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sabato 23 nov
  • Il principato di Ballarò

    Il principato di Ballarò è uno stato indipendente che si trova nel cuore dell’antica Palermo, sulla strada che collega corso Tukory a Casa Professa. Se qualcuno dovesse attraversarlo per la prima volta avrebbe l’impressione di trovarsi in un porto franco ed in una zona della città senza le regole dello stato Italiano, dove l’anarchia regna. In realtà non è così. Il mercato ha delle regole che si sono sviluppate nei secoli, parallelamente a quelle delle varie dominazioni che si sono susseguite. Questo è un mercato dove si commercia ogni tipo di genere alimentare, ma non solo, vi sono anche gioiellerie, negozi, pasticcerie, taverne. Una cosa che si nota subito è che ancor oggi quasi tutti i commercianti non emettono lo scontrino fiscale. Da questo già si percepisce che si è in un luogo dove nessuno paga le tasse o quantomeno le evade. Basta un metro quadrato di spazio o meno per aprire un esercizio commerciale ad esempio di frutta e verdura, naturalmente la licenza non viene rilasciata dalla camera di commercio, ma dai commercianti vicini con il benestare dello zio di turno. Questo tipo di esercizio volante, spesso formatto da cassette di legno sulle quali viene riposto un piano di vendita formato da una tavola, può essere posizionato ovunque, anche al centro di una strada, l’importante è che si lasci uno spazio di almeno 40 centimetri tutto intorno, quello necessario a far passare una persona con sacchetti di plastica pieni di spesa. La zona,come il terminal di un aeroporto, ha i suoi posteggi con personale addetto che gestisce con efficienza Svizzera il movimento delle auto. La disposizione delle macchine, a seconda dell’afflusso dei mezzi, assume le seguenti disposizioni:a spina di pesce su carreggiata e marciapiede, in doppia fila e nelle strade senza uscita incolonnamento a saturazione. Naturalmente per far funzionare questi parcheggi speciali ad altissima efficienza a compressione ci vogliono delle menti eccelse come quelle dei posteggiatori di Ballarò. Non vi posso descrivere quale immenso piacere e soddisfazione si prova a lasciare l’auto e le chiavi in mezzo alla corsia di una strada, quando tutto intorno è bloccato o vi sono centinaia di macchine che procedono a passo d’uomo. Se venite a Palermo è doveroso provare. Gli addetti stradali sistemeranno la macchina in qualche modo e ve la consegneranno per la modica cifra di mille lire, oggi 50 centesimi. Questa è l’unica tassa che si paga per entrare al mercato d Ballarò. In questo mercato non sono rispettate le vigenti norme e regole alimentari per conservare i cibi. Ad esempio la carne bovina, suina o ovina viene appesa all’aria aperta sia per essere esposta, tipo cartellone pubblicitario, sia per eseguire la frollatura della stessa, quel processo naturale che permette alla carne d’intenerirsi.
    Ricordo un macellaio, carnezziere, che quest’anno nel periodo di Pasqua addobbò l’ingresso del proprio esercizio commerciale con agnelli e capretti appesi come angeli volanti contornati da un tripudio di salsicce ad archi inversi. Sembrava di stare davanti la Cappella Sistina dei macellai. Questo modo di gestire la carne naturalmente è vecchio di millenni ed è forse nato con la caccia e, tutto sommato, non è antigienico in quanto la carne per essere consumata deve essere cotta e quindi sterilizzata. Il pesce, invece, viene esposto in modo coreografico su lastre di ghiaccio, ove chiunque può osservarlo bene e toccarlo per verificarne la freschezza. Questi palcoscenici sono illuminati con lampade da 500 watt che fanno risaltare i colori della mercanzia. Il prezzo del pesce è variabile da giorno a giorno, esso viene fissato alle 9 del mattino dai venditori più grossi, poi gli altri adeguano i loro listini. In funzione della temperature climatica, dell’abbondanza e dell’afflusso di acquirenti, il prezzo del pesce varia anche nell’arco dello stesso giorno, di solito al ribasso rispetto a quello fissato al mattino. Questo sta a dimostrare che il mercato funziona come una borsa finanziaria. Ricordo un episodio e cioè i venditori d’insalata verde un giorno decisero di chiudere le loro baracche per una settimana, in quanto il prezzo della lattuga all’ingrosso era stato triplicato e quasi nessuno acquistava più questo tipo di verdura. Si era avuto un eccesso di rialzo nel listino di borsa.
    Funzione importantissima di questo mercato è quella di calmierare i prezzi dell’intera città. Pagando i commercianti pochissime tasse ed evadendo il fisco, riescono ad abbassare i prezzi rispetto a quelli dell’intera città di circa il 30%. In questo modo il mercato assume per la città di Palermo una funzione sociale importantissima permettendo a più indigenti di sopravvivere. La spesa più importante viene fatta dalle massaie o dai capofamiglia in prevalenza il sabato mattino, giorno fieristico per l’afflusso di visitatori. All’interno del mercato, poi, vivono alcuni tipi di commercio ormai in estinzione tipo: il venditore di olive, il venditore di sarde salate e pesci essiccati in genere, il venditore di frattaglie, il quarumaro, etc. Una cosa caratteristica è che in alcuni punti del mercato a mezzogiorno viene effettuato il servizio per arrostire il pesce con la carbonella, naturalmente in mezzo ad una strada. Così molti comprano sgombri o tonno li affanno cucinare e li portano a casa caldi, pronti per essere mangiati subito, oppure con una mafalda imbottita (pane di circa 200 g) mangiano subito sul posto ciò che è stato arrostito. Mafalda e tonno è sicuramente un pranzo da re. La cosa comunque più incredibile di questo stato è che esso ancora oggi continui a vivere con le sue regole infischiandosene del governo di turno e che nessun governo si è mai accorto che esso esista. L’unica cosa che relaziona il mercato agli organi di governo è una tabella 1 metro x 2 metri, con l’indicazione “Mercato di Ballarò”, che è stata posta a ridosso dello stesso mercato da qualche anno.
    Questo mercato così com’è andrebbe preservato per essere donato un domani ai nostri figli con le sue millenarie tradizioni. Mi piacerebbe molto se venisse fatta una legge per dichiarare Ballarò area protetta con i suoi abitanti, come quella degli indiani d’America.
    Dimenticavo la voce del mercato è l’abbanniata canto per pubblicizzare la merce: «Aiu a trippaaaaa!». Questo in particolare è del sig. Joè quarumaro dell’omonimo esercizio commerciale. Ascoltare dal vivo per credere. Ma questa è un’altra storia.

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  • 22 commenti a “Il principato di Ballarò”

    1. bravo.

    2. Gustosissima descrizione. Comunque a Palermo esistono altre repubbliche autonome. In pratica si può considerare una confederazione!

    3. complimenti…ho attraversato il mercato da una punta all’altra per andare a scuola per 5 anni,e devo dire che la vera scuola di vita è stata proprio quel misto di odori, colori, abbanniate, “scambi di opinioni”…è lì che si percepisce l’umore della gente…
      buona giornata.

    4. molto accurata la “ricostruzione”.Tempo
      permettendo,aggiungerei una appendice
      che descriva come “questo mercato” e’ immerso
      in un’area di grande interesse storico
      ricco di splendidi “cupoloni” di antiche Chiese e come esso viene “immortalato”
      da schiere di Turisti,che non credono
      ai loro occhi davanti a
      “tanto ben di Dio” ………

    5. Io penso che questo sia contemporaneamente l’aspetto più bello e il più pericoloso di Palermo. La confederazione di cui parla Zelig esiste eccome (si pensi alla Kalsa o al Borgo). Sono luoghi nei quali le regole esistono, sono antiche, e non possono esse stravolte da chi comanda dall’oggi al domani, magari sovvertendo irreparabilmente abitudini secolari. L’anarchia rispetto ai vari sistemi di regolamenti e cotnrolli, di questi luoghi, è per me il loro fascino intrinseco. Il rischio, il lato in ombra, è un concepirsi sempre come isole a parte, come città nella città, spesso poco inclini al dialogo con gli altri cosmi cittadini; in sintesi uno degli elementi di quell’inidvidualismo diffuso che è un pò il cancro di Palermo.
      Voto anche io per preservare il mercato, ma c’è solo un modo per preservare un luogo come questo, con questo rigido sitema di regole anarchiche. Vivere e lasciarlo vicere.:)

    6. Tutto ciò è semplicemente fantastico!
      E, per una volta almeno, voglio dimenticare tutto quello che di “brutto” ci sta intorno…

    7. Che bello leggere sto post!!!

      Vivo ad Amsterdam di fronte un canale… ed e’fantastico… ma nel cuore mi restano i miei mercati con il loro armonico “abbanniare”. 🙂

      Ciao,
      Vicio.

    8. beh! palermo è anche questo. nonostante tutto, questa è una caratteristica che ci distingue. certo che la prima cosa che visitano i turisti sono, proprio, questi posti. sono storia,piccole città nella città. sono luoghi dove il tempo, sembra, non essere mai passato. lo stesso Guttuso restò tanto colpito dalla VUCCIRIA da immortalarla in un suo dipinto.

    9. complimenti..da quest’anno frequento questa zona per via dell’università..che abbiano inserito una delle sedi di giurisprudenza in quella zona affinchè i futuri giuristi crescano con l’idea della vera vita palermitana?..beh..che dire..ottimo scritto! bravo!

    10. Ballaro` e` meraviglioso! Davvero simile a un mercato arabo….ed e` questo che lo rende immensamente affascinante!

    11. che si consideri affascinante una zona della città che sfugge ad ogni regola (igienica, fiscale ecc.)mi sembra indicativo; considerate che Palermo, a sua volta, per molti versi sfugge a tantissime delle regole del vivere civile: considerate anche questo affascinante? Evviva il fascino di questo lembo di terra felicemente fuori da ogni regola, che sguazza nell’anarchia ed alleva nel suo grembo una classe politica la cui profondità di pensiero è sotto gli occhi di tutti… Ma un po’ di sana normalità e rispetto delle regole no?

    12. Credo che l’autore volesse sottolineare proprio gli aspetti che tu hai indicato, salvo, sono alcuni lettori che non lo hanno compreso.

    13. Per Salvo

      Quello che ho cercato di raccontare del mercato di Ballarò non è una mia invenzione, ma un dato di fatto notorio a tutti: Sindaco, Prefetto, Guardia di Finanza, Polizia, Carabinieri cittadinanza tutta di Palermo. Da questo si desume che:

      1) Gli organi di governo preposti alla controllo della legalità sono volutamente assenti;
      2) Che questo stato di cose è voluto dagli organo di governo.

      Il mercato sicuramente ha una funzione sociale importantissima quella di calmierare i prezzi e per questo motivo permette a molte famiglie di vivere. Inoltre se tutto questo è illegale questa illegalità risiede non solo all’interno dei mercati storici, ma in tutta la città in quanto i mercati sono in perfetta simbiosi con tutto il contesto sociale: fornitori, acquirenti, e presumo che ambedue le categoria siano palermitane.

      Altra cosa importante del mercato è che al suo interno vive un pezzo di storia tramandata non attraverso i libri, ma attraverso la parola ed i comportamenti, e non è poco. L’identità di una stato, di una regione, di una città ci permette di capire chi siamo e da dove veniamo. Noi abbiamo la fortuna di avere ancor oggi un pezzo di storia viva.

      La cosa grave è che mai nessuno si è preso la briga di far dialogare questa realtà con gli organi di governo. Mi spiego meglio: si dovrebbe cercare di far emergere ciò che è illegale e nel tempo renderlo legale. Cercare di legalizzare Ballarò o altre realtà simili, ce ne sono tante altre in città, dall’oggi al domani significherebbe fare scoppiare una rivoluzione. Bisogna secondo me creare delle leggi apposite per permettere questo trapasso con gradualità, nel rispetto delle tradizioni e dell’identità e penso che ciò sia possibile in quanto Noi, la Sicilia, siamo una Regione a Statuto Speciale che ha potere di legiferare.

      Io sono orgoglioso di essere Palermitano.

    14. Sono orgoglioso anch’io, ma ammetterai che ce lo rendono difficile questo sentimento

    15. Credo che Ballarò sia una delle poche zone di Palermo rimaste “intatte”. La vera Palermo che vive alle spalle di chi lavora si trova nelle zone di espansione edilizia incontrollata tipo Viale Strasburgo che hanno fatto la fortuna di varie famiglie mafiose. Non credo che ci sia piu presenza dello stato in via Libertà o in Via Galilei, è solo fumo, niente di concreto. Amare Ballarò è amare se stessi le proprie radici culturali, rintanarsi in alveari di 15 piani della città “nuova” è da popolino, da gente incolta e spesso arricchita. Ricchezza che svanisce alla vista della magnificenza del nostro amato Centro storico. C’è chi vive DENTRO le mura e chi FUORI. a voi la scelta.

    16. Certo si potrebbe creare un area protetta privilegiata per i motivi storico culturali ma a condizione che si rispetti le regole della legalità e che questo non danneggi chi lavora in zone limitrofe…Aggiungo che Palermo è piena di zone più o meno simili per storia o bellezza quindi diventa una cosa più difficile da realizzare!

    17. Immagino una Ballarò dove vengono rispettate tutte le leggi fiscali e sanitarie, con le bilance elettroniche perfettamente tarate, con parcheggi per le auto in sosta, con negozi a norma e personale inquadrato, ecc… ecc..
      Immagino tutto questo che non sarebbe più ne Ballarò, ne Capo ne Vucciria, ma qualcosa di standardizzato ed asettico.
      Immagino la normalità, la solita vita piatta, i soliti centri commerciali guidati da gruppi finanziari che decidono l’economia mondiale.
      Forse e dico forse, usciremo dalla crisi grazie a questi “spazi senza regole” dove non esiste il prezzo fisso ma il contatto diretto tra le persone.
      Rivalutiamo le diversità, qualsiasi esse siano, ed usciremo da questa crisi che non è solo finanziaria ma è soprattutto di ideali.

      P.S. Sono un attento acquirente di frutta e verdura e posso dirvi che la qualità che si trova nei mercati rionali e molto superiore a quella che troviamo da Auchan o Ipercoop, risparmiando pure.

    18. Gli arabi ci hanno lasciato una preziosa testimonianza. questi scenari “commerciali” meriterebbero di essere valorizzati sia a livello cittadino che dal punto di vista turistico.

    19. Io consiglierei di istituire il vigile di quartiere ed aumentare i controlli igienico sanitari nei mercati di Palermo. Perchè non ho mai visto un vigile urbano percorre i suddetti mercati o un vigile saniatrio che fa i controlli della merce e che controlla come sono conservati gli alimenti nei vari negozi di ballarò ed altri. Non dobbiamo guardare solo la parte visiva ma dobbiamo salvaguardare la salute delle persone perchè secondo mè è in pericolo visto che non ho mai visto controlli igienico sanitari degli alimenti. Ti vendono la merce ma la paghi come al supermercato perchè o te la vendono di minor peso o è già quasi ammalorata. Il nuovo Sindaco queste cose le deve saper fare.

    20. si,si tutto bello e folcloristico.
      Ma parliamo dello spaccio e del traffico di droga armi e quant’altro?
      Parliamo del fatto che li qualsiasi tipo di autorita’ NON PUO’ entrare?
      Ballaro’ e’ il simbolo di come si e’ ridotta questa citta’ niente regole ne civilta’.
      Beati voi che trovate questo posto,come tanti altri a Palermo,un bel posto,io provo solo vergogna.

    21. PRima di entrare con leggi e leggine, coi carabinieri e la finanza e taccuini per multe alla mano dobbiamo sempre chiederci: cosa ha fatto lo stato per questi cittadini inprendidtori di se’ stessi ? ha aiutato quel quartiere? ha dato servizi ? ha favorito l’ingresso ho lo h a lasciato nei problemi di s empre ?
      Solo allora io andrei li’ a chiedere la perfezione fiscale.
      Ma prima andrei dai molti professionisti e tecnici palermitani , e soprattutto recupererei le grandi evasioni

    22. Se si vuole pensare minimamente di eliminare la mafia e l’atteggiamento mafioso bisogna iniziare da queste zone!!Occorre mettere a norma tutte queste repubbliche autonome che fanno parte di Palermo…Ballaro Zen e via dicendo.
      E’ proprio in questi posti che l’illegalità regna sovrana….sia di giorno, che di notte, e col benestare delle forze dell’ordine, tali personaggi non possono che prendere il sopravvento…
      Il paradosso è che se posteggio un’auto con mezza ruota sul bordo del marciapiede in zona Politeama mi prendo una bella multa..se posteggio un’auto intera sopra il marciapiede in periferia ciò viene tollerato!!Ma Palermo non è un’unica città mi chiedo??

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