Palermo – Salernitana, dal Barbera e dintorni è (quasi) tutto
Calcio, acqua, ponte, ultras, figli e Peter Pan.
Palermo, Napoli, Bolzano, Palermo. Tutto lo stivale e ritorno. Il Palermo, che affonda pesantemente sotto una cinquina al Maradona guardando il Vesuvio, e poteva essere un problema psicologico per il dopo, ne fa invece tre all’estremo nord. E si presenta, in piena zona play off, in una Palermo domenicale assolata ma alla prese con il razionamento dell’acqua, non della Coca Cola o dello spumante, ma dell’acqua.
Pur con queste affermazioni oltre lo stretto (ecco, se facciamo il ponte una delle tante cose buone è che non dovremo più utilizzare tale modo di dire), la squadra non ha ancora una sua fisionomia precisa. Ogni partita appare slegata dall’altra. Una specie di giro di tombola ogni novanta minuti. Usciranno oggi numeri buoni dal pallottoliere? Si ripresentano i rosa al cospetto di un Barbera che vorrebbe vedere finalmente una partita dentro casa con il segno positivo della vittoria.
Non possiamo che partire tuttavia dalle problematiche che in settimana hanno visto pesantemente al centro il tifo organizzato. A prescindere dall’azione della magistratura, non possiamo negare che il problema c’è dappertutto. Che vi siano o meno reati. E vi cito tre fatti. Due avvenuti nel corso del campionato scorso, l’altro che si registra partita dopo partita. Era il 5 maggio 2024, partita casalinga al Barbera. Il tifo organizzato aveva annunciato una sorta di sciopero all’ingresso delle squadre in campo e nei primi quindici minuti della partita. Ebbene, prima dell’inizio dell’incontro, per rendere più plasticamente visibile tale serrata, la parte centrale della curva nord era recintata da un cordolo e inaccessibile a tutti. Anche per chi, semplice abbonato non ultrà, non gliene poteva fregare di meno della protesta. Quindi tutti hanno potuto constatare che al Barbera ci sono persone, privati cittadini, che sotto gli occhi degli addetti all’ordine pubblico, ai quali vanamente allora segnalai la cosa, possono inibire, cosa per me gravissima, un pezzo di stadio e permettere l’ingresso quando vogliono loro. L’altro episodio è precedente. Nella partita esterna prima dello sciopero, 2 maggio 2024 a La Spezia, il tifo organizzato costrinse i giocatori a togliersi le magliette dopo una brutta sconfitta. Il terzo episodio è tipico di ogni partita. Alla fine la squadra in campo, la panchina e tutto lo staff vanno a rendere un saluto riverente alla curva degli ultrà, sia che si vinca, per prendersi gli applausi, sia che si perda, per accogliere i fischi. Può essere ammesso, ma esistono pure gli altri settori dello stadio, migliaia di spettatori che sono la maggioranza. Un tifo organizzato, o una sua parte consistente, che si crede autorizzato a fare di tutto, comprese le frasi piene di odio contro la squadra e i tifosi avversari e a Palermo contro i catanesi e il Catania, ricevendo magari inchini a fine partita, non può essere più moneta corrente in nessuno stadio. Per dire, a Palermo al Barbera c’è uno striscione che non manca ad ogni partita che fa riferimento ai diffidati. Cioè a persone che per gravi motivi non possono partecipare spesso per periodi lunghi a manifestazioni sportive. Diciamolo. Le frasi di odio che si sentono dentro lo stadio, dentro gli stadi, sono da codice penale. E la legge dovrebbe valere sia fuori che dentro le strutture dove si gioca a calcio. Non parliamo poi delle liti sia dentro che fuori casa tra tifosi rosanero.
È un gioco. Se ci si comporta male e si parla in un certo modo, sparando di tutto e lanciando ciò che capita dentro i rettangoli verdi, si impartisce una lezione di inciviltà ai bambini, alle bambine, agli adolescenti e alle adolescenti che pure frequentano gli stadi. E porto un esempio. Durante le partite non è raro vedere padri e figli abbastanza piccoli seduti accanto. Ebbene, i pargoli, volendo imitare i “saggi” genitori, ripetono tutte le parolacce contro l’arbitro che escono dalle bocche dei papà, emulandone pure le oscene e ripetute gestualità. Va detto che in quei pochi casi in cui sono le mamme ad accompagnare i piccoli, almeno questa è la mia esperienza, ciò non accade. Resta da capire, visto che alla gente normale non è possibile entrare nulla allo stadio, come sia ammissibile che pochi, anche se non pochissimi, entrino vere e proprie bombe dentro.
Certo, c’è pure la partita. Al fischio d’inizio il Palermo ha 11 punti e sopravanza di 3 punti la Salernitana che è a 8. La squadra ospite ha fatto un solo punto fuori casa, mentre va molto meglio del Palermo tra le mura amiche. 2 punti il Palermo, 7 la Salernitana. Quest’ultima è retrocessa nell’ultimo campionato di serie A, addirittura a quattro giornate dalla fine. E sappiamo quanto sia difficile dalla massima serie riatterrare nei ruvidi palcoscenici della cadetteria. Nei primi quindici, a parte le vergognose e criminali liti tra opposte tifoserie in curva sud e un tafferuglio in campo, poco da segnalare, oltre un tiro insidioso dei campani preso dal portiere rosa e una buona azione a destra non ben finalizzata dai rosa che attaccano verso l’ippodromo. La maglia amaranto della Salernitana ricorda quella del Torino. Il Palermo classica casacca rosa. Dal quindicesimo al trentesimo la Salernitana adagia, con partenza un calcio da fermo, la palla in fondo al sacco del Palermo. I rosanero dormono beati nell’occasione. Il VAR convalida. Il Palermo, quasi al minuto 26, si rende in qualche modo pericoloso. Ma ci vuole ben altro per capovolgere una partita abbastanza deludente per la squadra di casa sino ad ora. Vediamo cosa ci regala l’ultimo quarto prima del riposo. Intanto un’occasione per gli amaranto. Che stanno meritando il risultato con un gioco concreto e pulito. Al minuto 35 i campani tagliano come il burro la difesa rosa e si presentano a due passi dal raddoppio. A tratti si vede che si tratta di una società reduce dalla serie A. Al 38mo ospiti di nuovo pericolosi. L’allenatore del Palermo parlotta con i suoi collaboratori. Speriamo abbia trovato qualche soluzione. Quasi al minuto 39 il Palermo si presenta sotto porta degli amaranto con un gioco aereo. Al 43mo ci prova da fuori area. Dopo un minuto di recupero si va al riposo. Anche se pare che nei primi 45 minuti il Palermo si sia riposato un po’ troppo. Mentalmente e fisicamente. A fine primo tempo fischi. Meritati. Come meritati per me sarebbero stati i fischi dopo la prima di Peter Pan al Teatro Massimo. Ma questa è un’altra storia. Prosegue nell’intervallo il lancio di bombe carta nel settore dove sono vicini i supporter di Palermo e Salernitana. Ma dove sono le forze dell’ordine? Il Palermo si ripresenta in campo con un cambio a centrocampo. Poca roba. Ora attacca verso la nord. Nei primi quindici del secondo tempo prevalgono fischi e malumore sugli spalti. Rosa rimasti negli spogliatoi. In panca si confrontano ma cambia poco. Ora la Salernitana pressa bene. Al 57mo unica fiammata dei rosa nei primi quindici, vicini al gol. Due sostituzioni per la Salernitana. Il secondo quarto del secondo tempo inizia con un Palermo più volitivo che si presenta avanti due volte. Dalla panchina i rosa mettono dentro altri due, cambiando centravanti. Ma sinora nessun tiro in porta veramente pericoloso. E siamo quasi al 70mo. Dentro casa. Aspettando sinora invano il Godot della vittoria. Adesso il Palermo gioca decisamente in avanti. Tuttavia poche e confuse idee. Quando inizia l’ultimo quarto il Palermo fa un’altra sostituzione a centrocampo. La Salernitana prova a risalire e minaccia con un’azione e un lancio lungo il Palermo. Che torna avanti ma continua a non vedere la porta, quella cosa circondata da due pali e una traversa. Ultimi dieci giri d’orologio. Il t9 del cellulare mi suggerisce orgoglio. Ma ne vedo poco tra i rosa, onestamente. Al minuto 83 due tiri sopra la traversa della porta dei salernitani. All’88 mo il Palermo fa il primo tiro in porta, il portiere avversario respinge con sicurezza. Partita da un po’ in un’unica metà campo. Al 90mo altro tiro in porta dei rosa. Parato bene dal portiere in giallo. Ma finisce così dopo i minuti di recupero La Salernitana prende i primi tre punti fuori casa e raggiunge i rosa.
Il Palermo non conferma neppure i due magri pareggi delle prime due dentro. Sinora le squadre che scendono al Barbera vengono a passeggiare sulle incertezze di una squadra che non è ancora squadra. Fischi e sipario. Domani a casa di molti palermitani rubinetti chiusi. Ed è una sconfitta ancora più pesante.
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