora qualcuno che sappia dirmi la differenza tra setta e adepti e estimatori e arte per quel che riguarda Nitsch.

    27. Dimenticavo. Le telefonate per denunciare stalle abusive, maltrattamenti agli animali ecc. dovrebbero riguardare TUTTI i cittadini civili e non certo solo “gli animalisti”.
      Noi animalisti oltre a fare queste OVVIE telefonate, raccattiamo cani abbandonati nei cassonetti mezzi morti dopo un combattimento, ci sporchiamo di sangue vero le nostre mani e coi nostri soldi paghiamo cure e degenze preoccupandoci pure di trovargli casa, visto che l’amministrazione, il Comune, il Sindaco, se ne lavano bellamente le mani. Spesso gli animali vengono torturati da maniaci e noi dobbiamo raccoglierne le viscere e correre lesti da un veterinario (con cui abbiamo spesso molti debiti) e pregarlo di salvarli. Noi “animalisti ” viviamo ogni giorno questa violenza gratuita, ogni giorno dobbiamo pensare a saldare conti, ogni giorno troviamo animali che chiedono la nostra pietà il nostro aiuto.. forse per lei essere animalisti vuol dire fare una telefonata. Non so. Ma mi creda. Non ha assolutamente capito nulla (come lei stessa ha affermato bel suo articolo) né della mostra né del perché Nitsch non era il benvenuto!!
      Ma se preferisce parlare di arte.. (perché ripeto, il suo articolo parla di “nulla” se non della sua visita e delle sue impressioni) parliamo dell’azionismo viennese, quello fondato da Nitsch. E dei suoi esponenti, il pedofilo, il suicida, i sadico.. non so. Almeno parliamo di cose serie.

    28. Arte non è un dogma come voi lo intendete!!!
      Siccome “qualcuno più bravo e più intelligente di me ha detto che è arte allora lo è e quindi no censura”
      Ma come ragionate?
      Avere una capacità critica vuol dire anche opporsi a certe decisioni prese da chi? Per dire che è arte non serve solo un critico e un mercante d’arte. Serve anche un “pubblico” una massa indubbiamente vasta che, piace o meno, la definisce arte. Se dovessimo oggi fare un sondaggio su Nitsch e chiedere a tutti (di qualsiasi estrazione sociale, livello culturale ecc.) uno sforzo che li porti a giudicare per istinto (e non per indottrinamento ) se è per loro arte o non arte… metto la mano sul fuoco che il 90% direbbe di no. E questo non lo dico così tanto per dire. Ma perché di fatto chi è stato per la libertà di vedere la mostra, primo non ha capito l’arte di Nitsch e l’ha trovata inutile, strana, incomprensibile ecc, secondo dice che è arte perché “qualcuno lo ha detto” (tipico esempio di fede, dogma.. chiamatelo come volete ma quello è ) e terzo nemmeno conosceva Nitsch prima di oggi. E ancora oggi non sa cosa sia l’azionismo, la performance, l’Aktion ecc, la “forza del gesto” , l’arte totale e via discorrendo.
      Quindi che si parla? Di un Dio che esiste perché tizio ci crede?

    29. Giornalista….divertente questa!

    30. Chiddici parlano del tema del post.
      Rimuoverò ulteriori commenti chattanti e non rispettosi.

    31. “E niente…” sintetizza di per se la profondità dell’articolo per intiero.

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