Rimandato il Genio di Palermo
Il Genio di Palermo viene rimandato. Le speranze della cultura a Palermo pure. A data da destinarsi.
Un altro evento della cultura palermitana è in ginocchio per l’incuria del Comune. Un danno enorme perché è uno degli ultimi esempi di politica culturale effettiva, una delle ultime manifestazioni che avevano una filosofia di base, un impegno per il territorio, un coinvolgimento dello stesso, una certa visibilità conquistata grazie ai partner internazionali e, cosa più importante, una continuità nel tempo. In un momento storico e culturale in cui piccole e grandi città si riqualificano, mettono in mostra le loro risorse e si danno da fare per innescare circuiti produttivi di cui è la cultura il motore, a Palermo rimane solo il Festino di Santa Rosalia (con tutto il rispetto) dove anche il carro ormai viene prodotto a Milano.
Evidentemente, non è entrato nella testa degli amministratori che le politiche culturali vere, quelle che hanno una qualche ricaduta per il territorio sono quelle che continuano per un certo periodo di tempo, quelle che mettono in circolo le risorse endogene, quelle che si danno una prospettiva di medio-lungo termine. Se Mantova avesse fatto solo la prima edizione del Festival della letteratura non credo sarebbe quello che è, se la Biennale di Venezia avesse fatto la Biennale di Venezia solo per i primi dieci anni adesso non avrebbe la Biennale di Venezia e così via. Perché a Palermo questo non succede? Perché i vari Palermo di scena, o Cantieri alla Zisa, o stagioni del teatro Garibaldi durano massimo dai tre a cinque anni e poi basta? Perché la classe degli amministratori non capisce che tagliando sempre (e sempre per primi) i fondi alla cultura si tagliano le gambe alle speranze di crescita vera della cittadinanza, della comunità, della qualità della vita in questa città? E così Il Genio di Palermo, manifestazione biennale, che apre gli studi degli artisti, che permette ai palermitani di curiosare fra le giovani promesse dell’arte contemporanea palermitana, si trova costretto alla vigilia della sua settima edizione a dover dire in conferenza stampa ai propri partner “signori, dobbiamo rimandare, il Comune non ha i soldi”. E noi, partner e fruitori, accusiamo il colpo, perché ci rendiamo conto che Il Genio di Palermo è (era?) uno dei sopravvissuti alle mancanze delle politiche culturali di questi ultimi anni. Politiche culturali (lo ripetiamo per i non udenti) che non sono solo i giochi di fuoco, spettacoli fatti una volta e basta, i Grandi Eventi, la riapertura roboante di luoghi nella impossibilità di programmazione a lungo termine degli stessi. Sono le manifestazioni che rendono conto di un territorio e cercano di lavorare al loro interno, le manifestazioni che vanno avanti per un tempo lungo necessario alla loro crescita, alla loro effettiva validità, le manifestazioni che danno lavoro ai palermitani, che danno agli artisti o ai creativi (manovalanza compresa) la possibilità di non trasferirsi per forza altrove. Aspettiamo il Festino dunque! Unico evento culturale che da più di quattrocento anni resiste (certo non in maniera immune) alle crisi di bilancio, alle giunte, all’indifferenza dei più e ai mostruosi ritardi della nostra città.
Inserire nella stessa frase “cultura” e “Comune” è un errore.
Se serviva una -ennesima- prova della scellerata gestione culturale di questi anni, eccola.
“Palermo la città più cool d’Italia”… ommioddio…
E’ che -davvero- in Comune non hanno idea di come si pianifichi, progetti e si tuteli la Cultura.
(leggasi: la giunta Cammarata non ha fatto pressocché nulla per la Cultura nel primo mandato, decide allora di dar continuità al suo non lavoro).
Finchè i piccoli politici che abbiamo non comprenderanno che la Cultura non ha un colore politico e non è di destra o di sinistra ma semplicemente contro il Potere, non ci sarà speranza di una reale rinascita per una Palermo sempre più avvilita, a disagio e incattivita.
Enia sbaglio o lei sta provando il suo nuovo spettacolo proprio in uno spazio di proprieta’ del Comune? Come puo’ scrivere questo?
considerazione personale generica: giusto segnalare le cose che vanno male e che disapproviamo anche in ambito culturale, sbagliato se però si allarga il discorso attaccando un’amministrazione da cui si ottengono finanziamenti e/o servizi.
Wikipino:Forse Enia parla a nome della categoria, non guardando semplicemente al proprio caso personale.E cosa c’è di strano?Perchè non può dire ciò che pensa della gestione della “cultura” palermitana? Se lui riesce ad ottenere uno spazio, deve ignorare l’agonia degli altri che non hanno la stessa possibilità? Deve limitarsi a proteggere “il suo” come fanno tutti a Palermo?
panem et circenses!
grande stanton!
mi piacerebbe tanto che qualche responsabile del comune rispondesse proprio qui su Rosalio alla questione sollevata da Cristina Alaimo.
è bello rapportarsi alla cittadinanza tramite un blog… ma bisognerebbe evitare che questa piazza virtuale diventi per i politici un “mezzo” facile per raggiungere o ricercare il consenso visto che migliaia di persone fortunatamente lo frequentano.
Rosalio diventerà l’orinatoio dei politici?
bisognerebbe dare un out out ai politici dicendo: “vuoi pubblicare un tuo post? va bene… a patto che rispondi quando sarai preso in causa!”
lo instauriamo questo filo diretto con chi ci rappresenta?
rispondere immediatamente e in modo esaustivo per un politico sarebbe motivo di vanto e di vicinanza con la cittadinanza…per non parlare del fatto che sicuramente ne gioverebbe l’immagine che egli stesso ha nelle nostre teste!
siamo una forza per Palermo…basta solo crederci!
meglio sputare nel piatto (già torbido) in cui si mangia che leccare il culo ai potenti/incompetenti di turno, solo perchè si è ottenuto uno spazio. bravo enia!
secondo me sono entrambe cose sbagliate.
infatti davide non ha fatto nessuna delle due. scusatemi ma è così difficile capire che ci sono questioni che riguardano l’interesse collettivo che vanno al di là della propria situazione lavorativa/personale? si parlava di cultura a palermo, davide la fa ha il dovere di parlare (come voi che ne fruite) sono soldi nostri, è interesse nostro, è la nostra città. la finiamo di guardarci l’un l’altro e cominciamo a guardare tutti avanti? così forse riusciamo a fare un pò di massa critica, accorgendoci che davanti c’è il nulla. p.s. hanno tagliato pure il Festino!
Prima di ulteriori fraintendimenti.
Il festival di Montevergini collabora alla produzione dei miei due nuovi lavori. Ha dato residenza (cioé: una stanza per provare), non dovrebbe dare soldi (uso ‘u condizionale picchì ‘un si sàpe mai). Adesso sono a provare a roma, eliseo.
Poi.
I teatri e i festival finanziati PUBBLICAMENTE (montevergini è tra questi), cioé con soldi pubblici tratti da tassazione locale e interventi statali, dovrebbero: campionare la realtà locale, tutelare e promuovere. Il punto non è se io, Davide Enia (nome e cognome, non un nick anonimo) sia un fatto culturale. E’ una risposta, chìsta, che non interessa neanche a me.
Il punto, il vero nervo scoperto è: la gestione della Cultura a Palermo assolve o no il compito per cui è finanziata pubblicamente?
Secondo me no.
…
Ultimissima precisazione, visto che si abbàlla c’u me nome e cognome.
Non c’entra nulla lo sputare nel piatto ùnne si mància. Qua nessuno mangia (o sputa) da nessuna parte. Il direttore artistico di Montevergini (Alfio Scuderi) è interessato al mio lavoro, io ho trovato un interlocutore nella città dove risiedo e di cui continuamente parlo nei miei lavori. Una pura collaborazione professionale.
Senza peli sulla lingua.
Oddio, ora basta davvero, picchì se si incentra ‘u discorso su di me (cosa che invero accrescerebbe il mio ego) ‘un si talìa più ùnne s’avìss’a taliàre, anche perché ciò che si vedrebbe, farebbe soltanto male agli occhi, già addolorati da tanta miseria.
hanno tagliato tante cose, ma non è tanto il fatto che hanno tagliato, è (e sono d’accordo quì) che non si dà importanza ad un evento UNICO e PREGEVOLE: tanti eventi sono finiti, piu’ o meno artistici, alcuni piu’ elevati culturalmente altri solo belle vetrine ma che costituivano interessanti eventi unici in città, altri ancora vanno morendo, altri non sopravviveranno al quarto anno. Per esempio il fattore cinema è allo sbando, il Genio sospeso e rimandato ma anche il Palermo Film Festival che credeva nel rilancio dei Cantieri Culturali alla Zisa contro un decentramento verso i nuovi luoghi culturali della amministrazione che deve distruggere il lavoro della precedente (anche culturale!) che con la scusa sta progettando un enorme piano di restauro per diventare una Mostra del cinema siciliano e meridionale come non ne esistono in Sicilia(Taormina a parte che si è guadagnata il privilegio della continuità ma che secondo me sta un pò annaspando nella sicurezza della stessa e dei fondi sempre sicuri) così come altri eventi che esistono da sempre e tentennano a sopravvivere: lo Sportfilmfestival è una rassegna unica che assurge a 30 anni di vita ma il Comune la sta ignorando da 2, altri sono spariti con il tempo, Palermo Notte della Moda e il celebre Premio di Moda al Castello Ultveggio credo siano svaniti nel nulla idem, il Premio Franco Franchi sembra fare la stessa fine, altri eventi sono eccezionali come i Saldi di Cutino ma resistono coraggiosamente alla poca attenzione dei capitoli di spesa, altri sono operazioni culturali (ma anche commerciali) ben riuscite come il Palermo Teatro Festival che ovviamente riesce bene con il Montevergini restaurato e dato in regalo a Scuderi e con molti soldi stanziati sempre.
Doloroso vedere come al rinnovo di centri di cultura si accompagni l’addio ad altri splendidi (come i citati Cantieri Culturali alla Zisa – sì in restauro ma frattanto fermi e vuoti se si esclude qualche coraggioso) – a Catania non avrebbero permesso la chiusura delle Ciminiere.
D’altro canto io che sono il primo a constatare i danni alla cultura (e non solo a quello che ho tracciato)sono un bel pò contrario all’atteggiamento (non sto facendo esattamente riferimento ad Enia, ma mi è sembrato che ci fosse un leggero “principio”, forse sto male interpretando, non so) di alcuni operatori che lamentano sempre e comunque e attaccano l’amministrazione corrente anche quando ci lavorano, e spesso sono operatori che lavorano per destre e sinistre indifferentemente però si proclamano di sinistra e non lavoreranno mai per l’altra parte, poi la realtà è conflittuale e paradossale, però nessuno se lo chiede….è questa indifferenza che lascia me perplesso…perchè non insistere su operatori coraggiosi che si fanno il mazzo da anni, hanno scelto di restare quì, hanno scelto Palermo, mandano avanti a fatica eventi grandiosi e vincenti come anche quelli sopra citati, come il Genio in questione ?
perchè la storia è sempre la stessa: amicizia, raccomandazione, io mi infilo e quindi automaticamente tu no, se io ricevo soldi mi faccio i fatti miei per evitare di straparlare se no perdo anche quei pochi ottenuti.
E come sfondo una amministrazione palermitana di turno ora e sempre che favorirà solo gli interessi del momento e personali.
quindi sì, la cultura e gli eventi pregevoli non sono ad oggi riusciti ad ottenere la cosa piu’ importante (e quì sono d’acordo con Enia): IL RISPETTO DELL’EVENTO E DEL PROGETTO E DUNQUE IL BENEFICIO DELLA CONTINUITA’.
Ma quando un operatore culturale sputa sul piatto in cui si mangia (non è o meglio spero non sia per forza riferito a quello che ha scritto Enia, e in questo caso l’esempio non è riferito a lui voglio essere chiaro)è sbagliato perchè cade nel luogo comune dell’operatore arrabbiato che però intanto in silenzio e paradossalmente continua ad essere il consultente, o lavora e guadagna per l’amministrazione corrente. E ne abbiamo troppi di questi atteggiamenti credetemi.
iiii … beddamatri …. chi cosi…!
e Tony Siino ti ha permesso di scrivere che la giunta cammarata ha sempre tralasciato la cultura a palermo ?
Mizzica… ora il sindaco gli tira le orecchie !
Complimenti invece a te Cristina per la realtà che porti agli occhi di tutti(sante parole hai scritto).
Ahh… se quei soldi spesi per i manifesti rossi preelettorali fossero stati spesi per la cultura !!!!
Davide scusa il fatto del nick “anonimo”: in un blog è credo permesso e legittimo, quindi non ci vedo niente di male, ma anche io apprezzo chi parla con nome e cognome, è anche piu’ facile e meno tortuoso per dire quello che si ha da dire apertamente, e infatti da tempo pensavo di potermi dichiarare: spesso ho scritto con il nick di sergino anche se alcune volte comparivano altri utenti che appunto si classificavano come sergino, o Sergio o altro, quindi poter dire tutti i miei post è un pò complicato e diventa allora infatti inutile e difficile poi anche parlare, allora preciso subito che in questa discussione i post sono miei e io sono SERGIO RUFFINO e ho ovviamente parlato anche a nome della mia manifestazione PalermoFilmFestival come di altre che rispetto e non di altre che rispetto ugualmente e che fanno onore alla città, perchè tutte non si possono elencare se no si aprono post chilometrici che poi appallano 🙂
Voglio che tu sappia che non era un attacco contro di te almeno il mio, ma mi auguro solo invito te come tutti a non generalizzare mai troppo l’attacco contro un’amministrazione corrente e a, certamente, difendere posizioni e atteggiamenti per eventi e progetti che vanno valorizzati mentre l’amministrazione se ne frega e allora crollano e sembrano sbiadire, tuttavia senza cadere nel qualunquismo di chi grida “io sono….la cultura a Palermo e mi proclamo la vittima” – ma intanto lavora, riceve 100, 200 mila euro (per esempio) tranquilli per un evento occasionale o anche che ne vorrebbe di meno e però nessuno si domanda del paradosso.(non è il tuo caso, lo so per questo rinnovo che non sto ora parlando di te, e poi tu stesso hai detto che stai ricevendo solo collaborazione ed aiuto dal Montevergini, anche se probabilmente meriteresti di più, comunque sia ripeto non è riferito a te il discorso dell’operatore che sputa sul piatto in cui mangia, almeno quello che sto facendo io)
un esempio corrente lo abbiamo attualmente nella gestione cinema come dicevo, ormai quasi svanìta, ma comunque in “certi” operatori che hanno lavorato e intascato maree di soldi in passato e continuano tutt’ora a guadagnare (forse meno, forse per questo sono incazzati, però lì stanno non li muove nessuno e saranno sempre lì, destre o sinistre, quindi mi sembra un pò assurdo che si proclamino comunisti e gridino “io non lavorerò mai per la destra”); ed andrebbe tutto bene se non fosse che secondo me il loro operato, forse anche discreto, è troppo intessuto con altri contatti che sono sempre gli stessi, sempre le stesse persone coinvolte, sempre le stesse cose da dire o da mostrare e a volte, ricevendo “pochi” soldi, dando quattro opere in pasto all’estate palermitana senza troppo senso….ed intanto proclamano che tutto fa schifo, e largo ai giovani che non c’è e temo non ci sarà almeno al 90%.
Certo sto parlando per generalizzazione, e ripeto non è il tuo caso, ma spero solo che quelli come te, come me, come altri che scelgono di lottare in città per mandare avanti i loro progetti, i loro sogni, per dire qualcosa di significativo, continuino a lottare e non si abbandonino mai (anche se lo sconforto quì a Palermo è grande ed è grande la tentazione di trovare piu’ e migliori strade a Roma o altrove) al penoso atteggiamento dell’operatore culturale venduto e doppiogiochista.
Ma sono sicuro infatti che la gente che vale, perchè ci crede in quello che fa, non lo farà mai.
cordialmente
sergio
Sandro hai scritto una stupidaggine. Non mi faccio tirare le orecchie da nessuno.
“con soldi pubblici tratti da tassazione locale e interventi statali, dovrebbero: campionare la realtà locale, tutelare e promuovere”
Secondo me il punto centrale è questo. Succede in questa città che, se non diventi prima Davide Enia, nessuno ti prende in considerazione. Vi risulta che a Palermo esista uno spazio pubblico a disposizione gratuitamente per chiunque voglia fare teatro o musica, naturalmente senza avere santi protettori?
Quello che invece regna è il provincialismo, lo stesso che riconosce la cultura solo quando chi la fa è apprezzato e premiato fuori dalla nostra isola o nella peggiore ipotesi fa parte del solito “giro” culturale.
non ti fai tirare le orecchie perche questi tipi di articoli, come quello che ha scritto Cristina, non li scrivi di tuo pugno e te ne guardi bene.
Riporti sempre gli articoli delle news del comune di palermo (a copia e incolla style), ma un articolo di protesta, di critica sull’operato di questa amministrazione non lo scrivi mai a firma tua.
Fortunatamente c’è gente come Cristina Alaimo e anche altri in questo blog. Certo sei democratico, nel tuo blog fai scrivere critiche alla giunta comunale, ma lo fai fare ad altri.
Ahh … Tony Tony ormai ti canuscemu bonu !!!
con simpatia 🙂 sandro
Sandro hai detto la seconda stupidaggine. Leggiti le ultime spigolature palermitane, primo paragrafo.
Sottoscrivo integralmente il post di Cristina Alaimo. Inutile dire “Che vergogna” o “Che schifo”..c’è semplicemente da dire CHE PECCATO! Per un’altra occasione persa, per altra cultura perduta come acqua pulita sprecata, per cattivissima gestione di Palermo.Peccato…peccato!
P.S. Già..anche gli spettacoli del Festino sono stati tagliati (vedi Repubblica di domenica 18/06).
A proposito di cultura con soldi pubblici.
Ho avuto la possibilità di conoscere casualmente alcune politiche per la diffusione della cultura nelle grandi e medie città europee.
In molte città il mondo della cultura comunale non è appannaggio di pochi individui artisti vicini al sindaco o a qualche assessore, ma investe a 360° la cittadinanza.
Faccio un esempio: esistono delle strutture comunali dove un pittore, un attore, un fotografo, ecc possono andare per esercitare la loro attività artistica. Questi luoghi sono dei veri e propri labotarori gestiti dal comune ma con la frequenza per 360 giorni all’anno dei cittadini-artisti.
Gli artisti quando producono un opera od un manufatto artistico possono venderlo, ma una parte del ricavavto va all’amministrazione comunale che ha dato l’opportunità a quell’artista di potere realizzare il suo prodotto o la sua opera artistica.
Questo sistema permette di avere sempre fondi per la cultura perchè praticamente si autoalimenta con il lavoro dei cittadini artisti. E nello stesso tempo il comune da l’oppurtunità all’artista di crescere professionalmente e di farsi conoscere anche all’esterno dell’ambito territoriale comunale.
A palermo abbiamo i Cantieri della Zisa, un luogo ottimale per fare laboratorio ed impresa artistica con i cittadini artisti. Ma la scorsa amministrazione non ha posto – in pratica – alcuna attenzione alle potenzialità di questo luogo. Anche la scuola del cinema e’ rimasto capitolo morto, cioè non c’è nessuna scuola di cinema ai cantieri della Zisa oggi (qualcuno mi smentisca che vado a fare qualche provino).
Purtroppo se certi meccanismi non decollano a Palermo, meccanismi che molti di noi possono conoscere per esperienze indirette o per averne letto su qualche libro o su qualche sito web, è perchè gli amministratori locali non hanno mai creduto in questo tipo di cultura fatta dai palermitani.
Una conferma ne è la scarsità dei concorsi di idee e di progettazione negli ultimi anni. Una possibilità per fare esprimere le forze culturali ed artistiche locali. Invece si è prediletto l’incarico diretto a consulenti pagati con tanti soldi pubblici.
Per avviare la politica culturale locale diffusa c’è bisogno di fare scelte concrete da parte dell’amministrazione. Se si chiamano sempre i grandi nomi non siculi (vedi architetti per fare l’illuminazione del festino o direttori artistici per organizzare i grandi eventi) i piccoli nomi locali non emergeranno mai a meno che non emigrano e poi fuori fanno fortuna artistica.
Continuamo ad essere sempre terra di conquista perchè i nostri amministratori lo permettono.
I nostri amministratori non hanno mai minimamente pensato a come far divenire i punti deboli della nostra realtà sociale e culturale punti forti dello sviluppo economico.
Leggo, come consuetudine, Affari e Finanza allegato a Repubblica di Lunedì e mi capita quasi sempre di leggere come aree deboli e caratterizzate da forti criticità storiche vengano trasformate in opportunità di sviluppo occupazionale ed economico. Leggo di queste realtà nelle Marche, nella Puglia, e di molte regioni non industrializzate come il nord. Ma su Palermo e sulla Sicilia non riesco mai a leggere nulla. Quà è tutto statico, non c’è niente che muti a vantaggio della collettività, dell’economia locale, dello sviluppo culturale, dell’occupazione. In altre aree geografiche d’Italia i comuni si riuniscono in consorzi anche con aziende private e creano nuove realtà economiche dinamiche capaci di generare occupazione, cultura e sviluppo. Il comune di Palermo si circonda delle solite ex municipalizzate (ormai sembrano 4 zitelle in età avanzata) che non riescono a ottimizzare i servizi affidatigli dal comune, e non permettendo di risparmiare così sulle casse pubbliche e quindi su quelle delle nostre tasche.
Ai governatori di questa terra mancano le strategie di gestione integrata del territorio, che invece altrove (Irlanda, Spagna) hanno caratterizzato il superamento di lunghe crisi economiche.
Manca una visione ampia dei fenomeni che caratterizzano le criticità ataviche di questa isola. Si guarda solo davanti al proprio naso. Si parla di Capitale dell’Euromediterraneo, ma che si fa nel frattempo ? Quali grandi politiche dinamiche di cambiamentio stanno prendendo forma per diventare fra qualche anno capitale dell’Euromediterraneo ?
Se la cultura per alcuni in questa città è solo il Festino, il Kalsart 2 mesi all’anno e l’apertura della Galleria Civica di Arte moderna, beh dovremo mandare i nostri amministratori a Berlino, a Dublino, a Francoforte, a Helsinki per fargli respirare l’area di cultura diffusa, cultura autoprodotta dalle menti dei cittadini locali. Cosi capiranno come le amministrazioni trattano i cittadini nelle altre realtà europee.
Esistono i programmi comunitari sulla cultura (Cultura 2000, Leonardo Da Vinci, ecc) che l’amministrazione potrebbe avviare a livello locale come fanno in centinaia di città dell’europa.
Insomma ognuno di noi ha tante informazioni, idee, esperienze indirette, ecc su come dovrebbe essere la cultura anche a Palermo, ma invece… chi è nella stanza dei bottoni comunali-regionali che idea ha dello sviluppo culturale locale ?
Se voi continuate a votare per Cammarata cosa andate cercando? Ma qualcuno ricorda per caso quanti eventi venivano organizzati durante la giunta Orlando?Tanto siamo i più cool d’Italia…
“Ma qualcuno ricorda per caso quanti eventi venivano organizzati durante la giunta Orlando?”
lasciate la politica fuori per favore, mettiamo una pietra sopra orlando che ha avuto 15 anni per fare il sindaco, cammarata a me fa antipatia ma alcune cose sono ogettivamente migliorate, compresa la cultura, Kal’s art è un esempio di come un quartiere storicco sta piano piano rinascendo. Ci vuole equilibrio sennò i propri commenti sono solo politicizzati e non obiettivi…si puo’ sempre migliorare ma vorrei ricordare che i fondi culturali SONO STATI TAGLIATI A LIVELLO NAZIONALE….
kals’art!?
usi un tempo verbale che non rispecchia la realtà…xchè kals’art è finito…ci hanno fatto credere che potesse essere un appuntamento fisso, un festival annuale di cui poter andare orgogliosi…eee si infatti…vado molto orgoglioso del kals’art…soprattutto dell’edizione dell’anno scorso…e poi non è stato il kals’art a far rinascere la kalsa…ma tutti gli speculatori che stanno buttando fuori gli abitanti del quartiere per vendere tutti quei miniappartamenti ristrutturati a sangue di papa!
e poi non lho capito, ma siccome hanno tagliato i fondi in tutta italia dobbiamo ringraziarli che si adeguano alla media nazionale?!ogni tanto mi piacerebbe distinguermi come abitante di questa città anche per altre cose…
Certo che se si pensa che Kals’art abbia contribuito al miglioramento della città siamo davvero alla frutta!
Kals’art? se questa è l’idea di crescita culturale della città…non basta accendere luminarie,non basta vivere solo due mesi un quartiere che rimane degradato il resto dell’anno…non basta proclamare che la cultura non è appannaggio solo della sinistra, se poi si preferisce chiudere manifestazioni precedenti, solo perchè nate sotto una giunta di altro colore politico… la promozione della cultura dovrebbe essere qualcosa che va aldilà degli schieramenti, un patrimonio comune. Non ha senso ( e questa è una critica all’amministrazione Orlando) spendere svariati miliardi per Festini con artisti stranieri ( Bregovic, I percussionisti Cubani… La Fura del Baus… ) se poi si lascia un bilancio che non permette una dignitosa stagione al teatro di Verdura…non si rimette in piedi il deposito Locomotive, e poi non avere i soldi per dare continuità ad una manifestazione….
però siammo la città più cool d’Italia… ma dove?
Scusate davvero, non ho mai detto che Kal’z art rappresenta un qualcosa di crescita, ma è stata una bella novità. Il difetto del palermitano è anche quello che sa solo lamentarsi e poi nel piccolo quotidiano non fa nulla, ma aspetta che siano gli altri a fare….nelle altre città le cose vanno meglio perchè sono i cittadini migliori e non i politici (che ovunque sono gli stessi)..cambiamo mentalità e facciamo iniziative, proponiamo, associamoci, non aspettiamo che tutto venga dal pubblico….non saremo la città piu’ cool d’Italia come direte voi, ma la campagna di comunicazione fatta nei mesi scorsi aveva lo scopo di far crescere l’orgoglio ai palermitani, perchè sono troppi i palermitani che non solo non sanno costruire, ma nel comtempo sanno distruggere se qualcuno cerca di fare qualcosa…..
quanti errori….
mi pare di avere scritto proprio su questo Blòg, parlando con BulgaKov, come Palermo, e quindi i Palermitani ( scritto in maiuscolo per orgoglio di nascita…) assomigli ad una donna non più giovane, che cerca di truccarsi ogni giorno sempre di più per coprire le ingiurie del tempo. Convinta ancora del fascino che aveva in gioventù cerca ancora di sedurre…
Ecco, si preferisce nascondere tutto dietro quintali di trucco, invece che buttare tutto giù per ricostruire dalle fondamenta.Questo lo riferisco non solo all’urbanistica, ma anche a quella voglia di fare-dare cultura di cui si parla…
Gli slogan da autobus lasciano solo il tempo che trovano se non sono accompagnati da una reale voglia di cambiare le cose, e questo non può venire solo dai comuni cittadini, ma anche dagli amministratori della cosa pubblica…
rispondendo al msg di antonio, il clichè del palermitano che si lamenta soltanto cerchiamo di abbandonarlo per un attimo, e analizziamo la situazione e il tuo messaggio…
hai detto che con cammarata la situazione della cultura è migliorata,(questa evito di commentarla) facendo l’esempio del kals’art, che tra l’altro hai indicato come il principale fautore della ricostruzione della kalsa…
dunque, la prima edizione del kals’art è stata buona, la seconda esplosiva, la terza una delusione cosmica, la quarta non credo ci sarà…ed è proprio questo il discorso a cui si può ricollegare il post di cristina.
hai ragione è stata una bellissima novità…ma xchè ha subito questo declino?per lo stesso motivo x cui il genio viene rimandato…
facendo una critica costruttiva, si cresce anche come semplici persone, il cambio di mentalità parte da qui, non da qualche altra parte…
e poi il problema principale è che la “cultura” non viene equiparata ad altri bisogni necessari del cittadino, ma pensata sempre come svago o altro, e quando c’è da stringere la cinghia è sempre quella che ne fa le spese…una gestione più oculata della moneta (leggi spese folli per la famosa campagna di comunicazione che ha fatto fuori anche le riserve diciamo speciali di moneta nelle casse del comune, che più che a risvegliare l’orgoglio a mio modo di vedere erano abbastanza offensive) , e menti più aperte farebbero sparire anche questo di luogo comune…ma qui si sa siamo solo bravi a lamentarci e siamo bravissimi a essere distruttivi e ipercritici…io per primo…
i palermitani da un lato si lamentano sempre, dall’altro mostrano di ignorare spudoratamente il fatto che la convivenza civile si basa sulla politica (tipica la frase “i politici sono ovunque gli stessi”) e che sono i cittadini ad avere il coltello dalla parte del manico (non sei efficiente? non ti voto).
Inoltre se siamo abituati a considerare le elezioni una fiera di paese dove gli elettori si vendono al migliore offerente per uno stipendio precario, se la politica è arrivata a un livello di degrado così vergognoso, e noi cittadini ratifichiamo con il nostro voto questa situazione, come possiamo pretendere che chi sta al governo poi investa soldi nella cultura? si fa prima a lavare il cervello con la pubblicità..
Dario :
allora dobbiamo pensare,alla luce delle recenti elezioni, che alla maggioranza dei cittadini di Palermo, le cose vadano bene così?
non sembrerebbe visto quello che è stato scritto…
😉
penso che purtroppo il blog (dove comunque non mancano i qualunquisti) sia un pò uno specchio deformante che non rappresenta la maggioranza dei palermitani.. a cui credo , mio malgrado, questa amministazione vada a genio: li rispecchia in pieno.
del resto secondo me per chiedere cultura bisogna praticarla e se è il caso pretenderla, ma i palermitani – loro malgrado – non sanno neanche cosa voglia dire investire in politiche culturali serie e credono che il kals’art (ormai scadutissimo) e quattro fuochi d’artificio per il festino siano il massimo della vita..
e allora w cammarata, w totò e festino tutto l’anno!
Concordo con Dario, da noi manca una vera politica culturale….Potrei citare Milano dove magari si arriva agli eccessi(…) e invece vi parlo di Verona, piccolissima città dove tutto è rivalutatissimo: il centro storico è per intero zona pedonale, l’arena non è poi un granchè però è onnipresente, e in qualunque periodo dell’anno c’è sempre un festival, una manifestazione, una serata importante. Ragazzi, insomma, loro si sanno vendere: e noi? Manca la continuità,manca la voglia di dare spazio ai giovani, ma in questo la nostra politica è coerente: in ogni ambito gli interventi sono sempre a macchia di leopardo!
🙂
Da noi manca la cultura nelle persone, non sol nei politici, è quello che volevo rimarcare, c’è gente che ha scritto che con orlando Palermo era cresciuta, mentre con Cammarata no. Io no ne farei un discorso di destra o di sinistra come qualcuno si ostina a fare. Dobbiamo crescere, la politica deve fare la sua parte ma anche i cittadini devono cambiare, anzi soprattutto noi. Un politico puo’ emanare una legge, puo’ avere una iniziativa, ma poi devono essere i cittadini a far crescere e dare supporto all’iniziativa pubblica; i politici devono dare la miccia, poi devono essere i cittadini ad accenderla e ad espanderla. Non si puo’ pretendere che tutto venga fatto unilateralmente. A me piace guadare a volte anche il bicchiere mezzo pieno senza però perdere id vista le cose che vanno migliorate e pretendere da cittadino i miei diritti ma non dimenticando i miei doveri. A Palermo i cittadini non sanno di avere dei diritti, e figurati se assolvono i propri doveri. Manca una politica culturale a Palermo???? D’accordissimo con voi ma non ditemi che la colpa è solo dei politici per favore…..sia di destra che di sinistra sia ben chiaro….prendiamo consapevolezza di certi concetti e solo allora si potrà realmente crescere