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giovedì 19 dic
  • Se il “Falcone-Borsellino” si chiamasse “Vincenzo Florio”

    Riporto fedelmente quanto scritto ieri su Repubblica Palermo (a pagina VI)

    “[…] Se qualcuno, in viaggio per Palermo in aereo, non ricorda che l’immagine della Sicilia è legata alla mafia, noi la evidenziamo subito già con il nome dell’aereoporto”.

    Questo è quanto è stato detto dal Presidente dell’Assemblea Regionale on. Gianfranco Micciché (e riportato con un titolo forse non troppo benevolo) che, intervenendo ad un convegno a Bivona, ha espresso parere sfavorevole circa l’invio dell’esercito in Sicilia per combattere la lotta alla mafia. Peccato che sia poi “scivolato” su questa battuta poco felice circa l’intitolazione ai due magistrati vittime della mafia dello scalo aereoportuale di Palermo. Non che in linea di principio il discorso dell’on. Miccicché non sia corretto, anzi: sottende a quella logica del senso comune che lavora per analogie e che associa il nome di Falcone e Borsellino a quello della mafia. La cosa che a me fa rabbrividire – in quanto palermitana, ventenne e sognatrice – attiene al perché si associno i nomi dei giudici alla mafia e non all’antimafia.

    Secondo gli antichi nomina sunt omina: il nome suggerisce o meglio anticipa, preagisce in qualche modo il destino o le virtù di chi lo possiede, rappresenta l’etichetta che comunica al mondo chi sei davvero. Per i luoghi può essere valido lo stesso principio? Ricordo che, proprio a pochi chilometri da Punta Raisi, si erge un monumento ai caduti che ricorda la strage di Capaci. Alto, imponente, impossibile da non vedere, questo monumento ha – qualche centinaio di metri più avanti – la funzione del nome “Falcone-Borsellino” accanto all’insegna Gesip: ci ricorda di come si può morire perché si fa bene, sin troppo bene, il proprio mestiere. Dovremmo allora abbattere anche quello?

    Personalmente, non credo sia una questione di intitolazioni: non è il nodo ad essere il problema, bensì tutta la rete che sta intorno. Leggere “Falcone-Borsellino” accanto al Welcome to Palermo appena scesi all’aereoporto rimanda – sia il turista, che l’uomo d’affari o il “rimpatriato” – ad una serie di significati legati al campo semantico mafia. A livello della cosiddetta “decodifica”, chi legge Falcone-Borsellino non pensa alla lotta alla corruzione e all’organizzazione mafiosa, alla primavera siciliana, ai movimenti di rivolta sociale. Pensa invece alla lupara e alle stragi, ai morti e anche alle magliette con su scritto “in Sicilia fui: non vedo, non sento, non parlo”. E in questo poco hanno colpa i due magistrati uccisi quindici anni fa. La questione principale – ed è venuta fuori spesso dalle pagine di questo blog – risiede nella rappresentazione che la Sicilia da di sé stessa all’estero e del radicamento dell’equazione siciliano=mafioso. Non è Falcone-Borsellino a far pensare alla mafia, siamo noi stessi che per quanto tentiamo di scrollarci di dosso questo epiteto (e lo facciamo mai realmente? non guadagniamo forse anche noi dalla vendita dei gadget made in mafia?) non siamo ancora riusciti – a livello della rappresentazione – a costruirci una identità fuori dalle mura della babele mafiosa.
    Oltre ai morti, alle stragi, alle armi, alla droga, ai miliardi che l’associazione mafiosa ha nel tempo accumulato, ciò che più mi fa riflettere – da ventenne, palermitana e sognatrice – riguarda proprio la costruzione della nostra identità. La mafia è così dentro di noi?

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  • 87 commenti a “Se il “Falcone-Borsellino” si chiamasse “Vincenzo Florio””

    1. Lo sosteneva già lo stesso Giudice Falcone: la mafia un po ci appartiene.

    2. miccichè mi fa ridere.. del resto anche io quando vedo lui in televisione penso alla sua vicenda con la cocaina. allora per lo stesso ragionamento dovrebbe andarsi ad AMMUCCIARE. o mi sbaglio?

    3. Si vede che hai “solo” 20 anni.
      Certo che la mafia è così dentro di noi, che ci piaccia o meno, è in ogni situazione della nostra vita. E di certo non si può essere palermitani o vivere in questa città senza sapere che è così, … qualunque cosa pensi e/o desideri realizzare, in qualunque settore.
      Te ne renderai conto molto presto…quando diventerai grande. Intendo dire … più grande!!!

    4. L’atteggiamento mafioso per me è dappertutto, in quel cittadino che lascia la macchina in seconda fila e prepotentemente se ne sbatte se blocca il traffico, tanto l’unica cosa che gli interessa è la sua comodità. e se gli fai notare che intralcia il passaggio ti guarda come se fossi tu a concepire assurdità.
      l’atteggiamento mafioso è nella pubblica amministrazione, nella sanità, quando diventa indispensabile contare su una conoscenza per avere documenti o visite che spettano di diritto, ma che non si riescono ad avere soltanto con quell’iter che in altre regioni semplicemente garantisce al cittadino di usufruire di un diritto.
      l’atteggiamento mafioso è in quel posteggiatore abusivo che pretende soldi per guardarti la macchina, senza aver alcun titolo per farlo, come se fosse legittimo per lui fare ciò che fa.
      l’atteggiamneot mafioso è in quei professori universitari che garantiscono carriera ai “figli di” penalizzando studenti meritevoli.
      l’atteggiamento mafioso è in ogni singolo contesto quotidiano, e ce ne sono migliaia, ma soprattutto è dentro di noi quando “per evitare discussioni” lasciamo correre e sopportiamo. diventiamo “complici”.
      ecco, io sono una gran rompiscatole, i miei figli quasi non mi sopportano quando ogni minuto mi lamento e discuto con tizio e caio, e anche con sempronio se è il caso, perchè devo dirglielo, che quel suo comportamento danneggia non solo me, ma tutti i cittadini, tutta la società.
      anche se sembra di discutere su una stupidaggine, credo che il modo migliore per far diventare i miei figli delle persone responsabili, oneste e coerenti, sia dare l’esempio, e non sottostare a quei soprusi che ledono la mia libertà e dignità. la mafia sicuramente non è dentro di me.

      ————————
      Trovo molto interessante – e senza dubbio pertinente al post di Laura – questo articolo pubblicato oggi su “La Repubblica”, di CONCITA DE GREGORIO

      L’HA DETTO col cuore, si capisce. Ha detto che quando uno va in Sicilia si deprime subito, già quando arriva all’aeroporto: se per esempio un viaggiatore giapponese sedicenne o un turista veronese con l’Alzheimer non avessero a mente che in Sicilia c’è la mafia ecco quella targa, appena arrivato, a ricordarglielo. “Aeroporto Falcone-Borsellino”. Che disastro, “che immagine negativa trasmettiamo subito col nome dell’aeroporto”, ha commentato il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Micciché, di Forza Italia.

      Uomo ottimista e positivo che associa all’isola, piuttosto, il pensiero del latte di mandorle e dei fichi d’India oltre che quello dei milioni di voti con cui è stato eletto, recordman di preferenze e artefice del celebre 61 a 0, tutti voti antimafia fino all’ultimo, va da sé. Poi, quando Maria Falcone sorella del magistrato ucciso, una donna che da anni passa le mattine nelle scuole dell’isola a parlare ai ragazzi di legalità, gli ha fatto con fermezza notare che l’aeroporto non è intitolato a Riina o a Provenzano “ma a due eroi italiani che credevano nel riscatto della nostra terra combattendo le cosche” persino Micciché si è reso conto. Si è scusato della “frase infelice”, l’ha “ritirata”.

      Una frase, però, non si può ritirare e rimettere in tasca come fosse un pizzino: quanto è detta è detta. In pubblico, davanti a molte persone: è detta. Si può semmai spiegare anche se serve a poco, di solito anzi peggiora. Che Micciché trovi negativo “per l’immagine della Sicilia” vedere scritto il nome di Falcone ogni volta che atterra a Palermo si può capire, mettendosi nei suoi panni. Che noia, questa lagna della mafia. Che freno allo sviluppo e al giulivo rincorrersi di innamorati sulle spiagge, al turismo e agli investimenti nelle cliniche private, per dire, ma anche a quel che Bill Gates potrebbe fare per l’isola portando centri di ricerca Sicilia e invece niente, vede la targa all’aeroporto e si spaventa. Così ecco la soluzione: cancellare i nomi di chi in quella guerra ci è morto.

      Niente nomi niente guerra. Niente targhe niente mafia. Delete, come al computer. La memoria è labile, alimentiamola piuttosto di feste folkloristiche in costume, carretti dipinti e processioni di madonne. E’ uno di quei pensieri si suppongono diffusi per quanto indicibili. Tocca smentirle ma sotto sotto chissà quanti la pensano così. Portiamo a Roma le mogli così i parlamentari non hanno bisogno di servirsi delle prostitute. Affondiamo i barconi degli immigrati prima che sbarchino. La mafia è inevitabile, bisogna imparare a conviverci. Una frase di queste: le dicono leader di partito e ministri ma poi ritrattano, correggono, ritirano l’irritirabile.

      Tante scuse, baciamo le mani, niente di grave. Micciché, che deve la sua fortuna politica all’amicizia con Dell’Utri incontrato una sera a cena a Milano (erano insieme al Toulà, l’importante è farsi trovare al posto giusto dalla persona giusta) è passato indenne da altre tempeste. Figuriamoci se può dimettersi, come ora gli chiede l’opposizione, per due parole dal sen fuggite. Ha da fare, in questi giorni. Venerdì comincia il convegno “Giovane azzurro e siciliano: orgoglioso di esserlo”: sarà sul palco. L’orgoglio isolano, questo bisogna alimentare. Le parole se le porta il vento.

      Del resto in Sicilia, ha spiegato lui una volta, “bisogna interpretare parole e riti, andare al di là delle apparenze”. Uno ti dice: andiamo a prendere un caffè? “L’unica cosa certa è che non ha davvero voglia di un caffè. Forse ha voglia di fare due passi, o di farsi vedere in piazza con te, o vuole ammirare il seno della commessa”. Ecco, il seno della commessa, senz’altro quello.
      (La Repubblica, 11 ottobre 2007)

    5. Bè, perchè non chiamarlo aeroporto “Michele Sindona”. Sarebbe il giusto premio a chi, da libero imprenditore, ha tanto innalzato il nome della Sicilia…

    6. MICCICHE’ TI DEVI VERGOGNARE, ANZI DIMETTITI CHE CI FAI PIU’ FIGURA!

    7. ma che strano, miccichè fa una gaffe e come per incanto l’accattivante link “scrivi al presidente” scompare..

    8. Credo che il porsi la domanda che rivolgi a tutti, sia un buon sperare. E penso che le difficoltà a cambiare la realtà siano dovuto al fatto che c’è un livello di mafia fatta di piccoli privilegi a cui non si vuole rinunciare.

    9. “[…] Se qualcuno, in viaggio per Palermo in aereo, non ricorda che l’immagine della Sicilia è legata all’ANTImafia, noi la evidenziamo subito già con il nome dell’aereoporto”.

      ANTI, ANTI, ANTIMAFIA. Sig. Micciché ma che fà?, così si attira molte ANTIpatie.
      Ahiai!

    10. Roberto e ti immagini il bar all’interno: “cafè Sindona” io non ci andrei. Cmq il sig. Miccichè pensi a fare meno pubblicità inutili sulla’ARS, a dire meno fesserie ai giornali e si impegni a trovare il tempo per lavorare, magari a debellare la mafia non a fare finta che non esista.

    11. Bè, hai ragione Fabio: il caffè da un’altra parte, perchè lì rischia di esserci la sorpresa avvelenata. Al bar “Ambrosoli”, per esempio. Sono d’accordo con te. Questa è un’affermazione che fa tristemente pensare. Ma vedrai che arriverà la smentita di rito e si parlerà di “fraintendimento”.

    12. “L’eroe borghese” all’interno dell’aeroporto Sindona sa sempre di caffè amaro… Cmq hai proprio ragione…a poco arriverà la secca smentita… io intanto ne ho approfittato per scrivere a Miccichè, visto che lui ci tiene tanto da investire non so quanti euro in questa infinita operazione simpatia l’ho accontentato.

    13. Ma davvero bisogna ricordare al Presidente Miccichè di quanto sia piu’ disonorevole e compromettente per l’immagine che la sicilia proietta di sè al di fuori del bacino mediterraneo avere come presidente della regione una persona attualmente indagata per concorso esterno in associazione mafiosa!!! Peccato… dopo la candida ammissione di non volere procedere con la sospensione dell’aumento degli stipendi previsti per la classe politica ha perso l’ennesima buona occasione per tacere!!!

    14. Però, fermo restando che l’affermazione di Micchichè – se effettivamente così – è una clamorosa topica, si può fare un altro discorso. Non mi piace la memoria nominalistica che tralascia concetti e contenuti. Non credo che la Sicilia possa salvarsi l’anima semplicemente dando lo stesso duplice nome “Falcone e Borsellino” ai suoi aeroporti, alle sue strade e – tra poco – anche ai suoi bar. Questo retorico fragore di intitolazioni nasconde un preoccupante silenzio della vera memoria.

    15. quindi…
      Le migliaia di piazze intitolate a Simon Bolivar in sud America fanno pensare alla tirannia delle dittature storiche dell’America Latina !
      L’aeroporto di NY intitotalo a John Fitzgerald Kennnedy fa pensare al terrorismo.
      L’aeroporto francese intitolato a Charles de Gaulle fa pensare al nazismo !
      … e così via !
      Molti stati del mondo democratico cercano di costruire una memoria storica dando alle loro piazze e ai loro aeroporti nomi di individui, le cui gesta hanno contribuito a rendere piu’ liberi e democratici i territori in cui hanno vissuto ed agito.

      Tu dici “siamo noi stessi che … non siamo ancora riusciti … a costruirci una identità fuori dalle mura della babele mafiosa”.
      Credo che ogni individuo costruisce e costituisce “una” identità in ogni territorio.
      L’identità di ogni luogo è la somma delle singole identità.

      Poi un giorno fu creato il “marketing territoriale”, una sorta di scienza piu’ o meno esatta che potesse rifare il trucco ad un territorio, facendo decollare un potenziale economia.
      E probabilmente l’abitudine sempre piu’ frequente di cimentarsi con le strategie del marketing territoriale (che in effetti in alcune aree del mondo conduce a vie efficaci di sviluppo economico), da noi porta a idealizzare nuove tesi sul rivedere il nome del nostro aeroporto per costruire piu appetibilità nel turista.
      Ci sono, tuttavia, alcuni particolari non indifferenti che “forse” sfuggono nel momento di una veloce dichiarazione fatta in un convegno.
      Nel costruire procedure finalizzate all’attuazione di un piano di marketing territoriale (e analogamente nel cimentarsi nella pianificazione strategica di sviluppo di un territorio), nell’identificare le vocazioni forti di un luogo (sia esse naturali, culturali, economiche) non si puo’ prescidere dall’analisi del contesto storico socio-culturale, proprio a salvaguardia della memoria storica dei luoghi.
      Che voglio dire ?
      Che se si decide che in Sicilia potrebbero venire piu’ turisti con un nome dell’aeroporto palermitano diverso dall’attuale, si deve tenere in “alta” considerazione il contesto sociale locale rappresentato da tutti quegli individui che, a vario titolo e con diverse modalità, hanno fatto della lotta quotidiana alla mafia il proprio stile di vita.
      Se un nome rappresenta la memoria storica di questo luogo, rappresenta “la resistenza” al marcio secolare, probabilmente potrebbe essere piu’ strategico lavorare culturalmente a trasmettere al turista una informazione esaustiva sul ruolo che queste figure hanno avuto per la costruzione di una società civile, libera e democratica, anzicchè cambiare il nome all’aeroporto.
      In questo modo si potrebbero ottenere svariati benefici di carattere etico, sociale, culturale, legale, e perchè no’ economico:
      1) si riconosce il lavoro svolto dai martiri locali e da tanti altri individui della società civile;
      2) si trasmette al turista (attraverso un’adeguata campagna formativa-informativa) la consapevolezza del ruolo svolto dai martiri della mafia, e da tutto il mondo dell’antimafia pragmatico, nella società siciliana;
      3) si contribuisce a veicolare negli altri paesi del mondo una cultura della legalità e della lotta alla mafia/criminalità che ad oggi sembra non essere stata molto “percepita”;
      4) si contribuisce a creare reti di legalità internazionali con quelle realtà locali che sono quotidianamente attive nella lottà alla criminalità organizzata;
      5) si mette in moto un attività costante di Convegni, workshop, scambi di esperienze sulla lotta alla mafia/criminalità, (e non solo nei periodi di commemorazione come avviene da noi).
      La Sicilia potrebbe quindi divenire un punto “costante” di riferimento internazionale per la lotta alla mafia/criminalità.

      Ma questo piccolo esercizio di marketing territoriale nel quale mi sono cimentato è diverso dal marketing territoriale del cancellare il nome Falcone/Borsellino all’aeroporto di Palermo.
      C’è solo una picola differenza tra i due: in uno è salvaguardata la memoria storica e anzi la si valorizza e la si mette in rete a livello internazionale facendola diventare elemento culturale moltiplicatore, nell’altro tentativo cosa c’è ?
      AAA risposte cercasi ….

    16. Speriamo allora che i turisti non vengano a palermo dell’aereoporto perche’ potrebbero incontra frontalmente una delle due stele che è stata messa in ricordo, togliamo pure quelle? Mi sa che per i turisti anche quelle hanno il loro peso.
      Per noi credo non ci sia bisogno di averle, ce lo ricordiamo benissimo cosa è successo, che giorno e a che ora hanno ucciso la nostra speranza. le immagini sono vive dentro ognuno di noi.
      Ma cosa ci si puo’ aspettare da micciche’???????

    17. miccichè ha comunque fatto marcia indietro rispetto alle dichiarazioni riportate dal post e su repubblica.
      vi segnalo un comunicato stampa che sta sul suo blog.

    18. L’unica marcia indietro possibile per una frase simile sono le dimissioni.

    19. marcia indietro? l’avra’ scritta l’ufficio stampa e lui l’ha ripetuta…per favore

    20. Il nome da solo, come fa intendere Roberto, è poco più di niente. Un monumento che rappresenta qualcosa, una struttura di ferro cemento e marmo restano freddi se non gli si da un vero valore. Spendere il nome del martire di turno solo per gonfiarsi il petto innanzi al pubblico è sterile e triste. L’aeroporto di Palermo è molto legato alla fine del povero giudice Giovanni, ed è giusto che lo ricordi. Le scuole, che per prima devono insegnare la vita nella legalità, devono parlare delle loro gesta non solo con un nome nel frontespizio. Non fermiamoci ai necrologi, è la possibile vita dei palermitani nell’antimafia, che deve ricordare lo scalo di punta Rais(non Raisi come poi sicilianamente tradotto nella storia). E se Miccichè crede che quel nome parli solo di morte, che si rimbocchi le maniche per primo e divulghi la storia dell’antimafia a quei turisti che ci credono ancora tutti proprietari di una lupara(esistono ancora, non esagero). A proposito, che fine ha fatto uno dei due obelischi commemorativi che manca a bordo autostrada, a Capaci, almeno dal giugno scorso?

    21. Miccichè, presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana: “La mia non è stata una dichiarazione felice e di questo mi scuso con la signora Falcone e non solo con lei.” Poco felice? Tutto qui?

    22. Interessantissimo post e validissimi commenti su un’infelicissima uscita del Micciché: superlativi a pioggia, ma non mi paiono sprecati.
      Premetto che a me l’uscita in oggetto non sorprende affatto (mi indigna, certo, ma non mi sorprende), tenuto conto che Totò “Le Gaffeur” Cuffaro sostiene da anni che il problema della Sicilia non è la mafia ma i giornalisti che ne parlano: evidentemente per qualcuno meno si parla di mafia meglio è.
      Ma andiamo oltre.
      Stamattina ho domandato al mio barista romano se lui, atterrando a Punta Raisi, avesse avuto la sensazione che l’intitolazione a Falcone-Borsellino rimandasse alla mafia. Lui, candidamente e senza nulla sapere dell’uscita del Micciché, ha detto di no, anzi gli sembrava una cosa giusta e doverosa intitolare l’aeroporto a questi due eroi dell’antimafia e che l’intitolazione non rimandava alla mafia ma, al contrario, alla lotta contro la mafia.
      Ecco, tutto ciò per ulteriormente dimostrare che oltre ad essere stata un’uscita infelice, questa di Micciché è stata anche un’uscita INFONDATA.

    23. Roba da vergognarsi…Tra Miccichè e quell’altro, siamo messi davvero maluccio!L’autrice fa bene a sognare. A 20 anni è lecito…tra qualche anno la percezione della realtà le sarà più nitida.Cmq, per il momento, è giusto così.

    24. Voglio spezzare una lancia a favore di Micciche.

      La mafia come tutti sanno è stata “importata” dai piemontesi durante l’unità d’Italia, dunque è un agente esterno inoculato in Sicilia.

      Infatti prima del 1865 la parola “mafia” non si trova da nessuna parte.

      Perchè dobbiamo dunque ritenere la mafia una cosa tipica dei siciliani?

      Non è assolutamente vero che lasciare la macchina in doppia fila sono fenomeni mafiosi, ma sono fenomeni che si trovano in tutto il mondo, soprattutto nei paesi economicamente disagiati.

      La mafia è un fenomeno politico.
      Dallo sbarco di Garibaldi la mafia è stata utilizzata come cane da guardia dalla massoneria del nord Italia.

      Dunque i burattinai della mafia stanno al nord.

      Falcone è un eroe nessuno lo mette in dubbio ma non dimentichiamoci che lo stato ha pesanti responsabilità sulla sua morte e molte piste che riguardano i veri mandanti della strage portavano al nord.

      Sono d’accordo a fare tante statue su Falcone, su Borsellino, ma anche a tutti quelli che hanno lottato per la libertà della Sicilia che oggi nessuno ricorda ne sono oggetto di dibattito.
      Ma su queste statue deve essere scritto che loro sono stati abbandonati dallo Stato!

      L’aeroporto intitolatelo a Vincenzo Florio è un idea bellissima.

      leggete qualche articolo più esplicativo su http://www.neoborbonicisicilia.it

    25. Caro gonzalo,
      ma V……….o!

    26. Senza parole il banner è al suo posto in rotazione.

    27. “La mafia come tutti sanno è stata “importata” dai piemontesi durante l’unità d’Italia, dunque è un agente esterno inoculato in Sicilia.”

      Come tutti sanno??? Importata dai piemontesi???
      O hanno cambiato la storia della mafia negli ultimi 5 minuti senza dirmi nulla oppure qualcosa non quadra (e non si tratta delle mie conoscenze sulla mafia).

    28. Qui stiamo con la merda fino al collo e arriva il neoborbonico a dirci che la mafia l’hanno portata i piemontesi..
      Ma santoddio con che criterio si scrivono (e si pensano) certe cose?

    29. Gonzalo vorrei mandarti pure io a quel paese ma non lo farò. Ti dò un’opportunità. Supponiamo che lo scalo non abbia ancora un nome, spiegami, convincimi, perchè intitolarlo a Vincenzo Florio e non a Falcone e Borsellino. Con tue parole.

    30. Rosalio perchè vengo messo in attesa di essere approvato? Ho detto qualcosa di scandaloso? Che ti ha turbato? Che non dovevo dire? Plausibile di denuncia? Ho affermato il falso? Violato la linea del blog? Ho detto qualcosa di scomodo? Pronunciato parolacce? Attaccato qualcuno? Sforato le norme di buona condotta, etica o costume? Gradirei risposta, pubblica qui a seguito. GRAZIE.

    31. F@bio B. stai cercando di litigare con un software antispam.
      Senza parole ti invito a utilizzare un linguaggio più consono.

    32. Scusa, tradotto?

    33. secondo me altro che uscita infelice … piuttosto dire uscita programmata. Certo, cominciamo col togliere il nome dall’aeroporto, poi arriva l’altro e dice che i giornalisti parlano troppo di mafia e quindi mettiamogli il bavaglio, così come si suol dire con un colpo alla botte e uno al cerchio … andiamo facendo scomparire tutto ciò che di buono e di sano c’è ancora nella nostra terra, … le nostre coscienze!
      Certo poi che a suggerire queste cose siano persone indagate per mafia è davvero molto ironico, non credete?
      E’ daccordo con me dott. puglisi?

    34. Con un programma che mette in moderazione i commenti in presenza di determinate stringhe perché le identifica come pubblicità seriale e quindi necessitano di essere rivisti da un moderatore per verificare se sono “buoni” o spam.

    35. Incredibile. 😮

    36. Non so veramente cosa dire…
      Penso che la maggior parte di noi sia stata all’estero qualche volta, spesso capita di conoscere gente straniera e altrettanto spesso capita di imbattersi, bene che vada, nell’innocente domanda:-ma che cosa è questa mafia?- (nel caso peggiore esternano direttamente la convinzione di trovarsi di fronte a un mafioso…).
      In questo momento io mi trovo in Spagna da un mese per il progetto ERASMUS e, lo dico quasi con le lacrime agli occhi, mi sto rendendo conto di quanto il mondo ami la Sicilia per il suo patrimonio artistico/storico, per il clima e la natura incomparabili, per la giovialità e simpatia degli abitanti, per il cibo delizioso… ma qualunque attestazione di stima o complimento per la mia terra si conclude con un “…PERO’…” che vale quanto una pugnalata. Rimarrò qui fino a luglio ma, per quanto lo cercherò, non credo che troverò nessuno che sia stato (o sarà mai) frenato dal nome dell’aeroporto.
      Pur con estrema tristezza e speranza di sbagliarmi, penso che la situazione attuale chiarisca che noi, donne e uomini convinti che un modo sano e legale di vivere la nostra terra sia migliore del sistema che portiamo a traino (o che ci traina), non siamo altro che una minoranza armata di speranza e voglia di lottare… ma quanto dura la speranza?

    37. cosa dire? una sola parola: VERGOGNA!
      e questa è la gente che ci rappresenta…. bah

    38. La mafia l’hanno portata i piemontesi…le lupare i veneti e i cannoli i longobardi. 🙂

      Devo telefonare ai miei parenti a New York. Devo chiedergli (volendo ragionare alla Miccichè): “Ma quando i turisti atterrano all’aeroporto John Fitzgerald Kennedy, la prima cosa a cui pensano è un grande presidente che ha fatto la storia o al suo potenziale assassino Lee Harvey Oswald? O alla mafia”…perché infondo anche lui è stato ucciso dalla mafia…

      Palermo-New york…una faccia, una razza.

      Saprò darvi risposta.

    39. Miccichè ha espresso la sua contrarietà all’esercito in Sicilia con delle motivazioni francamente ridicole. Certo si può essere d’accordo o si può non condividere la richiesta dell’invio, ma credo che dichiarare che “la presenza dell’esercito in questo momento storico non è necessaria perchè non siamo nelle stesse condizioni del 1992” sia frutto di una mentalità politica che negli anni non ha sicuramente giovato all’antimafia. L’assunto che si deve ricorrere ad iniziative del genere solo in momenti di emergenza, ovvero dopo stagioni sanguinose è del tutto è del tutto fuorviante. La storia ci ha insegnato che spesso lo Stato dopo stagioni di grandi iniziative repressive (vedi approvazione della Legge Rognoni La Torre dopo l’omicidio Dalla Chiesa) ha un po’ abbassato la guardia contestualmente all’inabissamento della mafia. Se cosa nostra non spara non vuol dire che è stata sconfitta ma soltanto che ha cambiato strategia e che continua ad esercitare la sua pressione sul territorio che controlla. Quindi è assurdo pensare che l’esercito non va bene perché non siamo nel ’92. Nel concetto espresso da Miccichè mi sembra di percepire una certa sottovalutazione della mafia. Ricordiamoci che è questo il momento di alzare la guardia e che non bisogna aspettare altro sangue per ragionare su interventi seri e mirati per colpire l’organizzazione. L’esercito potrebbe essere uno di questi

    40. Vista l’ “educazione” di taluni lettori mi astengo da contribuire ulteriormente all’approfondimento del tema.
      Detto questo chi è desideroso di conoscere la storia se la vada a cercare.

      La mafia opprime il popolo siciliano perchè impone i propri voleri, proprio come chi vuole imporre il nome di un aeroporto e scade nel vile insulto contro chi non è d’accordo.

      buona fortuna

    41. …Segretaria, mi passi Martello sulla 1!
      – In linea signore.
      – Prò, tu sei?
      – sè, sè, principà.
      – Testa di Mi**hia, quante volte te lo devo dire che quelle striscie sono pesanti per il mattino? ù viri cà mi fannu sparari Ca++ate, chista è a secunna cà mi cummini.
      – Ci giuru, un succeri cchiù; però principà,…..chista rì l’aeroporto era bella….
      _- MAVAFAN

    42. gonzalo grazie per gli auguri.
      francamente dei borbonici non sentivamo la mancanza. Ma facciamo così, ci risentiamo fra altri 150 anni.
      Del resto io non impongo nulla.
      In Sicilia, Repubblica Italiana, i valori condivisi sono questi. E la storia non si riscrive, nè si va a cercare nei cassonetti da qualche parte. Se non vi riconoscete nella nostra storia e nei nostri valori è un problema vostro. Andate a conquistare un altro paese. Con affetto

    43. Gonzalo caro, abbi il coraggio delle tue idee, delucida me e gli altri, perchè fra i tanti proprio Vincenzo Florio? Non nasconderti dietro l’offesa per un qualche commento un pò troppo spinto, l’autore ha persino ammesso le sue colpe. Ora suvvia, spiegami perchè Florio potrebbe essere meglio di Falcone e Borsellino? Non chiedo lezioni di storia, solo il perchè PER TE, A PAROLE TUE dovrebbe essere così. Il tuo eventuale silenzio lo interpreterò come assenza di motivazioni valide.

    44. “Protestiamo, scendiamo in piazza. Facciamoli vergognare come loro fanno vergognare ogni giorno noi di essere siciliani”

      senza parole ….sono con te!!! 8)

    45. ci avrei scommesso!!!!stamattina avevo pensato: o pubblicano un articolo di miccichè o siino prende le sue difese…prevedibili!!!!!!!!!

    46. Siino però mi diverte di più…è più convinto.

    47. Francamente quando rientro a Palermo, nel ruolo di “rimpatriata”, il mio “campo semantico” non rimanda alla mafia ma esattamente al suo contrario. Anzi, arrivare all’aeroporto e vedere la scritta Falcone-Borsellino mi dà per un attimo la sensazione che qualcosa sia stata fatta. Poi passo davanti alla stele e la mia certezza inizia a vacillare; lo schianto definitivo avviene dopo poco, giusto il tempo di sentir parlare i nostri rappresentanti istituzionali. Allora sì che il mio campo semantico rimanda alla mafia, con una violenza insopportabile!

    48. Luisa spero che tu lo abbia pensato nel senso che sarebbe stato giusto sentire anche l’altra campana.

    49. Bella questa.

    50. Che sia stata una dichiarazione infelice mi sembra evidente.

    51. AAA: Dove è finito il borbone che risponde al nome di Gonzalo?

    52. Ha ragione alla targa ” Aeroporto Falcone & Borsellino ” bisognava aggiungere sotto ( EROI ITALIANI MORTI PER VILE MANO MAFIOSA ) cosi tutti gli ”ignoranti” si possano ricordare a chi abbiamo voluto dedicare un luogo simbolo della citta’ dove si sono immolati per fare volere le nostre coscienze non certo quella di ha pronunciato quella frase

    53. Bello l’intervento di Daniela. Triste giustificare Miccichè.

    54. Più che neo borbonici rischiamo, se continuiamo così, di diventare neo-barbonici.
      Ma per piacere!! Con tutti i casini che abbiamo…un po’ di umiltà!!
      Riguardo al nome dell’aeroporto, suggerisco di tagliare la testa al topo: il prossimo, quello di Agrigento, lo dedichiamo a Vincenzo Florio così:
      – noi ci teniamo stretti il nostro aeroporto con i nostri caduti;
      – loro si fanno il quinto aeroporto in Sicilia del quale, detto tra noi, si sente un’immenso bisogno e se lo chiamano come vogliono loro.
      In alternativa, ci sarebbe Trapani al quale il nome Florio, se ci tengono così tanto, vista anche la vicinanza a Marsala sarebbe più appropriato.
      Voi direte, così avanza un nome. Proporrei per Agrigento quello di Rosario Livatino, ma dubito che i nostri politici siano d’accordo: vuoi mettere il marketing territoriale nella terra del governatore…un’ossimoro!!

    55. Credo che l’aeroporto di Birgi sia intitolato proprio a Vincenzo Florio.
      Per quello di Agrigento aspetterei un po’ a intitolarlo.
      Anche perché ancora è troppo presto.

    56. Sono alquanto incavolato non solo per quanto detto, ma anche per quello che c’è dietro a quella frase. Ho scritto nel mio blog che Falcone e Borsellino non incutono mera mestizia ma soprattutto orgoglio, perché sono i nostri due eroi che hanno scosso la nostra città. E’ indubbio che Palermo non è più quella che c’era prima del 1992, o ce lo siamo dimenticati? La mafia esiste ancora, questo è certo, ma prima era più palese e palpabile. Omicidi, omertà a go go…ora Palermo vuole rinascere e Falcone e Borsellino sono gli eroi anche in questo senso. Micciché, dunque, ha toppato alla grande. Io cambierei persino il nome a via Libertà! via Falcone-Borsellino….

    57. Ottima idea. Io propongo: da Via Libertà a Via Giovanni Falcone, da Via Regione Siciliana a Via Paolo Borsellino, da Piazza Castelnuovo a Piazza Vittime della Mafia.
      In questa città bisogna ricordare. SEMPRE. L’oblio su quello che è successo fa solo il gioco dei mafiosi.

    58. allora propongo o di fare un’altra stada che conduce dall’aeroporto a palermo o di abbattere gli obelisci che ricordano la morte di Falcone

    59. perchè?

    60. BIGLIETTI AEREI PER SPORTIVI A TARIFFE AGEVOLATE, DOMANI CONFERENZA
      STAMPA.
      perchè anche questa non è una cosa senz a senso?

    61. Memoria storica! Memoria storica! Memoria storica! Solo ricordando persone come Falcone e Borsellino possiamo auspicare ad un cambiamento culturale!

    62. Ai ventenni ed a chi chiede il ricordo. Incontrai due volte il giudice Falcone. La prime volta fu solo un attimo: tra me e lui un giovane con jeans, giubotto ed un mitra con la canna a qualche centimetro dalla mia pancia. Il suo sguardo chiedeva scusa per il compresibile terrore di un minchione soprapensiero entrato in rotta di collisione con il giudice e la sua scorta.
      La seconda fu una breve e splendida conversazione con un uomo di grande intelligenza, grande calma e grande capacità di esprimere il proprio pensiero usando poche parole. Le ultime furono: “Mi telefoni quando vuole, il mio numero è sull’elenco telefonico”. La ricerca del contatto umano mi sembrò palpabile.
      L’intitolazione dell’aeroporto di Palermo a lui ed al giudice Borsellino non mi provoca alcuna allergia, non mi incupisce e non credo che sia importante cosa pensino gli altri a tal punto da condizionarci nelle scelte toponomastiche. E’ importante invece pensare al nostro futuro con la nostra identità e con la memoria, bella e brutta, del nostro passato. A chi piace bene, a chi non piace pazienza. La nostra storia è questa, se qualcuno non la gradisce può sempre volare da qualche altra parte.

    63. Ho letto tutti i commenti, anche quelli ai post del Presidente e di Davide Enia… le opinioni, anche se da diversi punti di vista, concordano sulla medesima voglia di ricordare e confermano la sfiducia che- ancora una volta- l’uomo della strada ripone nelle istituzioni. Non nell’uomo, sia ben chiaro, ma in ciò che quell’uomo rappresenta (cioè il mancia mancia della politica).

      Vorrei chiudere citando Borges:
      “>. In altre parole, il proposito di abolire il passato fu già formulato nel passato e -paradossalmente- è una delle prove che il passato non può essere abolito. Il passato è indistruttibile; prima o poi tornano tutte le cose, e una delle cose che tornano è il progetto di abolire il passato.”
      (J.L.Borges; Altre inquisizioni)

    64. scusate, è saltata la citazione, la riscrivo:
      ” narra Samuel Johnson, . In altre parole, il proposito di abolire il passato fu già formulato nel passato e -paradossalmente- è una delle prove che il passato non può essere abolito. Il passato è indistruttibile; prima o poi tornano tutte le cose, e una delle cose che tornano è il progetto di abolire il passato.”
      (J.L.Borges; Altre inquisizioni)

    65. L’importante è evitare il brambillismo.

    66. Carissimo Gonzalo,
      Ti invito ad acquistare un bel testo di storia moderna per leggerti la storia d’Italia.
      Se per difendere l’indifendibile cominciamo pure a cambiare la storia, semu misi veru mali!
      Comunque non c’è da stupirsi più di tanto se in una società, ed ancor di più in certa classe politica, ormai apparire è più importante che essere.

    67. E se lo chiamassimo Dalla Chiesa e Terranova? Oppure Costa e Chinnici? O ancora La Torre e Giuliano? Oppure Montana e Cassarà? o Antiochia e Francese? Oppure De Mauro e Scaglione? Insomma: basta con i soliti eroi, ce ne sono così tanti…

    68. …gli sarà anche scappato e si starà mangiando le palle per averla detta,chissà? ma è assolutamente rivelatrice di un vecchio progetto..
      questa frase fa parte di un processo ben preciso che viene da sempre portato avanti da miccichè,cuffaro e compagni(compresi berlusconi e lunardi,bisogna conviverci…)
      ,dai tempi dell’attacco alla piovra televisiva a quelli della trasmissione riparatrice(dopo report.) chiesta da cuffaro,loro vogliono che la sicilia sia “NORMALIZZATA”…(ed è anche per questo che non vogliono l’esercito…)
      …si fanno affari meglio…
      ma questa volta …ci riusciranno?o no?
      il dibattito è aperto,si chiacchera e nel frattempo …ci sarà la richiesta di CONDANNA per cuffaro…(a giorni..)..per la SENTENZA si aspetterà..
      pequod

    69. A “Vincenzo Florio” è già intitolato l’aeroporto di Trapani-Birgi.

    70. Potremmo chiamarlo “Aeroporto internazionale Fico d’india – Cannolo”, così da dare subito un’immagine positiva al turista e invogliarlo all’acquisto di prodotti tipici

    71. 10, 100, 1.000 Micciche’. Il Brand antimafia.
      ^
      Di Luigi Crespi
      ^
      Non sono certamente un esperto di questioni di mafia, ma sicuramente conosco le regole che determinano l’affermazione di prodotti e di marche ed in questo senso un Paese, un territorio, una regione vengono promossi sul mercato con le stesse regole e tecniche con le quali si promuove lo sviluppo di un impresa o di un intero comparto economico.
      Questo legittima i milioni di euro che ogni regione spende in Italia e all’estero per attrarre nel proprio territorio, investimenti, turismo e in generale ricchezza. E’ nella logica del brand, capace di veicolare dentro di sè anche più prodotti, che Francesco Rutelli ha speso 50milioni di euro per fare Italia.it , il sito che promuove il nostro paese nel mondo. Ed ecco perchè non mi sono scandalizzato quando Gianfranco Miccichè ha detto che intestare l’aeroporto di Palermo a Falcone e Borsellino è cattiva pubblicità.In questa affermazione è illegittimo pensare che ci sia un tentativo di rimozione, o di superamento della memoria, perchè gli eroi, ma soprattutto i martiri non vengono legittimati nella storia di un paese attraverso intestazione di vie, piazze, aeroporti o stadi.
      ^
      Semmai questa operazione, il più delle volte, tende ad assolvere la coscienza collettiva. Nessuno ha mai pensato che siccome l’aroporto di Milano non è intestato alle vittime di piazza Fontana ciò rappresenti un atto di connivenza con il terrorismo o un tentativo di rimozione dalla memoria collettiva, come del resto a nessuno è venuto mai in mente di chiamare l’aeroporto di Roma, Aldo Moro e potremmo declinare questa provocazione per Genova, Brescia, Bologna ecc…
      ^
      Io credo che la lotta alla mafia e all’illegalità possa essere fatta dando ai cittadini la possibilità di scegliere, ed oggi gli eroi antimafia e la vera antimafia non sta nel dedalo di associazioni che fioriscono giorno dopo giorno, allattate e finanziate con i soldi pubbici, semmai sono coloro che cercano di perseguire i reati e i loro autori (cosa che di certo non rientra nei compiti dell’associazionismo antimafioso ma in quelli delle forze dell’ordine e della magistratura) e in chi determina scelte che producono sviluppo e ricchezza perchè se la Sicilia, come la Calabria e la Campania, riuscissero a moltiplicare i posti di lavoro e dare ai giovani un’alternativa, si eliminerebbe quel tessuto nel quale l’illegalità cotruisce il proprio consenso.
      ^
      Nessun cittadino sceglierebbe la via della criminalità se avesse a disposizione una strada che gli consentisse una vita dignitosa. Ecco perchè tutti quegli atti politici e amministrativi che vanno in questa direzione sono contro la mafia. Ed ecco perchè la provocazione, se volete anche infelice di Miccichè, ha il merito di aprire un dibattito vero sul ruolo delle istituzioni e della politica. L’obiettivo che è stato raggiunto ad esempio, con la richiesta dell’intervento dell’esercito in Sicilia, ha di fatto determinato il declassamento della regione da parte delle società di rating e di investimento internazionale. Quindi questa richiesta fatta con il solo fine di farsi una facile e conformistica pubblicità, ha prodotto anche se involontariamente un contributo allo sviluppo della mafia.
      ^
      Il marketing, le politiche di brand sono una cosa seria e sono il fondamento dello sviluppo dell’economia, credo che le istituzioni siciliane debbano subito determinare investimenti nazionali ed internazionali e creare sviluppo e ricchiezza onorando così non solo la memoria dei propri martiri, ma anche dimostrando come quel popolo ha saputo reagire ai terribili anni 80. Anche per questo il dovere di tutte le istituzioni è quello di far conoscere quanto di buono e quante opportunità quella terra può dare non solo ai turisti, ma ad imprenditori ed investitori consapevoli che se questo non viene fatto si machieranno di complicità con la mafia. E se per fare questo dobbiamo passare attraverso una gaffe di Miccichè, una gaffe antimafia, dobbiamo rendere merito al coraggio di un politico che se si permette di dire una frase del genere, è perchè ha saputo costruire nella sua esperienza politica una tale distanza dalla mafia da esserne libero.

    72. Senza parole, quali sarebbero i valori in cui tutti ci riconosciamo?
      ^
      Forse quelli di un paese spaccato tra Nord e Sud? Un paese che ha investito tutto al Nord e lasciato il Sud in balia della criminalità?
      ^
      Allora forse ti ci potrai rispecchiare solo tu in questo paese. A me un paese così, esempio unico di segregazione razziale nel mondo occidentale, mi fa solo schifo.
      ^
      Gonzalo ha ragione: non c’è traccia di mafia prima del 1860 in Sicilia. La stessa parola “maffia” deriva dal Toscano. Il Sud è stato conquistato dai Piemontesi a costo della corruzione delle istituzioni politiche del Sud. La prima cosa che fecero i garibaldini una volta espugnato il Sud fu di fare uscire i camorristi dalle patrie galere e di metterli a capo delle prefetture. Lo Stato unitario nasce nel nome della “corruzione” del Sud. Esattamente come hanno fatto tutti i paese colonizzatori. Guarda che cos’è l’Africa dopo l’epoca delle colonizzazioni. Non c’è un solo paese africano che non abbia una classe dirigente corrotta. Così si è fatto con il Sud: si è corrotto per colonizzare. Siamo una colonia di questa vomitevole italietta corrotta!
      ^
      La mafia fa schifo! I conquistatori tosco-padani che l’hanno favorita e gli hanno consentito di svilupparsi fanno ancora più schifo! (Che poi sono gli stessi che hanno messo i bastoni tra le ruote a Falcone e Borsellino quando erano in vita.)
      ^
      Ti dice niente Leoluca Orlando Cascio? Ti dice niente il CSM? Due pezzi dello Stato che hanno combattutto Falcone e Borsellino.

    73. Mafia: “emergenza finita in Sicilia”
      (ANSA) -ROMA, 12 OTT- “La Sicilia ha diritto di dichiarare finita’ l’emergenza mafiosa”. Lo ha detto il presidente dell’assemblea regionale Siciliana, Micciche’.Il numero 1 dell’Assemblea e’ tornato sulla sua discussa frase di quanto sia triste arrivare in Sicilia in un aeroporto dedicato a Falcone e Borsellino. “Non dobbiamo abbassare l’attenzione verso il fenomeno mafia – ha proseguito – ma non sono piu’ i tempi in cui c’era l’esercito. Noi siciliani dobbiamo cominciare a parlare delle cose positive

      ecco qui la VERA STRATEGIA…
      NORMALIZZAZIONE
      pequod

    74. Marco la prossima volta evita di copiare e incollare materiale altrui qui ma metti un link.

    75. Cito Marco “Nessun cittadino sceglierebbe la via della criminalità se avesse a disposizione una strada che gli consentisse una vita dignitosa”…. il fenomeno è ben più complesso… e non si può ridurre tutto alle politiche di marketing. E se proprio vogliamo dirla tutta, spesso i grossi investimenti fatti in Sicilia passano proprio per il tessuto mafioso.

    76. @ Marco e Gonzalo:
      le cose che scrivete sono vaneggiamenti puri e semplici.
      Ma come fate a dire che la mafia l’ha importata il Nord? Ma lo sapete chi erano i gabellieri dei Principi latifondisti che poi sono diventati i mafiosi? Lo sapete che l’abbandono dello stato risale al XIV secolo? Lo sapete quanti miliardi di euro sono stati riversati nelle tasche dei mafiosi con le tasse del nord italia per tramite dei politivi collusi che hanno governato la sicilia negli ultimi 60 anni? Lo sapete che ai tempi dei borboni ci sono state diverse rivolte popolari e migliaia di morti (non solo siciliani) per liberare la sicilia da un giogo che durava da 500 anni e la costringeva all’immobilismo più totale? Lo sapete che, per quanto pieno di difetti, il governo unitario ha creato infrastrutture, ha abbattuto l’analfabestismo e ha reso molto più dinamica la realtà imprenditoriale siciliana, permettendo la creazione di un ceto borghese che fino al 1860 era inesistente? Lo sapete che l’Autonomia Regionale Siciliana è il frutto di un accordo fra Stato italiano, Stati Uniti e Boss mafiosi come premio per aver favorito lo sbarco degli alleati, avvenuto nel tempo record di un mese? Fatemi una cortesia, andate a imparare la storia prima di venire qui a pontificare.

    77. @ senza parole
      Vaneggiamenti saranno i tuoi.
      Portami un solo esempio storico, documentato, di esistenza della mafia antecedente al 1860.
      Lo so bene chi siano i gabellieri. Lo Stato italiano ha la colpa enorme di saperlo anche lui chi erano, ma non ha fatto niente per andarli a stanare. Come non fa niente oggigiorno: conosce la mappa della criminalità come le sue tasche, ma si guarda bene dallo stanare la mafia. La mafia gli serve a mantenere il Sud piegato.
      Sulle tasse pagate dal nord parli esattamente come un iscritto alla Lega Nord. Non ne sarei troppo fiero fossi in te. La verità è semmai che al nord sono sempre arrivati più soldi che al sud, per fare le infrastrutture e per svilupparne l’industria. E’ storia vecchia: Cavour svuotò le casse dei Banchi di Napoli e di Sicilia per fare le strade e le ferrovie al Nord non ancora industrializzato. Mentre l’industria esisteva al Sud già da tempo. Altrimenti non si spiegherebbe come mai il Regno delle Due Sicilie fosse il terzo per ricchezza in Europa e il primo in Italia. Questo lo sapevi? Credo di no. Torna a scuola e studia!
      Poi mi parli di borghesia: proprio un bello esempio mi hai portato! Il Sud viveva bene senza bisogno di un ceto borghese. Mentre i rapaci ceti borghesi del Nord, all’indomani dell’unità, ridussero l’Italia in miseria, “rapinando” i beni demaniale e quelli ecclesiastici, e mettendo un numero di tasse incredibili sull’economia meridionale. Sai cosa significò questo? Che se un tempo il Regno del Sud era quello con la più bassa leva fiscale d’Europa, se un tempo c’erano gli ordini ecclesiastici a soccorrere i poveri, con l’espropriazione dei beni ecclesiastici a tutto vantaggio della borghesia trionfante del Nord, i poveri non ce la fecero più. Tartassati e lasciati senza alcun sostegno dovettero emigrare. Ed emigrarono, mio caro (o cara), in milioni verso le americhe. Fatto senza precedenti nella storia delle popolazioni meridionali. Fino al 1860 il Meridione fu terra di IMmigrazione, dopo il 1860 di Emigrazione. Questo è il risultato più lampante, per noi meridionali, dell’unità d’Italia. Bella unità! Grande amore per noi da parte dei Savoia e dei loro lacché!
      Poi non parliamo della leva militare, sconosciuta da noi prima dell’unità. A migliaia vennero strappati ai campi e mandati al macello, a combattere guerre assurde per recuperare territori lontani del nord-est. Sempre per soddisfare le bramosie di potere della borghesia nazionalista italiana.
      Non parliamo neanche dei primi parlamenti nazionali, che rappresentavano al massimo l’1% della popolazione. Alla faccia del liberalismo e della democraticità del Risorgimento!
      E non parliamo neanche della rivoluzione del “Sette e mezzo”, soffocata nel sangue nel 1866. Una data di cui l’Italia deve vergognarsi perché bombardò una sua stessa città, Palermo, rea di protestare contro la “truffa” dell’unità, che tutto toglieva al Sud e tutto dava al Nord.
      Non parliamo neanche dei Fasci Siciliani, anche questi soffocati nel sangue da quel sanguinario di Francesco Crispi.
      Pertanto, che fesserie dici quando parli di infrastrutture fatte dall’Italia? L’Italia ha dato al Sud un ruolo di colonia interna, di mercato di sfogo per le merci del Nord. C’est tout! Non c’è altro per noi.
      Quanto all’autonomia. Faresti bene a sciacquarti la bocca prima di parlare così di gente che ha dato la propria vita per ridare la libertà alla Sicilia. Altro che mafia. La mafia caso mai è il braccio armato di un paese che mantiene il Sud in stato di apartheid: unico caso di segregazione raziale in occidente.
      Qui se c’è qualcuno che pontifica senza sapere niente, quello (o quella) sei tu.
      Torna sui banchi di scuola e se ci trovi solo testi scritti dagli eredi di Cavour e Mazzini, cerca fonti alternative e libere.

    78. L’on. Gianfranco Micciché è stato in questi gioni oggetto di una frase infelice, pronunciata durante un dibattito svoltosi a Bivona lunedì scorso, e al quale ero presente. Durante il suo intervento ha fatto riferimento all’idea che il turista si fa della Sicilia non appena mette piede all’areroporto intitolato alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che richiamano inevitabilmente alla mente la mafia. In effetti, ad essere sinceri, la frase era inserita all’interno di un contesto più ampio. Penso di avere capito quello che voleva dire Micciché, ma la comunicazione non sempre veicola un significato uguale all’intenzione del mittente. Sono dei casi di decodifica per incomprensione del codice, Eco e Fabbri (1978) parlavano di decodifiche aberranti: quello che ne è venuto fuori alla fine è stata una sorta di affermazione quanto meno poco felice ed inopportuna, una gaffe insomma. E come tale andava rettificata.

    79. @senza parole,
      Il piano della Banca Nazionale di papparsi l’oro del Sud risale ad almeno un ventennio prima dell’unità. E l’artefice del piano è Cavour. La rapina venne effettuata immediatamente all’indomani delle campagne di Garibaldi. E’ storia: raccimolarono tutto l’oro per creare la riserva aurea della Banca Nazionale di cui Cavour stesso era azionista. Senza quell’oro il Piemonte non sarebbe andato da nessuna parte visto che era sull’orlo della bancarotta, in seguito alle guerre inutili scatenate dal conte contro le potenze europee. Poi se vuoi metterti il prosciutto sugli occhi fai pure.
      La ricchezza del Regno delle Due Sicilie non era certo in mano ai latifondisti. Queste sono idee solamente tue per giustificare le tue malsane ideologie.
      Il fatto che i beni ecclesiastici fossero di grande aiuto alla popolazione è un fatto che non puoi negare. Non ha nulla a che vedere con il paternalismo. Fatto sta che la borghesia del nord, cioè l’1% della popolazione italiana, con un colpo di mano si pappò tutto lo Stato: demanio più beni ecclesiastici. E soprattutto, iniziarono le speculazioni sui beni fondiari cominciando a devastare i magnifici centri storici italiani, primo tra tutti quello di Roma.
      Mettersi a difendere, come fai tu, capitalisti così selvaggi e ladri della peggiore razza, è semplicemente patetico!
      Fatto sta che l’emigrazione colossale vissuta dal Sud è il frutto più evidente di queste espoliazioni, di questa grande opera di ladrocinio che rese i ricchi più ricchi e i poveri più poveri. E questo è innegabile e inconfutabile.
      Provinciale e ignorante ci sarai tu. Io parlo quattro lingue e vivo e lavoro nel nord europa. La gente come te mi fa solo pena, perché non riesce a comprendere altre idee rispetto alle proprie e quindi, misconoscendo la dialettica, ovvero il confronto delle idee che porta a una crescita morale e culturale, non sa far altro che attaccare, offendere e denigrare la persona con cui si confronta. Un bell’esempio di apertura, di tolleranza, di rispetto! Complimenti!

    80. @senza parole
      Gli Eroi di cui parli sono stati prima di tutto osteggiati dallo Stato italiano stesso, dal CSM, dalla stampa comunista, da politici della risma di Leoluca Orlando Cascio.
      Sono eroi Siciliani. Appartengono al Popolo Siciliano. Mentre l’Italia li ha combattuti, li ha isolati e fatti fuori, come ha anche denunciato questa estate Salvatore Borsellino, il fratello di Paolo.

    81. Io ho notato che qui è impossibile proprio confrontarsi serenamente. Qualunque sia l’oggetto del discorso (i ristoranti, il calcio, la mafia) è come se fosse inaudito concepire la diversità di opinioni. Allora si ricorre all’insulto, all’attacco preventivo, alla polemica gratuita, per screditare, offendere e svillaneggiare. Per dimostrare che l’interlocutore è uno che trama nell’ombra per conto di chissà quali forze oscure, un imbecille, o un (in)consapevole connivente col nemico. Eppure, a parole, tutti lodiamo quella stessa diversità di opinioni che, nella prassi, mortifichiamo ogni giorno qui. Perchè?

    82. Caro Roberto,

      La tua è proprio una bella domanda. Forse è il frutto dei tempi “aggressivi” che viviamo?

      In fondo analizzando i mutamenti sociali in modo macroscopico, se ci confrontiamo con le generazioni che ci hanno preceduto, noi ne usciamo sicuramente perdenti.

      Mi sembra più che plausibile l’ipotesi che gli anni della contestazione, del mitico ’68, abbiano creato un precedente di rottura delle regole e di non rispetto dell’autorità, che ha finito per travolgere ogni ambito della convivenza civile.

      In fondo, se guardiamo all’attuale classe politica, ma anche all’attuale generazione di genitori e figli, dobbiamo constatarvi un forte carattere di litigiosità e di polemica inconcludente.

      Da un lato c’è un richiamo a valori di tolleranza e di rispetto reciproco, da cui i movimenti ideologici del ’68 – a parole – non possono prescindere. Ma poi gli stessi sessantottini, i loro maleducati figli che infestano le scuole, e i politici che li rappresentano, nei fatti agiscono calpestando la tolleranza e il dibattito civile.

      Siamo a un vero e proprio decadimento dei costumi a cui, ritengo, fintanto che non sarà passata la sbornia delle rivoluzioni e delle contestazioni, dovremo per forza abituarci.

    83. E se lo chiamassimo MAFIA Airport, il personale vestito come il gruppo del ballo della cordella, qualche tizio che gira con la lupara, qualche finto morto insanguinato a terra per la grande gioia dei turisti fotografi.
      Un sicuro successo internazionale!
      Non occorrerebbe peraltro alcuna finzione dell’atteggiamento almeno per alcuni operatori.

    84. oops! scusate mafia airport esiste ed è in tanzania!
      chiamiamolo COSA NOSTRA Airport !

    85. SCUSATE tutti! ho preso qlc piccola idea dai vostri commenti x il mio tema di italiano..nn sapevo proprio cosa scriverci! non ci capisco nulla di queste cose!! scusate ancora
      ciao ciao

    86. FORZA ITALIA AIRPORT suona bene!

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