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  • Palermo – Brescia, dal Barbera e dintorni è (quasi) tutto

    Palermo – Brescia, dal Barbera e dintorni è (quasi) tutto

    Prima della partita

    Il Palermo si presenta al Barbera, nel mese in cui già la primavera si sente, anche se la domenica è fredda, reduce da un tondo 3 a 0 in quel di Cosenza. Ma pure da due brutti pareggi contro Spezia e Mantova e dalla sconfitta in casa con il Pisa, nonché dalla sconfitta con la Reggiana fuori casa. Cinque punti in cinque partite, le ultime, appunto. Media più da play out che da play off. Qual è il Palermo che giocherà le ultime undici gare? Pare che gli innesti di portiere, difensore e attaccante dovrebbero da un lato rassicurare nel gioco difensivo, dall’altro consentire di guardare la rete avversaria con meno problemi. Visto che peraltro i rosanero proprio nel numero di gol fatti rispetto a quelli presi presentano maggiori difficoltà. I rosa sono noni con 35 punti prima di scendere nel catino del Barbera, dunque di un pelo fuori dalla zona play off. Ed è molto probabile che ci restino pure con una vittoria contro i bresciani. Considerato che la posizione ottava, quella del Bari, è a due punti e che le altre formazioni ancora più sopra non possono essere raggiunte dal Palermo anche vincendo. Se poi non si dovesse vincere, siccome il Modena, che gioca in casa con l’ultima in classifica, è a un punto del Palermo, la squadra di Dionisi alla tirata dei conti si potrebbe trovare decima stasera. Con un distacco dall’ottava che, nella peggiore delle ipotesi, ossia sconfitta dei rosanero, si cristallizzerebbe a cinque punti. Insomma, al punto in cui siamo, se il Palermo vuole rimanere agganciato al gruppo dietro le prime tre, di queste undici incontri deve vincerne almeno sei, con due o tre pareggi, limitando al minimo le sconfitte. E magari sperare, a partire da oggi, perché no, che le altre facciano peggio o non meglio in blocco. Sotto il cielo comandato dal dio del calcio tutto può accadere. Se però il Palermo farà quasi la media di 2 punti a partita. Adesso è 1,29. Del resto il numero sei non è scritto a caso, essendo esattamente la quantità di partite che da oggi alla fine del torneo giocherà in casa la squadra di capitan Brunori. Oggi assente, sostituito da Le Douaron, per un’ammonizione abbastanza ingenerosa. L’ultima affermazione tra le mura amiche risale al 19 gennaio, contro la Juve Stabia. Quindi quanto accadrà nel rettangolo verde di Viale del Fante, condizionerà l’accesso o meno ai play-off. Il problema è che sinora in casa su tredici partite ci sono state soltanto cinque vittorie, quattro pareggi e quattro sconfitte. Dunque, oltre che col Brescia, le partite casalinghe contro Cremonese, Sassuolo, Carrarese, Sudtirol e Frosinone saranno fondamentali. Ma qua va segnalato un problema che riguarda non l’aspetto tecnico ma politico. C’è incredibilmente una concreta possibilità che il “Barbera” resti sbarrato agli spettatori dal 19 marzo, a causa della scadenza del certificato di idoneità statica dell’impianto. La società è in grado di fare tutto da sola al posto del Comune, proprietario dell’impianto. Attende soltanto che il consiglio comunale produca l’atto convenzionale necessario. Entrando allo stadio notiamo che un disegno, tra i tanti interessanti e belli da vedere, lungo il perimetro del Barbera, manda un bel messaggio. Vediamo un uomo che si reca in curva con quello che sembra un bambino sulle spalle e accanto la scritta “di Padre in Figlio”. Il messaggio è chiaro. Lo stadio di calcio deve essere sempre più una struttura dove le famiglie, di generazione in generazione, devono sentirsi a proprio agio portando tranquillamente figli e nipoti. Un luogo frequentato da famiglie non può che essere sereno, senza pericoli. Un posto dove le tensioni sono cancellate e la violenza, verbale e non, deve essere bandita. E purtroppo invece in tutti i settori degli stadi la violenza verbale campeggia tuttora alla grande. Il punto è che immediatamente accanto a tale virtuoso invito alle famiglie, troviamo una frase che pare rimandare ad un ragionamento diverso. Ad un approccio con gli stadi che sembra radicalmente opposto. Recita chiaramente, a caratteri cubitali, «DIFFIDATO NON MOLLARE». Non, «diffidato hai sbagliato», oppure «diffidato non lo fare più». O magari «diffidato ti aspettiamo per un tifo sano». No, diffidato non mollare. Cioè, diffidato torna e resta fermo nelle tue convinzioni che ti hanno portato ad essere allontanato dallo stadio perché noi le appoggiamo. Certamente tale solidarietà ai “fratelli” diffidati corre di stadio in stadio, di curva in curva, di striscione in striscione. Il problema è che non si tratta in questo caso di molto opinabili opinioni personali che vengono affidate ad uno striscione. Ma di una scritta che perennemente sta sotto gli occhi di tutti i passanti nell’inferriata perimetrale del Barbera. Ora dobbiamo capire quale messaggio deve arrivare alla cittadinanza che passa dalle parti dello stadio. Se quello di portare i piccoli e le famiglie allo stadio. Oppure, l’altro che manda, nella sostanza e nella forma, la solidarietà ai diffidati. Insieme, e a maggior ragione a pochi centimetri, non possono stare. Forse il Comune, proprietario della struttura, dovrebbe intervenire. Il Brescia, 30 punti, tredicesimo, si presenta sotto Monte Pellegrino con la stessa media del Palermo nelle ultime cinque partite. Una vittoria, due pareggi e due sconfitte. Fondato nel 1911, il club figura al quindicesimo posto nella graduatoria della tradizione sportiva italiana secondo i criteri della FIGC e detiene i record di partecipazioni totali e di partecipazioni consecutive ai campionati di Serie B. Tra i ventitre campionati di Serie A disputati, il miglior risultato è stato l’ottavo posto ottenuto nella stagione 2000-2001. Nello stemma delle rondinelle troviamo il leone. Brescia, la Leonessa d’italia contro l’oppressione austriaca, è stata immortalata dal Carducci nella poesia Alla Vittoria del 1877: «Lieta del fato Brescia raccolsemi, Brescia la forte, Brescia la ferrea, Brescia leonessa d’Italia beverata nel sangue nemico». Vedremo se prevarrà l’Aquila o la Leonessa.

    La partita

    All’inizio una voce, tra le tante cose vietate, prescrive che è vietato sporgersi dagli spalti. Cosa che ovviamente viene consentita al tifo organizzato. Di Francesco nuovamente tra i titolari, Ranocchia in panca, non sta bene. Le rondinelle maglia blu con la tradizionale V bianca. I padroni di casa consueto completino rosanero. A due minuti dall’inizio Palermo a due passi dal gol. Il Palermo c’è. Al quinto di nuovo quasi gol. All’ottavo Pojanpalo conquista una punizione dentro l’area dopo un contrasto con il portiere, occasione sprecata. Sul successivo calcio d’angolo rosa ancora pericolosi. Primo quarto d’ora solo Palermo che pressa, costruisce, tira, vede la porta. Primi cinque minuti del secondo quarto d’ora stessa cosa. Solo il Palermo può vincere o pareggiare, viste le cose in campo escludiamo la sconfitta, questa partita. C’è questa piccola postilla fastidiosa che nel calcio occorre segnare. Intanto 25mo. In questo secondo quarto d’ora la leonessa ha dato qualche zampata verso la porta rosanero, meno protagonisti della prima frazione. Ombrelli aperti nelle curve e in gradinata. Al 31mo i rosa impegnano il portiere bresciano. Che al 34mo prende in sicurezza un tiro da fuori area dei rosa. Al 35mo di nuovo prende un tiro partito dentro i sedici metri. Palermo più sprecone che bravo. E non è la prima volta. Al 38mo Pohjanpalo vede l’angolo di testa ma il portiere delle rondinelle si supera. Al 42mo Palermo ancora pericoloso. Di Francesco migliore in campo nei primi 45 giri d’orologio. Fine primo tempo tra qualche applauso. Rispetto ai fischi delle partite precedenti, è una notizia. La squadra di Dionisi vince ai punti abbondantemente. Ma è calcio, non pugilato. Gli spettatori non aumentano, i sostenitori del Brescia non pervenuti.

    Nel secondo tempo il Palermo attacca verso la curva sud. Il Brescia sembra partire più vispo rispetto all’inizio del primo tempo. Al 53mo e 55mo Rondinelle pericolose. Al 59mo i rosa ci provano ma non vedono la porta. Al 61mo, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, sì, ma il portiere bresciano si oppone. Fa lo stesso al 62mo con una miracolosa parata, quasi gol per i rosa. Il Palermo, che sembrava aver iniziato uno dei secondi tempi in versione dimessa cui ci
    ha abituati, cresce ma non è quello del primo tempo. Al 67mo altra occasione persa dei rosa sopra la traversa. Vasic e Segre in campo. Al 71mo i rosa ancora minacciosi. Ma un gol, anche malandato, vale più di cento buone azioni. E quel gol, a 18 minuti dalla fine, non c’è ancora. Al 74mo e al 75mo altri due giri a vuoto dei rosa in attacco. Stessa cosa al 78mo. A 12 dalle fine entrano Lund (che farà la sua parte) e Diakité, esce l’ottimo Di Francesco. Dalla panchina del Palermo firmano a quel punto per il pareggio? All’85mo la dea bendata, o qualcosa del genere, decreta che è rigore per i rosa. Pohjanpalo buca la porta del valoroso portiere bresciano che c’era quasi arrivato. Solo così si poteva segnare. Vantaggio meritato per quello che si è visto in quasi novanta minuti. Nei sei minuti di recupero entra Insigne, che gioca bene, esce tra gli applausi Le Douaron. I rosa sfiorano il 2 a 0 con Insigne. Poi lo stesso serve Pojanpalo che ci prova con una rovesciata tipo Fuga per la vittoria. Il triplice fischio dice che può bastare.

    Dopo la partita

    Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Se non c’era il rigore neppure a martellate i rosa avrebbero gonfiato la rete del Brescia. C’è un’enorme difficoltà a fare gol tra le mura amiche, ma i tre punti sono in cascina. Alla fine Pohjanpalo manda baci a tutti. Sabato si va a Genova contro la Samp. Il 14 marzo si riceve in casa la Cremonese. Potrebbe essere uno scontro diretto per i piani alti. Seconda vittoria consecutiva al Barbera. È già accaduto a gennaio, vediamo di arrivare a tre, quattro.
    Possiamo scrivere che il Palermo ha giocato una buona partita. La differenza con la Leonessa d’Italia si è vista tutta. Il solito tridente dei neo acquisti, Audero, Magnani e Pohjanpalo, più un ottimo Di Francesco, un buon Gomes e un deciso Ceccaroni, hanno preso per mano i rosa. Ma anche Insigne nei minuti di recupero ha tenuto alta la squadra. I due esterni di attacco, Di Francesco e Insigne, che parevano archiviati, insieme a Di Mariano, che abbiamo visto in tribuna e che rientrerà presto dopo l’intervento, possono dare una grossa mano in questo finale di stagione. Per quanto riguarda la classifica va detto che tra i contendenti il quarto posto solo il Cesena ha vinto, Cremonese e Catanzaro hanno pareggiato, la Juve Stabia ha perso peraltro in casa, il Modena che era a un punto dal Palermo ha pareggiato in casa con l’ultima in classifica. La quarta posizione è a cinque punti. A fine giornata il Bari, che sopravanzava prima di questa giornata il Palermo di due punti all’ottavo posto, pareggiando in casa con la Samp, prossimo avversario del Palermo, finisce al nono e dunque il Palermo rientra in zona play off. Si realizza al meglio una delle ipotesi, la migliore, che avevamo fatto nella sezione Prima della partita. Quel rigore realizzato oggi al Barbera non ha segnato soltanto la vittoria, ma ha in qualche modo rimesso il Palermo al centro del villaggio.

    Palermo
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