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giovedì 19 dic
  • Imbarbarimenti

    Qualche giorno fa sono stata a un entusiasmante concerto di Luis Bacalov a Villa Filippina.
    Il concerto è stato introdotto da un comunicato sindacale che riguardava la triste sorte dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, co-protagonista di questa serata e di altre serate musicali estive palermitane. Constatazione amara: l’Orchestra rischia di chiudere i battenti oggi, dopo l’ultimo concerto in programmazione per il calendario estivo. Nessuna garanzia per la stagione autunnale, nessun calendario stilato, nessuna programmazione.
    Al di là del diffuso problema della perdita del posto di lavoro, che riguarderà personalmente anche i componenti dell’Orchestra Sinfonica, come tantissime altre tipologie di lavoratori di questi tempi, questa situazione è l’ennesima dimostrazione del degrado culturale in cui si trova oggi Palermo. Già, poco tempo fa, la minaccia che il Teatro di Verdura non aprisse le porte al pubblico per la consueta stagione estiva ci aveva messo in allarme; le cose si sono in qualche modo sistemate dopo l’avvio di una, seppur ridotta, programmazione, che ha coinvolto un’ ulteriore location, ovvero la Villa Filippina. Adesso è a rischio un simbolo della cultura musicale siciliana, dopo 58 anni di attività concertistica e di tournée nazionali e internazionali.
    Mi chiedo, quando e se, chi di competenza possa drasticamente dare un taglio a questa condizione di IMBARBARIMENTO CULTURALE che ormai ci contraddistingue.

    Ospiti
  • 4 commenti a “Imbarbarimenti”

    1. Non è escluso che un altr’anno chiuda anche il Teatro Massimo. Così il cerchio culturale del centrodestra sarà perfettamente chiuso (appunto).

    2. A proposito di imbarbarimento…
      ma perché ‘location’ ?! Una che ama Caravaggio e Botticelli non può scrivere ‘location’ come uno sbracato PR da discoteca di provincia :-p

    3. quoto Selinon. L’imbarbarimento è anche linguistico.

    4. condivido il tuo preoccupato grido d’allarme. Anche a livello nazionale il governo si sta adoperando per tagliare ogni risorsa a prestigiosi teatri d’opera i cui palcoscenici sono stati calpestati da prestigiosi personaggi come Arturo Toscanini, Bruno Walter, Victor De Sabata e Maria Callas solo per fare alcuni esempi. La cultura aiuta acrescere, a ragionare, ad affinare le sensibilità e la capacità di espressione e di analisi, a creare in definitiva una coscienza nazionale, un popolo. E quindi non serve.
      In ogni altra parte del mondo gli interventi dello stato, le fondazioni culturali, e le manifestazioni artistiche prosperano e sono costantemente sostenute. Noi, che in fatto di patrimonio storico e culturale non siamo secondi a nessuno, stiamo seppellendo l’Uomo sotto le macerie dei reality e dei vari gadget tecnologici e commerciali.

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