Un racconto dal Rita Express
Questo è il breve ma appassionato viaggio di una ragazza palermitana che da Milano, il 25 maggio, è salita sul Rita Express, il treno che, nato dall’iniziativa dei comitati di studenti siciliani sparsi nel “continente”, ha accolto più di mille giovani per portarli “giù” a votare. L’iniziativa ha così permesso a tanti studenti fuori sede di tornare a casa con un prezzo irrisorio permettendogli così di votare per le elezioni regionali che si sono tenute in Sicilia il 28 maggio.
L’andata è sempre un momento speciale per le partenze. È il momento della scoperta, della curiosità, è la metafora del mettersi in gioco. Ma ogni andata è accompagnata da un ritorno che in genere ha sempre un retrogusto amaro. È il momento della resa dei conti, del bilancio e del distacco. Ed è questa fase del Rita Express “tour” che vi racconterò. Perché chiuse le urne, scrutinate le schede, il 29 maggio il treno degli studenti fuori sede si è rimesso in viaggio. Sempre colorito, sempre chiassoso ma molto più malinconico.
Prima di far parlare la nostra testimone però voglio raccontarvi un’altra cosa. Il diritto al voto è forse il più importante diritto all’interno di uno Stato civile. È la voce del popolo, è la scelta ideologica, è la strada che noi stessi lastrichiamo verso il futuro. In diversi paesi europei, e cito fra tutti la Spagna per il semplice fatto che ho avuto modo di farne testimonianza diretta, non si cade dalle nuvole pensando che chi potrà andrà a votare, gli altri amen. Ma si fa un bilancio, si constata che una grossissima fetta di popolazione è costituita dai “fuori sede” o per motivi di studio o per motivi lavorativi e quindi si fa una cosa semplicissima per arginare questa evidente faglia nell’esercizio della democrazia: si permette di votare, un paio di settimane prima della data ufficiale, presso un qualsiasi sportello postale. Mi sembra logico. Il discorso fila. Io, Stato, comprendo che effettivamente la mobilità ormai riguarda una percentuale elevatissima della popolazione e invece di effettuare sconti irrisori sulle tariffe del treno per permettere ad un cittadino di Granada che lavora a Barcelona di recarsi nella sua città natale “sparandosi” 8 ore di pullman, con conseguente richiesta di permessi, spreco di tempo, ed evidente “massacro” fisico, ti permetto di esercitare il tuo diritto al voto a Barcelona, in un qualsiasi ufficio postale. Chiudo la parentesi.
La nostra viaggiatrice.
Nome: Giovanna.
Cognome: Consiglio.
Città di Residenza: Palermo.
Età: 20 anni.
Facoltà: Economia della cultura, dell’arte e della comunicazione presso la Bocconi di Milano.
Quando sei partita con il Rita Express: il 25 maggio.
Quando sei tornata: il 29 (arrivo a Milano il 30 maggio).
Lasciamola raccontare…
“Il viaggio di ritorno è stato molto diverso da quello di andata. Siamo partiti pieni di entusiasmo ugualmente, ma man mano che salivamo per l’Italia e i nostri compagni di viaggio scendevano, il treno diventava sempre più silenzioso e noi sempre più malinconici. Alla stazione di Palermo è venuta a salutarci Rita Borsellino che ci ha salutato dicendo «Sarà per la prossima volta». Gli applausi non sono mancati, ma anche i pianti (Esiste un ritorno non bagnato da lacrime? n.d.R.). Sul treno all’andata i cori cantavano “siamo noi siamo noi la Sicilia vera siamo noi”, al ritorno non ricordo di averne sentiti… Una volta superate Firenze e Bologna i cori si sono quasi definitivamente spenti anche perché, e all’andata si è notato moltissimo, i ragazzi più vivaci, più divertenti e più “casinari” sono stati quelli che sono saliti alla stazione di Bologna. All’andata erano tantissimi, più dei posti disponibili, e quando sono saliti sul treno ci hanno immediatamente trasmesso la loro forte energia. Lasciarli al ritorno è stato come ingoiare una medicina amara. Si deve prendere, ma il gusto spiacevole, in bocca, rimane. Proprio alla fine del viaggio un ragazzo ha utilizzato l’interfono per imitare i nostri uomini politici e così ci ha messo un po’ di buon umore, anche se quello era lo stesso interfono che all’andata aveva diffuso l’intervista a Roy Paci e a Dario F, musiche e canti. A Milano, il 30 maggio, eravamo davvero pochi. Siamo rimasti noi e i torinesi (torinesi per modo di dire visto che il sangue che scorreva nelle vene di tutti questi ragazzi era 100% siciliano n.d.R.)”.
ciao giovanna 😉 ti ricordi di me? alessandro il rompiscatole di manuela 🙂
Milano si è distinta per aver sbattuto fuori dal vagone più persone senza posto in ostentato accento nordista,per essersi chiusa e non far sedere i terùn che cercavano posto.
I loro trolley non potevano essere spostati mentre tutti viaggiavamo in otto.
la diretta radio del treno è qui:
http://www.generazioneidrogeno.org
C’è qualcosa che non hai detto, però. Il treno del ritorno è stato più malinconico, certo, ma qualcosa dell’entusiasmo della partenza era rimasto. Io facevo servizio d’ordine e quando giravo per i vagoni per sbrigare qualche faccenda tutti mi fermavano per chiedermi “e adesso? dobbiamo continuare!”. Insomma, Ritaexpress è riuscita a mettere in contatto più di 1.000 siciliani in giro per l’Italia. Direi che valga la pena di far crescere questa rete per obiettivi futuri. Insomma, come ha detto Rita alla stazione: “che nessuno pensi che sia finita qui…” Tenetevi aggiornati.
E grazie a Tony e a Rosalio che hanno capito il valore di RItaexpress.