L’aereo più pazzo del mondo
La speranza colpisce al volto, soprattutto quando è assurda. La notizia arriva dall’India. Una fila lunghissima attende quotidianamente il suo turno ai piedi di un aereo. Si entra goccia a goccia. Si sorride alle hostess. Si scelgono giornali e pasticcini. Si osservano le delicate strutture della cappelliera, i finestrini, l’alloggiamento con le mascherine dell’ossigeno cui – secondo la vulgata – sarebbe deputata la facoltà di “stonare” l’utente terricolo in caso di incidente, addizionando un misericordioso oblio alla tragedia della caduta. Ha inizio lo spettacolo, siore e siori. L’addetto alla comunicazione si piazza al centro del corridoio e comincia a mulinare le dita nella segnaletica di rito. Indica procedure e uscite di sicurezza, mentre il raschio di una voce dell’altoparlante ammonisce, avverte, tranquillizza. Quest’ultima fase è di solito scavalcata a piè pari dai passeggeri di tutto il mondo che non vogliono sentire parlare di atterraggi d’emergenza, per purissima e comprensibile scaramanzia. Perciò, in contemporanea, si mettono a sbirciare la prima rivista capitata sottomano, manco fosse un testo sacro. A Nuova Dehli non accade. Ogni attimo è seguito con instancabile voluttà. Le braccia in movimento delle hostess – agli occhi della folla – sono segmenti di un’esperienza imperdibile. Alla fine dei giochi, l’aereo decolla. Per finta. I suoi motori da rottamare restano inerti. Le ali sono spezzate. L’immaginazione supplisce alla mancanza di realtà. Forse qualcuno imita il rombo con la bocca. L’apparecchio è vero, la partenza è simulata. È una messinscena. La gente, in India, paga per volare con la fantasia. Per uscire dalla cabina di un relitto col cuore pieno di nuvole.
Un’esperienza del genere si potrebbe esportare con successo a Palermo. Si dovrebbe costruire, da qualche parte, una città che non esiste. Senza mafia, con i servizi che funzionano e uno stadio in cui si vincono tutte le partite. Sarebbe bellissimo pagare il biglietto, attraversarla per mezza giornata e tornare qui. Col cuore pieno di sabbia.
L’unico vantaggio è che uno come me, che prende 10 aerei al mese e continua a farsela sotto ogni volta che entra in una cabina, può “viaggiare” rilassato. Finchè parli di una città senza mafia e con i servizi che funzionano ti seguo, ma l’abbiamo già uno stadio dove si vincono tutte le partite. E quelle che non si vincono è per colpa degli attassusi e dei tifosi delle squadre del Nord. Un abbraccio. Lux
Abbasso gli attassusi, allora…
Sarebbe un sogno vivere in una città come Palermo dove tutto funzioni alla perfezione, dove la parole mafia sia associabile a qualcosa priva di significato e la legalità l’unica prospettiva di vita, presente e futura, di ognuno di noi.Purtroppo in questa città dobbiamo fare i conti con una realtà ben diversa, una realtà infetta da un grosso male che difficilmente sarà possibile contrastare se coloro che ci governano sono i primi a scendere a compromessi. Ognuno di noi dovrebbe aprire gli occhi, capire realmente in quale sistema di me.. viviamo e dare un contributo decisivo affinché i nostri figli e i nostri nipoti possano vivere in una società degna di una propria identità civile e legale, in una società libera che si opponga “al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.(Paolo Borsellino)…Spero che un giorno Palermo possa essere così…