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sabato 23 nov
  • Reality ship – terza puntata

    Paolo Maselli e Nino Lo Cicero
    (Paolo Maselli e Nino Lo Cicero – foto di Elena Beninati)

    È vero, la barca ha una diversa dimensione del tempo. Dopo due notti in cabina, superi ogni indugio, la coabitazione, il rumore incessante del motore, quello della pioggia (eppure a terra avevo una lieve ansia, “e se piove?” m’ero chiesta), alla fine ti abbandoni a un ritmo diverso, smetti di pilotare l’equilibrio dei tuoi passi ti muovi in automatico, ti dici “in fondo posso vantare una vita prenatale nel liquido amniotico”. Mario, lo chef di bordo (detto fammi lustro, e ditemi se non è un’incuria meravigliosa) lavora in una minuscola cucina, il suo campo di battaglia, dove avvengono miracoli: pasta alla palina con un velo di gratin, gamberi marinati, pasta con le sarde, zuppa di lenticchie, caponessa, polpo con le patate, sarde a beccafico, e pesce azzurro in tutte le combinazioni. E siamo solo all’inizio. Filippo Lo Iacono (inciuria pastaeccarne), l’assistente di bordo, ha un vero tatuaggio in stile marinaio, la stessa trinacria che sventola sulla bandiera, “vedere, vedere” chiediamo. Decidiamo di immortalare l’opera d’arte, lui ci chiede i diritti per sfruttamento dell’immagine. Stiamo ancora aspettando che si registri.

    La Trinacria di Filippo Lo Iacono
    (La Trinacria di Filippo Lo Iacono – foto di Elena Beninati)

    Nella mattina del venerdì abbiamo deciso di andare in “perlustrazione” (avventurosa come parola, “perlustrazione”, vero?). “Sul gommone non si va coi tacchi”, m’ha detto per cominciare il capitano Nino, buttando l’occhio sul mio paio di stivali. Infatti, ve lo posso assicurare, coi tacchi si scivola. Ci trasferiamo dal Liberty al gommone e ci aggiriamo per il porto col motore a basso regime per permettere a Paolo Maselli di effettuare le sue riprese e a Pascale Colbert di disegnare, a me, coi miei tempi, di registrare, guardare da fuori la prua rompighiaccio, immaginare storie. A volte la pubblicità entra a gamba tesa perfino nell’immaginario marinaro e incrociamo un pescatore di polpi, con una barchetta battezzata Life is now. Vi ricorda qualcosa? ‘I Paoli’ come sono stati soprannominati i registi Maselli e Lapponi, dopo aver girato si chiudono nel loro studio (l’ex mensa ufficiali del Liberty) aprono il computer e cominciano incessantemente a montare il loro documentario. Tutto in tempo reale. “Prima che si raffreddino le emozioni” dice Maselli.

    Ospiti
  • 3 commenti a “Reality ship – terza puntata”

    1. Mi prenoto per la prossima missione!!!Che invidiaaaa!

    2. Proprio bella quest’ idea! io ci verrò sicuramente, c’è bisogno di noi giovani nel cinema!

    3. io e la mia migliore amica ci siamo tatuate la trinacria 😉

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