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  • Il giardino dell’Alloro

    Il giardino dell'Alloro

    Il giardino dell’Alloro è in via Alloro, vicino un B&B che si chiama Giardino dell’Alloro, un panificio che si chiama Dell’Alloro e proprio di fronte c’è la sede dell’associazione Giardino dell’Alloro ma non è vicinissimo a vicolo della Neve all’Alloro. E allora? Direte voi…allora dico io (e non solo io) a quanto pare il Giardino dell’Alloro è destinato a cambiare nome e qualche mattina fa una popolazione di 12 esperti (vedi foto esplicativa) ha attaccato una targa con il nuovo nome vicino al cancello della villa e stamattina ci sarà l’inaugurazione. Ora dico io (e non solo io) perché cambiare il nome ad un giardino che ne ha già uno pieno di significato? Il giardino dell’Alloro è il simbolo della rinascita di una delle più antiche strade di Palermo, nasce sulle macerie di un palazzo dove alcuni avrebbero tirato su un bel condominio di 10 piani, ha il suo alberello di alloro strategicamente piantato al confine tra il giardino e la strada come a stabilire una continuità data proprio dall’Alloro. Si chiamerà Il Giardino dei Giusti. Ma invece di prendere un Giardino che è INDISCUTIBILMENTE dell’Alloro e dedicarlo alla comunità ebraica non sarebbe stato meglio risanare una area verde abbandonata e allestire un Giardino dei Giusti con un suo “certificato di nascita”?

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  • 24 commenti a “Il giardino dell’Alloro”

    1. Che splendido occhio il tuo!

    2. Fotografia della Realtà !!!!

    3. Come al solito, uno travagghia e gli altri taliano !!!
      noi Palermitani siamo unici !

    4. Ma che idea bislacca cambiare il nome ad una antica villa. Per me rimarrà sempre villa dell’Alloro!!!

    5. Come si dice in questi casi; scandaloso

    6. geniale

    7. beh…le cose o le si fanno bene o niente!! 🙂

    8. e non è normale….è la scena che si vede ad ogni cantiere in città…lo fanno per non sbagliare….cosi sono sicuri di farle bene le cose, infatti….
      siamo ricchi!!!!!

    9. boh…così… tanto per perdere tempo e cazzeggiare un po’…

    10. Antica villa non direi, visto che è stata realizzata circa 10 anni fa radendo a suolo il rudere di un vecchio palazzo bombardato durante la seconda guerra mondiale.

    11. una zoomata alle faccie (scena inquadrata piu’ ristretta) avrebbe descritto ancora piu’ dettagliatamente i sudori di quegli individui

    12. Il problema rilevante non mi pare che sia quello della reintitolazione del “giardino”, che è poco più di un piccolo spazio con aiule realizzato di recente. Cose del genere accadono continuamente e l’importante è che le intitolazioni siano fondate su giuste motivazioni. I destinatari in questo caso lo sono di certo.
      Piuttosto trovo geniale la fotografia nonché la descrizione che esempla in maniera chiara come siano impegnati gli impiegati pubblici a Palermo. Non che non si immaginasse…ma il vederlo è altro…

    13. complimenti per la foto , questo è l’esempio tipico di come vengono impiegati questi fantomatici lavoratori che prima bloccano le strade per vantare un diritto e poi spariscono quando c’è da faticare. Io mi chiedo se è giusto sopportare tutto questo. Nel Paese dei furbi , questi soggetti molto spesso fanno più lavori “vedi venditori di ogni genere di merce ai mercatini , etc..” per poi ricomparire dal lunedì al sabato nella giungla della Pubblica Amministrazione dove riescono a mimetizzarsi talmente bene che diventano invisibili.
      Concludendo e Io pagoo

    14. l’addetto alla livella è mi-ti-co! 😀

    15. ma che ci vuoi fare? abbiamo un assessore alla toponomastica, quindi il tempo in qualche modo se lo deve passare…

    16. Un brutto viziaccio che abbiamo a Palermo: rinominare luoghi, vie e piazze, intestandoli a qualcun’altro e privando noi cittadini di “quel nonsochè” legato ai luoghi.

    17. Forse un altro giardino non si fa per “sparagnare”? Beh,dal numero di persone impiegate per affiggere la targa non si direbbe….
      Brava, con la tua foto hai colto un momento che abbiamo vissuto in tanti quando ci sono lavori in corso per la città: anche io ho sempre notato che uno lavora e gli altri stanno a guardare. Ma ho come l’impressione che non sempre il risultato finale è buono.

    18. Ecco l’impegno concreto (sottolineo CONCRETO) di un “sindaco” per collocare la città, ancora una volta, “al centro del Mediterraneo in termini culturali”

      Palermo, 25 feb. – (Adnkronos) – Da oggi, anche Palermo ha il ”Giardino dei Giusti”. Il giardino comunale di via Alloro 80, questa mattina e’ stato intitolato ”Giardino dei Giusti” dal sindaco Diego Cammarata e dall’assessore alla Toponomastica Carlo Vizzini. Nel corso della cerimonia, alla quale ha partecipato anche l’ambasciatore in Italia dello Stato d’Israele, Gideon Meir, e’ stato piantumato un albero di carrubo, simbolo di pace, e accanto al carrubo e’ stata scoperta una lapide in marmo per onorare i ”giusti” siciliani”. Presenti anche l’assessore all’Ambiente, Jimmy D’Azzo’, il comandante dei Vigili urbani, Nunzio Purpura e Carola Vincenti, che ha curato per l’Amministrazione comunale la segreteria organizzativa della cerimonia e del momento di riflessione a Palazzo delle Aquile.

      Dopo la cerimonia, il sindaco Cammarata ha ricevuto, a Villa Niscemi, l’ambasciatore Meir al quale ha donato il libro su Palermo, curato da Marco Glaviano, e la medaglia celebrativa della citta’ di Palermo. Il Sindaco ha, poi, partecipato, a Palazzo delle Aquile, ad una tavola rotonda cui hanno preso parte anche cittadini e rappresentanti della comunita’ ebraica siciliana.

      ”Il ”Giardino dei giusti” – ha affermato il sindaco Diego Cammarata -, non solo e’ un doveroso riconoscimento ad un popolo tormentato, offeso e perseguitato crudelmente, ma e’ anche una straordinaria occasione per la nostra citta’ di collocarsi, ancora una volta, al centro del Mediterraneo in termini culturali. La nostra citta’ partecipa, in questo modo, a quel percorso di integrazione, solidarieta’ e tolleranza che e’ il presupposto essenziale del piu’ complessivo e difficile processo di pace a cui tutti dobbiamo ambire”.

      Insomma l’impegno CONCRETO è un modo per vedersi tra loro politici visto che le sedute nei palazzi nn si fanno mai!!

    19. Caro Sindaco tu proprio nel Giardino dei Giusti , non ti ci vedo , finiamola con questa forma di assistenzialismo stalinista.
      Secondo te , è giusto che la Città sta soffocando nella morsa del traffico e questi Signori che nei giorni feriali paralizzano il traffico con cortei creati appositamente per fare innervosire anche i più religiosi ,la Domenica paralizzano le strade sostando in doppia o tripla fila per gustare loro in santa pace il tanto desiderato Gelato. “per la cronaca vedi Corso dei mille nel tratto Balsamo/Lincoln”.

    20. ribadisco:nessuna critica all’ iniziativa di dedicare uno spazio verde “ai Giusti”, ma sarebbe stato anche più bello allestire uno spazio nuovo e non rinominarne uno.

    21. Beh, la surrealtà è la cifra della Sicilia. È che chi ci vive da molto tempo o da sempre, in Sicilia, essendo abituato alla convivenza col surreale in agguato perenne, può accadere che se ne stupisca, certo, però non farà nulla per cercare di rimettere le cose a posto. Sa che è inutile, il surreale vince sempre. Se un giardino cambia nome a Palermo non è poi molto diverso dal nome rinnovato dell’aeroporto di Punta Raisi che da un po’di tempo si chiama Falcone e Borsellino, oppure dal Cassaro che dopo la conquista si chiamò corso Vittorio Emanuele II… Certo è che sull’opportunità di chiamare Giardino dei Giusti l’aiuola dell’Alloro, si potrebbe discutere per mesi, che è ciò che sicuramente avranno fatto gli impiegati del Comune, i quali non sapranno assolutamente, a tutt’oggi, chi sono i Giusti.
      Molto probabilmente i Giusti saranno, per questa gente fantasiosa, ignava e numerosa, quelli tochi, ma “Giardino dei Tochi” suona molto regionale in una città che ha pretese avanguardistiche. Oppure “Giusti” nel senso che “su’ chiddi giusti”, forse un’estensione dei precedenti tochi, cioè quelli da cui prendere esempio per diventare smaglianti in una società un po’ troppo uniformata, dove partito delle libertà si confonde con partito democratico (anche democrazia vuol dire, in fondo, libertà, per cui sembra normale che entrambi si contendano la palma – ecco un riferimento botanico – della libertà…), dove qualsiasi cosa si faccia o si dica diventa un racconto di Pirandello o di Camilleri, dove un nome botanico non interessa a nessuno.
      Oppure “Giardino dei Giusti” per codeste persone potrebbe anche essere un pretesto per costruire tra un po’ di tempo, e con tanti bei finanziamenti ad hoc, un “Giardino degli Sbagliati”…
      Ma lasciamoci trasportare, per un momento, da questa speculazione (sia neurologica che edilizia): dove si potrebbe situare, a Palermo, un Giardino degli Sbagliati? Dove altro se non in un posto che porta un nome assolutamente sbagliato ma simbolico?
      Ma davanti al Palazzo di Giustizia, no? Dove, forse, riempiendo il sottopassaggio di terra si potrebbe piantare una foresta di Ficus magnolioides che in un battibaleno ingoierebbero colle loro radici il monumento all’inutilità dove spesso viene stabilita una Giustizia che di tale ha ben poco. In pochi anni nascerebbe, dalla vegetazione dei suddetti fichi, il Giardino degli Sbagliati. “Un tempo qui era il luogo degli sbagli” dirà il nonno che porta il nipotino nel parco a giocare a Tarzan delle scimmie, tra le radici aeree dei fichi diventate ormai tronchi nodosi, non ricordandosi neanche di quali sbagli si trattava.”Nonno nonno, ma chi erano gli sbagliati?” “Ma chi ‘nni sacciu iò… sbagghiavanu… pri chistu ‘u chiamaru Giardino degli Sbagliati”.
      Il Giardino dei Giusti non può avere posto a Palermo, anche perché, per prima cosa, non è “giusto” rubarlo all’Alloro. Intanto l’Alloro è uno solo, e quindi già è in minoranza, perché i Giusti sono almeno due, sennò sarebbe “Giardino del Giusto”. “Giardino del Giusto” però suona come una minaccia, a chi si è visto passare davanti agli occhi centinaia di facce proposte come se fossero la quintessenza della giustizia e poi… Il “Giusto” in questione era quanto di meno Giusto ci potesse essere, e parliamo anche dei primi cittadini. Fosse stato Giardino degli Allori, allora, forse, si sarebbe potuta creare una rissa tra amici degli Allori e amici dei Giusti e vedere chi aveva la meglio. Prima della rissa magari si sarebbe potuto tentare coll’alzata di mano, ma non tutte le persone anziane riescono ad alzare una mano senza difficoltà, oggi, colle artrosi che durano sempre più in un’età sempre più avanzata grazie alle conquiste della scienza. La rissa però è più folcloristica, è quello che ogni turista degno di questo nome amerebbe vedere a Palermo, così come uno scippo, un’ammazzatina, vengono per questo! Potrebbero, tutti questi eventi, essere organizzati dalla Pro Loco, un po’ come in “Camera con vista”, in modo che i turisti che girano nel loro parco tematico palermitano sarebbero contenti di ritrovare ciò che un’attenta pubblicità promette loro!
      Cambiamo ancora il nome al giardino. Né degli Allori, evocatori anche di liriche battaglie di aedi e cantori, né dei Giusti né degli Sbagliati. Che ne direste di Giardino dei Mediocri?

    22. Mi rammarico, perchè il sottoscritto da semplice funzionario architetto comunale ha progettato e realizzato questo piccolo giardino per la città nel 2000, attribuendogli il nome “dell’alloro” in ricordo del mitico albero che diede il nome alla strada omonima.
      Purtroppo, questa amministrazione politica attuale, vuole cancellare ogni segno del passato, figuratevi che noi tecnici funzionari interni non siamo stati informati di tale cambiamento al nome al giardino,tutto organizzato dal sindaco e dai suoi amici.
      E’una vergogna, mi sfogo purtroppo solo oggi, perchè sappiate che i nostri politici, grazie al lavoro svolto da noi tecnici interni, si vantano con tanto di pubblicità delle nuove realizzazioni della nostra Città, ma senza rivolgere mai un grazie al nostro operato svolto ogni giorno con la massima dedizione e serietà, credetemi di questo sono deluso e stufo. Tante le opere realizzate ed in fase di realizzazione, da piazza Magione al nuovo prato del Foro Italico, al nuovo giardino dell’ex Fonderia al prossimo a Sant’Agata alla Guilla, al recupero attuale del basolato in via Meli, al progetto di recupero della piazza S.Onofrio, alla realizzazione della nuova ringhiera al foro italico e tanti altri). Per tutto questo non ho ricevuto mai un grazie, per me più importante di qualsiasi altra cosa, credetemi tante responsabilità dirette e tante preoccupazioni, ma per i nostri cari amministratori attuali restiamo solo un numero di matricola inesistente.
      Saluto tutti a presto

    23. Bella discussione…

      Una curiosità da Roma… Sto scrivendo un saggio su Palermo… Qualcuno mi può dire che tipo di alberi sono piantati nel giardino? Ho trovato tracce di un alloro, di un carrubo e di palme. Nessuno sa se c’è altro?

      Grazie infinite,
      Nicola

    24. Da questo post e dall’evoluzione dei commenti si evidenzia ancora una volta quanto Palermo barocca sia il regno delle polemiche inutili e il non plus ultra della polemica gratuita. Il giardino dell’alloro si e quello dei cachi no… 🙂

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