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martedì 26 nov
  • Mangiare ciò che è buono, pulito, giusto

    Questo post è un test di mercato per verificare quanto una comunità virtuale e digitalmente alfabetizzata, quale quella rappresentata dai lettori di Rosalio, sia in grado di passare consapevolmente dai bei discorsi, dalla teoria su come potrebbe migliorare la qualità della nostra vita, alla pratica di una consapevole e concreta responsabilità sociale come consumatori. Carlo Petrini, il fondatore di “Slow Food”, nel suo ultimo libro, “Buono, pulito e giusto”, ricorda che mangiare è anche un ”atto agricolo”, di politica agricola, perché selezionando e pretendendo cibi di buona qualità, prodotti con lavorazioni e criteri che rispettino l’ambiente, il ciclo delle stagioni e le tradizioni locali, favoriamo la biodiversità e un’agricoltura equa e sostenibile. In un secolo si sono estinte trecentomila varietà vegetali e continuano a scomparire, al ritmo di una ogni sei ore. Un terzo delle razze autoctone bovine, ovine e suine è estinto o in via di estinzione. Il 75% delle riserve di pesce del pianeta, se non si interviene rapidamente, rischia di scomparire. D’inverno la lattuga viaggia dalla California a Londra e le carote raggiungono la Svezia dal Sud Africa. Negli USA il percorso medio di ogni prodotto per raggiungere un supermercato è di 1.288 km. Questa è la follia di un’agricoltura iperproduttiva che ha clamorosamente fallito: non ha sfamato il pianeta, lo ha inquinato, ha cancellato identità culturali di interi popoli e ha drasticamente ridotto la biodiversità a favore dell’omologazione di prodotti e sapori agroindustriali.

    Noi palermitani, oggi, possiamo dire di avere la fortuna di vivere in un territorio, tradizionalmente agricolo, che ha saltato a piè pari lo sviluppo industriale, visto che le fabbriche, in tutta Europa, a causa della globalizzazione stanno migrando verso i Paesi emergenti dove più basso è il costo della manodopera. Lontani persino dai vari petrolchimici isolani (Priolo, Gela), non risentiamo nemmeno delle ricadute (inquinamento, piogge acide) tipici delle aree ad alta densità industriale. Proprio per questo, per solidarietà verso i siciliani meno fortunati, la nostra classe politica regionale sta pensando bene di metterci sopra la testa (a Bellolampo) uno dei più grandi inceneritori d’Europa mentre, a livello amministrativo, si rinvia ogni seria misura contro l’inquinamento da traffico alla realizzazione di metropolitane “future” al prezzo, “attuale”, di molti anni di avvelenamento da polveri. Il mondo sviluppato domanda qualità della vita, benvivere, che è rappresentato innanzitutto dall’aria che respiriamo, dall’acqua che beviamo o in cui nuotiamo e dal cibo che mangiamo, anche se spesso lo dimentichiamo. Sono stato recentemente in uno dei primi agriturismi della provincia. Il sapore della salsa di pomodoro non mi ha convinto, non era quello che avevo gustato in precedenza, e l’ho fatto notare al titolare che mi ha confessato candidamente di utilizzare per metà salsa fresca di produzione propria e per l’altra, salsa di una nota multinazionale. Gli agriturismi, così facendo, trasformandosi in ristoranti “fuori porta” per ricevimenti a buon mercato, stanno tradendo la loro funzione originaria e decretando, da soli, la loro prossima fine.

    Veniamo dunque al test riservato ai lettori di Rosalio. Immaginate un’azienda agricola, a ridosso del Parco delle Madonie, estesa per centinaia di ettari di pascoli e colture, gestita da esperti ed appassionati agronomi e medici (la più efficace prevenzione delle malattie dipende ormai dalla qualità degli alimenti), con una produzione di frutta e verdura di stagione, formaggi freschi e stagionati, olio e vino, conserve e confetture, pasta e biscotti, carne suina e bovina. Immaginate poi un sito internet dove venga riportata, in una sorta di vetrina virtuale, la frutta e la verdura di stagione oltre agli altri prodotti menzionati. Immaginate di poter fare la spesa on line, tornando alla sana abitudine di dipendere da ciò che la terra produce nel ciclo delle stagioni, senza cercare, per capriccio cui ci siamo tutti un po’ abituati, ciò che proviene da lontano o da ambienti artificiali ad alto tasso di concimi chimici e di conservanti. Immaginate che questo carrello virtuale, riempito a colpi di click, vi venga comodamente consegnato a casa, attraverso un furgone frigorifero, con un rapporto qualità prezzo competitivo oltre alla comodità del servizio a domicilio. Immaginate che questa mission aziendale, riscoprire tradizioni culinarie, profumi e sapori delle nostre campagne in chiave anche di sana e sicura alimentazione, comporti anche la possibilità di visitare direttamente l’azienda e anche di soggiornarvi per scoprire come è fatta una pianta di fave o sentire l’odore del latte appena munto o della ricotta appena montata. Riflettete poi sul fatto che le intermediazioni tra il produttore e il consumatore finale fanno lievitare i prezzi dei prodotti agricoli rendendo antieconomica la produzione ai primi (con l’effetto dell’abbandono delle campagne) e costosa la spesa ai secondi (vedete qui come il pomodoro di Pachino non abbia solo il problema della concorrenza di quello di…Pechino). E rispondete infine alla seguente domanda: se vi indicassi il sito di questa azienda, sareste interessati a provarne i prodotti alle dovute condizioni (facoltà di rifiutare merce non conforme, garanzie, ecc.)?

    Palermo
  • 13 commenti a “Mangiare ciò che è buono, pulito, giusto”

    1. sì, certo!!

    2. …. quanto commenti al post dobbiamo aspettare per conoscere questo sito ?????
      Dai tutti leggendo questo post sono curiosi… sputa il rospo !!!

    3. io ci sto’!!!!!!
      Che figata, alimenti buoni, sani e genuini a casa propria: il massimo! Speriamo che anche il prezzo sia conforme….

    4. è una bell’idea, ma esiste davvero questo posto?
      io acquisterei (se i prezzi non fossero altissimi)…
      allora sto link ce lo dai o no?? 😀

    5. Ma che è? Pubblicità (non tanto) occulta, travestita da test di mercato?

    6. E che è il paese di bengodi?
      Vai spara!

    7. In effetti comprare il pomodoro a PEchino mi pare assurdo, ma e’ quello che sta gia’ succedendo.
      Comunque, sarebbe interessante saperne di piu’. anche se e’ pubblicita’ le premesse potrebbero valere lo spottone

    8. La pubblicità, normalmente, viene pagata; il mio semmai è un “passaparola” amplificato dal mezzo internet. Del resto ho cominciato a scrivere sui blog quando ho trovato sempre meno, sui media tradizionali, ciò che volevo leggere o vedere: l’informazione “reticolare” dei blog è spesso più interessante di quella “artificiale” dei media che rispondono, loro sì, alle logiche del mercato della pubblicità. Ma di questo ho già scritto https://www.rosalio.it/2007/02/06/la-pubblicita-e-lanima-della-disinformazione/
      Ancora un po’ di curiosità e di domande e venerdì, al mio ritorno, vi svelo tutto. Grazie, comunque, dell’attenzione.

    9. Donato, te lo dico sinceramente: siccome conosco quali sono i tuoi valori e su cosa ti impegni, penso che l’iniziativa che stai descrivendo vale la pensa di essere conosciuta!!!Attendo con fiducia

    10. Donato, anche se la tua fosse pubblicità, piu’ o meno gratuita, o semplice deformazione professionale, non ci troverei nulla di strano. Al contrario. A me interesserebbe il rapporto qualità-prezzo e, ovviamente, un’opportuna visita per motivi etici.

    11. Consigli per gli acquisti…a te Mario Bianchi…
      MAH…

    12. Il sito dell’azienda di cui ho parlato nel post è in costruzione. Le consegne vengono attualmente effettuate due giorni alla settimana.
      Per maggiori informazioni:
      Tel./Fax : 0918345654
      Mob. 3292004188
      e-mail: natura.express@libero.it

    13. Post molto utile, grazie!

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