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lunedì 18 nov
  • Dalla cura si salvi chi può

    Ho visto le menti migliori della mia generazione distruggere il rapporto d’amore su cui di più avrebbero puntato nella vita per colpa di una canzone, ‘La Cura’, di Franco Battiato.

    Non che essendomi sposato da poco mi arroghi il diritto di elargire lezioni d’amore così come viene, al contrario prendete questo mio post come un sacrificio, qualcuno avrebbe prima o poi dovuto scriverlo.

    Ultima precisazione, questo post è anche dedicato a un certo parrino palermitano che nel bel mezzo della predica matrimoniale se ne uscì consigliando alla coppia di sposi di impostare la loro relazione secondo l’insegnamento battiatesco e of course alla coppia in questione, che non avendo seguito (almeno spero) i consigli del parrino, si gode il matrimonio felicemente.

    Diciamo che il testo della canzone è semioticamente interessante, perché costruisce due personaggi, un io e un tu, di cui ovviamente non ci interessano i riferimenti autobiografici ma il fatto di essere simulacri di cui ogni ascoltatore può appropriarsi, identificandosi a seconda della propria disposizione nell’uno o nell’altro. Conosciamo allora questi simulacri un po’ meglio.

    Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
    dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
    Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
    dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
    Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore,
    dalle ossessioni delle tue manie.
    Supererò le correnti gravitazionali,
    lo spazio e la luce
    per non farti invecchiare.
    E guarirai da tutte le malattie,
    perché sei un essere speciale,
    ed io, avrò cura di te.

    Cominciamo con il notare che il nostro io è un tipo di quelli che con un eufemismo noi tutti potremmo definire “protettivi”, il nostro infatti minaccia esplicitamente di voler proteggere l’amata dalle sue paure e dalle sue ipocondrie, ma anche, in ordine di apparizione, dai turbamenti, dalle ingiustizie, dagli inganni del suo tempo, dai fallimenti che naturalmente, come il formaggio attira il topo, lei attira su di sé.

    Il tipo protettivo è poi anche uno con le mani di fata, non solo difensore, rivendica per sé anche il ruolo di taumaturgo, promette, infatti, di sollevare la fortunata fidanzatina da una parte dagli acciacchi, dall’altra, e ciò è molto peggio, anche dagli sbalzi d’umore, dalle sue ossessioni e dalle manie. Tutto questo con un obiettivo, quello di mantenere la carne fresca: il nostro sarebbe disposto anche a imbattersi in un viaggio interstellare pur di non vedere invecchiare il corpo della sua lei che a questo punto siamo autorizzati ad immaginare ben messa.

    Risultato di questa cura, manco a dirlo la guarigione da tutte le malattie.

    A questo punto so che vi starete chiedendo dove tenda un trattamento così intensivo, la cura del nostro innamorato. Lo si capisce scorrendo di qualche riga il testo.

    Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
    Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza.
    I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi,
    la bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi.

    Avete indovinato. Si tratta proprio di sesso spinto. Io, sembrerebbe proprio essere uno che la sa lunga, sa aspettare paziente, in silenzio, sa anche assumere il tono giusto per imbroccare, quello farneticante-olistico di chi dice di voler avviarsi con voi verso le vie che portano all’essenza ma in realtà vuole solo portarvi a letto.

    Sappiate che in tal caso nemmeno la bonaccia d’agosto ci potrà niente, potete solo confidare nello scirocco, ché quello si, ammazza tutti gli spiriti.

    Una volta portata a termine l’impresa, il nostro protagonista naturalmente offrirà una giusta ricompensa all’amata, se di una bella poesia (o magari, perché no, una canzone?) uno non saprebbe che farsene, “le leggi del mondo” comunque fanno sempre comodo.

    E se ma solo se, un giorno, passato u scanto, nel cuore gentile di tu dovesse far breccia una punta di malinconia, non c’è problema, io la salverà pure da quella.

    Che D%o vi salvi dall’incontrare uno come io.

    P.s. Per comodità, vi incollo una tabella riassuntiva delle “competenze” e delle qualità dei due personaggi della storia, se la situazione dovesse sembrarvi un tantino sbilanciata, che l’amore è cieco non c’è bisogno che ve lo dico io.

    Io Tu
    Protettivo Ipocondriaca
    Taumaturgo Turbata
    Intraprendente Ingenua
    Affettuoso Fallita
    Silenzioso Indolensita
    Poeta Ossessiva
    Paziente Umorale
    Malata
    Speciale
    Ciarliera
    Impaziente
    Provinciale
    Malinconica
    Palermo
  • 52 commenti a “Dalla cura si salvi chi può”

    1. alla fine, come da tabella riassuntiva, la lei in questione non è niente di più di ogni lei in questione… semplicemente lui risulta essere un extraterrestre (portami via ndr). battiato però, e questo invaliderebbe tutta la disquisizione semiotica, avrebbe dichiarato di non aver focalizzato, con questa canzone, il rapporto di coppia orizzontale. non ci rimane che andare al montevergini

    2. Ciccio aspettavo al varco questo tuo post.
      Sappi che stai picchiando duro su una delle canzoni più amate dal genere femminile. Diciamo che questa è adorata quasi quanto “Occhi da orientale” di Silvestri.
      Dove, per inciso, il buon Daniele canta:
      “tutto scritto su di un viso che non riesce ad imparare
      come chiudere fra i denti almeno il suo dolore”
      Tradotto: “Ancora non hai imparato a stare zitta e a non seccarmi con le tue lamentele?”
      Comunque voglio solo soffermarmi su una delle frasi di questa canzone, che dovrebbe essere bandita in un rapporto di coppia: “sei un essere speciale”.
      Che vuol dire “sei un essere speciale”?
      Che ho 6 occhi?
      Che dormo appeso ad un albero?
      Che mi arrampico sui muri dei grattacieli?
      Cosa?
      Voglio incontrare una donna che mi dica: Sei meravigliosamente dozzinale!

    3. @bulgakov: mi spiace deluderti, ma tutto mi sembri, fuorché dozzinale…

    4. Cara ti amo degli Elio e le Storie Tese è l’oggetto del desiderio de La Cura.

    5. Credo propro che Elio e le storie tese abbiano saputo cogliere in pieno la TU di battiato…..
      E che l’ IO efettivamene non esiste e non potrà mai esistere per il semplice fatto che non sarebbe umano..a meno che di crearlo in laboratorio genetico…. 🙂

    6. Vorrei proporre un’altra chiave di lettura, giacchè “La cura” è l’inno nazionale ufficiale degli Psicologi.
      No, non è una battuta. Chi sa, capisce!

    7. Tutto ciò è molto inquietante mari…

    8. @ chiara chiaramonte: Sì ok, ma se vedi un tizio arrampicato sul grattacielo INA che lancia ragnatele non sono io.
      @ Maria Luisa: Se “i profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi,
      la bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi.” è un semplice esempio di transfert positivo, evviva Freud e tutta la psicologia!

    9. @ bulgakov: metafore, simboli…la psicologia non è ciò che è manifesto!

    10. Maria Luisa è verissimo… solo che a questo punto diventa per me fondamentale l’interpretazione di una frase omessa da Francesco.
      “Vagavo per i campi del Tennessee
      (come vi ero arrivato, chissà).
      Non hai fiori bianchi per me? “.
      Mi dai la tua interpretazione?
      Perchè la mia si basa su un uso non convenzionale di acido lisergico da parte dell’autore 🙂

    11. Rosalio, so bene che questa non è una chat, ma mi sento chiamata in causa e mi urge rispondere…chiedo umilmente venia!
      @ bulgakov: a questo punto sarebbe più interessante cercare di capire (ed eventualmente interpretare!) perchè Francesco ha omesso proprio “quella” frase e non un’altra! 🙂

    12. Eh mimmo, qui, hai ragione, entrerebbe in campo la psicologia in pieno, il nostro è un insodisfatto-ossessivo, quello che riceve in cambio non è mai abbastanza per lui e questa cosa oltre che farlo soffrire fa fuggire tutte le donne non masochiste da lui. IO è chiaramente scompensato: e invece di compensare con il cioccolato, se la scutta con TU, povera vittima, peraltro da lui chiaramente e ampiamente disprezzata se non fosse per. Ecco che allora la ricopre di attenzioni non richieste, non la lascia nemmeno respirare e abusa di lei magari dopo averla incatenata nello scantinato di casa 😉 Tutto torna, mi sembra, giusto Maria?

    13. Le donne sono fatte per essere amate non per essere comprese. (Oscar Wilde)

    14. Marco, ma il problema è LUI, a IO, il mostro di marcinelle gli fa un baffo!

    15. ..ma a sto punto..che se la sbrighino LORO;-) si dice “aiutati che Dio t’aiuta”

    16. Beh…Francesco, mi sembrano più che altro tue proiezioni! 🙂
      Tutto torna nella misura in cui sei tu a volerlo far tornare, ma va bene così…si fa per scherzare, è ovvio, il tuo post mi è molto piaciuto.
      Comunque, ricevo nel mio Studio per appuntamento! 🙂

    17. Eh Maria Luisa, nell’interpretazione dei sogni non sono esattamente ferrato: non è il mio campo, ma la frase “Non hai fiori bianchi per me?” mi sembra abbastanza rivelatrice!

      Per quanto riguarda l’appuntamento, mi trovo costretto a declinare, se no mio fratello si offende…

    18. Maria Luisa finché si rimane in tema col post tutto ok. Ho richiamato qualcuno quando usava i commenti impropriamente.

    19. ohiboò! mi avete ammazzato un brano che fin’ora avevo ascoltato col mio orecchio rimasto appeso alla ragazzina che, di nascosto, rubava i libri di Liala dallo scaffale recondito della libreria di mammà, che giustamente sconsigliava tali letture perchè davano una visione distorta della realtà (oggi mi chiedo: ma allora, perchè ce li teneva quei libri, lì? chi glieli aveva disposti?). Mi rendo conto che le vostre osservazioni hanno ben altra visione ma…, lasciatemi vivere questo lutto nel silenzio, infondo, mi avete scalzato un mito!
      🙁 sopravviverò?

    20. Ma si!

    21. Cè modo e modo. Modo orizzontale, declinato nelle sue più varie forme e posizioni, c.d. copula per tralasciare la terminologia corrente. Modo verticale, come l’orizzontale ma praticato con spirito tantrico, ierogamico. Lo scarto tra i due modi è la sacralità. Il sacro è misterico, non è il prodotto di azioni o riti, che però sono di per sé necessari alla buona disposizione percettiva dell’essere umano. Il sacro non può essere circoscritto, analizzato, razionalizzato: possiamo farlo ma svanisce la sacralità. Al sacro si perviene mediante un processo d’integrazione, non di scissione. La mente umana, di per sé limitata dal suo orizzonte esperienziale, può essere orientata al sacro attraverso simboli, allusioni e metafore che la semeiotica può descrivere, ma facendolo si muove nella direzione opposta a quella del sacro e lo fa svanire. La cura la si può comprendere meglio se si conosce una canzone dell’album successivo (La preda): “cerca di restare immobile, non parlare lento il respiro all’unisono rallenta il cuore. Muta la furia in ebbrezza in tenerezza lasciati andare piano fino ad arrivare all’estasi con me. Volare così in alto da afferrare la preda ambita senza luoghi comuni né vane parole. Si intrecciano lenzuola come sacre bende di sacerdoti egiziani. Non saremo più né tu né io.” IMHO la cura è “unione mistica”, argomento trattato già da Re Salomone nel Cantico dei cantici … vabbé, mi sono allargato! Grazie a nottambulante per lo spunto 🙂

    22. Eh Gd, come dicevo, più che essere un’analisi del “vero” messaggio della canzone, il post si riferiva ad altro, ovvero ironizzava sull’appropriazione che la mia generazione, quella dei trent’enni o giù di lì, forse come dici tu fraintendendo, ha fatto del testo del pezzo (anche se astutamente Battiato sull’ambiguità di “Io” e “Tu” ci sguazza, per ovvi motivi commerciali). C’è un bel pezzo di mondo, che ha provato ad essere per il proprio compagno come il personaggio (divino?) della canzone e questo come immaginerai non giova al rapporto.
      Per quanto riguarda la semiotica e il sacro, ti invito al prossimo convegno dell’associazione italiana dei semiotici, “Destini del sacro. Discorso religioso e semiotica delle culture”, se ne vedranno delle belle! Ogni informazione qui.

    23. GD. ecco!

    24. Il post l’ho preso un po’ a pretesto 😉 L’ambiguità è essenziale nell’arte ma questo lo sappiamo già. Artista senza astuzia? Povero artista! Interessante la tua riflessione sul comportamento emulativo dei tuoi coetanei, si potrebbe dire che la cura non ha sortito il suo effetto, ma io penso che l’emulazione non giova a nessuno. Grazie per l’invito al convegno, non posso esserci ma guarderò il sito.

    25. La canzone e` dedicata ai maniaci di onnipotenza….quelli di cui noi donne non sappiamo che farcene, in realta`….;-)

    26. Per me è una splendida canzone.

    27. se proprio vogliamo con forza trascinarla ad un discorso terreno e terrone, la canzone è un quadro farneticante che vive nella mente di una donna in fase mestruo, farmacizzata fortemente. una visione, un sogno marzulliano. passato l’effetto farmacologico… il lui onirico flapperà come una bolla e la lei tornerà a telefonare al fidanzato s(t)olito che la accoglierà con un barlume di sorpresa nella solita routine.

    28. Non capisco perché non volete vedere che il problema sta in IO!!! Secondo me questo è molto rivelatore…
      Notte ambulante (devo ammettere che il tuo nick mi fa pensar male, ti piace pure guccini per caso?), nessuna donna, che sia anche essere umano (eheh), desidererebbe un uomo come Io, nemmeno in fase di mestruo! Chiaramente IO è uno che non ascolta, che ha a cuore solo se stesso. Che invade lo spazio altrui e ciò è molto male! In materia amorosa, e qui la semiotica davvero non c’entra, concorderei piuttosto con Rilke della terza elegia duinese, l’unico modo igienico di voler bene a una persona è rispettare in pieno il suo essere altro, la sua autonomia, la sua libertà. Il che nel caso specifico implicherebbe, per esempio, chiederle, prima di passare all’azione, se davvero desidera essere sottoposta alla cura, se davvero desidera essere salvata!

      P.s. per GD, pensandoci bene, questa cosa potrebbe pure valere per il rapporto con il divino, insomma uno dei vantaggi di essere cristiano, checché ne pensi Ratzinger, è proprio il libero arbitrio!

    29. Ci ho ripensato: anche con il partner consenziente la cura sarebbe comunque una perversione!

    30. Battiato per me non lo ha fatto apposta. Gli serviva metrica. Aveva bisogno di ritmo, iddu non parte certamente da un concetto ma da un bisogno. Iddu prende dodici/tredici frasi del tipo: correnti gravitazionali, raccogliere ortiche, a Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata, nelle mie orbite si scontrano tribù di sub-urbani, di aminoacidi etc. e li inserisce nei bussolotti, poi ci dice a Sgalambro: scegli un bussolotto a come capita e poi assumma, qua e là qualche parola di greco antico e la canzone e fatta.
      Chiaramente scherzo.
      Ma mica poi tanto.

    31. Cito da Così parlò Bellavista : ” Professò..vui quanne parlate ..nun ve capisc,..però m’affascinate”.
      Doverosa premessa per dirvi che: mi è piacuto molto il post, avrei voluto commentare, ma poi, avete cominciato voi, vi ho seguito,..era bello, ma le mie gambe corte mi hanno tradito, vi ho perduto, eppure siete lì.
      Non potendo raggiungervi tiro il fiato e prendo una trazzera.
      (salomonico) la rivelazione stà nel titolo.
      Battiato da buon siciliano voleva arrivare là dove qualquno di voi è giunto, dando un’indizio,..il titolo, da leggersi in siciliano, ” La CURA”.

    32. Totò ti racconto un episodio di vita vissuta. Una decina di giorni fa, dibattito con Lynch, munito di moglie macedone incazzata, mi avvicino al maestro e gli chiedo: < <"furbi contrabbandieri macedoni", mia moglie l'altra volta in macchina me ne ha chiesto conto, a chi si riferisce?>> Risposta: “beh, sai, oh, mah, ohibò, sono stereotipi… tipo i napoletani che cantano e suonano il mandolino di fronte alla pizza”. Insomma, la sua fortuna è che i macedoni oltre che viaggiare poco, sono pure rimasti in pochi! Eheheh

    33. Mah… semplicemente Nietzsche, Cosí parlò Zarathustra.

      E comunque Battiato credo ci possa entrare davvero poco. Do you know something about Sgalambro?

      Tratto da “www.giornaledifilosofia.net”

      […]La conciliazione tra Sgalambro e Nietzsche avviene nella “sana demenza”, per mezzo di un connubio erotico-intellettuale che toglie gli attriti e uccide il dubbio con “concetti/ ed emozioni tenuti assieme/ dal nostro coraggio di assassini.”(pag.70). “Stasera un colpo di versi/ cancellerà per un momento/ il mondo.” Ut unum sint. di Luca Viglialoro

      Viva sempre la patafisica amici cari!

    34. Ben detto Giovanni!

    35. Se Alessandro Magno avesse continuato a viaggiare a quest’ora pure noi siciliani saremmo diventati furbi contrabbandieri.

    36. Ut unum sint, è proprio questo che si contesta, soprattutto se questa unità viene raggiunta schiacciando completamente l’altro!

    37. Guccini non è tra i miei preferitissimi, ma qualcosa di vagamente intelligente l’ha detto, a volte.
      Mi sento molto distante dall’idea di donna essere umano, ma io, uno come Io, non lo disdegnerei mica!
      Ma che sia quell’Io che non ascolta perchè già sa…
      che ha a cuore solo se stesso perchè, essendo parte del tutto, utilizza un sano egoismo altruista che, partendo dal Cristiano Comandamento “ama il prossimo tuo come te stesso”, riesca ad avere a cuore il Tutto…
      che invada lo spazio altrui per essere portatore di soluzioni adeguate ed efficaci. Ma non parliamo più di fantascienza, suvvia 🙂

    38. Hai ragionissimo Francesco, a noi donne, in realta` non interessa affatto un uomo che pretenda di salvarci! Ci siamo gia` salvate da sole! Un compagno normale e che ci lasci la giusta liberta` va piu` che bene. Se poi ci stimasse anche un po’ ( non come quell’egocentrico maniaco di onnipotenza di IO) sarebbe proprio il massimo 😉

    39. A maggior ragione, dal mio limitato punto di vista, ho potuto notare, al contrario di quello che diceva prima mimmo, che la canzone piace molto di più agli uomini, ai timidi e agli insicuri, che, costretti a camuffarsi, mascherano i loro problemi con l’altro sesso con questi eccessi di protezione-generosità-volontà-di-dominio, ehheeh

    40. Ci stanno mestiere, metodo e ambiguità, arte e commercio. Ciò spiega il fatto che ciascuno ha fatto de La cura quel che ha voluto o potuto fare. Guarda la luna e non il dito che la indica, si direbbe, ma chi è capace di farlo davvero? Nell’opera d’arte ci si rispecchia e spesso si trova, a torto o ragione, la conferma che si cerca: c’è chi scorge il Brancaleone da Norcia in cerca della donzella da salvare, chi il senso di protezione reciproco che ha scoperto nella sua relazione di coppia, chi trasla sul piano metafisico le interpretazioni più comuni e coglie ne La cura il dialogo interiore di un androgino. Sgaly, un tipo decisamente yang dice una mia amica 🙂

    41. No,no, Francesco, gli uomini se la fanno piacere questa canzone.
      Un giorno della loro ordinaria esistenza incontrano una magnifica creatura che dice loro: “Ascolta questa canzone. Non è stupenda?”.
      Si trovano d’improvviso di fronte ad un bivio.
      “Se quell’esserino meraviglioso dice che è stupenda…”, pensano con lo sguardo perso nel vuoto.
      Gli uomini in realtà “la cura” di Battiato la schifano.
      Gli uomini ascolterebbero a palla la sigla dell’Uomo Tigre.
      Ascolterebbero dalla mattina alla sera “Gloria” di Umberto Tozzi, non tanto per il testo quanto per la facile rima.
      Ascolterebbero Keith Jarreth, pensando che quel Jerry Lewis di Giovanni Allevi dovrebbe andarsi a tagliare i capelli.
      Ascolterebbero “l’Inno del corpo sciolto” di Benigni, perchè la vita ha regalato loro le più grandi soddisfazioni nell’intimità di un bagno.
      Ma gli uomini si innamorano ed, allora. c’è picca i fare, ascoltano “la cura” di Battiato.

    42. Il solito romantico, dopo quaranta commenti, eravamo quasi riusciti a inchiodare io alle sue responsabilità, arrivi tu e mi sconzi u ioco! Così non vale!

    43. Chissà perchè quasi tutti i commenti sono fatti da potenziali “IO”.Io sono decisamente una potenziale “TU”, soffro praticamente di tutte le malattie e di ogni malinconia….ed ho trovato un “IO” che supera le correnti gravitazionali ma non me lo fa pesare per nulla, non me lo impone. Più che una cura prova con l’effetto placebo!E ovviamente odia la canzone di Battiato.Lunga vita a “IO”! 😀

    44. Scusa Ciccio, ma spiccata attitudine ad arroccare il pallone e romanticismo cronico sono un mix incontenibile 🙂

    45. Propongo una lettura in chiave queer. A voi chi l’ha detto che parliamo di un lui e una lei? e se battiato/sgalambro stessero parlando di un lui/lui? o lei/lei? o addirittura di una lei che vuole applicare una cura a un lui?
      Troppo facile vedere nell’onnnipotente protettivo un maschietto e nella destinataria della cura una fragile femminuccia…
      Personalmente ho sempre interpretato il testo pensando a quel sentimento di protezione che tutti, indistintamente dal genere, proviamo verso le persone a cui vogliamo bene e istintivamente vorremmo proteggere da tutto ciò che di orribile accade nell’esistenza.
      Lo squilibrio si crea quando è solo un* che fa da balia all’altr*.
      Se l’afflato è reciproco il problema non sussiste. 🙂

    46. Ora che ci penso può trattarsi di un dialogo.
      Mentre io la proteggerà dalle paure delle ipocondrie,
      dai turbamenti che da oggi incontrerà per la sua via.
      Dalle ingiustizie e dagli inganni del suo tempo,
      dai fallimenti che per sua natura normalmente attirerà.
      tu risponde: ah si? e io con la suvicchiaria ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore,
      dalle ossessioni delle tue manie.
      Supererò le correnti gravitazionali,
      lo spazio e la luce
      per non farti invecchiare.
      Poi insieme attipo Baldi-Alotta:
      E guarirai da tutte le malattie,
      perché sei un essere speciale,
      ed io, avrò cura di te.
      Secondo me trattasi di dialogo.

    47. Cara Manu, stiamo parlando di stereotipi (in genere l’onnipotente protettivo è il maschietto la protetta è la femmina) di dar voce a certi stereotipi chiedine conto a battiato non a me… E’ chiaro che il rapporto può valere anche nei casi lei-lei, lui-lui, lei (io)-lui (tu), come dicevo di “io” e “tu” ognuno si può appropriare a seconda della sua disposizione. Il ragionamento non si sposta di un millimetro. Per quanto riguarda il proteggere dall’orribile che accade dall’esistenza, gli sbalzi d’umore non mi sembrano afferire alla categoria… E il disprezzo che io nutre per tu nemmeno (ossessiva, maniaca e si parla, mi pare, anche di fallimenti che “per natura” si attira). Insomma, il testo è nero su bianco, mi dispiace ma non posso farci nulla che poche persone si siano prese la briga di leggere ripeto nero su bianco quello che il nostro ci ha tutti fatto cantare. Pace!

    48. E comunque, precisazione appositamente, proprio per te, la chiave di questo post cercala da Rilke 😉

    49. A ciascuno la sua chiave, io cercherei su wiki Sufi psychology.

    50. Che D%o ci salvi, allora, pure dai mistici (e psicologi) sufi 😉 (si scherza!)

    51. Un’analisi molto particolare e avvincente per il tono ironico del destrutturatore; stando alla sua interpretazione, vengono fuori due ritratti antitetici, non certo incoraggianti: un “Lui” quasi “Dio” nell’onnipotenza dichiarata(stai a vedere poi i fatti)e una “Lei” stereotipata secondo il canone tipico della misoginia occidentale.
      Nella realtà le situazioni assumono, per fortuna, anche altre sfumature.
      Un’ultima notazione di gusto personale: Battiato è sicuramente un poeta, ma, quando parla di “gravitazione”, mi pare un po’ ridicolo. Bastava già il centro di gravità permanente. 🙂

    52. Se un uomo dovesse malauguratamente dirmi le cose che Battiato dice in questa canzone, penserei di avere a che fare con un narcisista psicopatico con gravi manie di grandezza, mi sentirei trattata da inferiore e scapperei a gambe levate! Anche se il tale, effettivamente, avesse il potere di fare ciò che dice, un rapporto così squilibrato sarebbe un disastro a priori. Normalmente mi piace Battiato ma, davvero, non capisco come molte donne possano desiderare che vengano dette loro cose simili dall’uomo amato. Masochismo? Senso di inferiorità? insicurezza cronica? Mah.

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