I balletti di Rosario
Ormai il fondo è bello e toccato.
La politica regionale annaspa, inciampa, cade, si rialza, a malapena.
Crocetta, il Che Guevara siciliano, si è ridotto in un ragioniere della premiata ditta, affollata da politici della prima repubblica e tecnici della seconda cordata.
Il paradosso non ha limiti. Mai un coup de foudre di questa portata. Un passo avanti e due indietro. E oplà la Giunta siciliana è bella e rattoppata.
I balletti del presidente non lasciano speranze. Fa un uso un po’ bizzarro dei soggetti che gli ruotano attorno. Ma,come dice un vecchio ed abusato adagio: chi è pazzo, Carnevale o chi gli sta dietro?
Nel Palazzo si mormora che c’è tanto imbarazzo. Ma una talpa della politica, appena silurata, anche lei, fotografa la realtà vera, nuda e cruda.
Ognuno arraffa quello che può. Chi un assessorato, chi un incarico, chi un commissariamento. Meglio l’uovo oggi che la gallina domani. Questo è il motivo per cui la legislatura andrà avanti fino allo scadere naturale. In barba alla dignità, al benessere, alla solidarietà, alla giustizia. In una sola parola, in barba della Sicilia.
Ultimi commenti (172.542)