Londra è nella nostra testa
La prima volta a Londra è stata un trauma.
Guardavo dal Bus uomini e donne come formiche. Correvano, non camminavano.
Mi pareva impossibile reggere un ritmo tale.
Pensavo e sorridevo, forse anche un po’ amaramente, dei ritmi lenti, lentissimi della mia Sicilia.
Pansavo a quando si chiede un caffè al bar, e se ti finisce bene aspetti, aspetti che si concluda la cronaca post partita, o una delle tante conversazioni sui nullafacenti politici.
Poi sono ritornata in patria, a Palermo. Mi sono resa conto che Londra anche noi ce l’abbiamo nella testa.
Corriamo, corriamo sempre, anche quando non è necessario.
Ci spazientiamo per una pizza che arriva 10 minuti più tardi, per un semaforo rosso che dura un secondo in più rispetto alla nostra tolleranza. Perdiamo la pazienza perfino dinanzi all’acqua che non bolle.
Abbiamo perso il piacere di stare fermi, di pensare, di assaporare le cose.
Di muoverci lentamente e sorridere se l’anziana che attraversa le strisce, non corre, ma passeggia.
È vero, talvolta è necessario correre. Ma sappiamo benissimo che buona parte delle volte non è così. Ci piace trafelarci, ci piace sentirci impegnati.
Tutti i nostri gesti sono ormai intrisi di freneticità, perfino leggere una rivista, o guardare la tv.
Gli unici posti dove il tempo ha la giusta dimensione, sono forse le librerie.
Forse dovremmo farci un giro “là dentro” un po’ più spesso. Lasciarci cullare dalle mille copertine, dalle mille pagine.
O fermarci a “godere” del piacere di un caffè… Non troppi però!!!
Mah!
E dovevi vedere Londra per capirlo?
A parte che è insignificante paragonarle (l’ennesimo confronto tra Palermo e grandi metropoli del mondo che si fa su Rosalio), Palermo è insicura, rumorosa, frenetica e delirante già da diversi decenni.
é ovvio. Ma era solo una mia riflessione
Che dire. Sono sostanzialmente d’accordo. Io abito a Londra da due anni e Palermo mi sembra molto più caotica in generale, soprattutto come inquinamento acustico e traffico ed i palermitani sono spesso frenetici e nevrotici. Forse è Londra che sta diventando come Palermo.
Siamo solo diventati ritardatari cronici, per questo andiamo di fretta.
Sono d’accordo con te Federica, anche se la nostra città non è Londra, la nevrosi che vivono i londinesi noi ce l’abbiamo nella testa. Credo abbia a che fare con la comunicazione di massa e con schemi di vita ormai uguali ovunque nel pianeta. Anche il sistema che stiamo usando impone a noi tutti di immagazzinare nuove forme di comunicazione che diventano sempre più evolute, con una velocità di cambiamento impensabile fino a pochi anni fa. Computer, telefonini, lauree e specializzazioni varie, necessità di adattarsi a nuovi mestieri, traffico allucinante ed una società esigente che non promette nulla di buono contribuiscono non poco ad alimentare la nevrosi di massa. Leggere aiuta moltissimo, un buon libro rilassa e fa bene, credo che la libreria rappresenti per te un rifugio, così come lo è stato tante volte per me, un’oasi nella quale le tensioni vengono stemperate dal fascino dei libri e dai racconti di tanti scrittori, alcuni capaci anche di farci sognare.
Comunque, mi sembra giusto segnalarlo, ci sono anche altri tipi di librerie fatte di bottiglie, bicchieri e tanta euforia, ma il prezzo da pagare lì è un tantino più alto;).
Un saluto da nicolò dal castello
come dipendente della casa editrice-libreria Kalos di via XX Settembre 56/b non posso che approvare le tue parole 😉
è proprio vero che le librerie sono diventate i templi della lentezza, peccato che in Sicilia si legge così poco.
ho visitato ,Zagabria,stupenda,pulitissima,elegante,silenziosa,anche di giorno,aiuole fiorite,dapertutto,davanti ai bar, tavolini e sedie ,con imbottiture sempre diversi,elegante e da ammirare.Vivo al nord,e mi sarebbe piaciuto,vantarmi con gli amici del nord,che la mia PA.è come Zagabria.Voi giovani sono sicura che ce la farete.Auguri