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    Ugo Rosa - “Attraverso la Zisa”

    Ho contribuito alla realizzazione del nuovo libro di Ugo Rosa “Attraverso la Zisa” che narra, in maniera assolutamente originale (leggere per credere), la vicenda di questo “gioiello senza pari” nell’universo del patrimonio storico siciliano. L’ho fatto curando l’edizione e allegando un racconto fotografico, realizzato col fotografo Mario Virga, attraverso l’edificio, appunto. Perché? Basta leggere alcune righe in cui l’autore scrive che “la Zisa non si qualifica come novità, se non per il fatto che non si trova dove esattamente ci si aspetterebbe di trovarla, e cioè a sud del Canale di Sicilia. Questo lieve spostamento, per quanto sia (geograficamente parlando) poca cosa, basta tuttavia a modificare completamente la fruizione dell’opera. Talvolta si coglieranno delle affinità, e talaltra di tenterà ad individuarne l’anomalia rispetto alle architetture nordafricane, ma l’identità sarà scartata a priori.” Questo mette sotto una luce inattesa il monumento. E allora abbiamo, con Virga, cercato di cogliere quella luce, chiedendo a Ugo Rosa di poter inserire nel racconto letterario una narrazione fotografica. Non è stato facile gestire la differenza, ma pensiamo di esservi riusciti.

    L’ultimo libro “ufficiale” sulla Zisa è di Giuseppe Bellafiore, che Ugo Rosa cita spesso, e la cui edizione di Flaccovio, che ha avuto una serie di ristampe, risale al 1994. Dopo 14 anni questo piccolo libro (una “nuvola” di Biblioteca del Cenide) cambia direzione rispetto alla lettura filologica, aprendo una strada ermeneutica che assimila molte indicazioni dalla cultura araba e musulmana. Non si può proprio dire che sia un libro che parla d’architettura, né una guida turistica, né un racconto immaginifico sulla città di Palermo: non lo si può nemmeno negare, però. Una cosa è certa: la prosa, la metrica, di Ugo Rosa è siciliana, carezzando la scrittura, se me lo si consente, di un Consolo o di un Bufalino. Il libro rapisce, mentre le foto cercano di non distrarre lo sguardo dal testo. E la Zisa? “La Zisa è spesso assente dalle storie dell’architettura (laddove invece vi si trovano spesso opere di valore certamente inferiore) semplicemente perché non la si può afferrare. Spuma della storia, svanisce appena la si tocca. Non è una di quelle costruzioni che nuotano dentro la Storia dell’architettura come pesci nell’acqua, piuttosto appartiene alla categoria delle alghe e dei detriti, vi galleggia sopra.”

    Il 13 dicembre prossimo il libro verrà presentato alla libreria Kursaal Kahlesa, oltre che con l’autore, con Rosanna Pirajno e Yussif Jaralla, e l’indicazione intempestiva non è senza ragione. Non si può perdere l’occasione di essere attori del racconto leggendo “Attraverso la Zisa” in anticipo (che sarà disponibile presso la stessa libreria dal 15 novembre), proprio perché non credo alla presentazione del libro come ad un momento contemplativo o meramente descrittivo, e anzi che la cosa non piaccia nemmeno all’autore. La lettura, qualunque lettura, provoca reazioni, oltre che riflessioni e suggestioni, che vanno rimesse in gioco, che non vanno rinviate, che determinano momenti di scontro o d’affezione, che suggeriscono altre direzioni. In tal senso le provocazioni non mancano, per esempio quando Ugo Rosa scrive:”Questa città poteva inghiottire la Zisa o la Cuba, cosa che fece, ma certamente non poteva digerirle. Sono rimaste intatte, grumi inassimilabili e imbarazzanti, in mezzo all’impasto panormita. (…) Non credo dunque che la Zisa possa essere annoverata, se non fortuitamente, tra i monumenti palermitani. Si tratta piuttosto di un monolite di provenienza estranea che continua, semplicemente, a manifestare la sua diversità”.

    Palermo
  • 3 commenti a “Zisa”

    1. Architetto, io le foto di Mario Virga non me le perdo di sicuro. Certo che lei mi organizza una cosa del genere il tredici Dicembre… ma lo sa che è festa nazionale? Tripudio di cuccia e arancine. Ma per un amore mille pene.
      “Io ci sarò” (883)

    2. Per questioni tutte spaziali e di nessun’altra natura, mi farò raccontare l’evento da chi sa lei, caro il mio architetto preferito.

    3. Mi sono appena svegiato, ho preso nota della data di presentazione del libro su uno scontrino, più tardi vado in studio e lo trascrivo sull’agenda. Non voglio mancare all’appuntamento…Ugo Rosa, al solito, ci spiazza..con il suo mondo interiore!
      Un saluto Sebastiano

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