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giovedì 19 dic
  • Rio, lupare e culi al vento

    Solo quarantacinque minuti di volo dalla cosmopolita São Paulo e la musica cambia: infinite distese di palme da cocco e baie tropicali, dove chilometri di spiaggia bianca e foreste pluviali si incontrano. È Rio de Janeiro in tutto il suo splendore, che dall’alto del mio volo TAM, compagnia a basso costo brasiliana, mi dà il bevenuto. Il Cristo Redentore dal monte Corcovado sembra quasi volermi accogliere a braccia aperte, mentre il mio aeromobile inizia la sua vertiginosa discesa verso l’aeroporto nazionale Santos Dumont. Un atterraggio da ottovolante, dribblando colline, ponti e isolette nella baia di Rio. La chiamano la “cidade maravilhosa”, ancora più meravigliosa nell’infuocato febbraio del Carnaval che, come di consueto, regala notti selvagge a ritmo di samba e culi al vento! D’altronde il Brasile è noto per partorire fenomeni calcistici e culi da favola. Persino i manichini dei negozi d’abbigliamento hanno i culi a mandolino e le ragazze per stada sembrano averli tutti uguali…di serie! Questi fondoschiena sono talmente sporgenti da poterli usare come piano d’appoggio… Certo, per una ragazza con un fisico nella media tutto questo è frustrante, questi corpi cosi perfetti in bella mostra non aiuano la propria autostima, per cui non mi rimane che massacrarmi in palestra e sperare che anche a me un giorno possa sbocciare il culo alla brasiliana.
    Fondoschiena a parte, la vera attrazione di Rio sono proprio i carioca e la loro filosofia di vita. Più tempo trascorro con i brasiliani e più mi rendo conto di quante cose abbiano in comune con noi siciliani, a cominciare dalla lingua! Chiamare un siciliano “Curnutu” vuol dire firmare la propria condanna a morte. Ebbene, in Brasile magari non ti prenderanno a colpi di lupara, ma chiamare qualcuno “Corno manso” – Trad. Cornuto contento – non è un bel complimento.
    Ma la prova del nove è l’arancina…che loro chiamano “coxinha” a base di pollo. Il gusto è simile, la forma anche, nonché la consistenza.
    Gli infiniti litorali sabbiosi di Rio sembrano racchiudere tutta l’essenza del versante “popolare” della spiaggia di Mondello, elevata al quadrato. Premetto che le spiaggie di Ipanema e Copacabana sono il centro dell’universo carioca, dove si vede, si pratica e si fà di tutto, tranne che prendere il sole! C’è gente che si allena con la capoeira, rischiando di sferrare calci sul muso ai poveri baganti, file di ragazzi e ragazzini che giocano a pallone con la stessa abilità con cui si possa usare lo spazzolino da denti – solo che di tanto in tanto sto’ pallone atterra sulle teste della gente, spappolando nasi e insabbiando panini. Impossibile fare il bagno: a meno che non sei Mandrake le onde ti travolgono e ti frullano come in una lavatrice, per poi naufragarti alle Cagarras (gli isolotti della baia di Rio) a qualche miglio dalla costa. E per finire, ciliegina sulla torta, ci sono i venditori ambulanti che ti urlano nelle orecchie. Loro vendono una moltitudine di cose incredibili: dalle scarpe e costumi da bagno, al granturco, formaggio grigliato, gamberetti, agua de coco e spiedini vari.
    Insomma, ho appreso che a Rio in spiaggia ci si va per fare di tutto, tranne che per rilassarsi, ma mescolarsi coi carioca è pur sempre un’esperienza magnifica, per quanto fisicamente devastante possa sembrare. Loro hanno l’argento vivo addosso: si bombardano di guaranà, che è ricco di caffeina, e açai altamente energetico, che combiati insieme in un beverone dal colore violaceo, sembra diano lo stesso effetto di una sniffata di cocaina!
    Il mio amico Gustavo mi ha ripetuto una frase che non dimenticherò mai : “CHIUNQUE PUÒ ESSERE UN CARIOCA, BASTA CHE LA MALINCONIA E LA TRISTEZZA DI IERI, E L’INCERTEZZA PER IL DOMANI, NON CI TOLGA L’ALLEGRIA DI OGGI” (sicuramente quanto l’ha detto era strafatto di guaranà).
    Persino il concetto di onore e amicizia basa le sue fondamenta su similitudini siculo-brasiliane. Esempio, se visiti la favela dello Zen e sei amico di Totuccio o cugino di Salvatore detto Turiddu, nessuno ti torce un pelo. Ma se ci vai da turista ti fanno nuovo! La stessa regola vale per Rocinha, la favela di Rio: se sei amico di Armando e cugino di Manrique sei a posto. Se ci vai da perfetto estraneo ti levano anche le scarpe…e le mutande, se sono firmate!

    Palermo, Sicilia
  • 11 commenti a “Rio, lupare e culi al vento”

    1. Per un attimo mi sono alienata dal casino mattutino che sfreccia al di là dei vetri della mia postazione d’uffico di via Parisio per perdermi in un mondo di colori, suoni e sapori esotici. Ho deciso di adottare quale mio mantra personale la frase dell’amico carioca: CHE LA MALINCONIA E LA TRISTEZZA DI IERI, E L’INCERTEZZA PER IL DOMANI, NON CI TOLGA L’ALLEGRIA DI OGGI……e comu vieni si cunta!!!

    2. Giorno… Ali…
      qualche giorno fa parlavo con un mio amico amante del Kite… e del Brasile proprio di questo !
      Lì ha trovato una certa dimensione … dopo aver investito quindi acquistato tra Natal e João Pessoa un terreno di 2oo Mq ove sorge una capanna di Pescatori fatta in legno e fango … con Acqua e luce elettrica … va ogni anno per trascorrere i suoi 6 – 7 mesi di Sport … Relax e Allegria !
      Ebbene ! è un posto Magico … andrò presto !
      complimenti … per le tue descrizioni !
      ciao,
      Luca

    3. Ma a Ipanema e Copacabana ci sono le cabine?
      No perché mi chiedo: tutta sta gente schiffarata dove le metterà le teglie di pasta col forno, i pirofile di milinciane mpanate, le giare di cocacuela e i melloni agghiacciati?
      No perché i melloni aggiacciati, con le poderose correnti marine, se non li metti nella gghiacciera va a finire che te li trovi addabbanna di Panama.

    4. Ok per la bellissima e coloratissima descrizione, ma a questo punto…la domanda mi sorge spontanea: perchè i culi brasiliani (“talmente sporgenti da poterli usare come piano d’appoggio” cito testuali parole) sono molto apprezzati e poi quelli panormiti vengono definiti regolarmente “portaeree” anche se assolutamente normali e/o per nulla sporgenti? 🙂

    5. Cara Maria Luisa,
      hai sollevato un argomento piuttosto interessante : culi a mandolino Vs. culi a posacenere.
      Da un punto di vista estetico, si tratta indubbiamente di due conformazioni fisiche diverse. La prima fa riferimento alla “fimminazza in carne” ,mentre la seconda rispetta piu’ un canone di perfezione estetica. Molto spesso pero’ un poco di ciccia in piu’ viene considerata sexy…Ma forse dovremmo chiederlo ai maschietti!

    6. Beh… mi piacerebbe conoscerti bella alice…io sn stato in brasile e devo dire che è il risveglio dei sensi…

    7. Ciaooo Maria Luisa,
      i culi panormiti come hai scritto, sono normali… o meglio mere consuetudini della quotidianità !quindi, si apprezzano i “mandolini…” evidentemente ! ma alla fine avrà la meglio la tradizione !!!!

    8. chissa’….,potresti avere ragione.
      I Siciliani come i Brasiliani.
      Ma gli Italiani sono e restano 50 e piu’ anni avanti rispetto ai Brasiliani o no? E non credo abbiano tanto tempo per occuparsi di donnine e champagne,
      impegnati come sono
      a difendere il PIL di questo paese.

    9. Il Pil? il Pilu semmai!

    10. vai tranquillo che col Pil in crescita
      il Pilu e’ assicurato….(di I scelta)

    11. Culo a portacenere… citazione di Yuppies… Ah se non ci fossi io a innalzare le coscienze con queste perle di cultura…

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