Triathlon urbano parte III: il ciclismo
La bicicletta: un mezzo di locomozione perfetto, che non inquina, non consuma benzina, facile da parcheggiare. Ce ne sono in commercio di ogni modello e tipo, leggere, maneggevoli, per ogni tasca. Si possono utilizzare in città e non, per spostamenti di lavoro, o di piacere, e anche per mantenersi in forma. Ebbene la bicicletta è la risposta alle necessità economiche e di salute.
A Palermo, ultimamente, l’utilizzo della bicicletta si è fatto più intenso. Non è raro vedere uomini e donne con le borse a tracolla, attraversare la città in sella alla bici. E, per fortuna, l’Amministrazione comunale sta provvedendo a fare le piste ciclabili. Finalmente una nota positiva!
Mi sembra opportuno ricordare com’è la prima pista ciclabile palermitana. Dal momento che l’arteria principale della nostra città è via Libertà, si è subito provveduto a dotarla di regolamentare pista ciclabile. Ma, come molti sanno, nell’attuazione di questo grande progetto urbano, ci si è trovati davanti a un folto filare di ALBERI! Insomma: la pista ciclabile segue il suo percorso rettilineo interrompendosi davanti a pali e alberi (ma mica potevamo pretendere che gli alberi venissero abbattuti, no???) e, intrepida, sale e scende gradini ricerca le discesine per i portatori di handicap e cerca di mantenere ancora in vita il logo del ciclista, in modo che i pedoni sappiano che stanno invadendo una corsia preferenziale. Nulla può fermare l’ostinata pista ciclabile, tranne forse, l’arrivo a piazza Politeama. Lì si ferma, vinta dalla realtà urbana del luogo: non c’è in via Ruggero Settimo un marciapiedi talmente ampio da poter ospitare lei e i pedoni contemporaneamente. Il ciclista sarà costretto a tornare indietro, oppure a gettarsi nel traffico di automobili e motocicli, che lo ingoieranno fra clacson urlanti. Perché c’è da dire che gli automobilisti palermitani non vedono di buon occhio il ciclista, lo trovano una minaccia al loro incontrastato predominio sulle carreggiate, o forse temono solo di schiacciarlo con la loro possente andatura cittadina. Capita sovente che, in una strada vuota, un ciclista che tenga rigorosamente la destra lasciando la carreggiata libera per il passaggio di un camion con rimorchio, senta dietro di lui un pressante strombazzare di clacson, sempre più vicino e sempre più agitato, fino a che, fermandosi interdetto per lasciare passare l’ingombrante mezzo, venga superato da una piccola city-car con il guidatore spazientito. Di solito queste fermate forzate capitano in salita: ma si sa, è la legge di Murphy!
A tiranneggiare i ciclisti ci sono anche i pedoni, poiché non amano sentirsi spodestati dal loro territorio, ovvero il marciapiedi. A nulla valgono le precisazioni “Ma questa è la pista ciclabile” poiché il marciapiedi è per i pedoni, e basta. Inoltre, e per chi è palermitano DOC questa non è una novità, noi NON attraversiamo sulle strisce, ma sempre dove capita ed in diagonale, con passo ciabattante, della serie “sono un pedone, se mi prendi mi fai male ma poi mi ripaghi come nuovo”. Quando un pedone deve attraversare, guarda a destra e a sinistra, lascia passare il SUV (è troppo grande, una collisione sarebbe pericolosa), la moto rombante (quelli con le moto non sanno guidare) e decide di passare davanti ad una bicicletta…e siamo sempre in salita!
Altra pista ciclabile degna di nota è quella che porta da Palermo a Mondello passando dalla discesa di viale Margherita di Savoia. A parte che il terreno e tutto sconnesso, roba da bucare le gomme, proprio nella discesa ci sono i soliti alberi ad intralciare il passo, nonché i corridori, che però al suono di un campanello, si spostano per fare passare (almeno loro!). Quella NON è una pista ciclabile, accidenti!
Sicuramente mi sarò dimenticata qualcosa, sicuramente ci sono tanti aspetti che non ho valutato, alcuni dei quali magari positivi, ma altrettanto sicuramente qualcuno mi darà ragione. Nuotare, correre, andare in bicicletta non si devono considerare discipline sportive ristrette a piccoli gruppi di giovani atleti, ma attività fisiche che aiutano il benessere di tutti, creano la possibilità di stare in compagnia e di trovare nuovi interessi. Consentire alla maggior parte di persone possibili di muoversi all’aria aperta (insomma, praticare sport è movimento, no? Ed è anche per tutte le età…), senza doversi iscrivere in palestra o a qualche associazione, sarebbe un contributo importante per questa città e per noi che ci viviamo. Palermo ha grosse potenzialità, che alcuni di noi già sfruttano anche con i disagi dovuti ad una cattiva amministrazione delle cose comuni, ma che dovremmo incrementare per rendere questa città competitiva a livello nazionale…se scrivessi a livello europeo esagererei, no?
tra i 3 Triathlon da te trattati in questo blog, probabilmente la bicicletta è quello che puo’ interessare il maggior numero di individui in questa città. Cio’ in quanto non si configura solo come sport da praticare ma anche come mezzo di trasposrto urbano.
A Palermo esistono alcuni gruppi che da tempo lottano costantemente per il riconoscimento della bici come mezzo di trasporto, vedi Palermo Ciclabile (http://www.palermociclabile.altervista.org ) e Critical Mass Palermo (http://cmpalermo.altervista.org ) a parte poi tutte le associazioni sportive della bici da corsa e da Mtb.
Da tempo queste associazioni chiedono al comune l’istituzione dell’Ufficio Bicicletta come avviene in altre città italiane (http://www.ufficiobiciclette.it ); un ufficio dentro il comune che assieme alle associazioni dei ciclisti organizza e programma continuamente iniziative per incrementare l’uso della bici e nel contempo una struttura che si occupa di fare un quadro sempre aggiornato delle problematiche connesse alla ciclabilità in ambito urbano (incidenti, condizioni piste ciclabili,…). Un ufficio che si occupa, anche, della diffusione delle rastrelliere in città per gli stalli di parcheggio delle bici e della dislocazione di punti di rent a bike nelle piazze principali delle città (vedi “progetto bici in città” http://bicincitta.com/progetto.asp –
E’ ormai ripetitivo ricordare la quasi totale natura pianeggiante della città di Palermo, questo aspetto agevola l’utente della bici che per piccoli spostamenti urbani (3-7 km) potrebbe utilizzarla in alternativa all’auto o allo scooter. E per chi non ha più le forze della giovinezza, il mercato oggi mette a disposizione dei modelli di bici a pedalata assistita che aiutano enormemente il ciclista evitando ogni tipo di sforzo; queste bici raggiungono oltre i 50 km di autonomia.
Oggi, quindi, esistono mezzi, strutture istituzionali di supporto (non a Palermo), sistemi di noleggio semplificati, insomma ci sarebbero i presupposti per far diventare Palermo una città piu’ ciclabile e piu’ gradevole da vivere nella sua quotidianità.
Quello che a mio giudizio è da fare oggi, è innanzitutto rendersi individualmente consapevoli dei vantaggi dell’uso della bici in città e successivamente appoggiare operativamente, logisticamente quelle associazioni che da tempo cercano di dimostrare alla città (con le pedalate di gruppo) e alle istituzioni pubbliche (con le richieste dell’istituzione dell’ufficio bicicletta) che questo mezzo antico di trasporto puo’ rappresentare concretamente un alternativa a vecchie e malsane abitudini locali (uso dell’auto per piccoli spostamenti) che hanno contribuito a deteriorare la qualità della nostra vita in città.
Quindi il mio è un invito.
E se fosse possibile, sarebbe un idea validissima, quella di raccogliere delle adesioni, a mo’ di petizione, per chiedere al comune l’istituzione di questo Ufficio Biciclette.
Magari Rosalio ci potrebbe dare una mano veicolando nel suo spazio tale iniziativa. Penso che le adesioni giungerebbero numerose e, probabilmente in questo periodo storico di caos tra ztl fallite e mancanza di strumenti di gestione della mobilità urbana, la bici potrebbe svolgere un ruolo non secondario anche a Palermo.
Tempo fa lessi da qualche parte che negli anni 70 Amsterdam aveva problemi di traffico notevoli, e l’istituzione-imposizione della bici in città rappresento’ una vera e propria rivoluzione per la soluzione del problema traffico.
Non voglio pensare che anche a Palermo sia la “rivoluzione”, ma sicuramente un cambio di stile di vita per una buona percentuale di palermitani potrebbe portare un ondata di freschezza culturale con riscontri positivi per la mobilità, tale da creare sensibilità sempre piu’ diffusa.
Grazie fatamorgana per il tuo intervento. Se pensi di scrivere una petizione per l’ufficio biciclette, contattami…vedremo di raccogliere tante firme! ciao!
la petizione per l’istituzione l’Ufficio biciclette puo’ partire in qualsiasi momento. Non è questo il problema. Bisogna innanzitutto capire se un post sulle biciclette a Palermo, come questo creato da Samantha, riesce ad attirare un po’ di attenzione.
Sarebbe stimolante leggere diverse opinioni e far condividere ai partecipanti l’idea e l’utilità di questa petizione, ancora prima di avviarla.
In poche parole se i commenti restano solo i nostri, fino ad ora, diciamo che non è la giusta base “numerica” di partenza per avviare una petizione che si nutre, per avere efficacia, proprio di numeri di firmatari.
Se questo post non stimola fino in fondo il confronto e la propositività, possiamo pensare che gli amanti della bici e aficionados di Rosalio sono già in vacanza, quindi per fare piu’ eco forse è meglio aspettare settembre ed essere piu’ numerosi.
Ma è un personalissimo pensiero suscettibile di revisioni, se inaspettatamente questo post genera un centinaio di feedback sull’argomento.
Sono favorevole alla petizione, io sono uno di quelli che si è appena deciso a cambiare abitudini e vado a lavoro in bici tutti i giorni, da 3 mesi a questa parte. Credo però che questo post non riscuoterà grande successo perchè pur dicendo cose giuste è più lungo della bibbia,uno legge i primi 3 righi e poi si addormenta,non credo ci saranno molti commenti.
la petizione x l’ufficio biciclette e’ una ottima idea. Avere dei referenti al comune con i quali programmare iniziative e diffondere la cultura della bici. Ma meta’ agosto non mi sembra il miglior periodo per iniziare una petizione. Magari Samantha puo’ ritornare a settembre su rosalio con un post nuovo sulle bici e raccogliere cosi’ un numero maggiore di persone che possono condividere l’idea della petizione.
Per ora siamo pochini. A parte il sultano omanita non sembra ci sia interesse per altri argomenti!
anzi sai che ti chiedo Samantha, visto che gia’ scrivi su Rosalio e presenti temi interessanti, perche’ verso meta’ settembre o inizio ottobre non presenti un post dove si propone una petizione per l’apertura di un ufficio bicicletta al comune. Cosi’ facciamo supportare l’iniziativa a tutte le associazioni e persone sensibili in un periodo dove si possono raccogliere maggiori adesioni.
Te la senti , naturalmente se sei d’accordo…
si sono d’accordo con una petizione sull’ufficio biciclette. Un amica che vive in Toscana me ne ha parlato e mi ha detto che funzionano.
D’altronde a Palermo un paio di piste ciclabili le stanno facendo e quindi il comune non potrà che vedere di buon occhio questo nuovo ufficio.
Quando partite con la raccolta firme fatemi sapere che partecipo e spargo voce tra gli amici.
@Paolo: mi spiace averti annoiato!
@Jo: grazie per il complimento. A ottobre proverò a scrivere dell’altro sulle bici, o lameno a proporre la petizione. Conosco davvero tante persone che usano questo mezzo per muoversi in città, e credo saranno interessati.
presente! ogni iniziativa che promuove e incentiva l’uso della bici mi coinvolge in prima persona.
e non solo come svago feriale, ma come mezzo di trasporto quotidiano.
noto che l’iniziativa della petizione per l’istituzione dell’ufficio biciclette ci accomuna! E oggi essere uniti a Palermo su qualcosa di diverso dalla squadra di calcio e’ davvero difficile.
Quindi non disperdiano la coesione! E tu Samantha non ti dimenticare del post di inizio autunno sulla petizione per l’avvio dell’ufficio bicicletta al comune. Se riusciremo in questa impresa, la potremo raccontare ai nostri figli e nipoti come una storica conquista civile a palermo. Non ci perdiamo di post …
come diceva qualcuno, non perdiamoci di vista!
siamo pochi ma possiamo crescere….
ringrazio te, Samantha, per scrivere di argomenti che possono pian piano cambiare in meglio la qualità della vita dei palermitani.
Mi fa grande piacere constatare che l’appello lanciato sia stato accolto positivamente e con entusiasmo dagli intervenuti a questo post.
Samantha, sembra che sei stata investita, su Rosalio, di mantenere viva l’attenzione sull’uso della bici a Palermo. E mi sembri la gisuta persona per farlo, considerata la sensibuilità che hai dimostrato nell’esposizione dettagliata del tuo post.
Credo che la cosa piu’ importante nel dibattito su argomenti come questo sia la propositività. Frequentemente ci si limita a descrivere lo stato attuale negativo delle cose senza individuare una proposta da far diventare operativa per la soluzione di problemi. I commenti al post di Samantha, anche se non centinaia, sconfessano questa abitudine nei blog. Dovremmo tutti abituarci costantemente a individuare soluzioni ai problemi discussi e naturalmente metterli ai voti dei partecipanti per capire le tendenze comuni. Una volta emersa la soluzione che sta bene alla maggioranza, attivarci operativamente affinchè quella soluzione possa trovare applicazione nelle adeguate strutture pubbliche preposte.
Solo così potremo contribuire a modificare lo stato negativo delle cose, stato che non muta da tempo per mano della sola azione pubblica-istituzionale. Spero di avere reso il concetto.
evviva chi usa la bicicletta anche per andare al lavoro, no a quelli che vogliono posteggiare col suv (o altra auto) a piazza politeama il sabato pomeriggio, Vergogna!!
Buongiorno a tutti. So di essere la classica voce fuori dal coro, ma non riesco a condividere questo vostro entusiasmo per la bici….beninteso, faccio sport da sempre e anche con una certa costanza, ma la bici rimane per me un oggetto sconosciuto….sarà perchè tutte le volte che ho provato ad inforcare la suddetta, mi sono pesantemente imbattuto nella forma tutt’altro che ergonomica del sellino. E dato che voglio ancora campare tanto, ma sopratutto voglio avere figli (e non mi dite che a lungo andare questa forma di tortura non ha conseguenze), la mia meravigliosa bici con cambio shimano rimarrà a prendere polvere nel capanno degli attrezzi!!!
Il problema della bicicletta a Palermo si inserisce all’interno di quello più vasto del rispetto del codice della strada. In città è totalmente inesistente! E parlo per tutti non solo per *gli altri* (mi sembra Lost!). Chi di voi arrivato davanti al negozio dove *perderà solo 2 minuti* non si ferma in seconda fila invece di posteggiare più lontano? O chi quando trova un posteggio *veloce* sul marciapiede non lo sfrutta a suo vantaggio?
L’esempio più lampante è il Bar Massaro in via Basile: una strada a quattro corsie che viene fermata da una selva di auto in 3a e 4a fila quando solo facendo 50 metri ci sarebbero tutti i parcheggi del mondo!
Tutto questo per dire che inserire le biciclette all’interno di una città così irrispettosa comporta delle difficoltà enormi. Secondo voi qualche palermitano si farà scrupolo a parcheggiare sulla pista ciclabile? E allora il comune dovrà usare i vigili per sorvegliarla? La vedo dura…
P.s. come precisazione all’articolo volevo dire che la *pista ciclabile* di via libertà in realtà NON è una pista ciclabile e che infatti non risulta come tale nella viabilità cittadina. Quando fu realizzata i progettisti (?) non si presero la briga di leggere le norme vincolanti per la realizzazione delle piste ciclabili e pensarono che due linee disegnate a terra col simbolino della bicicletta fossero sufficienti! In realtà esistono delle regole per le piste ciclabili (larghezza, angolo di curvatura, pavimentazioni…) che rendono difficoltosa la loro realizzazione laddove non previste. Quelle che stanno realizzando in via Crispi sono a norma, quelle realizzate in via Libertà o in via dell’Olimpo (dove però lo spazio c’era!) non lo sono mai state. Neppure quella alla Favorita lo è ma esiste da prima che esistessero le norme a riguardo e quindi li perdoniamo ;). Provate ora ad immaginare la realizzazione di una pista ciclabile come quella di via Crispi nelle strette vie di della città…
Riccardo, forse potevi risparmiare sul cambio shimano ed investire su una buona sella 🙂
con la mia storica sella in cuoio (che oggi costerebbe come due bici decathlon o tre pieni di benzina) l’altro giorno ho fatto 70 Km senza che le mie anatomie ne risentissero troppo!
…e con quello che costa oggi fare il pieno l’ammortizzi in fretta!
Mi chiedevo quale fosse l’utilità di ben due piste ciclabili in via Cristoforo Colombo.
La carreggiata si è ristretta notevolmente creando disagi a quanti escono dal porto prendendo quell’uscita.
La pista non è assolutamente frequentata e qualora ci fosse la volontà del ciclista di adoperarla, sarebbe subito annullata dalla quantità di rifiuti sulle stesse.
Forse per questo quei 2 o 3 che vedo ogni tanto, pedalano sulla strada?
quando non ci sono e perche’ non ci sono, quando ci sono e perche’ levano spazio alla strada. Palermitani …questi eterni incontentabili
Incontentabili…
Cambiamo l’assetto urbanistico della città, mettiamo un servizio di igiene ambientale che funziona, cambiamo tutti modo di guidare e diventiamo più rispettosi verso il prossimo, infine che i nostri amministratori facciano un corso su come amministrare prendendo ad esempio molte città nordeuropee.
Poi ne riparliamo.
Io ho una bici sportiva che uso ogni week end.
a Settempre ho preventivato la spesa di una bella bici da usare ogni giorno per andare al lavoro.
alla faccia di chi si sta seduto in macchina per fare 500 metri!!!
MASSA CRITICA OVUNQUE.
Laura
Quello che vorresti tu e’ impossibile a realizzarsi. L’urbanistica ormai e’ fatta! Non puoi buttare a terra migliaia di palazzi. I politici sono quelli che la maggior parte dei cittadini vota. E’ + facile cambiare citta’ nel senso di andare ad abitare in un altra.
Vedere 2 nuove piste ciclabili in citta’ e’ x me qualcosa di positivo, per chi e’ pronto a cambiare le sue abitudini quotidiane (svegliarsi un po prima prendere la bici e andare a scuola o al lavoro).
Le vedo come piccole sfide personali e anche altri palermitani le stanno vedendo come piccole sfide. E questo e’ importante per chi ha voglia di cambiare.
Per me e’ meglio levare spazio alle auto x darlo alle bici. Mille volte meglio!!!!
Mi dispiace x te e gli altri come te che non riuscite a gioire un minimo x avere in citta’ delle nuove piste ciclabili pensando invece allo spazio levato alle auto.
Se ci credi fino in fondo scrivi al difensore civico rappresentando quello che x te e’ un problema urbano. O magari scrivi una lettera ad un giornale lamentandoti oppure raccogli delle firme x levare le nuove piste x le bici.
Fai un po tu! Ma a me stanno bene. E anche tanto.
peppe, perfettamente in sintonia con te e anche a me due piste ciclabili in più fanno piacere, fosse solo il fatto che perfino chi si sposta sempre in auto blu si rende conto che qualcosa sta cambiando, che i ciclisti aumentano e che una diversa mobilità sta diventando realtà e bisogna prenderne atto.
detto questo è difficile che io, visto che per me la bici non è un diversivo domenicale, ma un mezzo di locomozione giornaliero, una consapevole scelta (per farla beve una libertà), pedali su una ciclabile.
mi sentirei come un panda in uno zoo e non riuscirei mai ad andare da un punto A ad un punto B. (anche perchè sono fatte e pensate con il culo!)
ok, ben vengano le ciclabili, però ancor di più il rispetto degli autosauri per i biciclidi!
su questo siamo ancora al paleozoico.
vorrei avere stessa dignità e rispetto, quando sono in strada in bici, di chi gira in macchina, e non sentirmi un ingombro (seppur minuscolo) per chi pensa che perdere un nano secondo per quella briciola di ciclista che ti trovi di fronte sia un affronto!
leggo molti commenti di chi i ciclisti li “stirerebbe”.
secondo me bisognerebbe lavorare anche su questo.
Peppe, io non penso che le piste levino posti alle auto. E’ un segno di civilta e ben vengano. Sono io la prima che dò la precedenza ai ciclisti e che mi compiaccio di quelle che vedo nei miei frequenti viaggi all’estero.
So solo però che quando il traffico veicolare (TIR e simili) esce dal porto, lato via Cristoforo Colombo, è un macello. La carreggiata si è ristretta per via di due piste nei due marciapiedi (erano proprio così necessarie due piste, tra l’altro impraticabili per via dei rifiuti?).
Io parlo della realtà che vedo.
Naturalmente cambiare l’assetto urbanistico o le cattive abitudini nella guida dei palermitani era una provocazione e un’utopia.
Ribadisco, ben vengano le piste ciclabili ma con un minimo criterio nella loro attuazione e manutenzione.
Non si può costruire una pista ciclabile e abbandonarla sommersa da rifiuti di tutti i generi e quindi lasciarla inutilizzabile.
Laura
mi fa piacere che pensi che le piste ciclabili siano un segno di civiltà in una citta’.
Il problema a Palermo è che quelle poche opere pubbliche a servizio dei cittadini che si fanno vengono abbandonate a se stesse il giorno dopo l’inaugurazione.
Vedi il parcheggio di via Ernesto Basile (inutilizzato), quello di piazzale Giotto, i primi tempi del giardino del Foro Italico, il giardino della Zisa (chi ci va piu’). Sono tutte opere positive. Ma una volta completate vengono inaugurate e subito ABBANDONATE. E’ come dare alla luce un bambino e poi lasciarlo a se stesso senza accudirlo, assisterlo, aiutarlo a crescerlo, ed educarlo.
Questa amministrazione, ma anche le altre precedenti, non ha la minima idea su come “ANIMARE” un opera pubblica come quelle già realizzate. Forse crede che per virtu’ dello spirito santo il giorno dopo l’inaugurazione tutti i palermitani rispettino e usino coscientemente quell’opera. Ma non è affatto così.
Una volta finita la pista ciclabile vanno avviate campagne costanti di sensibilizzazione ai cittadini per invogliarli e invitarli ad usarle nella giusta maniera ! I cittadini vanno educati.
Vanno fatte convenzioni con le associazioni di ciclisti e ambientaliste che potrebbero pensare loro ad avviare e gestire piani di animazione e di uso cosciente delle piste ciclabili. E loro lo farebbero con amore e passione perché sono ultra sensibili in quel campo. Questo farei se fossi un amministratore istituzionale al comune.
L’idea di Fatamorgana di raccogliere delle firme per l’istituzione dell’Ufficio biciclette al comune di Palermo (come avviene in numerosi altri comuni del nord) ha proprio lo scopo di sensibilizzare l’amministrazione comunale ad avviare l’animazione necessaria affinchè la gente utilizzi sempre di piu’ la bici per i piccoli spostamenti urbani (lavoro, scuola, commissioni….).
Riguardo a qualche sacchetto di spazzatura che si puo’ incontrare nel percorso della pista ciclabile, Laura, non mi scandalizzerei piu’ di tanto. Si puo’ scansare facilemente, non penso sia un motivo ostativo all’uso della pista. D’altronde che vuoi, a Palermo siamo, il sacchetto della munnizza si trova un po’ dovunque, mica possiamo pretendere senza campagne di sensibilizzazione costanti e controlli adeguati, di far cambiare cattive abitudini ad una buona fetta di palermitani….!
Sulla maggiore difficoltà di manovra dei TIR all’entrata del porto per via dell’ingombro delle nuove piste ciclabili, l’Autorità portuale (Ente Porto) ha predisposto un nuovo piano regolatore del porto di Palermo dove questa criticità, tra le altre del porto, viene affrontata e trovata la soluzione (anche perché la criticità era presente anche senza le nuove piste ciclabili).
CONCLUSIONE
I cambiamenti dell’assetto urbano (anche con alcune piste ciclabili nuove) portano sempre e comunque sconvolgimenti e cambiamenti di abitudini. Palermo è una città un po’ particolare e unica sotto l’aspetto urbanistico e quello del traffico dei veicoli. Non ha eguali in altre città italiane ed europee. Questo non lo dico io ma viene fuori da studi scientifici di urbanisti ed ingegneri trasportisti, e se hai tempo ci sono rapporti di centinaia di pagine da leggere per rendersene ampiamente conto.
Ma se cerchiamo di vedere in una nuova opera pubblica (servizio) un opportunità di cambiamento in positivo (uso della bici al posto dell’auto per spostamenti di pochi km) anche se enfatizziamo altre criticità presenti (maggiore difficoltà dei Tir per entrare al porto) sicuramente un bilancio dei pro e dei contro puo’ essere fatto nel medio e lungo termine e non nell’immediato. Cio’ in quanto le nuove misure di compensazione al disagio provocato ai TIR dalla nuova pista ciclabile vengono adottate e realizzate in un tempo sicuramente non contemporaneo alla realizzazione della pista, bensì successivo (1,2,3 anni dopo con il nuovo piano regolatore del porto). Nel frattempo pero’ si e’ creata la condizione affinche’ una nuova cultura urbana di mobilità sostenibile (bici) prosperi e si diffonda.
Saluti
Il sacchetto di spazzatura è inciviltà del singolo…..le macchie d’0lio su gran parte della pista sono inciviltà di una citta che circola con i motorini sulle piste riservate alle bici,piste che vengono utilizzate per parcheggio auto od esposizione di auto d’0ccasione vedi via M.Marine
vivo in una città, roma, dove le piste ciclabili sono scarse e quando vengono fatte, ultimamente, sono sui marciapiedi. un modo per dire ai ciclisti, ma ancor di più ancora si ostina a usare la vettura e vede soffocare lentamente ma inesorabilmente il suo miraggio di libertà, “la strada è per le macchine, al resto dedichiamo la nicchia”.
da sempre sono non nemico, ma indifferente alle ciclabili. vado per strada con il mio mezzo, al pari degli altri che circolano. se, come capita qualche volta, ho uno scazzo per strada e mi dicono “vattene sulla ciclabile”, rispondo sempre che “è questa dove sto”, a volte qualcosa di peggio.
dico questo perché è importante rendersi conto, tutti, che la bici è il mezzo del futuro, non del passato, e che negli spostamenti urbani è del tutto obsoleto il mezzo chiamato automobile.
non solo è dannoso, ma ormai è anche una pietra al collo delle famiglie e dei singoli. precari, malpagati, stressati da questa e quella angheria della realtà non solo economica, i nostri contemporanei si dovranno abituare all’idea che quello che era un sogno ora è un incubo, e che devono liberarsi dalla tossicodipendenza indotta da un’inutilissima economia basata sul consumo, con buona pace anche degli operai di termini imerese.
anche chi usa argomenti apparentemente ragionevoli del tenore “la bici è solo un giocattolo, a me serve l’automobile, senza non posso fare, come faccio a trasportare questo/quello/la nonna all’ospedale” e così via, suggerisco di fermarsi a contare gli occupanti delle vetture in circolazione e vedere quante nonne, mobili, oggetti ingombranti di lavoro ci sono dentro. la media del trasportato è da sempre ferma a 1,3 persone/vettura.
il traffico è composto di scatole semivuote, ingombranti e nocive, e mortali a causa del disgraziato comportamento scimmiesco di chi le guida, a palermo come a roma o altrove. eppure io giro da anni con un solo rapporto e niente freni, e neanche un livido finora: è un caso o solo ho imparato ad essere attento davvero?
io dico la seconda.
rotafixa, come non darti ragione?
molto bello il tuo sito.