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lunedì 23 dic
  • Leoluca Orlando

    Tardo Orlando: la “palude”, le “cricche” e la “coda di topo”

    Il sindaco Orlando è in difficoltà. Non lo dico io, bensì i fatti: indagini che riguardano il Comune, due dimissioni di assessori in dieci giorni, le bare accatastate ai Rotoli, l’ultimo posto nella classifica de Il Sole 24 ORE, gli allagamenti che (seppure non vi sia unicità delle responsabilità), come le periodiche crisi della gestione dei rifiuti o della viabilità, evidenziano come quando ci si butta sullo straordinario rispetto alle proprie prerogative da sindaco (le manifestazioni culturali internazionali, i migranti) spesso è perché non si sa o non si può gestire l’ordinario.

    Sovente in questi casi la colpa per il sindaco è di qualcun altro. A volte torna il grande cavallo di battaglia orlandiano della cultura del sospetto. In campagna elettorale parlava di una misteriosa “palude”, pronta a tornare. Non per la prima volta, intervenuto in Consiglio comunale, di fronte alle durissime accuse dell’opposizione, ha dichiarato: «In passato, quando la mafia governava a Palermo c’era una sola cricca. Adesso sono più cricche. […] Io ne ho individuate almeno due. […] Non vorrei che all’interno del Consiglio comunale ci fosse qualcuno che ritiene di essere anti-cricca perché difende la sua cricca contro un altra cricca. […] Ovviamente relativi nomi e cognomi io mi riservo di fare, come ho già fatto, alle autorità competenti, ma non dirlo in questo momento sarebbe una mancanza di rispetto per il Consiglio comunale».

    Una affermazione grave, gravissima, che desta preoccupazione. Chi fa informazione ha il dovere di recepire questo allarme, di chiedersi se nella cric e nella croc citate ci sia un riferimento velato all’indagine Giano bifronte, che ha portato in carcere due capigruppo di maggioranza, funzionari e lambito un Emilio Arcuri (non indagato) per un pelo non rientrato in Giunta. Tornano alla memoria le sagge parole del giudice Falcone quando diceva che «la cultura del sospetto non è l’anticamera della verità, la cultura del sospetto è l’anticamera del khomeinismo». Fa bene a chiedere chiarezza Manlio Melluso su Il Sicilia. Dovremo vigilare anche sulla naturale conseguenza di una affermazione così grave del primo cittadino, se mai arriverà: la denuncia. Allo stesso modo la Magistratura dovrebbe sentirlo sul tema (o lo ha già fatto?).

    Diversamente sarebbe logico pensare che si tratta di un comprensibile tentativo di porre un pietoso velo sulla fine di una esperienza amministrativa che, nelle parole di un ex fedelissimo del sindaco, volge a chiudersi (o prosegue) un po’ «a coda di topo». Sempre che, da qui al 2022, non possa definirsi meglio con un altro organo di animale: il cane.

    Palermo
  • Un commento a “Tardo Orlando: la “palude”, le “cricche” e la “coda di topo””

    1. Confronta la chance di sopravvivere al covid a Milano e a Palermo e poi dimmi se Milano é top e Palermo la peggiore! Statistiche di una parzialità assoluta. Una vergogna per un giornale che credevo serio!

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