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mercoledì 25 dic
  • Piazza Venezia

    Solita sera infame di ottobre. Il caldo che non cessa, i brividi d’autunno che ti sorprendono all’alba. Dentro la voglia di far tardi, così tardi che il giorno dopo devi per forza dormire tanto, devi svegliarti rincoglionito, con le parole in differita e il mal di testa che ti fa compagnia. L’ennesimo sms al cellulare, gli amici ti aspettano al solito posto, che da un po’ è diventato piazza Venezia. Così, per caso, un giorno ci siamo trovati lì. Un po’ dopo la Champagneria, sotto i Candelai, prima della Vucciria, in una terra di mezzo che appartiene a qualche posteggiatore e a qualche signora affacciata al balcone che stende i panni alle due di notte.
    La piazza è affollata di gente che conosco, che ho già visto, compagni sconosciuti di serate dalle luci arancioni, ognuno ha sulle spalle il proprio peso e talvolta sembra trascinarlo a fatica.
    Incertezze, mancanze, aspettative, delusioni che si confondono nelle foglie del mojito: qualcuno parla dell’amore mancato; altri brindano all’ultima materia; chi è già stanco prima di iniziare; si parla di politica senza sapere cosa si dice; qualcuno c’ha tolto mano perché non è cosa. Per molti è l’ultima sera a Palermo, si festeggia e si dà l’addio, dentro al cuore paura e curiosità. Mai come ora mi accordo di quanto siamo ancora profondamente emigranti in un paese di immigrati.
    Una babele confusa e ansimante, qualcuno ride perché si sopravvive meglio, qualcuno si bacia perché c’è ancora speranza, un randagio mi sfiora la gamba, l’ennesimo venditore di rose mi porge un anonimo bocciolo arancione. Lo prendo e do un calcio all’ennesima bottiglia vuota in un domino di vetro che arriva fino ad un cestino vuoto.
    La genesi di piazza Venezia sembra legata a un non specificatamente individuato Peppino che, dopo aver chiuso un locale nei pressi di piazzetta della Canna, ha aperto qui un piccolo pub. I suoi fan l’hanno seguito e hanno colonizzato anche questa piazza, poi la voce si è sparsa, qualcun altro ha ben pensato di sfruttare la scia e così sono spuntati fuori altri locali con food&beverage.
    Così è nata la sera a piazza Venezia, quasi per caso. C’è la Palermo della Cuba e quella della Champagneria, così come c’è la Roma dei trasteverini e quella dei sanlorenzini. Mi piace pensare che si può essere una sera di qua e una di là, giocandoci sempre un po’ su, amando costantemente quello che si è, cercando di migliorare sia l’una che l’altra realtà. La storia siamo noi, diceva De Gregori.

    [Per la cronaca, il venditore di rose l’ho incontrato la sera dopo ai Chiavettieri con gli stessi redivivi boccioli e lo stesso maglione del giorno prima che, dal colore, sembrava non essere solo alla sua seconda apparizione serale. Io, di contro, oltre all’abbigliamento c’è mancato poco che cambiassi anche il colore dei capelli per essere più fashion della sera prima. Ho preso la rosa e, con la forza di un timido sorriso, ho cacciato in pancia il senso di colpa].

    Ospiti
  • 42 commenti a “Piazza Venezia”

    1. e quindi?

    2. Sta diventando un must accompagnare il cockatil con le squisite crocchè per un invidiabile pastiche gastronomico!

    3. No no, Piazza Venezia è nata molto prima di sto peppino, ragazzina 😉

    4. OR DUNQUE IN QUESTA INVANA E SPREGIEVOLE ITALIA ANCORA GIACE GENTE CHE SI VUOL DESTAR DI PARVER UN BUON SCRITTORE MA NO INEDITO ORDUNQUE INDI PER CUI UNA ISTORIA IDONFOENFWEN
      O SI IMPARA A SCRIVERE O SI EVITA DI ESAGERARE
      NON SIAMO TUTTI SCRITTORI, MA LA GENTE ANCORA NE E’ CONVINTA….L’IPPICA PUO ESSERE UN PASSATEMPO PIU INTERESSANTE….IL PALERMITANO…L’ESSERE CHE INSEGUE UNO STILE UNICO, INEDITO ED INIMITABILE….E POI FINISCE CON L’ESSERE UGUALE AD UNA SERIE DI ALTRI ESSERI CHE PORTANO UNA MASCHERA..L’UMILTA’ CI VALORIZZA VERAMENTE

    5. Giovanni Pascoli utilizzare così il maiuscolo equivale a urlare su Internet.

    6. Ti suggerisco anche:
      non esistono più le mezze stagioni;
      si stava meglio quando si stava peggio;
      il nuoto è lo sport più completo.
      Poi in tema di immigrazione:
      i negri la musica ce l’hanno nel sangue.

      Se mi vengono in mente altri lughi comuni li invio.

    7. Capitano, il mio rilevatore di rosik è fuori scala..

      @Laura:

      Questi non hanno speranza di morte,
      e la lor cieca vita è tanto bassa,
      che ’nvidïosi son d’ogne altra sorte.
      Fama di loro il mondo esser non lassa;
      misericordia e giustizia li sdegna:
      non ragioniam di lor, ma guarda e passa…

    8. Ciao Laura, le tue parole mi hanno fatto rivivere l’inutilita’ di quelle serate che ho passato anche io… inutilita’ in senso “buono” se del buono ci puo’ essere.
      Alla fine si parla di confronto,dialogo,etc…
      Be’ l’unico dialogo/confronto che hanno i ragazzi e’ tipicamente questo con questi discorsi e in questi ritrovi. Che c’e’ di male ? Niente.
      “Mi piace pensare che si può essere una sera di qua e una di là” invece e’ una frase abbastanza banale dal mio punto di vista. E su questo direi proprio che anche se stai tutte le sere in via Cazzabubbole ma FAI qualcosa di piacevole, va bene anche cosi’!

    9. P.S: x quanto riguarda i lavavetri,donarose,etc…. Vi siete mai commossi per un sorriso regalatovi da un Ghanese per i pochi spiccioli che gli avete dato ?
      Io sì. Penso che se sei in quelle condizioni e sorridi fai apprezzare agli altri (quelli che hanno “tutto + di te”) quel che conta davvero nella vita.
      Io la leggo così.Un parere espressi…
      Buona giornata a tutti.

    10. @sapientone: E’ quindi? Niente. Non credo per forza bisogna esserci un quindi a seguire…
      @francesco: è vero, ho una memoria storica troppo corta!
      @Giovanni Pascoli: preferisco non rispondere ad uno che scomoda l’identità di un così grande poeta per legittimare i suoi commenti su un blog… credo l’umiltà sia una virtù che dovremmo un po’ imparare tutti. Che ciò che scrivo non sia letteratura, né lo sarà mai, penso sia ben visibile a tutti. Non ho le carte in regola per diventare un canone classico, non ci ho mai pensato, non mi importa nulla di esserlo. Grazie solo a Rosalio che mi permette di esprimere ciò che sento.
      @ U pitraru: forse hai ragione, è un mio vizio: io cerco, finché è possibile, di conciliare i contrari…
      @Antonio: grazie, anche perché ho un legame affettivo forte con la “mia” Divina Commedia.
      @pinco pallino: ti è sfuggito qualche altro luogo comune, ad essere sincera. Come per esempio il disagio giovanile che era la cosa che più mi premeva sottolineare qua…

    11. Sensibilità straordinaria. Secondo me questa è arte. Un racconto “di superficie”, che tocca sulla superficie per stuzzicare nel profondo. E c’è l’aria di questo tempo.

    12. A mio modesto parere questo post è un eccellente affresco di un angolo (ideale) della nostra città.
      Il tutto dipinto con tenerezza, delicatezza, attenzione e passione. Passione per quel mondo notturno che stravolge e trasforma le piazzette della nostra città rendendole piu’ affascinanti per quanto decadenti. Angoli in cui affiorano personaggi degni dei romanzi di Marquez.
      Chi critica domandando “e quindi?” chi ironizza sui luoghi comuni chi scrive stupidaggini in maiuscolo a mio avviso non è ( e non per colpa sua) in grado di riconoscere e distinguere quella sensibilità profonda e delicata.
      anche se non conosco Laura con questo post e con “Aperitivo a Ballarò” ha dimostrato di essere così come i mondi che descrive una persona molto complessa con un anima che riesce ad accogliere tutto ciò che di prezioso incontra lungo la strada della sua vita.

    13. Francesco Mangiapane, p.zza Venezia è inizata nel 2006 con l’apertura dell’avenida da parte di Aurelio Buono e allora come barman c’era semprePeppino. Per questo Peppino è idissolubilmente legato a p.zza Vanezia

    14. AVENIDA era il 1996 non 2006

    15. E ti diro di più, il nuovo proprietario dell’avenida ha visto giusto richiamando Peppino come barman. P.zza Venezia è rinata grazie a lui.

    16. mi vergogno per te, sinceramente: non so più come spiegarti quello che provo nei confronti di scritti del genere, e ancor più degli ambienti da cui nascono le mentalità che partoriscono scritti del genere. Io penso che qui ci si approssimi persino all’approssimazione.

    17. “ci si approssimi persino all’approssimazione” … approssimativamente che vor dì ? Va bè…desisto.

      @Laura : ti va un aperitivo stasera ?

    18. @ U pitraru:
      VOR Dì che il post è così qualsiasi (non tanto nella forma -anche- ma soprattutto nei contenuti) che non si riesce nemmeno ad essere qualsiasi in maniera definita, ma -se possibile- ancora più leggera, vaga e irrimediabilmente vuota.

    19. E’ proprio vero, mi è sfuggito il disagio giovanile che tu annoveri tra i luoghi comuni (io no). Rispetto il tuo punto di vista e, anzi, ne approfitto per chiederti di segnalarmi qual è la parte del tuo post in cui scrivi o alludi al disagio giovanile.

    20. Cari Gomesio e Piunco Pallo questo post vuol solo condividere emozioni…senza dispensare messaggi di profonda ed antica saggezza

    21. Ma perchè mi censuri? Sei solo un censore.

    22. Pippiniello sei tu che scegli la rimozione del commento nel momento in cui violi la policy. Sei solo un violatore di policy? Rimuoverò ulteriori commenti fuori tema.

    23. @ Pippiniello: perfetto, parliamo di emozioni e non di saggezza; emozioni però non significa “sii sciatto il più possibile”, come saggezza non significa “ripetiamoci quattro nozioni a memoria”. Com’è possibile che le emozioni siano sempre le stesse e che si esprimano sempre negli stessi modi e utilizzando gli stessi motivi, in certi contesti?

    24. Beata te che non hai niente da fare e puoi stare la notte fino a tardi a bere e prendere rose……………e scrivere ste cose il giorno dopo quando ti svegli alle 15…….

    25. @ Pippiniello,ok condividiamo le emozioni, ma è l’autrice del post che tira in ballo temi più profondi, testualmente: “il disagio giovanile che era la cosa che più mi premeva sottolineare qua…”.
      “Incertezze, mancanze, aspettative, delusioni che si confondono nelle foglie del mojito” ? ? ? ? Cos’è? Beviaci su per dimenticare? Meglio confusi che vigili?
      “Una babele confusa e ansimante” ? ? Questa cos’è una maniera pleonastica per parlare del disagio? prendere a calci le bottiglie vuote lasciate per strada dalle frange meno educate del popolo della notte, vuol dire condividere emozioni? Quali?

    26. Ringrazio tutti per i commenti perché se avete commentato vuol dire che mi avete letto ed è questo che più mi fa piacere. Tra tutti ringrazio ancora di più il mio amico Gomesio che, ostinatamente, continua a leggere ciò che scrivo nonostante gli dia ribrezzo. Evidentemente, se fosse il curatore di questo blog non mi avrebbe permesso di pubblicare. Fortunatamente non lo è.
      Credo il bello sia poter avere questo scambio così forte con chi vive la mia città da punti di vista completamente diversi. In più, vorrei aggiungere che non sono una sfaticata e che, in vita mia, non mi sono mai alzata alle 15. Semplicemente cerco di osservare le persone che mi stanno intorno e di sentirne le paure o le emozioni che, in fondo, sono anche mie. Il fatto che qualcuno reputi brutto ciò che scrivo forse è dovuto al fatto che descrivo emozioni che non gli appartengono. Tutto qui.

    27. @Laura :quindi aperitivo niente ?!?! Va bè…. :-))))))

    28. Io mi ricordo di serate da Peppino (due o tre anni fa) quando tutta questa marmaglia non c’era. Ed era meglio, molto meglio.

    29. Pippiniello porprio quello volevo scrivere

    30. Gomesio, vivi e lascia vivere, la ragazza non ha fatto nulla di male

    31. Franz, questa frase denota già ignoranza e scarsa lungimiranza. Non che io sia il veggente supremo, ma qualche cosa ho la presunzione di capirla.. La ragazza non ha fatto nulla di male, certo, oltre a descrivere il nullafare suo e della stragrande maggioranza dei giovani inutili, nullafare iterato e proposto pressoché sempre (nel racconto si fa accenno alla “sera dopo”, ciò significa che dopo ogni tramonto la signorina ha tutti questi soldi, questa voglia e questo tempo da spendere in alcolici; è noto, inoltre, come questo tema della gioventù sbarazzina e amante dei vicoli di Palermo sia l’unico ad essere utilizzato nei racconti così vuoti -ma ahimè rappresentativi di molti umani- di questa ragazza). Se noi diciamo “vivi e lascia vivere” in questi casi, quando tale universo culturale si imporrà definitivamente (ci siamo quasi) il mondo si ripiegherà in se stesso, nell’edonismo più vuoto e soprattutto nell’impossibilità di dissentire sull’andazzo, perchè tanto bisognerà vivere e lasciar vivere..

    32. @ u pitraru: magari organizziamo l’aperitivo al prossimo post ;-).

      Gomesio, in fondo hai ragione. La nostra generazione è del nullatenentismo di professione, meglio i sessantottini che ci hanno regalato questa splendida Italia.

    33. ho detto “w il ’68” ?

    34. 68, 69. Mi ricordo che tutto prese grande velocità. La contestazione in fondo era già finita, l’Italia se l’era lasciata alle spalle. Ero estraneo a tutto questo, se i sessantottini sono colpevoli, io sono innocente. Ma ero in preda anch’io a quelle inquietudini, indecifrabili. Non avevo partecipato, anche per ragioni di età, eppure ero rimasto in qualche modo affascinato da quella rivoluzione. Una rivoluzione all’aria aperta, fuori dalle aule polverose, fuori dalle case dai tavoli in formica, fuori dalle chiese ed anche lucidamente fuori di testa.

    35. Beh, io Gomesio non me lo immagino sessantottino, in realtà, ma più riconducibile al “Ritratto dello zio” di Giorgio Gaber… Oh Gomesio, ma perché tanto livore? Dai a mangiare proprio tu a tutti noi giovani sfaticati? Ma chi sei? Ma che fai? Ma, soprattutto, perché non ci tagli i viveri e pure i commenti? Sinceramente, se ne ha le tasche piene di Soloni inconcludenti…

    36. E (per inciso, caro Gomesio) “la ragazza”, come la chiami tu, è la più giovane dottoressa che conosca… Chissà come avrà fatto, sempre sbronza com’è, a laurearsi col massimo dei voti così presto…
      Ma tanto ci verrai a dire che le lauree le regalano. Mentre ai vostri tempi era tutto così difficile… La nostra classe dirigente, del resto, si commenta da sola.

    37. caro compagno TROSCHI, la mia età è ben più bassa di qualsiasi cifra tu possa riuscire a immaginare. Non do a mangiare a nessuno, non riesco a dare da mangiare neanche a me stesso, e di questo mi vergogno. C’è però chi non se ne vergogna e per giunta ogni sera si ritrova a spendere sciami di euro per il niente; e questo è uno dei miei problemi, unitamente al (forse più sentito, ma correlato) punto della banalità del tutto, dei sentimenti, della favella, delle atmosfere percepite e scelte come oggetto d’analisi/ritratto. Ah, e le lauree le regalano eccome; e anche se non le regalassero, fin dai tempi della scuola ho imparato che purtroppo il massimo dei voti di una persona intelligente è uguale al massimo dei voti di una persona che non capisce e ripete senza cognizione di niente. E, se non si guarda da vicino, non si sa mai chi si ha davanti – o l’uno o l’altro caso.

    38. Vi invito a essere rispettosi nei vostri commenti e vi ricordo che questa non è una chat.

    39. facile passare il tempo tra aperitivi, canne e panini, coi soldi di papà. tanto chi lavora o studia seriamente e abita nella via venezia (leggere lo stradario o le insegne è poi così difficile?) deve sorbirsi il caos del pub, i rumori assordanti del pub marabù, il vocio scomposto delle risse che scaturiscono settimanalmente, il delirio degli ubriachi, l’odore stantio di olio e fritture… tutto ciò fino alle 5.00 AM abbondanti. tanto a chiamare i vigili è tempo perso, perdippiù qualcuno la definisce una zona (ideale) di palermo… mah.! a volte leggere un buon libro fa passare serate migliori.

    40. Cara Laura il tuo post è molto bello,però devo ricordarti che Piazza Venezia dal 10 dicembre 2012 ha cambiato nome adesso si chiama “Piazzetta Franco Franchi e Ciccio Ingrassia” in omaggio ai 2 attori palermitani nati artisticamente in questa piazza agli esordi della loro carriera artistica con la classica “Posteggia”

    41. Ammazza….ma quanti anni avete? Non sapete nulla di come è nata p.zza Venezia!!!

      Franz, caro ominimo…sbagli le date.

      Nel 1996, Aurelio Buono (e Milena, futura proprietaria della Cueva) aprono l’Avenida de la luz, subito ribattezzato semplicemente Avenida.

      Peppino, un pò più giovane (come tutti) faceva il barman, già in un modo tutto suo, professionale ma originale.

      Il primo anno l’Avenida diventa incredibilmente un luogo per fighetti (durante la prima primavera non era raro incontrare gente che il venerdì sera andava a la Cuba). Ma dopo questa prima stagione, il locale trova la sua naturale collocazione.

      IL secondo anno di vita, il comune sostituisce i punti luce (allora Orlando era un grande sindaco); e grazie anche alla ristrutturazione del Biondo (e dei palazzi antistanti), P.zza Venezia, per decenni un luogo sconosciuto e impraticabile di notte, diventa una p.zza viva e colorata

      Tanto per capirci,..p.zza Venezia è nata soltanto grazie all’Avenida… durante il primo ed il secondo anno (gli anni d’oro dell’Avenida) la gente era così tanta da riempire interamente la piazza da un lato all’altro. Tutti i locali attualmente esistenti sono venuti dopo (tranne Fate che da prima cucinava il suo cibo palestinese…anche lui una istituzione)

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