A Villa Costa ci sarà un centro polivalente gestito dal Comune
Nella Villa Costa di viale Lazio sorgerà un centro polivalente a gestione diretta del Comune fruibile con attività diverse dai cittadini, anche sfruttando la zona verde circostante.
Il modello è quello del Centro anziani di Boccadifalco, una struttura comunale, gestita da personale comunale ma le cui attività e la cui programmazione coinvolgono le associazioni, la parrocchia e i cittadini del quartierecon attività diverse fruibili da tanti cittadini.
L’area è chiusa dall’inizio del 2018, quando il privato che l’aveva in concessione ha interrotto l’utilizzo.
(foto da Google Maps)
Ex Fondo Terrasi ,cioè il terreno dove sorge Villa Costa insieme al roseto. ha una storia travagliata e poco edificante .
La storia di Fondo Terrasi è stata riassunta tempo fa , sul suo sito di Facebook , dall’ex assessore al verde Giuseppe Barbera.
Scriveva l’ex assessore: ” Nel 1965, il comune di Palermo in cambio del rettangolo del verde Terrasi ( coltivato a fichidindia) s’impegnava a realizzare le vie Ausonia e Trinacria . Ma subito dopo inizia un contenzioso. Tra carte scomparse, impegni non mantenuti, palazzinari locali e romani, omissioni di atti d’ufficio la vicenda arriverà a occupare spazio nelle carte dell’Antimafia e valutata come possibile causa dell’omicidio di Piersanti Mattarella.
Nel 1988, allontanati anche gli agricoltori che avevano trasformato in giardino una distesa di fichidindia, la storia si chiude con un progetto per un parco. Inizia allora una tenace protesta ambientalista. Con appelli e occupazioni si cerca di salvare un pezzo di Conca d’oro e, per la prima volta, una parte della città mostra di voler riscattare l’ignavia degli anni precedenti. C’erano però molti soldi da spendere (2,5 miliardi di lire); questa era la cosa che contava e la lotta sortì solo qualche parziale effetto. Con la consulenza di docenti universitari si salvarono la metà dei mandarini e nacque quella che oggi è villa Costa, incongrua commistione tra stili paesaggistici diversi, interessi pubblici (biblioteca comunale) e privati (ristorante), lasciata a un ordinario abbandono.
Nel frattempo, in un tratto residuo ridotto a discarica, si preparò la strada allo scempio definitivo che avrebbe portato all’orrendo giardino battezzato roseto (chiamarlo così, per chi ha cara la grazia e la delicatezza delle rose, fa quasi male). Un insieme di forme sgraziate ed errori tecnici che, nel tempo, lo renderanno ancora più brutto e infrequentabile.
Appena nominato assessore ( giunta Orlando), fermai i lavori e fu predisposto, nel pieno accordo politico e amministrativo, un progetto alternativo. Si era speso il 50% delle somme (900.000 euro) e con quel che restava, si mirava quantomeno a ridurre il danno. Un nuovo progetto fu redatto da Ornella Amara, paesaggista comunale brava e generosa. Dopo due anni fu definitivamente approvato e si diede avvio alla realizzazione.
Ricordo tv, giornalisti e dichiarazioni soddisfatte per il pericolo scampato.
Quindici giorni dopo non toccò più a me seguire la vicenda, i lavori furono subito sospesi e si riesumò, fino a realizzarlo, il progetto originario. Questa è la fine della storia”
Riassumendo , Fondo Terrasi fu diviso in due parti. Villa Gaetano Costa ” incongrua commistione tra stili paesaggistici diversi, interessi pubblici (biblioteca comunale) e privati (ristorante)” e il roseto “Un insieme di forme sgraziate ed errori tecnici che, nel tempo, lo renderanno ancora più brutto e infrequentabile”
Villa Costa, di proprietà del Comune, fu dato in concessione nel 2009 durante la sindacatura Cammarata alla ditta Velaria S.a.s, che vi ha creato il Costè, noto locale della movida notturna palermitana. Lo spazio è stato dato in concessione a fronte di un canone di affitto pari a 2 mila euro al mese per otto anni. In cambio, gli imprenditori si sarebbero impegnati a provvedere alla manutenzione della villa, alla pulizia e alla cura del verde, alla sorveglianza e all’organizzazione di attività culturali rivolte alla cittadinanza, in particolar modo ai bambini e agli anziani
Tale accordo fu stato rispettato?
In alcuni articoli pubblicati da “ Blog Sicilia e da Palermo Today” il 18/03/2016 il consigliere dell’ottava circoscrizione,Carlo Dones, dichiarava:
“Allo stato attuale, Villa Costa è uno spazio abbandonato a sé stesso, eccezion fatta per l’area immediatamente adiacente al Costè, che per chiari motivi viene curata. Non c’è traccia di guardiania – continua Dones – gli spazi verdi sono incolti e non risulta alcun tipo di attività dedicata ai bambini e agli anziani, né tanto meno di tipo culturale. Le sole attività svolte dal Costè sono quelle del tipico locale serale: aperitivi, discoteca e vendita di alcolici. “ Il consigliere Dones presentò una mozione rivolta alla sezione Cultura del Comune di Palermo affinché venisse fatta chiarezza sulla gestione di questo spazio pubblico.
Villa Costa è ora tornata al Comune che vorrebbe trasformarlo in un centro polivalente a gestione diretta del Comune.
Francamente abbiamo seri dubbi che il Comune abbia la capacità e la volontà di gestirlo.
Ex Fondo Terrasi continua ad essere un problema , il simbolo dell ’incapacità di un amministrazione comunale di gestire la cosa pubblica. L’esperienza del Prof Barbera è emblematica.