La trasgressione parisienne
Come ogni storia che si rispetti, è cominciato tutto con un viaggio per concentrarmi a ritrovare me stessa, dal momento che mi ero persa, non so ancora bene su quale paragrafo della mia vita.
La mia ormai francesizzata amica Liliana e la sua erre moscia mi invitano a trascorrere da lei due settimane a faire des folies a Parigi, la Ville Lumière.
Mais oui, Paris! Potrò mangiare crêpes nei deliziosi cafè della Rive Gauche e trascorrere giornate intere a osservare gli artisti di Montmartre e ritroverò la mia joie de vivre nella capitale più frivola d’Europa: detto fatto. Sono già atterrata a Charles de Gaulle.
Al parcheggio dell’aeroporto non vedo nessuno. L’amica non è ancora arrivata o peggio ancora, si è dimenticata che sarei dovuta arrivare oggi, il che conoscendola è molto probabile. Dopo un’altra mezz’ora di attesa e due caffè “petit noir” (ma sempre di brodo trattasi) avverto lo strombazzante clacson di una Nissan Micra verde mela. Dentro c’è lei, Liliana, con la sua mini-sciarpina rosanero kitsch appesa allo specchietto, mentre inveisce animatamente contro un altro automobilista a caccia di posteggio e con l’altra mano parla al telefonino e mi fa cenno di salire. Non è cambiata affatto. Sempre palermitana sino all’osso.
Dopo esserci perse di vista per tanti anni, quella sera chiacchierammo per ore. Parlammo di quanto è strana la vita e di come ti sorprende e ti cambia tutte le carte in tavola in un batter d’occhio. Di come ci si ritrova donne, ricordandoci di chi saggiamente ci consigliava di non aver fretta di crescere, mentre giocavamo tra rossetti, lingerie della mamma e tacchi a spillo sei misure più grandi. Sembra ieri, eppure sono passati quindici anni.
La giornata seguente la dedico allo shopping e compro uno di quei terribili souvenir da turista giapponese con la Tour Eiffel. Lo compro per mia nonna, che si ostina ancora a chiamarla Turrifelle.
Una Parigi notturna mi accoglie più frivola ed estremamente chic che mai. Comunque tu decida di vederla Paris c’est Paris! Passeggiando per gli Champs de Mars sino alla torre Eiffel, che con le sue mille luci ci appare quasi un gioiello incastonato di brillanti luminosi per rendere questa bella Ville Lumière, ancora più Lumière.
In Rue Saint Honoré la folla all’ingresso dell’Hôtel Costes, é la quintessenza dell être-cool Parisienne e sembra essere uscita da una copertina di Vogue: algide e magrissime francesine con due metri di coscia, indossano pantaloni a vita bassissima e tacchi vertiginosi. E mentre un omaccione di colore ed una PR alla porta selezionano gli eletti al party, arriva il nostro turno: Liliana passa liscia, ma io vengo bloccata da una manona nera sulla spalla: ” tu non puoi entrare!”.
Rimango ammutolita e pietrificata nel bel mezzo della folla pagante.
E perchè non posso entrare? Sono così brutta? Calimera piccola e nera?
La PR storce il naso indicando i miei jeans, poi fa un cenno come se volesse scacciare una mosca.
“Ti avevo detto di non metterti i jeans, no?” Liliana mi ripete la stessa frase come un mantra per tre quarti d’ora ed è cosi nervosa che le pulsa la vena sul collo alla Adriano Pappalardo.
Dopo venti minuti di litigata feroce sul bouvevard des Champs Elysées, giungiamo alla conclusione che non sarebbe valsa la pena rovinarsi la serata e che un locale sarebbe valso l’altro. Senza soffermarci troppo sui particolari, ci troviamo davanti all’ingresso di un altro locale apparentemente decente e decidiamo di entrare al “Le Queen”.
Un’ora e “qualche” tequila-shot dopo, Eureka! Ci rendiamo conto di avere preso parte a una serata “Drag Queens”!
Veniamo subito travolte da un’orda di: piume d’oca, parrucconi, tette di plastica, zeppone paillettate e finte Barbie inquietanti dallo scalpo nero della ricrescita, mentre intimorite e attonite ci sistemiamo sopra un divanetto di pelle leopardato.
Tra le finte Barbie che popolano il locale sono in voga i modelli: Cher, Christina Aguilera e Paris Hilton, con tanto di cagnolino di peluche nella borsetta.
Guardando il lato positivo della cosa, pensiamo che almeno qui nessuno ci verrà mai a seccare, decidendoci così ad abbandonare la nostra postazione leopardata per lasciarci andare alle goliardiche danze. Ci facciamo persino trascinare dalla Cher di turno in un trenino festaiolo sulle note di “Girls just wanna have fun” di una stridula Cindy Lauper.
Tutto sommato è divertente e l’atmosfera ricorda vagamente quella della Festa della Donna… Certo, Donna con l’uccello penso, ma tutto sommato chissenefrega, siamo a Parigi!
Tra un tormentone anni ’80 e l’altro, veniamo approcciate da due apparentemente loschi individui : Mascolini all’inverosimile, tarchiati e sudaticci. Mi chiedo, ma non doveva essere una serata per sole donne con l’uccello?
“Vulevù dansé?” mi domanda uno dei due; il suo delizioso accento francofono racchiude tutta l’essenza e la grazia di Tomas Milian in arte Er Monnezza.
Liliana mi si avvicina all’orecchio e mi sussurra con la sua erre moscia “Cevtu che chistu pvopviu fvancisi fvancisi un mi pavi…”.
Con voce tremante, rotta dalla risata trattenuta e soffocata in gola, e con la quasi totale certezza di non trovarmi di fronte ad un parigino, domando al losco individuo da dove provenisse. Lui prontamente tende la mano (sempre sudaticcia) ed esordisce con un: “Da Palermo. Piacere Tony-con-tutto-l’amore-che posso”.
Ora dico io, non che mi aspettassi di essere abbordata in un locale gay, ma neppure di imbattermi in un Siciliano, come dire, “naif”, ad un gay party a sorpresa, in una città di 12 milioni di abitanti! Roba da fantascienza, insomma.
Nel dubbio se dargli corda o meno, resto curiosa di sapere se:
a) l’elemento in questione è consapevole di trovarsi in un locale gay;
b) e se, nella peggiore delle ipotesi, pensi che anche io sia un trans.
E prima che io avessi potuto formulare una qualsiasi domanda egli aggiunse : “Io sugnu i Cruillas, come a Dallas, et toi?”.
Molto divertente, complimenti.
Anche a me, qualche anno fa, è successo qualcosa di simile a Parigi.
Mi trovavo a passeggio a Montmartre ed accettai l’offerta di uno dei tanti artisti di strada per realizzare un disegno che ritraesse, insieme, mia moglie e la nostra figlioletta.
Mastico un pò il francese e sospettai subito che il giovane non dovesse essere del tutto “originale”, anche se il look era perfettamente adeguato al luogo e così, mentre era all’opera, lo incalzai con qualche domanda specifica.
Era di Palermo, del mio stesso quartiere e casa sua distava poco più di 100 metri dalla mia…
ahahahahah Dallas…
Quest’anno, di fronte ai Lafayettes c’era un creppellaro che fottè una coppia di ungheresi mi pare che erano ungheresi, comunque erano di dadda banna sicuro. Li annappiò con i calcoli e si fece pagare più del dovuto
Dopo sarebbe toccato a noi. Ordinammo. Creppe Nutella e creppe Grand Marnier. L’ambulante tentò di annappiare pure noi e io ci faccio a mia moglie a voce alta:- talè stu latru ca nnì vuoli futtiri!
Lui replicò: cuscì ri ‘unni sì.
– rimapaliermu!
– teccà u riestu cuscì. Stà accura chi a Pariggi su’ pericolosi.
– buon lavoro e stà a cura tu.
Fabrix…certo il pittore Palermitano a Montmartre é ancora piú inverosimile! Giá me lo immagino con tanto di basco, maglia dolcevita a strisce e baffetto incerato.
E penso agli allocchi che si commuovono (come me) pensando a Montmartre, quella musica malinconica e i suoi artisti di strada simil-parigini… 🙂
😉
what’s cruillas????
Ciao wendy,
Cruillas é un quartiere di Palermo
eh che ci volete fare? il palermitano è così:… UNNEGGHIE’! 😀
Pasqua 1998 – londra…
per le strade non meno di 3 milioni di persone…un casino come non ho mai visto in vita mia..
sono partito all’iprovviso con un compagno di scuola…
esco a mani vuote da un negizietto caratteristico di collanazze e borchie varie di camdem town, non si riusciva a camminare per le strade dal casino che c’era…e l’unica persona con cui “truzzìo” non è Umberto, altro nostro compagno di classe di cui ignoravamo la presenza in città?
“we Paisà – chi ci fai cca???”…fu l’unica cosa che mi venne in mente di dirgli con fare nostalgico – nonostante fossi fuori casa da meno di 24 ore…
Ciao Alice, ben tornata e complimenti per i tuoi scritti, che mi fanno sempre ridere ASSAI!
A la prochaine…
Il Leone
PS Ma dico, un sano Buddha-bar, no???
Alice, ho sempre seguito con interesse i tuoi racconti di viaggi, e poi il tuo viso cosi grazioso ispira simpatia. Pero’ stavolta non sono per niente d’accordo con la tua sfilata di clichés che lasciano il tempo che trovano. Premetto che non sono esterofilo, vivo a Parigi ma resto sempre conneso su Palermo, e dove vado almeno due mesi l’anno e se posso anche tre mesi. I drague queens, i fighetti che frequentano il locale dei fratelli Costes, il tascio palermitano rappresentano solo loro stessi, sono semplici accessori ininfluenti nella vita socio-culturale parigina che è complessa, ricca, interessante. I luoghi comuni e i personaggi da te descritti non possono in alcun modo rappresentare Parigi che è la capitale europea culturalmente piu’ evoluta, ed è insieme a Roma la città piu’ bella al mondo. Palermo se fosse amministrata da veri e capaci politici potrebbe essere a simili livelli…purtroppo…Palermo è in stand-by da 150 anni, cioè dalla farsa-falsa unità del simil-paese Italia.
Parigi non è frivola. A Montmartre non ci sono artisti che creano, c’è il cliché per turisti, ci sono un manipolo di cosidetti pittori che spalmano colori sulle tele, a volte in modo piacevole, roba per turisti di passaggio ma non è arte, neanche quella dei ritrattisti. Loro sono distanti dall’arte come lo puo’ essere la cucina per turisti, quella di Montmartre per esempio, dalla ricerca gastronomica o dalle vere taverne tipiche palermitane.
Non recito la guida turistica e non ti faccio la lista di cio’ che non hai visto nè percepito, pero’ uno studio approfondito di Parigi potrebbe essere interessante e utile per la tua attività di cronista, perchè le situazioni e i personaggi che hai descritto non sono divertenti ma patetici.
Spero di non offenderti. Con immutata simpatia.
Alice, anche se sono inacchiato, mi fai ridere ( e non è facile). Grazie.
Complimenti per avere avuto l’onore del 1° commento del “Leone”, persona che reputo “posseduta” da VERA Kultura. (t’sè).
P.S. Senza voler essere volgare, complimenti a quel “masculazzo” che si vede in “ombra” nel video “delle vacanze” ( è lui Morrison?), perchè
mostri un “fondoschiena” da PaaaAuuuUra. 🙂
volevo dire INKAKKIATO, sono nervoso e….cincischio anche con la tastiera
Ps Cruillas credo sia il quartiere migliore di Palermo .
Ciao Gigi,
anzitutto grazie per il tuo commento. Offendersi sarebbe da stupidi, mentre io credo che proprio tramite la critica ( chi scrive tra deve sapersi mettersi in discussione) sia possibile una crescita culturale.
In tutta verita’ pero’, non ho voluto realmente rappresentare
Parigi, ma delle circostanze reali accadutemi qualche tempo fa’ con qualche annesso colorato e divertente…ma niente di piu’. Ad ogni modo, sono proprio i vostri giudizi e pareri a tenere vivo questo spazio, pertanto ti rigrazio ancora per il tuo parere.
Leone, si.. alla fine al Buddha Bar ci sono andata a cena, e ho lasciato i jeans a casa!
Tommaso, si.. l’ ombra nel video e’ di Big Morrison, ma adesso basta coi complimenti nca’ timida sugnu!!
finalmente ho l’occasione per trasmetterti tutto il mio piacere, per aver appreso, tramite questo sito, quanto tu sia felice, era quello che desideravo per te e sono contento che esista, nella tua vita, un uomo in grado di darti l’amore che meriti.
lo strano scherzo del destino ha unito il tuo più bel ricordo (almeno sin quando non avrai un figlio), il giorno del matrimonio, 3 Ottobre, con il mio, il giorno in cui è nato mio figlio, Mattia, con l’unica differenza dell’anno, 2004 tu e 2003 Mattia, questo significa che ci sarà sempre un giorno durante l’anno in cui le nostre gioie saranno comuni.
Ti auguro un mondo di serenità a te ed al tuo partner che, per sopportarti,dimostra di possedere delle non indifferenti qualità…uh!