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sabato 23 nov
  • Il paesaggio e la questione eolica

    Nei giorni scorsi si è svolto a Palermo, a Villa Malfitano, un convegno internazionale dal titolo L’attacco al paesaggio. La questione eolica, organizzato da Italia Nostra. Da osservatore alla lontana mi permetto qualche notazione. Nessuna divergenza tra i relatori; qualche frecciatina verso Legambiente. Linea di contrasto intransigente contro gli impianti eolici. Vittorio Sgarbi ha invocato l’intervento di Napolitano per fare rispettare l’articolo 9 della Costituzione ove è detto che l’Italia tutela il paesaggio. Raffaele Lombardo ha approfittato per far conoscere il piano energetico ed ambientale della Regione Sicilia. Valery Giscard D’Estaing, presidente emerito della Repubblica Francese, ha condannato senza appello le pale eoliche, che devastano il paesaggio, ed ha indicato nell’energia solare l’obbiettivo da perseguire; nel frattempo bisogna pensare al nucleare (ha detto da buon francese che fa gli interessi del suo paese, aggiungo io). Le conclusioni del convegno mi trovano d’accordo. È vero che l’installazione di questi impianti sta assumendo una dimensione affaristica preponderante, con evidenti infiltrazioni di carattere malavitoso. Il pericolo dell’alterazione irreversibile del paesaggio è piuttosto evidente. Legambiente dice che bisogna pianificare oculatamente e creare dei parchi eolici in luoghi prescelti ecocompatibili. Ma siamo in Italia. Chi si fida? Meglio dire di no fin dapprincipio. Tanto più che la quantità di energia eolica prodotta sarebbe alquanto modesta rispetto al fabbisogno nazionale. Andrebbe intrapresa una grossa campagna di ricerca per l’utilizzo dell’energia solare e dell’idrogeno. Da questo orecchio però il governo non ci sente. Ha preferito impegnarsi sul nucleare, discutibile e controverso, siglando un accordo con Sarkozy. Francamente non ho capito questa disinvoltura. Con quale autorità ha potuto impegnarsi? Col consenso ottenuto in campagna elettorale? Mi sembra che si semplifichi troppo. Il popolo italiano si è pronunciato solennemente contro il nucleare. Buona regola democratica vuole che sia lo stesso popolo a cambiare eventualmente opinione. Ma è inutile discutere; è tempo perso; qui non conta più neanche il Parlamento.
    Ritornando al convegno m’è sembrato un po’ monocorde, a senso unico; si è parlato di paesaggio, ma solo a proposito dei guasti causati dalle pale eoliche. D’accordo, il tema era quello, ma se di paesaggio parli perché non dire (almeno accennare) del pericolo maggiore costituito dalla cementificazione, dall’invasione delle seconde case? In questo la Regione ha colpe incontestabili. Il presidente Lombardo sarebbe stato più credibile se avesse accennato alla terribile devastazione delle fasce costiere siciliane. Invece niente. Gran vanto per il suo piano energetco e ambientale, che io approvo, beninteso, nessun impegno per la tutela globale, contro gli attacchi provenienti da ogni parte, del paesaggio.

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  • 20 commenti a “Il paesaggio e la questione eolica”

    1. che l’eolico sia un business che si regge sugli incentivi e i green certificates è un fatto di lunga data.. tempo fa ho assistito alla costruzione di una wind farm dalle parti di santa ninfa, voluta dalla endesa; unico scopo, ottenere green certificates che avrebbe poi rivenduto… e l’eolico è di gran lunga la tecnologia renewable con i maggiori rendimenti (solare, maree non se ne parla neanche!);

      per il nucleare, una considerazione: il popolo si è espresso oltre 23 anni fa, condannando il paese a diventare un importatore netto di energia, rinunciando ad un’industria in cui l’italia aveva dato prova di essere molto competente e all’avanguardia, e lasciandoci oggi alla mercè dei capricci russi/libici; inutile dire che la volontà popolare muta con la stessa velocità con la quale cambiano le copertine di un settimanale… oggi secondo diversi sondaggi gli italiani sono favorevoli al ritorno al nucleare, ed in ogni caso, favorevoli o non favorevoli, l’energia è un settore che richiede LUNGIMIRANZA e CORAGGIO (anche politico), che prescinda dall’umore popolare del momento…

      il nucleare potrà non essere ben gradito da tutti, ma quali alternative credibili abbiamo? il gas? rimarremmo ostaggi di paesi politicamente instabili (e che inoltre molto spesso non sono neanche democratici..) per non parlare del problema rigassificatori…

      il carbone? voglio vedere la faccia degli oppositori al nucleare quando gli si prospetta la costruzione di una mega centrale a carbone, anche se con tutti i filtri, al posto di una centrale nucleare.. tornare al petrolio, pagando così sceicchi e terrorismo internazionale?

      come si gira si gira il problema rimane: anche limitando i consumi e gli sprechi (cosa che ritengo fondamentale) il mondo d’oggi ha bisogno di fonti di energia che garantiscano una fornitura continua, e le rinnovabili come tali al momento sono escluse (svolgono solo un ruolo complementare), ergo rimane solo il nucleare…

      luciano

    2. leggendo questo post mi viene da ridere, tutti parlano di energia ma non sannno esattamente cosa è e quali sono le leggi che la regolano. il mio pensiero del tutto personale che può anche non essere condiviso è che per produrre e consservare energia bisogna utilizzare vari sistemi contemporaneamente integrandoli fra loro. naturlamente per produrre penso a sistemi tipo: solare, eolico, biomassa, metano da bio massa, pirolisi, produrre enregia dalle correnti marine ( vedi prototipo relizzzato sullo stratte di messina studiato da una importante delegazione cinese), sistemi misti tipo progetto di Carolo Rubia ( solare- termoelettrico da idrocarburi). sicuramente è da scartare il sistema nucleare per i seguenti motivi: costi, pericolosità, impatto ambientele, mancanza di materie prime, sembrerebbe che oggi il 60% del materie prime per fornire gli impianti provenga dalla dismissione delle testate nucleari, inoltre la forte richiesta di tale materiale neglia anni avvenire farà crescere il prezzo in modo esponenziale.
      Per accumulare energia, parte difficile del sistema, a parte le solite batterie si potrebbe utilizzare benissimo l’aria compressa e non l’idrogeno. per chi non lo sapesse l’idrogeno da solo in natura sulla terra non esiste e per potelo estrarre anche dall’acqua per esmpio è necessario spendere energia. inoltre manipolare idrogeno ( costiparlo in un contenitore o bombola o con altri sistemi) è una cosa sia difficile che molto pericolosa pericolosa( questo perchè essnendo la molecola idrogeno la più piccola in natura è molto reattiva in termine di urti e quindi di pressione del contenitore che dovrà contenerlo( cammino libero medio delle molecode dei gas)). l’idrogeno potrebbe essere egregiamente sostituito dal metano, molto più facile da trattare, molto più versatile da utilizzare sia per motori a scoppio sia per produrre energia elettrica dalle celle a combustione, l’importante è che la produzione di metano provenga da sistemi ecologici: cioè che tolgono CO2 dal sistema atmosfera per poi restituirle al sistema successivamente.
      per quanto attiene al piano energetico presentato dal presidente della regione penso che concettualemente sia una buona cosa, i miei dubbi però nascono sul fatto che ad attuarlo siano i siciliani. Per quello che ho capito il sistema prevede di produrre energia localmente e condividerla prevalentemente con i propri vicini, questo per non pagare in termini energetici si il trasporto che l’accumulo, bestie nere dei sistemi per produrre energia( principio dell’entropia: qunado noi trasfromiamo l’enrgia da un sistema ad un altro dobbiamo perdere qualcosa, dobbiamo pagare pegno). penso che sarà necessario creare un organismo che regolamenti i rapporti ” energetici” tra vicini ed inoltre saranno nacessari rilevanti invastimenti economici, domanda: chi ci metterà i soldi?
      credo molto dippù in una cultura dell’enregia ad esempio su internet ci sono molti rpogetti di come costruire un pannelo solare termico al costo di 50 euro, oppure si potrebbe fare una legge che vieti la vendita degli scaldabagni elettrici se non integrati a sistemi di produzione con solare termico e cose di questo tipo. in ultimo un appunto sugli inceneritori( NON TERMOVALORIZZATORI) quando noi bruciamo i nostri rifiuti l’energia che produciamo e circa 1/10 di quella che serve pre produrre i pordotti che abbiamo distrutto nella combustione, pura follia.BISOGNA ASSOLUTAMENTE ATTIVARE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA IN SICILIA- FERMIAMO LA COSTRUZIONE DI 4 INCENERITORI( tuttalpiù ,se necessario, se ne potrebbe fare uno solo)altrimenti rischiamo di trasformare la sicilia nella terra dell’incenerimento della spazzatura del meridione d’italia. Il vero pricolo e nel residuo dell’incenerimento che è altamente tossico. Scusate la disgressione dall’argomento, ma in questo momento l’argomento è attualissimo ma nessuno ne parla.

    3. Aggiungo all’analisi di cui sopra che l’eolico e il solare non sono in grado di coprire il fabbisogno energetico per l’incostanza delle fonti energetiche (da nessuna parte il vento tira sempre e con la stessa intensità, e ahimé, la terra segue ancora la legge gravitazionale che la obbliga a ruotare attorno al sole, alternando giorno e notte).
      E dal momento che non è possibile immagazzinare l’energia “per quando serve”, è necessario avere delle centrali che producano continuamente energia (queste sono le centrali “di base”: a carbone, a petrolio, idroelettriche ad acqua fluente e nucleari) oltre a centrali cosiddette “di picco” che forniscano energia nel caso di una richiesta maggiore (es. d’estate quando abbiamo tutti i condizionatori a palla). Queste ultime sono le centrali a turbogas e idroelettriche con bacino di pompaggio (la vecchia centrale di Piana degli Albanesi).
      Aggiungo soltanto che le centrali nucleari non producono CO2 che aumenta l’effetto serra, che i francesi usano scaldabagni elettrici e non caldaie a metano, risultando uno dei pochi paesi europei che emettono bassissime quantità di CO2 nell’atmosfera e che se, ahimè dovesse succedere un incidente nelle centrali nucleari che sorgono al confine, dovremmo piangerne le conseguenze anche noi. Come si dice: “cornuti (perchè paghiamo l’energia francese) e mazziati!”

    4. ovviamente mi riferivo al post di luciano lavecchia…

    5. I post a commento al mio modesto scritto sono di estremo interesse. Chissà se i nostri politici vi faranno cadere l’occhio, anche fugacemente. Si tratta della vita e dell’avvenire di tutti noi.
      Mi piacerebbe però che si parlasse anche degli scempi compiuti sul paesaggio, dato che proprio questo era, all’ottanta per cento, l’argomento del Convegno.
      Io sono nato su una costa siciliana che era il paradiso terrestre, adesso mi ritrovo ristretto tra casacce che hanno azzerato l’unica fonte di reddito del posto, l’agricoltura, e distrutto un patrimonio ambientale e paesaggistico di incalcolabile valore.
      Non c’é nulla da dire?

    6. le pale eoliche sono uno obbrobrio estetico incredibile. c’ha ragione Sgarbi (il quale ipotizza che dietro ci siano pure loschi interessi riconducibili alla mafia)

    7. Se il costo dell’energia di fonte nucleare comprendesse anche il costo dello smaltimento e della messa in sicurezza delle scorie (scaricato sulla collettività), non sarebbe più economico. Per chi se lo fosse perso: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-17f2ebfb-98a5-428f-8df2-d1634b60decc.html?p=0

    8. @Donato Didonna,
      i costi del decommissioning in realtà sono molto incerti, questo è vero, e dipendono molto dal tipo di tecnologia.. per i reattori GCR, quelli a graphite di tipo inglese per intenderci, i costi sono nettamente più alti (in Italia abbiamo l’impianto di Latina di questo tipo).. inoltre esistono ben pochi casi di impianti completamente decomissioned (ed in Italia, strano a dirsi, saremo i primi http://www.world-nuclear-news.org/WR_First_nuclear_decommissioning_authorization_in_Italy_1212081.html)

      e ancora

      http://83.216.172.76/AGIEnergia/Notizia.aspx?idd=262&id=48&ante=0&ric=1%C3%B9

      http://www.world-nuclear-news.org/WR_Spending_boost_for_Italian_decommissioning_2409081.html

      lungi da me il considerare il nucleare come la panacea, ma alla luce delle riflessioni fatte sopra, mi sembra che sia la soluzione ottimale per il mix energetico italiano.

    9. Premetto che sono un ingegnere ambientale, che sull’energia da fonte alternativa ed eolica in particolare ho incentrato i miei studi, che attualmente da siciliano lavoro in Sicilia proprio nel settore dell’eolico.
      Il tema “energia e ambiente” è VASTISSIMO e per questa sua vastità non può essere discusso in questa sede. Se volete farvi un’idea e imparare cose, cercate in rete e leggete, ma non partecipate per favore ai convegni di Italia Nostra, che di ambientalismo non capisce nulla e di energia ancora meno.
      Quella eolica è una delle tecnologie migliori, in assoluto, per la produzione di energia elettrica. Anche senza incentivi, l’eolico è una fonte energetica assolutamente competitiva con quelle tradizionali, e naturalmente gli incentivi non fanno che renderla ancora più interessante. I soldi spesi per l’eolico servono in buona parte per la retribuzione dei lavoratori, altamente specializzati, quindi sono soldi che restano da noi, e ne resterebbero ancora di più se a costruire i generatori, le pale, le torri e tutto il resto fossero imprese italiane: qualcuna in effetti sta iniziando a farlo.
      L’impatto visivo è l’unico tipo di “inquinamento” prodotto dall’energia eolica. Per il resto, purtroppo per i suoi detrattori, l’eolico è una tecnologia di assoluta convenienza, con impatti negativi trascurabili e impatti positivi importanti: non devi comprare il combustibile, non producono gas inquinanti, riesci a far lavorare un sacco di gente; non è vero che fanno rumore (non più del vento), non è vero che ammazzano gli uccelli (al massimo un paio di uccelli l’anno per impianto, infinitamente meno di quanti ne ammazzano i jet), non è vero che disturbano le comunicazioni radio e tv, non è vero che prendono molto spazio. Naturalmente, per tutti i motivi che avete detto, l’eolico non può essere l’unica fonte energetica, ma occorre necessariamente DIVERSIFICARE, quindi ben venga l’eolico, ma anche il sole, l’idroelettrico, il gas e il petrolio. Sul nucleare si può e si deve discutere, ma l’argomento di questo post è un altro, e cioè appunto quanto sia “brutto” l’eolico.
      Personalmente, vedere gli aerogenerratori che girano mi fa piacere, perchè penso che in quel momento stanno producendo energia senza nel frattempo attossicarmi l’aria, ma ammetto che non tutti possano essere d’accordo col sottoscritto. Il paesaggio viene rovinato anche da altro, e cioè, come suggerisce l’Autore del post, dalla cementificazione selvaggia: se da Palermo prendete l’A-29 per andare all’aeroporto noterete che il mare non lo vedete e questo mi sembra più grave e disturbante che vedere le torri eoliche sui crinali. Altri oggetti che rovinano il paesaggio sono i tralicci dell’alta e media tensione, le antenne radio e tv e anche certe rampe stradali, ma nessuno si sogna di dire che non bisogna trasportare l’energia elettrica con l’alta tensione o che non bisogna costruire le strade o che non bisogna installare antenne tv…

    10. A proposito: non è vero che gli impianti eolici producono poca energia, una singola torre può arrivare a ben 3 MW, che in termini pratici per non addetti ai lavori significa che una sola torre è in grado di alimentare i consumi di circa mille appartamenti residenziali medi. Ben venga la ricerca sul solare (che però è ancora troppo costoso) e sull’idrogeno, ma nel frattempo che facciamo, costruiamo centrali nucleari?

    11. @ N,
      condivido in pieno le argomentazioni in favore dell’eolico.. personalmente a me non dispiace vedere gli aereogeneratori (l’unico caso è stato nei dintorni di Pamplona, in Navarra, dove però ci sono centinaia di pale tutte in fila!) però come fonte che contribuisce al fabbisogno,non sostitutiva di una delle fonti principali;
      poi, per quanto riguarda le pale da 3MW so che c’è un’azienda siciliana che è leader nel settore (e che peraltro in questo momento è in crisi perchè la burocrazia regionale sta bloccando le commesse!) ma non mi risulta che siano ancora state installate (perchè, se ho capito bene, gli unici posti al momento adatti sarebbero impianti off-shore); concordo inoltre sul fatto che io raderei al suolo tutte le strade tra il mare e l’autostrada, vero obbrobrio architettonico.. e non dimentichiamoci anche quando prendiamo la nostra stupenda circonvallazione che quei cerchi alti mezzo metro nelle aiuole sono le basi per i piloni che avrebbero sorretto delle corsie riservate per coloro che dovevano andare da messina a trapani senza passare per palermo: un risparmio in termini di tempo, inquinamento ed energia, bloccati per il furore ambientalista…

    12. …si mi domando anch’io in base a quale criterio estetico i mulini a vento sono belli e romantici e le pale eoliche sono brutte…fosse per gli ambientalisti gli antichi romani allora non avrebbero dovuto costruire nulla: un ponte, un acquedotto, le strade, due mila anni fa magari risultavano ancora più invasive per una cultura non abituata alle opere dell’uomo e in un contesto di natura certamente più incontaminata. Opere quindi certamente di alto impatto ambientale (diciamo che non passano inosservate) ma che oggi ammiriamo.
      Come da sempre sostengo, andrebbero divise le cose distinguendole tra belle e brutte, fatte con criterio oppure no. Abbiamo i lungo mare deturpati da costruzioni oscene (basta ricordare la già citata A29 direzione Punta Raisi) ma dovrei essere esteticamente più disturbato da dei moderni mulini a vento in cui possibilmente ci può essere la mano di un designer e che magari basta studiare come fare a posizionarli in modo che disturbino (esteticamente) il meno possibile…

    13. …splendidi esempi Stalker. Li trovo anch’io esteticamente molto validi. Rispecchiano bene ciò che intendevo dire…

    14. Le turbine da 3 MW di cui parlo io sono per applicazioni su terra ferma e sono lo “standard” commerciale, insieme alle turbine da 2 MW. Per queste macchine, la lunghezza di una singola pala dell'”elica” (che a proposito si chiama “rotore”) si aggira sui 40-45 metri. Questi generatori sono prodotti dalla Vestas, che è danese, e dalla Gamesa, che è spagnola, e anche da altre ditte, tutte straniere. La tedesca Repower invece produce turbine da 5 MW, con pale che arrivano a ben 62 metri di lunghezza, e anche questa è una turbina per applicazioni terrestri. Queste sono le macchine “perfette” per l’eolico. Altre macchine che vengono utilizzate sono

      Però trasportare bestioni del genere non è semplice sulle stradine di montagna, e per questo trovano ancora applicazione le macchine “piccole”, da 850 kW, il cui rotore ha un diametro di circa 50 metri e la lunghezza della singola pala è circa 25 o 27 metri, dipende dal modello preciso.
      L’azienda siciliana di cui parlate è la Moncada Energy. E’ l’unica azienda italiana che fa tutto, dalla costruzione dei generatori alla realizzazione e gestione di un intero impianto. Le turbine prodotte dalla Moncada sono proprio queste da 850 kW.

    15. @N
      grazie per le informazioni!

    16. Le turbine da 3 MW di cui parlo io sono per applicazioni su terra ferma e sono lo “standard” commerciale, insieme alle turbine da 2 MW. Per queste macchine, la lunghezza di una singola pala dell'”elica” (che a proposito si chiama “rotore”) si aggira sui 40-45 metri. Questi generatori sono prodotti dalla Vestas, che è danese, e dalla Gamesa, che è spagnola, e anche da altre ditte, tutte straniere. La tedesca Repower produce anche turbine da 5 MW, con pale che arrivano a ben 62 metri di lunghezza (http://www.repower.de/index.php?id=237&L=1) e anche questa può essere una turbina per applicazioni terrestri. Queste sono le macchine “perfette” per l’eolico e costituiscono lo standard commerciale. Le altre macchine che vengono utilizzate sono più “piccole”, con pale che arrivano a 25-27 metri: in questo caso, il generatore ha una potenza di circa 850 kW, cioè un terzo o un quarto delle macchine più grandi. Per questa ragione queste macchine sono sempre meno utilizzate, a meno che l’impianto non debba essere costruito su una zona particolarmente impervia, in cui i camion si troverebbero a manovrare su strade troppo anguste. L’azienda siciliana di cui parlate voi è la Moncada Energy (http://www.moncadaenergy.com/), che appunto costruisce queste turbine “piccole”.
      Invece, a proposito di eolico off-shore (quello “a mare”), gli impianti in mare aperto hanno diversi grossi VANTAGGI rispetto agli impianti “terrestri”. Per prima cosa, il vento in mare è molto più regolare che non sulla terraferma e anche mediamente più forte, il che significa a parità di macchine anche una maggiore produzione di energia durante l’anno. Per seconda cosa, non essendoci problemi di strade e camion e rimorchi, gli impianti in mare possono essere molto più grandi e quindi possono produrre ancora più energia: sono allo studio turbine da 6, 8 o 10 MW, con rotori che avrebbero pale lunghe 70 o 80 metri. Terzo vantaggio, essendo in mare questi impianti sono (sarebbero) anche lontani dalla vista della maggior parte delle persone, quindi anche il tanto odiato “impatto visivo” sarebbe letteralmente minimo. Gli svantaggi sono naturalmente di natura tecnica e quindi economica.
      In Nord Europa questo tipo di impianti sono già realtà (se sapete dove guardare li potete vedere anche con Google Earth), ma si sa che noi italiani siamo molto più furbi degli inglesi, dei tedeschi, degli svedesi…

    17. @N: ho sempre ritenuto il sistema off shore il migliore sotto il punto di vista della resa energetica e sotto quello dell’impatto ambientale…adesso me lo confermi anche tu che sei del settore!

      Per quanto riguarda l’architettura ecosostenibile

      http://hawtaction.com/2008/07/01/2139274930_5c7be4866d.jpg

      Realizzato, funzionate, ecologico, BELLISSIMO!

    18. neposto un’altra

      http://www.theworldedition.com/news/images/bahrain-world-trade-center-1.jpg

      ps: io trovo le turbine molto belle ed affascinanti…sarò matto?

    19. che poi a volte necessità e ingegno….
      http://woodle.it/bloglearning/?p=101
      piccole grandi storie.

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