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  • Il figlio del vampiro a Palermo

    Dampyr - “La camera dello Scirocco”

    Dampyr è uno degli ultimi eroi della Sergio Bonelli a meritarsi una serie lunga, giunta al 114esimo numero. Mentre Dylan Dog è oramai ridotto a una sbiadita caricatura dell’anti-eroe tenebroso del tempo che fu, Harlan Draka, figlio d’un vampiro e d’una donna mortale guadagna lettori nella sua ricerca dei Maestri della notte, gli arcivampiri, in compagnia d’una vampira ravveduta e un ex mercenario bosniaco. Sparano veloci con pallottole “trattate” col sangue di Harlan, perché il sangue d’un dampiro può uccidere gl’immortali succhiasangue.

    A differenza di Dylan Dog che ormai fa arrugginire il maggiolone nei pressi di Craven Roada Harlan è un eroe “on the road”, con avventure che spaziano lungo gli atlanti: da Praga al Brasile, al Giappone e poi Venezia, la Bassa del Po, un’onirica Sardegna, la Corsica. E finalmente Palermo. Il numero in edicola è sceneggiato da Giovanni De Gregorio e disegnato magistralmente da Nicola Genzianella.

    L’albo s’intitola La camera dello scirocco e inizia con un misterioso omicidio allo Spasimo in un’avventura che porterà Dampyr sotto il nostro capoluogo, lungo i cunicoli della Palermo sotterranea, i qanat degli arabi. Con tutto il contorno del nostro folklore: i pupi, i diavoli della Zisa che mai nessuno riuscì a contare, gl’incappucciati della setta dei Beati Paoli.
    Ogni tavola cattura uno degli angoli della città, col dedalo di viuzze alle spalle della Cattedrale e un epilogo che non si dimentica.
    Una storia che evita stereotipi giocando con i tesori del nostro passato, destinato a svanire nel sonno, nella troppa luce del tramonto.

    Ospiti
  • 7 commenti a “Il figlio del vampiro a Palermo”

    1. Allora vado comprare Dampyr di questo mese:)!
      p.s.
      riguardo i commenti su Dyland Dog sono assolutamente d’accordo è diventato un fumetto scialbo.
      Solo i primi 50 numeri si salvano.

    2. mi sorprende che non l’abbia disegnato il palermitano e bonelliano giuseppe franzella…e su dylan…solo i primi 50 no, è cattiveria, io personalmente mi sono fermato a 200 e qualcosa sognando storie scritte soltanto dall’unica che sappia scrivere veramente bene per dylan e groucho, paola barbato

    3. Ho letto Dampyr per la prima volta incuriosita da questo post, più per vedere (ed in effetti trovare) gli spunti e gli scorci palermitani…mi è piaciuto, ma rimango più dilandoghiana!

    4. L’ho cercato ma non l’ho trovato in nessuna edicola!:(

    5. @MarcoC, anch’io ho dovuto girare un po’, alla fine l’ho trovato all’edicola in piazza Salerno nei pressi dello stadio/villa Sofia… Ce n’erano ancora diverse copie, se corri… 🙂
      Per chi l’ha letto: mi è piaciuto molto vedere Palermo così fedelmente “disegnata”… Anche il parlato, giustamente “tradotto” in Italiano, tradisce le origini palermitane dell’autore del testo: solo mi stona soltanto l’uso del “voi” che fa tanto napoletano (vuole essere una “traduzione” del “vossìa”?)

    6. […] già pubblicato su Rosalio, il blog di Palermo […]

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