Coronavirus, i boss al 41 bis vanno agli arresti domiciliari?
Alcuni boss mafiosi che si trovavano reclusi con regime di carcere duro secondo l’articolo 41 bis stano andando agli arresti domiciliari a causa dell’epidemia di Coronavirus e del rischio di contagio, più elevato in un ambiente ad alta densità di popolazione come la prigione.
È già accaduto a Francesco Bonura e sta per uscire anche Nitto Santapaola. Altri attendono, come Leoluca Bagarella, Pippo Calò, Benedetto Capizzi, Antonino Cinà, Pasquale Condello, Raffaele Cutolo, Carmine Fasciani, Vincenzo Galatolo, Teresa Gallico, Raffaele Ganci, Tommaso Inzerillo, Salvatore Lo Piccolo, Piddu Madonia, Giuseppe Piromalli, Nino Rotolo e Benedetto Spera.
La situazione consente, a detta dei giudici, un differimento dell’esecuzione pena e, in alcuni casi, di uscire di casa per motivi di salute.
AGGIORNAMENTO n.1: concessi i domiciliari al boss dell’Uditore Pino Sansone.
AGGIORNAMENTO n.2: il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha precisato che la disciplina rimette al magistrato di sorveglianza la valutazione circa l’esclusione dell’applicazione della detenzione domiciliare, in tutte le situazioni in cui ci siano gravi motivi.
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